Dettagli Recensione
del corpo, della modernità
“… Mi sono guardato bene dal fare della verità un idolo; ho preferito lasciarle il nome più umile di esattezza. I miei trionfi e i miei pericoli non sono quelli che la gente s’immagina; ci sono altre glorie oltre la gloria e altri roghi oltre il rogo. Sono quasi riuscito a diffidare delle parole. Morirò un po’ meno sciocco di come sono nato.”
Noi, insieme a Zenone, a tastoni facciamo il giro della prigione di carne e di pensieri che l' esistenza ci riserva; noi siamo consapevoli che il dubbio , fino a qualche decennio fa una sorta di eresia, diventa la benedizione salvifica nella tentata laicità del moderno; l' opera al nero, nel linguaggio alchemico è anche uno stadio primario del conseguimento da parte dell' essere umano di uno stadio di coscienza. Abbiamo tutti, credo, sentito parlare in qualche modo di "albedo" e di "nigredo" , anche se questi termini sono ormai usciti dall' uso comune nella lingua.
"Più vado avanti negli anni, più questa follia che consiste nel rifare libri antichi mi appare una grande saggezza. Ogni scrittore porta in sé solo un certo numero di esseri. Piuttosto che rappresentare questi esseri con le sembianze di personaggi nuovi, che sarebbero solo personaggi già conosciuti chiamati con nomi diversi, ho preferito approfondire, sviluppare, nutrire questi esseri con i quali ero già abituata a vivere, imparare a conoscerli di più via via che conosco meglio la vita, perfezionare un mondo già mio. " Non ho mai capito che ci si sazi di un essere", faccio dire ad Adriano parlando dei suoi amori. Non ho neanche mai creduto che mi possa saziare di un personaggio che avessi creato. Non smetto di guardarli vivere. Essi mi riserveranno delle sorprese fino alla fine dei miei giorni."
Non posso esimermi dal citare questo brano dai "Taccuini per le memorie di Adriano". Sono parole della stessa Yourcenar, e sono parole che rivelano quanto alter ego di Zenone e di Adriano abitassero la scrittrice.
Le ambientazioni de L'opera al nero sono varie; così come sono variamente collocati i pensieri di uomini differenti: uomini ancora tenacemente inchiodati al passato che si sta sgretolando e uomini che verranno puniti per aver voluto andare oltre. E uomini che , per la prima volta nella storia dell' europa dopo il medioevo, si porranno domande. Gli eretici, allora. Ma come scrive Blaise Pascal, il filosofo tanto amato dalla Yourcenar, alla finne gli uomini sempre vengono sconfitti da qualcosa di più grande di loro.
Una lingua sontuosa ed elegante fa di questo romanzo, uno dei più belli del XX secolo. Mi riesce difficile parlarne tenendo una distanza; non è un romanzo da leggere ; come Le memorie di Adriano, è da rileggere. Da tenere sempre a portata di mano. E' pieno di cose che indicano spesso la prigione della quale non possiamo non fare il giro.
Indicazioni utili
Autodafè, E. Canetti
I buddenbrok, T. Mann
L' uomo senza qualità, R. Musil
Pensieri, Marco aurelio,
Lettere a Lucilio, Seneca
De Rerum Natura, Lucrezio
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