XY XY

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Antony Opinione inserita da Antony    14 Aprile, 2014
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UN ROMANZO DA LEGGERE DUE VOLTE

XY è un romanzo da leggere due volte, meglio a una certa distanza una dall’altra. Sicuramente ne guadagna in qualità, ma da un certo punto di vista evidenzia anche i suoi limiti o, se si vuole, le scorciatoie narrative. XY non è solo un thriller, non è solo un romanzo “introspettivo”, non è solo un romanzo sulla dicotomia scienza-fede e via discorrendo. In questo c’è sicuramente un punto di interesse e certamente l’abilità di Veronesi è tale da riuscire a mettere insieme tutto quanto in modo naturale. Per non parlare di alcuni passi semplicemente geniali come le pagine sulla “ferita”. Eppure qualcosa non quadra. Nei “ringraziamenti” Veronesi ringrazia qualcuno per avergli indicato la strada per uscire dal romanzo. Forse lui ne è uscito ma il lettore ci rimane dentro, e non è detto che sia sempre un bene. Il finale che rifiuta le convenzioni tipiche di un romanzo, ossia fornire un senso o delle risposte o quantomeno una chiave di lettura, può sicuramente irritare alcuni lettori. Come detto, riletto la seconda volta, il finale ti interessa poco. Sai già che alcune domande rimarranno senza risposta e quindi ti concentri su altri aspetti e la lettura ne guadagna in modo significativo, ma a mio avviso Veronesi ha un po’ “barato” con il lettore: utilizza le aspettative tipiche del “thriller” per convincerti a girare a pagina e si ha come l’impressione che lo faccia perché teme di perderti per strada. Per questo non riesco a considerarlo un romanzo completo. XY non puoi non apprezzarlo ma un po’ ti senti fregato.

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Opinione inserita da Giulio Timillero    25 Agosto, 2013

inutile

finito il romanzo la prima cosa che viene in mente è di tirarlo in testa all'autore. Almeno, per me è stato così: l'altra cosa che potevo fare era cercare di indirizzare altri lettori verso lidi ben lontani da questo, il che mi porta a scrivere questa critica, critica in senso letterale, sul web: non servirà magari a molto ma è sempre meglio di aspettare l'autore sotto casa con uno squalo sul camion e una crosta di formaggio e strozzarlo, vero? (sono due particolari del libro... molto indicativi dell'assurdità della trama).

non credo nemmeno sia possibile parlare di scavo psicologico nella mente dei personaggi, o di riflessione pseudo mistica di precisione scientifica sul male: non è estraibile alcun filone interpretativo di quanto narrato in quanto qualsiasi tentativo di ricondurre a qualcosa di concreto la storia risulta in ogni caso "tirato", poco credibile, macchinoso...
Il problema è che da come è posto il racconto, carico di amarezza e tensione, farebbe pensare a uno scioglimento finale, una risoluzione di una storia così assurda che il lettore non si sogna nemmeno di chiudere il libro: avanza per trecento pagine aspettando "il bello" in quella successiva fino alle ultime pagine, quando si rende tristemente conto di essere piombato in un finale senza capo nè coda.

insomma, un libro che non lascia nulla, se non un gran rimpianto per il tempo perso a star dietro a questa storia. notate bene che chi scrive ben sopporta se non apprezza i romanzi che parlano di dolore o di fatica destinati a non risolversi (salvo casi estremi inaccettabili come i numeri primi di giordano), tuttavia questo romanzo non lascia nemmeno una presunta empatia del lettore con la storia o i personaggi: io almeno ci ho provato come faccio ogni volta che leggo (di solito non sbaglio letture quindi sono abituato a essere molto preso dalla storia e dalla lettura), con scarsi risultati.

forse un po' si salva l'elaboratezza nel costruire l'intreccio, se non fosse poi rovinata da uno stile in cui a una pesantezza senza pari della prima persona diretta del prete narratore si alternano dialoghi inopportuni e sequenze narrative buttate là per la protagonista femminile. (diciamo che avevo appena finito memorie di Adriano e non ero molto predisposto a una prosa meno ricca ed elaborata, ma gli ho dato comunque una chance ed invece è riuscito proprio ad irritarmi con parolacce e chiacchere telefoniche senza senso nella narrazione.)

insomma, il mio consiglio è di leggere: di leggere qualcos'altro, però!

per darvi l'idea di che tipo di lettore, o di persona, ha scritto questa recensione così accanita, vi posso di re che mi reputo un lettore abbastanza vorace, ho ventun anni e sono studente di medicina all'università.
buone letture a tutti!

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    08 Settembre, 2012
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Esagerato

Inizia come un thriller, con un crescendo pieno di promesse, fino all'evento tragico da cui prende spunto Veronesi per raccontarci come l'uomo affronta l'assurdo, quello che non può spiegare . Le due più importanti componenti dell'essere umano, la fede e la ragione , rappresentate da Don Ermete e dalla psicologa Giovanna, si interrogano sul senso di accadimenti che escono dai confini di quanto possiamo spiegare e considerare verosimile.
Tali eventi scatenano nell'animo dell'uomo cupi presagi, vecchi rancori, disorientamento, debolezza di convinzioni e di propositi, sia Don Ermete che Giovanna sono scossi fino alle fondamenta di tutto ciò in cui credono ma lottano per riaffermare proprio quello che la paura e l'inspiegabile hanno messo in discussione.
La gente del piccolo borgo di San Giuda , che già prima dell'evento non è che spiccasse per allegria e sanità mentale, viene travolta in una spirale di vecchi rancori, dubbi, sospetti e caccia alle streghe.
Riusciranno i nostri eroi a riportare la fede e la ragione dove sembra esserci ormai solo follia e disorientamento?
Le ambizioni di Veronesi in questo libro sono elevate , l'argomento è intrigante, il risultato non è all'altezza , secondo me.
Mi sono chiesto come mai questo romanzo non mi abbia coinvolto, emozionato ma anzi in certi punti mi sia parso persino irritante. Mi sono dato una spiegazione: Veronesi si è fatto prendere la mano e ha esagerato con l'assurdo, con le situazioni inverosimili che arrivano a carrettate, questa parte finisce per essere preponderante e quasi fastidiosa, cosa dire poi del fatto che alla fine tutto si genera e tutto si conclude in maniera improvvisa e senza una spiegazione agli accadimenti principali, quasi ci fosse stato un Dio crudele e dispettoso a giocare con l'umanità . L'uomo con i suoi tormenti, la sua psicanalisi, il suo impegno, sembra non aver inciso affatto nello sviluppo delle vicende.
Non puoi giustificare tanto filosofeggiare su temi di un certo spessore , con situazioni da B-.Movie di fantascienza, ad un certo punto mi aspettavo che il buon Don Ermete , non avendo a disposizione una cabina telefonica per mettersi il costumino di Superman, almeno chiamasse : "Kirk a Enterprise, teletrasporto per due signor Scott..."

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luna3 Opinione inserita da luna3    29 Agosto, 2012
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xy

Ho conosciuto la penna di Veronesi con caos calmo,un libro che mi ha colpito molto. Comprando xy mi aspettavo un certo stile, un certo tipo di racconto, invece devo ammettere che mi ha stupito non lasciandomi tuttavia delusa. La storia di xy mette in risalto come nella vita ci si possa trovare di fronte a ciò che si conosce e ci spieghiamo con la ragione la razionalità e la scienza e a ciò che non conosciamo ma accettiamo senza però darci e/o trovare troppe spiegazioni. Veronesi ci pone di fronte due personaggi cardine del racconto,un prete ,Don Ermete, e una psicologa mettendo quindi la fede e la scienza a confronto. La storia coinvolge molto il lettore che insieme ai protagonisti non aspetta altro che di conoscere la verità.Se esistono le parole per dirlo è possibile

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Fonta Opinione inserita da Fonta    08 Mag, 2012
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X o Y? A te la scelta..

Mi sono approcciato al libro di Veronesi come ci si approccia ad un thriller, con la smania di sapere chi ha commesso questa serie di spaventosi quantomai strani omicidi, con la presunzione di scoprire tra le righe il brutale colpevole e mi sono ritrovato..a bocca aperta!

Mi sono ritrovato a seguire l'autore in una bellissima disamina introspettiva fra due aspetti e modi di approcciarsi al fatto diversi ma, a tratti congruenti: quello mistico-religioso rappresentato dal carismatico sacerdote don Ermete e quello della giovane psicologa Giovanna che vuole riportare l'accaduto ad una dimensione scientifica, a ricercare nei libri e nel Sapere perfino la sua situazione personale.

Un libro scritto con uno stile fresco e molto ben studiato introspettivamente parlando, anche se a volte l'autore si perde in un labirito di pensieri ed emozioni interiori che rende ingarbugliati i concetti che vuole esprimere.

Non sapevo che la vicenda fosse ambientata nel mio bel Trentino, seppure con un paese fittizio, San Giuda é peró lo streotipo delle nostre piccole realtà, ci sono comunque dei riferimenti a paesi e città realmente esistenti, tra le righe compare pure l'ospedale del mio paese e devo dire che la cosa mi ha strappato un bel sorriso.

Come detto, non é un thriller, non é forse nemmeno un romanzo questo lavoro di Veronesi, é semplicemente una storia, anzi due una X ed una Y che si incontrano nell'origine della vita e viaggiano su direzioni perpendicolari. Un modo per pensare e riflettere tramite un libro che non si prefigge di insegnare nulla.

Consigliato!!!

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silvia71 Opinione inserita da silvia71    03 Aprile, 2012
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Il bosco dei misteri

Ci sono romanzi che ti catturano alla prima pagina e non ti mollano fino all'ultima riga.
XY mi ha fatto prigioniera, mi ha stregato, mi ha fatto girare la testa.
Dimenticate di rilassarvi, ma preparatevi a correre all'inseguimento di Veronesi.

La trama ti piomba letteralmente addosso: un minuscolo borgo isolato, una strage scientificamente inspiegabile, la comparsa di protagonisti anomali.
Non fai in tempo a chiederti “ma che razza di racconto è questo?”, che sei già coinvolto inesorabilmente.
Le pagine si infittiscono di mistero, di buio, di dubbi, di ansie, trascinando il lettore in un vortice di interrogativi.
Vieni aggredito dalla voglia e dalla necessità di capire; corri, annaspi alla ricerca di un appiglio, ma l'autore non cede, ha deciso di portarti con lui fino alla fine.
Eppoi il gelo del mistero lascia la scena ad una galleria di personaggi strepitosi; bellissimi, intensi, simboli dei mille volti dell'uomo, tristemente soli, incompresi, lacerati dalla vita.
Qua nulla è casuale, tutto è studiato per fare sì che il pubblico possa arrivare al significato ultimo della vicenda narrata.
Partendo dal fatto che l'uomo ha bisogno di dare una spiegazione razionale a tutto ciò che accade nel mondo, l'autore si domanda se ciò sia sempre possibile.
Cosa succede se ci troviamo ad essere parte di una situazione che esula dalla cosiddetta normalità?
Quali le reazioni? Quali le paure?
A chi chiedere aiuto? Alla scienza o alla fede?
Il dibattito non è semplice e richiede una lettura molto attenta, ma è illuminante, stimolante e raffinato.

Queste pagine sono in grado di tracciare un' analisi sui generis della società attuale, pronta a razionalizzare qualsiasi cosa, per far sì di avere tutto sotto controllo.
Tutto ciò che non è spiegabile diventa pericoloso, destabilizzante, abominevole.
Spettacolare il ritratto di un uomo moderno carente della capacità di utilizzare strumenti diversi da quelli concessigli dalla scienza; questo è un uomo non più avvezzo ad utilizzare la propria sensibilità per andare oltre allo scibile, non più avvezzo ad ascoltare il cuore o ad abbandonarsi a forme di conoscenza e credo non prettamente scientifiche.
Un duello profondo e scintillante tra Scienza e Religione.

Il romanzo nasce da un'idea pazzesca e vincente, tuttavia senza il contributo apportato dallo stile dell'autore, non avrebbe raggiunto l'obiettivo.
La penna di Veronesi è sublime, incisiva, diretta, a tratti sorniona a tratti veloce come un razzo.
Questo è un autore di cui si percepisce la presenza tra le righe; lo vedi sorridere mentre ti porta a spasso tra le pieghe delle sue idee, lo vedi tremendamente serio mentre tratta temi importanti.

E' una lettura che scuote, incuriosisce, stimola la riflessione sui particolari e su temi di ampio respiro; è una lettura che si presta a diverse forme di interpretazione, facendoti percorrere strade che evadono dai soliti sentieri tracciati.

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    10 Febbraio, 2012
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Accettate ogni contrasto

Prendo in mano questo libro scevra da ogni pregiudizio.
Non conosco Veronesi e non ho nemmeno vaga idea della trama.
Inizio a leggere e mi ritrovo di fronte a un paesino arroccato sui monti,poche anime ad abitarlo:avverto il primo contrasto,ambientazione antica che sa di passato e un ritmo di scrittura che odora di futuro.
Vado avanti.
Una strage inspiegabile avviene nei boschi limitrofi.Mi domando:sto leggendo un giallo?
Gli indizi mi portano a pensarlo,ma c’è un eccessivo approfondimento dei personaggi che non mi quadra.
Secondo contrasto:incasso e procedo.
Una psichiatra e un prete mi narrano in alternanza la stessa storia.
Uomo-donna.Primo pensiero.
Fede-scienza.Secondo pensiero.
Spirito e razionalità.Terzo pensiero
Mi fermo.Il titolo è X Y.
Allora capisco:non mi devo più interrogare sulle antitesi.Devo lasciarmi trasportare.
Sono nelle mani di Sandro Veronesi.Parto insieme a lui.
Che viaggio!
Introspezione,ossessione,mistero,nevrosi,sensualità,follia,Freud,
paure,chiesa,Giuda,castità,sesso educato,ricatti morali,neve,piccioni,menzogne,terrorismo,cellulari,televisione,
dipendenza dall’acqua,squali,croste di pane,bimba scomparsa,sangue,dna,neve,pensieri,pensieri,pensieri.
Dove sono stata?Dentro la mente umana.Null’altro.

P.s.:Non posso e non voglio esimermi da una nota sullo stile.
Per tutto il libro non ho mai smesso di pensare che Veronesi se ne fregasse altamente dei lettori.
“Non mi viene incontro,sono io che lo sto inseguendo,a volte arranco,sento il fiato corto.”
Avvertivo in lui la velocità e la strafottenza di chi buttava giù le sue parole in un’onda di ispirazione.
Cosi,come venivano.Scrivi.Scrivi.Scrivi.
Arrivo ai ringraziamenti e scopro che gli ci sono voluti quattro anni a concludere questo libro.
L’ultimo contrasto.
Ma stavolta non mi son chiesta perché.
L’ho accettato.Il trucco l’ho capito.
Quest’uomo è genio.

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lucabettin Opinione inserita da lucabettin    26 Gennaio, 2012
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XY

E’ davvero difficile inquadrare questo libro, circondarlo da steccati, incanalarlo dietro o dentro un genere letterario prestabilito e tradizionale.
E’ originale. E’ Innovativo. E’ per certi versi geniale e per altri sfrontato ai limiti della sfacciataggine. Tutto si può dire di Veronesi meno che lasci il lettore indifferente. Per me è già un risultato straordinario. Ti affronta senza mediazione e ti dice: “ Io sono così. Prendere o lasciare”.
Un giallo che si trasforma in un romanzo esistenziale che si trasforma in un thriller che si trasforma in una seduta psicoanalitica collettiva che torna ad essere un romanzo esistenziale che ripiega temporaneamente nel giallo e diventa infine una corsa a perdifiato lontano dalle abitudini che ci soffocano incontro alla vita che fornisce sempre una nuova occasione mascherata da irraggiungibile speranza.
A volte con spazi e punti ripetuti ossessivamente per farci riflettere e respirare. RIPOSARE.
A volte senza interruzioni e senza freni fino a portarci al limite della sopportazione, con i polmoni che si comprimono fino ad arrivare ad un’inezia dall’esplodere. INSEGUIRE.
Veronesi non sceglie MAI la strada più veloce e la soluzione più scontata, lui non desidera arrivare, vuole solo camminare.
Non si può recensire questo libro.
Si cerca una storia dove il narratore ci prende per mano e ci dondola regalandoci solo certezze?
Meglio lasciar perdere e passare ad altro.
Si cerca un guazzabuglio di emozioni dove provare a districarsi assomiglia davvero tanto a vivere?
Bene. XY.

La sensualità. Sottolineate questa parola, senza capire perché, per ora. Leggete il libro. Poi ditemi cosa ne pensate del rapporto tra QUEI DUE.
Chi sono? CAPIRETE.

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serena...mente Opinione inserita da serena...mente    09 Mag, 2011
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pag 316: "non è mica detto che ....."

Veronesi aveva anche avvisato : "non è mica detto che si debba sempre capire tutto"
Certo, se l'avesse scritto a pag. 1 sarebbe stato meglio! Si perché, passino gli 11 inutili cadaveri (per i quali peraltro non si verrà mai a sapere né il nome dell'assassino né il movente degli omicidi) morti nello stesso giorno, alla stessa ora e in circostanze assurde come un soffocamento causato da una crosta di pane, l'esalazione di ossido di carbonio, una decapitazione da sciabola, un suicidio con arma da fuoco, un cancro, un'overdose di eroina, un bambino svuotato di tutti gli organi interni, una donna incinta sventrata, un uomo ferocemente violato e, cigliegina sulla torta, una donna che risulterà vittima delle zanne di uno squalo di una specie estinta da più di due secoli... dicevo, passi tutto questo, ma far interrogare addirittura un cavallo da un procuratore ... no, questo è troppo anche per me !!!!
"In particolare il procuratore capo Errera ha dato alla sua squadra il grottesco incarico di sottoporre all'attenzione dell'animale le foto segnaletiche dei più noti terroristi islamici del mondo, per verificare le sue reazioni alla vista di ognuno di essi." Insomma, per dirla sempre con parole dell'autore "A volte illudersi [e illudere il potenziale acquirente lettore]" ha la sua strategica importanza [per vendere e far soldi].... "

(Ma guarda ?!!! http://www.x-y.it/home.html )

p.s. E se tutto va bene scommetto che ci verrà propinato anche il film! La regia curata da Giovanni Veronesi, il fratellino e il candidato a migliore attore... il cavallo :)

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    12 Gennaio, 2011
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Se esistono le parole per dirlo, è possibile

Inizio la mia recensione con una nota feticista: la carta adoperata da Fandango per questa edizione è semplicemente meravigliosa ed è stato un piacere leggere questo libro.
Detto ciò, entro direttamente nel merito affermando che io adoro Sandro Veronesi e la sua scrittura per immagini. L'ho adorata nell'arcinoto Caos Calmo, ma anche nel meno noto Gli sfiorati. Come mancare allora l'appuntamento col suo nuovo romanzo?
E XY prometteva bene, niente da dire: storia interessante, i sicuro thriller. E poi introspezione, personaggi border line e tormentati. Peccato che si passi tutto il tempo a domandarsi: ma dove vuole andare a parare questo?
E la risposta, ahimè, non è affatto all'altezza dell'aspettativa, anzi scivola via nel più surreale dei dialoghi.
Bah, mah, non so...

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Gondes Opinione inserita da Gondes    12 Gennaio, 2011
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XY - Camaleontico !!

Leggendo per la prima volta la trama di questo libro si potrebbe credere di avere a che fare con un classico thriller poliziesco, dove l'ispettore del caso dovrà scoprire l'assassino, magari all'ultima pagina. Invece questo libro è tutt'altra cosa. Può piacere o non piacere, ma sicuramente è un libro unico e particolare che ci insegna che a volte non è possibile trovare una spiegazione logica a tutto, ma bisogna accontentarci di altro. Con questa premessa si può gustare meglio questo lavoro di Sandro Veronesi, altrimenti si rischia di darne un cattivo giudizio. Certo, alcune parti sono a volte un po noiose, come per esempio le continue telefonate della madre alla protagonista, la dottoressa Gassion, ma tutto sommato anche queste servono a dipingere il carattere debole e a volte incerto della protagonista, bisognosa di avere un guida.

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toffoli Opinione inserita da toffoli    14 Dicembre, 2010
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XY

E' il primo Veronesi che affronto. Posso dire che non sarà l'ultimo. Ho letto le precedenti recensioni e già partivo sapendo che non mi sarei imbattuto in un thriller. Però quel colpo alla porta della canonica che si sente mentre don Ermete e Giovanna si stanno "affrontando" in un fitto scambio di pensieri ti fa drizzare le orecchie. La storia è ormai nota. Una strage misteriosa nel bosco a poca distanza da un piccolo borgo di montagna. La conseguenza è il venire a prepotentemente a galla negli abitanti di questo borgo di una serie di patologie psichiche fino ad allora represse. Don Ermete, il parroco, chiede aiuto a Giovanna, psicologa dell'asl. Tutto il resto del libro è un susseguirsi di fitti dialoghi e lunghe analisi interiori dei protagonisti. Da una parte il pensiere calmo e lineare del parroco. Dall'altro quello più frizzante e flipperino di Giovanna. Fino al confronto finale che non chiarisce le cause del fattaccio, ma lascia alcune tracce che possiamo seguire con la nostra fantasia.
Ah, molto bello e coinvolgente il racconto "l'alfier nero" che si trova in appendice.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    12 Dicembre, 2010
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X (bello stile)Y(idea brillante)Z ( Delusione tota


A San Giuda, borgo della provincia di Trento, la vita trascorreva tranquilla, fin troppo e fino a quando una terribile mattina accadde che "il male" venne a sconvolgere per sempre la vita di questa piccola comunità di montanari.
I Formento erano la famiglia più in vista e intraprendente del paesino, gestivano il bar principale dove ogni giorno Beppe Formento, su una caratteristica slitta, accompagnava i turisti a bere un goccio e sgranchirsi le gambe. Un mattina però, al bar, giunse galoppando impetuoso, spuntato fuori dalla tormenta, un solo cavallo spaventato a morte. Don Ermete, il parroco del paese, Sauro e Zeno Formento saltarono sulle motoslitte e si precipitarono alla ricerca di Beppe e dei turisti. A metà strada i tre s'imbatterono in un albero ghiacciato completamente ricoperto di sangue e di resti umani. La testa di Beppe era ai piedi dell'albero, donne sventrate, uomini e ragazzi fatti a pezzi giacevano sulla neve. Una bambina di due anni mancava alla conta dei Carabinieri giunti sul posto. Giovanna Gassion, la psicologa dell'ASL venne chiamata a dare sostegno psicologico ai sopravvissuti. San Giuda, dal magistrato di turno, fu completamente isolato, per tenere i media lontani dal luogo della strage,una strage stranissima, infatti ogni vittima, risultò, dati della scientifica alla mano, morta di una morte diversa, chi strozzata, chi fatto a pezzi, addirittura ad una donna fu riscontrato il morso di uno squalo! Che diavolo era successo a San Giuda?
Nel piano cartesiano l'origine è il punto in cui l'asse delle ascisse (x) interseca l'asse delle ordinate (y).All'inizio di questa vicenda narrata magistralmente da Sandro Veronesi, come vi ho riassunto poc'anzi, accade un evento inspiegabile (l'origine). In quell'evento sembrano sovrapporsi due mondi, un mondo di fede, un mondo di scienza, come fossero i due assi, xy appunto, del piano cartesiano. A questo punto toccherà a voi lettori capire, ma vi do un consiglio, non leggete questo libro come se fosse un thriller,non lo è! Che cos'è? X...Y...No, no, non è un trattato di geometria analitica e allora?

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Tere Opinione inserita da Tere    25 Novembre, 2010
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XY secondo me!

Pubblicizzato spesso come "giallo" o "thriller", questo libro di Veronesi, a parer mio, ha poco a che vedere con entrambe le categorie: fin dal principio, infatti, l'enigma che sta alla base di tutto l'intreccio assume una connotazione fortemente metaforica, non foss'altro che per la totale mancanza di plausibilità che lo caratterizza. Vero argomento della narrazione è l'universo interiore dei personaggi: una psichiatra trentenne con un apparente istinto masochistico, un prete cinquantenne mosso dal senso di dovere e "vittima" dei propri ideali e un intero villaggio, deragliato in una sorta di follia collettiva in seguito ad una strage crudele ed inspiegabile. Sono due le indagini che Veronesi svolge all'interno del libro: una "esteriore" che riguarda la macabra strage abbattutasi su uno sperduto villaggio di montagna ed una "interiore" che scava nell'animo dei due protagonisti narranti, ovvero la dottoressa e il prete. La struttura a capitoli alternati (narrazione al presente per la psichiatra e al passato per il prete), la particolarità della vicenda e lo stile efficace e scorrevole caratteristico di Veronesi rendono la lettura particolarmente avvincente e coinvolgente: l'unica nota dolente, a parer mio, arriva proprio alla fine quando il lettore si ritrova a constatare che una conclusione vera e propria manca. Non c'è una conclusione all' "indagine esteriore" né a quella "interiore", nè viene dato qualcosa di sufficientemente convincente che possa rimpiazzare quest'assenza: sembra che l'autore abbia esaurito il suo messaggio durante il tragitto e che giunti alla meta non rimanga altro da dire che non sia già stato detto. Una storia che deve bastare a se stessa, senza morale, senza bilanci consuntivi, senza un punto fermo che la sorregga: una sorta di "manuale d'anatomia" dell'animo umano che niente vuole insegnare ma si limita a "rappresentare".

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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    04 Novembre, 2010
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XY

Un candido bosco innevato macchiato di rosso sangue al confine di un paesino abitato da poche semplici anime... questo lo scenario che apre il romanzo di Veronesi, a tratti quasi un giallo, ben scritto, avvincente e ricco di dialoghi e riflessioni interessanti... Una lettura decisamente intrigante, ma non ci si aspetti un'indagine poliziesca anche se il risvolto di copertina potrebbe ingannare... Questa è piuttosto un'indagine dell'animo umano... Comunque, certamente consigliato

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