Dettagli Recensione
"...all' unica verità, che è la letteratura"
L' opera di Fernando Pessoa è una di quelle opere assolute, quei capolavori che appartengono alla terra dell' utopia.
Non ci si lasci ingannare dall' ipotesi del monologo; le parole del diario del protagonista, Bernardo Soares - Fernando Pessoa, vengono definite -totalmente a ragione, - da Antonio Tabucchi "un dialogo incerto". dalla lettura di questo scritto, non oso chiamarlo diario poichè ritengo di poter soltanto timidamente cogliere frammenti (anzi, mi sento anche piuttosto pudica nei confronti di uno snudamento d' anima specchiata...distorsione di uno nell' altro, sconfinamento continuo) emergono manie, idiosincrasie, malinconia , riflessione. le cose di tutti, quando quei tutti si ascoltano dentro il torrente che stride , dei pensieri non detti neppure a sè stessi. la traduzione, pur mirabile e decisamente splendida, come sosteneva Ortega Y Gasset, è sempre un percorso, uno dei tanti, verso l' opera.
"L' unica aristocrazia è non toccare mai"
Ecco. Non toccare, come non scegliere; come non pensare ai nutrimenti terrestri di Gide? Impossibile.
"Avere il pudore di noi stessi; capire che in nostra presenza non siamo soli, che siamo testimoni di noi stessi..."
E come non pensare a Dostoevskij, a tutta quella letteratura spaventosamente e criticamente europea , a kafka...
Il libro di Pessoa non va letto come un diario personale e va letto proprio per questo come il più personale dei diari della nostra condizione di europei, condannati alla finestra ma allo stesso tempo protetti da essa. "We gonna get in to get out", direi citando i grandi Genesis...
Indicazioni utili
I nutrimenti terrestri, Andrè Gide;
Peter Schlemil, Adalbert Von Chamisso;
Il giudice e il suo boia, Friedrich Durrenmatt;
Requiem, Antonio Tabucchi
I quaderni di Malte laurids Brigge, Rainer Maria Rilke