Dell'amore e di altri demoni
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L'Amore nella sua essenza.
L'Amore in tutta la sua essenza. In questo libro Garcia Marquez descrive in maniera minuziosa le grandi e piccole sfaccettature del sentimento che da sempre smuove il mondo: l'Amore. Un sentimento che ha vita propria, che va oltre ogni ragione, buon senso e logica. Amori sopratutto repressi, che non possono essere vissuti. E' la costante lotta interiore dell'essere umano, tra la via facile e già segnata, e quella impervia, dove bisogna abbandonare tutto per arrivare alla propria essenza. A tutti i personaggi è richiesto di abbandonare qualcosa in nome dell'Amore, come nella realtà però la concretezza sa essere un muro invalicabile. Ci si può arrampicare e guardare al di là, ma in quanti poi hanno il coraggio di tuffarsi nell'ignoto, tra chimere e demoni, tra estasi, giudizi e pregiudizi? Così come spesso accade, si preferisce guardare all'Amore come a un Demone che arriva e distrugge le nostre ragioni, le nostre argomentazioni, il nostro intelletto.
Un libro a mio avviso fenomenale, che supera i concetti di bene e male. Un germogliare nel cemento in pieno stile Garcia Marquez. Interessante anche la descrizione precisa dell'ambientazione nella sua geografia ed epoca storica.
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Si, se amate immergervi nel sentimento amoroso in tutte le sue sfaccettature.
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Rapunzel, l'intreccio del convento
È possibile associare qualcosa di puro e struggente come l’amore alle diaboliche trame di Satana?
Secondo García Márquez, sì. Anzi, nessun sentimento meglio dell’amore rende l’uomo folle come fosse posseduto dal diavolo in persona.
La vicenda è ambientata in Colombia negli anni in cui imperava l’inquisizione spagnola, pronta a scagliarsi conto chicchessia anche solo per il possesso di un libro classificato come proibito.
Il romanzo si focalizza su più protagonisti, ma al centro della storia si colloca comunque la giovanissima Sierva María, figlia dodicenne di un nobile che, praticamente ignorata dai genitori, passa il suo tempo con i servi della casa arrivando a dormire tra loro e ad apprendere la loro misteriosa lingua.
A dare una decisa svolta nella vita della ragazzina è il morso di un cane affetto da rabbia; se in un primo momento Sierva María non mostra nessun sintomo della malattia, alcuni mesi dopo il padre inizia a preoccuparsi sia per il morso sia per i suoi comportamenti da selvaggia, tanto da rivolgersi al vescovo che ordinerà di rinchiuderla in un convento e sottoporla ad un esorcismo per scacciare il demonio che -evidentemente- la possiede.
Proprio con l’esorcista inviato dal monsignore, tale Cayetano Delaura, la ragazzina vedrà nascere una passione tanto profonda quanto casta, che per un po’ illude entrambi di aver trovato l’amore vero e vinto così la solitudine.
Avete capito bene: anche in questo romanzo García Márquez si rifugia nel suo tema preferito, tratteggiando personaggi tormentati dall’idea di rimanere soli ma che, alla fine dei conti, scelgono in modo istintivo la solitudine sia essa incarnata da una vita da eremita o dalla morte stessa.
Le somiglianze con il celebre “Cent’anni di solitudine” non si fermano qui, infatti entrambi i romanzi assegnano un ruolo molto importante alle tradizioni ed alle superstizioni collegate ai culti pagani; sul piano stilistico invece, è evidente come lo scrittore prediliga la narrazione di alcuni avvenimenti, specie se parte di flash-back, anziché illustrarli direttamente, e ricorra al suo famoso realismo magico per delineare l’ambientazione anche in questo romanzo, tanto da far credere al lettore che lo sfondo della storia sia ancora una volta Macondo.
Una differenza palese con “Cent’anni di solitudine” è invece la scelta di mettere in scena un numero ben più contenuto di personaggi, soffermandosi maggiormente sulla loro caratterizzazione e sui loro trascorsi; conseguenza di ciò è l’inserimento di molti flash-back (che in alcuni casi si riducono comunque a dei brevi aneddoti), non andando però a rallentare il ritmo della narrazione.
Tra i protagonisti, il più interessante è a mio avviso il medico Abrenuncio de Sa Pareira Cao, che da un lato ricorda il nostrano Don Abbondio per la sua predilezione per il “latinorum” (ma su Manzoni torneremo dopo), e dall’altro lo zingaro Melquíades con il quale condivide l’interesse per un tipo di medicina non proprio canonica. Intriganti anche le figure dei genitori di Sierva Mariá, soprattutto per la strana relazione che li lega e i loro trascorsi che vengono chiariti soltanto verso la fine della storia.
I personaggi secondari mi hanno dato invece l’idea di un’ottima occasione: molti sono introdotti in maniera interessante nella vicenda ma, come nel caso della bellissima schiava abissina, fanno giusto un paio di comparse.
Da segnalare anche il peculiare rapporto tra la famiglia del marchese ed i suoi servitori, che oscilla tra l’astio, la passione e la familiarità e, di nuovo, mi ha portato alla mente la famiglia dei Buendía.
L’introduzione di questo romanzo si merita una menzione a parte: ricorrendo ad uno stratagemma già adottato con successo da alcuni celebri colleghi del passato, come Manzoni (rieccolo!) ne “I promessi sposi” e Hawthorne ne “La lettera scarlatta”, García Márquez tenta di dare credito ed un fondo di realtà alla sua storia raccontando del ritrovamento di un cadavere di bambina dai lunghissimi capelli rossi.
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Il mal d'amore
E' colorata di realismo magico questa storia di Gabriel Garcia Marquez, una storia che si muove a mio avviso sulle linee sottili che dividono un sentimento dal suo opposto.
E' labile e impercettibile a volte il confine tra amore e odio, vita e morte, bene e male..
Le emozioni sono struggenti ed esasperate, la realtà come sempre appare diversa da com'è.
Marquez ci insegna a non fidarci delle cose come appaiono, a non credere troppo a ciò che ci viene propinato e soprattutto a non fidarci troppo di noi stessi.
I sentimenti vissuti intensamente possono portare alla pazzia, alla morte, all'oblio.
Un testo profondo ed esasperato che offre tanti spunti di riflessione.
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La realtà del realismo magico
Di questo romanzo breve mi ha sicuramente colpito l’inizio molto incisivo e forte, la storia è ammantata di un aria cupa e in bilico tra realtà e pura magia. Marquez, con estrema bravura, ci conduce in un mondo parallelo e allo stesso tempo molto attuale e concreto.
Il soprannaturale è il continuo sottofondo di tutta la storia, una caratteristica chiave del Realismo Magico, lo stile di cui Marquez è uno dei massimi esponenti se non il capostipite.
La storia è travagliata, una famiglia nobile con una madre esageratamente distaccata e sconnessa dalla famiglia, un padre assente da principio e poi completamente assorbito dalle sorti della figlia.
Una storia d’amore impossibile, vera e pura, ma che non può esistere, l’emarginazione e l’isolamento per una malattia che troppo spesso veniva confusa con possessione demoniaca, la privazione della libertà e l’amore trovato nel luogo dell’internamento.
Una storia magica ma anche molto concreta, l’amore così intenso e anche così proibito che non può essere vissuto.
Lo stile di Marquez in questa storia è piacevole e scorrevole, lo scrittore ci conduce per mano in un mondo tutto suo, che con estrema abilità rende un po’ anche nostro.
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Ai confini tra realtà e immaginazione.
Cresciuta tra l’indifferenza di un padre e l’incuria di una madre viziosa la piccola marchesina Sierva Maria si impadronisce della lingua, dei riti e dei costumi degli schiavi perché è con questi che la sua giovinezza si consuma. Il morso di un cane rappresenta la svolta e lo scatenarsi di una serie di disparati eventi tra il tragico ed il paradossale. Da questo momento il padre – che tanto l’aveva abbandonata a sé stessa – si riscopre disposto a sacrificare la sua vita per quella della figlia, la madre viceversa non ha alcuna possibilità di redenzione perché è vittima del suo demone, quell’istinto sessuale che la induce in un baratro di solitudine e di perdizione dove non esiste via d’uscita e dove l’odio è padrone e compagno assoluto. Abrenuncio, il medico, esclude assolutamente che si tratti di rabbia e dunque i comportamenti aggressivi della ferita vengono ricondotti ad un’unica possibilità: Servia Maria è indemoniata. Poco importa se la caviglia morsicata della ragazza bambina è tormentata da una ferita sanguinante e puzzolente a causa dell’applicazione di cure sbagliate di medicastri ed esorcisti in erba, i pregiudizi religiosi hanno la meglio: la ragazza viene segregata nel monastero di clausura di Santa Chiara dove l’aspettano sevizie e maltrattamenti vari.
Non svelo altro sulla trama perché il romanzo, seppur breve, è ricco di numerosi elementi capaci di indirizzare il lettore a riflessioni di diversa entità. Quali sono i Demoni verrebbe da chiedersi? E Marquez risponde con grande maestria a questa domanda ricordandoci che dentro gli uomini se ne agitano di infiniti (dall’ ipocrisia, alla convenzione, al pregiudizio, non di meno al razzismo) ma senza ombra di dubbio quello più pericoloso è l’amore, un sentimento ben radicato nelle culture latino-americane (e dunque proprio dell’autore) perché sinonimo di pulsione della vita con tutte le sue attrattive e i suoi aspetti repulsivi. L’uomo non è altro che un canale che assorbe i sentimenti più alti e più abietti pertanto indiscussi sono l’odio e l’amore quali protagonisti di quest’opera.
Ed è proprio quando nel 1949 Marquez assiste allo svuotamento delle cripte funerarie dell’antico convento di Santa Chiara in Colombia che l’idea per questo romanzo si manifesta inarrestabile. Nella terza nicchia dell’altare maggiore una lapide si disfà in mille pezzi al primo colpo di zappa e una chioma viva color rame di circa 20 metri si sparge per tutta la cripta. A nulla serve la spiegazione del capomastro in merito al fatto che i capelli crescono un centimetro al mese dopo la morte e che dunque quei venti metri possono datare la cappella a duecento anni prima perché nella mente dell’autore si rifà vivo un vecchio racconto della nonna: questa aveva narrato al noto scrittore che nel periodo buio dell’inquisizione era esistita una marchesina di dodici anni dalla lunghissima capigliatura, morta di rabbia in seguito al morso di un cane. Grazie ai suoi miracoli questa continuava a vivere nel cuore dei Caraibi..
Il mio primo appuntamento con le opere di Marquez si è avuto circa sei anni e mezzo fa e proprio con questo componimento. Sin dal principio questo si presenta come un libro “fuori dalle righe”, eclettico ed insolito tanto nello stile quanto nel contenuto.
La scrittura è fluida e scorrevole, senza difficoltà il lettore riesce a figurarsi tutte le situazioni delineate nei minimi dettagli. Quello di Marquez è quel tipo di romanticismo che ti affascina e ti abbraccia ma che in nessun caso cade nella mielosità, resta sempre in bilico tra il “troppo o il troppo poco” non risultando dunque eccessivo o pesante. Ovviamente deve piacere il tema, il genere e la scrittura che salta tra realtà ed immaginazione, altrimenti può essere estremamente arduo apprezzarne il contenuto.
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- sì
- no
no = a chi non ama il genere.
Sicuramente gli altri dello stesso autore nonché le opere di Coelho e di Isabel Allende.
Il bene e il male
Il mio esordio alla lettura dei romanzi di Gabo è segnato da questo bel libro, ricco di frasi memorabili, a tratti fiabesco. Meraviglioso il modo in cui lo scrittore ci lascia immaginare lo svolgersi del libro attraverso la sua magistrale capacità descrittiva. Ho fatto un po' fatica all'inizio del libro dove Gabo si perde in descrizioni personali di stati, angosce, situazioni famigliari eccetera, ma una volta decollato il libro è bellissimo. Anche questo libro mi ha dato la possibilità di riflettere sul fatto che molte volte è l'uomo la causa di (quasi) tutti i suoi mali.
Il bene e il male descritti alla perfezione, dove il bene è un qualcosa che alle volte fatichiamo a cogliere e il male non è altro che il frutto delle nostre stupide convinzioni estreme.
L'amore per le cose perdute che proviamo tutti i giorni nella nostra vita è lo stesso amore che prova il Marchese nel libro, e che muove il suo personaggio.
Il fascino del personaggio di Sierva Maria vi trascinerà nel racconto pagina dopo pagina.
La capacità di scrittura di questo autore è travolgente.
Buona lettura.
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Gabo, che mago!
Un capolavoro.
Non lo ricordavo così bello.
La malìa, la sensualità, il misticismo, la conoscenza, il miscuglio di sangue di varie etnìe,i i riti, i dialetti, i libri la sapienza e altro ancora, il tutto mescolato sapientemente come solo Marquez sa fare.
Leggendo, ogni pagina ha il fascino che questo poeta-scrittore ci infonde attirandoci nel vortice della sua narrativa.
L'amore fra Delaura e Sierva Marìa, la bramosia del desiderio reciproco ci coinvolge in un turbinìo di passione totale, trasmettendoci l'estasi di amanti disperati avvinghiati reciprocamente l'uno all'altro.
Il racconto inizia quando un cronista viene inviato al Monastero S. Chiara dove saranno aperte le cripte per la dissepoltura dei poveri resti.
Tutto procede normalmente, ma alla terza criptadell'altare maggiore la lastra schizza in pezzi al primo colpo di zappa lasciando fluire una chiona fulva di venti metri, attaccata ad un cranio di ragazza: Sierva Marìa. La fanciulla era stata rinchiusa nel monastero fra le sepolte vive,accusata di possessione demoniaca. Delaura sarà incaricato di esorcizzarla............
Che dire di questo autore magico, ammaliante, coinvolgente, che andrebbe letto lentamente per gustare ogni riga,perchè ogni frase è densa, appagante; ci si trova invece a leggere tutto d'un fiato, restando sfiniti e delusi per aver già terminato il volume.
Senza dubbio Marquez è il mio autore preferito, almeno fra i contemporanei.
Ora vi lascio, devo continuare ''Vivere per raccontarla'', mi aspetta. Almeno durerà un pò di piu'.
paola
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Magicamente Unico. Come l'Amore.
E' stato il mio primo acquisto su Amazon e devo dire che non mi ha per nulla delusa. Spedizione rapida, considerando che sono siciliana. Prodotto integro e profumato di nuovo.
Sul romanzo invece potrei scrivere e scrivere e scrivere, perché meriterebbe davvero. Peccato che qualsiasi parola non renda davvero l'idea delle emozioni che possono provarsi leggendo. Potrei dilungarmi sulla struttura, sul contenuto... Analizzarlo punto per punto. Ma non intendo farlo per svariati motivi, tra cui il fatto che il web è pieno zeppo di recensioni del genere.
Premetto che non è il primo romanzo che leggo di Márquez, per cui fui subito pienamente consapevole di ciò che stringevo tra le mani... Eppure, l'idea che avevo era solo una minima parte di ciò che in realtà ho scoperto leggendo.
Mi ha rapita subito, dalla prima pagina. Dalle prime battute. Ho cominciato a leggerlo il 29 maggio e una settimana dopo l'avevo già finito. E non mi riferisco alla brevità del romanzo. Potranno infatti sembrare pochissime pagine, ma la realtà è che è il romanzo in sé, la storia e non solo, ad avermi rapita immediatamente. Fosse stato di mille o di diecimila pagine, non sarebbe cambiato nulla. Adoro Márquez e il suo modo di scrivere, il suo modo di trasmettere sentimenti, emozioni e riflessioni.
Mi ha lasciata soddisfatta, con la voglia di scoprire un "dopo", come succede in ogni storia d'amore. Una storia d'amore, tormentata, travolgente, dolce, appassionata... Il "tutto" che si crea quando due persone sono intimamente legate. Non aspettatevi scene di sesso o chissà che di "scabroso". Quando parlo di due persone intimamente legate mi riferisco a due persone che pur negando l'evidenza, sanno d'appartenere l'una all'altra. Non potrà il tempo, non potranno le barriere fisiche, religiose, morali, non potrà neppure la morte dividerli, perché se Amore è, Amore sarà. E credo che in fin dei conti la vera magia sia proprio questa.
Márquez riesce a conquistarmi sempre e son felice d'aver acquistato questo piccolo tesoro che aiuta a riflettere su ciò che siamo e su ciò che vogliamo. Aiuta a non lasciarci trasportare da finti moralismi e perbenismi, perché in fin dei conti, ciò che fa bene all'Anima è l'Amore, quello stesso Amore tormentato da "Altri Demoni".
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Mal di rabbia
Libro anomalo, che inizia in un modo un pò macabro, con un ritratto di una bambina e che poi scorre via, come un fiume in piena, con tante immagini e tante scene di paese che sono collegate l'una all'altra come anelli di una catena. Lo stile è eccentrico e veramente speciale, caratteristico di Marquez ed inconfondibile. Scrittura fluida che ti prende, che ti fa immaginare le scene descritte, fin nei dettagli degli abiti dei personaggi, dei colori. Senti addirittura le voci, così come se fossi presente, spettatore dei dialoghi dei personaggi. E più la scrittura è trasparente, più la poesia è visibile. Ed il suo stile è davvero poesia.
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Del Amor y otros demonios
Marquez è Marquez.
Devo dire che ho letto questo libro svariate volte (anche perchè non è particolarmente lungo) sia in italiano che in spagnolo.
Questo libro è il trionfo del realismo magico (a parere mio anche più di Cento anni di solitudine). Lo stile è come sempre scorrevole e devo dire che nonostante le 167 pagine scritte grandi, il libro è di spessore ed è complesso.
Il libro è ricco di tutte le sfaccettature della letteratura del realismo magico: dalle distorisioni temporali, agli inspiegabli elementi magici. E' una lotta tra una mentalità chiusa fatta di credenze popolari ed il tentativo di salvare la giovane protagonista (ella è stata morsa da un cane "magico" e a seguito dell'aggravarsi della sua situazione di salute si pensa che la giovane fosse posseduta, ma un giovane prete tenta di spiegare che è solo l'evoluzione dell'attacco di rabbia da parte del cane).
Il romanzo racchiude in se molti sentimenti, anche incomprensibili e "peccaminosi" ma in modo pulito.
Marquez decide di non finire il libro, o almeno di finirlo a modo suo.
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Romantico monito agli estremismi religiosi
Con grande maestria Màrquez racchiude in poco più di cento pagine un intenso ed emozionante intreccio di personaggi e situazioni surreali caratterizzato da una prosa magistrale, da un romanticismo mai mieloso e da un costante alone di magia latinoamericana. Al centro del racconto c’ è la piccola marchesina Sierva Maria che a causa dell’ incuria e dell’ indifferenza di un padre indolente e di una madre viziosa cresce tra gli schiavi imparandone lingua, riti e costumi. Quando la ragazzina viene morsa da un cane rabbioso si scatenano una serie di eventi tragicomici che tengono il lettore incollato alle pagine fino allo struggente finale. Spaziando da sudici tuguri dove alloggiano gli schiavi a lussuose stanze di residenze vescovili, passando da personaggi come Cayetano Delaura, giovane prete pieno di fede ma anche capace di innamorarsi ad altri come il dottor Abrenuncio, ateo, scapolo incallito e con un’ etica professionale tutta sua, l’ autore disegna un affascinante quadro caraibico dove la medicina si mischia alla magia, la realtà all’ immaginazione, l’ amore all’ odio e il fascino e la tradizione dei riti africani si scontrano con l’ autorità e i pregiudizi della religione cattolica. E tra erotismo, esorcismi, pentimenti, cavalli centenari, lacrime e risate è proprio agli estremismi religiosi che Gabo sembra lanciare un monito ad abbandonare quell’ integralismo che porta all’ intolleranza e spesso rende incapaci di distinguere bene i sentimenti confondendo il confine tra il bene e il male e facendo vedere demoni lì dove c’ è semplicemente e innocentemente amore.
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Marquez come Morfeo !
La storia il soggetto, le parole i suoi colori, Marquez non scrive, Marquez dipinge nelle menti dei lettori i sogni che la sua mente partorisce.
Maestro di prosa, in questo racconto Marquez dimostra una proprietà di linguaggio (grazie anche all'ottima traduzione)e una vena poetica particolrmente spiccate, non lascia nulla al caso e la sua capacità di essere dettagliato con pochi termini lo porta veramente nel olimpo.
Il racconto di per se è ai confini della realta,burattinaio della dimensione onirica, si muove tra sogno e realtà lasciando il lettore avvolto in una cappa di mistero e curiosità.
Resta comunque un testo intenso, e affascinante e ricco di piacevolezze linguistiche che si mischiano hai contenuti del testo come lo zucchero nell' acqua .
Nulla più si può dire su un testo che sia per lunghezza che per linguagigo e trama trovo ineguagliabile
La storia lascia il segno, tra clausura, amori platonici,feroci demoni, vizzi, e inquisizione ti porta alla fine del romanzo pronto a ricominciarlo in qualsiasi momento.
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lo speziato marquez
Libro che si legge subito, non è lunghissimo, ma direi la lunghezza giusta. Storie e vite straordinarie quelle di Marquez, esseri che non sono su questa terra, ma ne lasciano la scia, un po' come le lumache, un po' come le barche sull'acqua, non sai mai se amare o no questi esseri, che sconvolgono la vita di persone comuni, che sarebbero rimaste comuni se Marquez non le avesse prese con la forza, inserite nel libro e fatte impazzire...
Un libro che da la sensazione di una cucitura in uno strappo, se siete in una fase di suspance della vostra vita, non volete prendere sul serio nulla (a volte capita) ma sapete che è solo una parentesi, leggete questo libro, vi lascia la scia (quale delle due sarete voi a deciderlo...)
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