Testimone inconsapevole Testimone inconsapevole

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Belmi Opinione inserita da Belmi    11 Giugno, 2020
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Una serie promettente

Gianrico Carofiglio l'avevo già conosciuto con altre opere, poi ho scoperto che questo libro è stato il suo esordio e mi sono incuriosita. Qui ci viene presentato l'avvocato Guido Guerrieri e già dal primo libro direi che la serie è molto promettente.

“Ho ripensato spesso a questo fenomeno. Allora non lo capivo. Adesso forse sì.
Ci si affeziona al dolore, persino alla disperazione. Quando abbiamo sofferto moltissimo per una persona, il fatto che il dolore stia passando ci sgomenta. Perché crediamo significhi, una volta di più, che tutto, veramente tutto finisce.”

Guido Guerrieri è in un momento molto difficile della sua vita, la moglie l'ha lasciato dopo dieci anni e gli attacchi di panico e la depressione sono sempre più presenti. L'avvocato non ha stimoli e capisce che l'unico modo per uscirne fuori è affrontare tutte le sue colpe.

Grazie a una segretaria super efficiente riesce a mandare avanti la “baracca” e un giorno dalla porta del suo studio entra una bellissima donna di colore che gli chiede di aiutare il suo fidanzato che è in carcere, accusato di aver ucciso un bambino di nove anni. Questo e molti altri incontri aiuteranno l'avvocato a superare il momento difficile.

Solitamente sono abituata a leggere gialli in cui il protagonista è un commissario o comunque uno dell'accusa, questa volta invece mi sono ritrovata dalla parte della difesa. Il bagaglio “professionale” dell'autore si fa sentire e anche se l'inizio è un po' lento, il libro scorre, si legge bene e risulta molto piacevole.

Guerrieri è affascinate, ironico, a tratti simpatico e soprattutto tosto:

“Facevo queste riflessioni, su fumatori di pipa e giocatori di racchettoni, e pensai che forse stavo davvero meglio, se avevo recuperato un po' della mia sana intolleranza”.

Leggero, piacevole e istruttivo (sulle procedure di diritto penale).

Buona lettura!

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    25 Novembre, 2019
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Hai mai fallito ? Solo nella vita

Datato 2002, "Testimone inconsapevole" ha rappresentato l' esordio nella narrativa per Gianrico Carofiglio.
Un autore che in passato aveva svolto la professione di magistrato, poi abbandonata per dedicarsi in pianta stabile alla letteratura.
E che curiosamente ha scelto la figura di un avvocato come protagonista di quella che fino ad oggi è la sua serie di romanzi più riuscita e celebre.

"Testimone inconsapevole" ha inaugurato la stagione del thriller legale di stampo italiano, sulla scia del clamoroso successo avuto dal genere negli anni novanta sia in ambito letterario (un nome su tutti, John Grisham) che cinematografico ("Codice d' onore", "Il socio", "Il rapporto Pelican", "Philadelphia", "Schegge di paura" e tanti altri).
Carofiglio è stato abile nel non copiare lo stile americano del legal thriller, fin troppo propenso a colpi di scena sensazionalistici e situazioni fantasiose.
Una scelta che non avrebbe pagato e sarebbe risultata falsa, considerate le profonde differenze tra il nostro sistema giudiziario e quelli dei cinquanta stati statunitensi.

Ecco che invece l' autore ha dimostrato di poter rendere godibile, in formato letterario, un meccanismo complesso e burocratico come quello dello dei nostri processi in aule di tribunale.
Mescolando sapientemente le questioni giuridiche, qui facilmente accessibili e mai monotone, alle vicende professionali e personali di un protagonista, l' avvocato trentanovenne Guido Guerrieri, che nel suo percorso umano e intimista conquista e trascina fin da subito.

Guerrieri è alle prese con la separazione dalla moglie Sara e le relative riflessioni introspettive e non banali.
In profonda crisi sentimentale, personale e lavorativa, viene coinvolto nel caso spinoso dell' omicidio di un bambino per difendere dalle accuse di colpevolezza un venditore ambulante senegalese.
La narrazione è equilibrata, godibile, dotata di ottimo ritmo, impreziosita da curiosi e graditi riferimenti alla musica e alla letteratura, e facilitata da uno stile fluido, veloce e non privo di fini capacità ironiche.

Carofiglio e l' avvocato Guerrieri mi hanno decisamente convinto, e non mancherò di leggere anche i successivi romanzi della serie.

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francesco.91 Opinione inserita da francesco.91    08 Marzo, 2018
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Le distorsioni delle opinioni precostituite

Con l'analisi delle varie fasi del processo penale che vede imputato il senegalese Abdou Thiam per infanticidio, Gianrico Carofiglio apre gli occhi al lettore su una problematica vera sia dal punto di vista strettamente tecnico-processuale che reale e pratico, afferente alla vita di tutti i giorni di ognuno di noi.
In particolare, ci dimostra come le opinioni precostituite siano una vera e propria "lente" attraverso la quale osserviamo la realtà. Il risultato di quest'osservazione è inevitabilmente destinato a confermare la teoria dalla quale eravamo partiti. La realtà quindi è una realtà deformata, che non consente di acquisire quegli ulteriori elementi, utili per un'osservazione completa e esaustiva. La realtà perde di oggettività. Carofiglio ci invita dunque a prendere le distanze dal pregiudizio, così facendo potrebbero emergere conclusioni assolutamente opposte rispetto a quelle inizialmente "previste"

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    16 Luglio, 2016
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Sentirsi a casa...



A volte mi capita, durante la lettura di alcuni libri che "non mi prendono", di sentire la necessità di coccolarmi con qualcosa che riconosco come piacevole, come familiare, come porto sicuro dove approdare (che non necessariamente deve essere un capolavoro della letteratura o un premio Nobel...)
Da un po' di tempo ho in lettura un paio di libri che non decollano, che non mi sento di abbandonare (in quanto ne riconosco il valore), ma nello stesso momento non mi invogliano a dedicare loro tutto il tempo che vorrei...così ho deciso di "staccare" e riconciliarmi con me stessa...e l'ho fatto con un autore che percepisco quasi come un amico, uno di famiglia...Carofiglio.
Questo è il primo romanzo con l'avvocato Guido Guerrieri (che io ho già conosciuto non avendo seguito l'ordine dei romanzi), un personaggio che mi piace in quanto "normalmente imperfetto", un uomo pieno di dubbi, ansie, debolezze...un anti-eroe insomma.
Carofiglio ha la capacità di farti entrare nei meccanismi processuali con tutti gli annessi e connessi, usando anche una terminologia tecnica, senza per questo annoiarti...anzi.
Ma la vera forza di questi "legal", a mio avviso, sta tutta nella storia personale di Guerrieri e nella sua evoluzione.
Non puoi non amare quest'uomo.
E ora, dopo questa breve parentesi, posso tornare alle mie precedenti letture...forse.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    12 Ottobre, 2014
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Il mondo dei tribunali

Libro che ti apre le porte del mondo dei tribunali e dell’avvocatura, con una parte finale destinata all’arringa che incanta. Un protagonista d’eccezione, l’avvocato Guerrieri, nato dalla penna di uno scrittore altrettanto speciale. Pagine intrecciate tra la sua vita professionale, la sua vita privata e le sue personali riflessioni: forse questa è la parte migliore del libro, che non è però fra i miei preferiti di quest’autore, perché l’ho trovato un po’ dispersivo. La vicenda legale passa un po’ in secondo piano rispetto ad altri livelli di lettura che ho trovato invece più interessanti. Lo stile è semplice ed accattivante, forse un po’ piatto. Parentesi meritevoli di attenzione nel racconto sono la storia dell’alcolismo di Margherita ed il giochino del marziano, ovvero scegliere per un ipotetico marziano che dovesse giungere sul nostro pianeta una canzone, un film, un libro ed una frase che possano essere rappresentative del nostro mondo.

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paola melegari Opinione inserita da paola melegari    02 Mag, 2014
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vero o verosimile.

Un uomo vero, pregi e difetti.
Così Carofiglio, ci mostra l’avvocato Guido G.
Un uomo che soffre di attacchi di panico, d’insonnia, sull’orlo dell’esaurimento nervoso.
L’autore ci induce a provare tenerezza per questo personaggio, che pur con i suoi limiti e i suoi errori,
è umano e generoso, prova ne è che difenderà un senegalese:
tale Abdou Thiem , accusato dell’omicidio di un bimbo, (Francesco) ; sapendo di non essere pagato, ciò a causa della sua fiducia nel ragazzo di colore, essendo convinto della sua innocenza.
Nell'arringa finale del processo,
anch’io ho trovato superba la sua disquisizione fra vero e verosimile, così come ho apprezzato lo stratagemma delle foto, insomma, alla Perry Mason.

Dopo la separazione dalla moglie, Sara, Guido aveva perso interesse per la vita.
Era caduto in un profondo stato di depressione.
L’incontro con Margherita , il tentativo di suicidio di Abdou Thiem, portano Guido ad una reazione positiva facendo emergere le sue doti di avvocato , l’avvocato che tutti vorremmo avere come difensore.
Anche i dispiaceri e gli errori, vanno metabolizzati, ci vuole un po’ ma anche le difficoltà più insormontabili alla fine si superano.
Poi un giorno guardiamo indietro e ci chiediamo come abbiamo fatto a superare quel brutto periodo della nostra vita. Se saremo lì a chiedercelo, significa che ce l’abbiamo fatta!
Quando una persona sta per toccare il fondo, è lì lì per crollare, succede qualcosa, una persona, un fatto , l’istinto di sopravvivenza ha il sopravvento ed ecco che riemergono : acume, intelligenza e applicazione . Quelle doti c’erano anche prima, ma la vita con tutti i suoi problemi le aveva annebbiate, annullate.

Insomma, non conoscevo Gianrico Carofiglio, devo dire che mi è piaciuto parecchio, e avendo scoperto sul portale che questo è il primo della serie dedicata a Guerrieri Guido, credo proprio che continuerò a leggerlo

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    14 Ottobre, 2013
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La guerra di Guerrieri

Guerrieri si racconta, ci illustra la sua vita alla ricerca di qualcosa che non ha mai avuto il coraggio di trovare. Una vita familiare trascinata avanti negli anni senza mai parteciparvi a pieno, un lavoro, da avvocato penalista, dove la riscossione della parcella è più importante della causa stessa, fino a quando come un schiaffo, giunge la separazione, voluta dalla moglie Sara, dopo un matrimonio decennale fallimentare. Si ritrova solo l'avvocato e in piena crisi esistenziale, ma quando tutto sembra perduto, è la vita a chiamarti in causa e ti trovi costretto a intervenire, tuo malgrado. Guerrieri affronta il primo processo in cui crede, per salvare Thiam, un senegalese venditore ambulante dall'accusa di omicidio e, sopratutto, dall'ergastolo.
Romanzo diretto e senza fronzoli incentrato sull'essere umano e le due debolezze. Ci sono il cinismo, la superficialità e la negligenza dell'avvocato sposato che si mutano in paure e depressioni, quando si trova solo ad affrontare la vita. C'è la dipendenza da alcool di Margherita e la sua lotta vincente per superarla e c'è l'indifferenza e il razzismo di chi vede nelle differenze fisiche un pericolo per la propria persona o per la propria attività.
C'è, insomma, un discreto contenuto, narrato in un linguaggio semplice e preciso arrichito dal legal-burocratese del processo e dai testi di canzoni e di libri, amati dall'avvocato.
C'è proprio tutto in questo thriller giudiziario di barese locazione, che si lascia leggere tutto di un fiato a parte l'assassino!!!!
Omissione perdonata, classificata come peccato veniale, vedremo in futuro....

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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    01 Ottobre, 2013
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La consapevolezza di Guerrieri

Nel primo episodio della serie, l’avvocato barese Guido Guerrieri è in profonda crisi personale e professionale. Ha appena divorziato dalla moglie Sara ed è facile preda di complessi psicologici: ha paura di utilizzare l'ascensore, soffre di crisi d’ansia, è insonne, ipocondriaco (quanta simpatia per l’ironia di alcune pagine che mettono gli ipocondriaci come me di fronte agli aspetti spesso grotteschi della loro inclinazione!) e talvolta piange senza motivo.
Sul piano professionale è insoddisfatto e irrealizzato.
Poi però una frequentazione e un caso giudiziario, piano piano, lo riconquistano (moderatamente) alla vita.

Il caso giudiziario: Abdou Thiam, un ambulante senegalese, è stato arrestato con una triplice, pesantissima accusa: sequestro, omicidio e occultamento di cadavere. Il corpo del piccolo Francesco Rubino, un bambino di nove anni che Abdou ha conosciuto con il nomignolo di Ciccio sulla spiaggia di Monopoli, viene ritrovato in un pozzo...
La testimonianza tanto incongruente quanto accalorata di un barista xenofobo, le imprecisioni nelle indagini, le irregolarità negli interrogatori e la reticenza dell’accusato - che non ha un alibi e cerca di dissimulare i suoi commerci di indumenti dai marchi falsificati – non offrono speranze al senegalese: assistito da un difensore d’ufficio, il giovane si avvia verso una scontata condanna a vent’anni secondo il rito abbreviato.
Guerrieri s’interessa del reato superficialmente attribuito all’extracomunitario e fonda la sua arringa incentrandola sulla distinzione tra verità e verosimiglianza. Così, mettendo in luce contraddizioni e incertezza… affronta il caso con l’intento di ristabilire il senso della giustizia e, forse, ritrova il senso di una professione appassionante.
Sul piano personale l’avvocato barese risale la china della depressione grazie a Margherita, una vicina di casa che ha lottato contro la dipendenza dall’alcol e che lo aiuta a credere in se stesso e a riscattarsi.

Semplicità stilistica, concretezza avvolta in un alone indorato dalla cultura, indagine psicologica dei personaggi, casistica giudiziaria paradigmatica, riferimenti a libri e musica – in un interessante viaggio immaginario tra le aule di tribunale – sono gli ingredienti del successo di questo primo fortunato romanzo, al quale (buon per noi!) ne sono seguiti altri.

Nella riflessione sulla distinzione tra verità e verosimiglianza è ravvisabile l’interesse, non soltanto nominalistico, che Carofiglio nutre per espressioni linguistiche, semantica e concetti; interesse che sarà ripreso in “Ragionevoli dubbi” ove l’autore si sofferma sul criterio, giuridico e non, della ragionevolezza e, naturalmente, nella “Manomissione delle parole”.

E - last, not least - posso chiudere in bellezza con un fragoroso plauso a una storia che in modo più o meno esplicito si scaglia contro pregiudizi razziali e mentalità ottuse e rozze con le quali abbiamo a che fare ogni giorno?

Bruno Elpis

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... altri episodi di Guerrieri.
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Pia Sgarbossa Opinione inserita da Pia Sgarbossa    30 Settembre, 2012
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Un simpatico avvocato.

Carofiglio mi ha introdotto con maestria nell'ambiente giudiziario , a me sconosciuto e per certi versi ostico.
Mi ha ammaliato la storia dell'avvocato Guerrieri, che investe tanto nel proprio lavoro, che fa con passione e competenza. Non riesce altrettanto nella vita privata, dove alterna momenti di tranquillità a momenti di confusione.
Mi risulta simpaticissimo per la sua vivace intelligenza, per le sue capacità di umorismo, ironia, autoironia e autocritica.
Mi fa tenerezza nei suoi momenti di solitudine e malinconia, nelle sue fragilità e nella sua ricerca di un
equilibrio.
Io credo che Carofiglio abbia scritto questo libro con la consapevolezza che molti vi si possono riconoscere. Ho questa convinzione perchè trovo che nella società attuale venga dato un ruolo predominante al lavoro; nella quotidianità vanno scemando importanti valori, quali la famiglia, il senso di responsabilità ... e tanti altri. Mi pare un buon monito alla riflessione.

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La saga dell'avvocato continua con : "Ad occhi chiusi" , "Ragionevoli dubbi" e "Le perfezioni provvisorie".
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    24 Luglio, 2012
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ottimo...sai anche far ridere!

Carofiglio è simpaticissimo. Sembra banale detta così, ma, per chi lo ha letto, forse è chiaro ciò che intendo, e condivide. Racconta situazioni, dialoghi, in modo così "quotidiano" che potresti pensare che è alle prime armi, invece ti sorprende capire che vuole proprio parlarti così, in modo assolutamente diretto, come se tu fossi lì davanti a lui.

Sarà che quando leggo un romanzo che mi convince, mi ritrovo per magia catapultata lì, con i protagonisti, come un arbitro invisibile che tutto vede e sente. Sono parte della storia; e mi diverto un sacco.
Ho davvero riso alla descrizione di "uno con la canottiera"!!!! Ma tante sono le scene divertenti e ben raccontate.

Il tema del romanzo è forse scontato? Se pensate di si, la ricostruzione della vicenda, di cui ovviamente non voglio dire nulla, vi lascerà sempre più basiti; l'evolversi della storia e le spiegazioni, semplici ma efficacissime, proprio dal punto di vista legale, del diritto, (e scusatemi, ma questo è poco?) le ho trovate geniali e per nulla ovvie, al punto da farmi definire questo, davvero un ottimo giallo.
E poi lo ammetto...amo domande del tipo...i tuoi tre libri preferiti? e i tre film invece? E se ti invitassi a cena da me stasera? E restare in macchina a parlare per ore e ore, di notte, mentre fuori è tanto freddo ma tu non lo senti? Si, Carofiglio è anche tutto questo.

Incuriosita dalla sua citazione, come sottofondo ho scelto Simon and Garfunkel "Sound of Silence in Central Park"...per coccolarmi durante la lettura, ed ho proseguito con Patti Smith e Pink Floyd.

Guido Guerrieri è "normale e imperfetto", ma ha un grande carisma.

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Carofiglio, tutti i suoi romanzi, ma in genere un ottimo romanzo italiano che senza fronzoli raggiunge il top.
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Opinione inserita da Zetter    30 Mag, 2012

Così così

L'autore mette troppa roba: barzellette, testi di canzoni, note su libri, ricette di cucina, fiato puzzolente, ecc. ecc. ecc.

La storia personale del protagonista appesantisce il racconto del giallo, oppure magari è la storia gialla ad appesantire la storia personale di Guerrieri.

La vicenda gialla appassiona, ma appunto è troppo inframmezzata da canzoncine e annotazioni banali, che sarebbero perfette se fosse la scenggiatura di una fiction in diverse puntate.

Ci sono milioni di sigarette, lo sponsor del libro è certamente una multimnazionale del tabacco, e il libro lascia l'idea di un continuo tanfo di fumo ....

Le parti giudiziarie sembrano un copia incolla di atti giudiziari.

L'arringa finale è la scoperta dell'acqua calda: la differenza fra vero e verosimile, e l'oltre ogni ragionevole dubbio. Se in un'aula vera avessero anche solo tentato di fare una difesa del genere, il giudice, dopo l'esordio sullo Zingarelli, avrebbe detto: "avvocato, non ci dica cose ovvie, per cortesia stringa ..."

Nei legal thriller americani (John Grisham) gli avvocati sono veramente super. mentre Guerrieri, oltre che un puzzolente fumatore, è un avvocato che si basa su delle banalità uniche, e si compiace (vd. l'articolo del giornale. Chi legge i giornali sa che mai un articolo si diffonde in tal modo su una questione, a meno che non si parli di un avvocato di un certo livello, tipo Barak Obama, o persone simili).

Lo stile del racconto è tutto indiretto, con pochissimi dialoghi riportati. Questo fa pensare a un narcisismo assoluto del protagonista, che ci riporta solo le sue considerazioni e poche parole di altri (però le lunghissime citazioni di molte canzoni che piacciono a lui).

Il libro è politically correct, perchè si parla di un extracomunitario maltrattato, consumatore di droghe ecc., e che, nonostante tutto, grazie alla giusitizia e alla grandezza di Guerrieri, viene assolto.

La storia personale di Guerrieri, fra Sara e Margherita, non si capisce come vada a finire.

Comunque interessante

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Pupottina Opinione inserita da Pupottina    05 Febbraio, 2012
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un romanzo che appassiona

Non lo so se è più la vita di Guerrieri a coinvolgermi o il caso che si trova a seguire e che lo assorbirà a tal punto da portarlo lontano dai suoi problemi sentimentali, fino a risolverli.
Molte sono le citazioni che vi proporrò su questo blog e che saranno tratte da questo libro di Carofiglio. Molte le parti che ho trovato indimenticabili e perfettamente riuscite.
Particolarmente interessante il profilo che viene dato degli extracomunitari che vivono in Italia e del modo in cui vengono trattati, anche dalla legge italiana.
Problematico è il rapporto con l'ex moglie Sara, che nasce in sordina quello con Margherita la vicina di casa.
Il romanzo si sviluppa fra citazioni colte, atti burocratici redatti in forma sintetica e scene in aula per arrivare all'assoluzione dell'unico indiziato. Effettivamente, quando si considera il modo di fare un'indagine, molto spesso non si considera il modo in cui le forze dell'ordine o chi indaga possano, in un certo senso, proiettare su chi interrogano le loro aspettative, in base alle domande che pongono. Sconcertante questa possibilità, ma anche più reale e fattibile. Si creano nella mente di chi viene interrogato delle possibilità che sono verosimili, ma non vere ...
Anche se il piccolo Ciccio non riesce ad avere giustizia, almeno non deve subirla l'innocente che viene incolpato del delitto.

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faye valentine Opinione inserita da faye valentine    02 Gennaio, 2012
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Lettrice inconsapevole

Una sottile forma di scetticismo innato mi ha sempre tenuta lontana dai libri di Carofiglio: è inspiegabile, lo so, che io, lettrice senza macchia e senza paura, abbia tali pregiudizi. Ma nella vita bisogna affrontare anche gli ostacoli che sembrano insormontabili e quindi mi sono avventurata nei meandri delle pagine scritte da questo autore.
Risultato: sono caduta anch'io come una pera cotta al cospetto di Guido Guerrieri, innamorata perdutamente di quest'uomo, ma al tempo stesso alquanto inquietata dal medesimo.
Perché inquietata? facciamo un passo indietro..
"Coosa?! non hai mai letto Carofiglio??" queste le parole del mio Capo, "te li presto! devi leggerli tutti!!!!" (ora avrete capito come il mio scetticismo sia stato smantellato dalla mia “strenue forza di volontà”.....). "No, te lo dico seriamente - ancora Lui - devi leggerli perché ti renderai conto di conoscere molto bene il protagonista".
Quindi ho cominciato la lettura di Testimone inconsapevole, alimentata da questa curiosità. Ben presto ho trovato la risposta: Guido Guerrieri è una specie di mia versione maschile, non tanto per le vicende che si trova ad affrontare, ma per il carattere e il modo di affrontarle. Pagina dopo pagina, nutrivo con le parole di Carofiglio la mia sete di conoscenza del suo personaggio, per misurarlo e confrontarlo con la mia personalità. E ne sono uscita soddisfatta e un po' inquieta, ma felicemente inquieta. Come già scritto da recensori che mi hanno preceduta, più che la vicenda giuridica in sé e per sé, ritengo che l'interesse di qualsiasi lettore venga calamitato facilmente dalla vita e dal modo di vivere di Guido: non importa mai COSA fa, ma COME lo fa.
Grande merito di Carofiglio è l'aver creato un protagonista così vicino alla realtà e così splendidamente e tristemente ironico da far passare in secondo piano la storia. Ci sono momenti di puro humor che mi hanno portata alle lacrime e momenti dove la riflessione, inevitabilmente amara, si è imposta in modo prepotente.
La vicenda di Abdou è stata per me propedeutica alla conoscenza di quest'uomo tanto vicino al mio modo d'essere e di questo autore che scrive bene e sa farsi amare.
Non importa sapere dove conduca la lettura, se verso un finale positivo o negativo, quel che conta è il cammino fatto insieme. Ascoltate il vostro Capo, una volta ogni tanto.

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Grisham e vuole tornare con i piedi per terra.
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toffoli Opinione inserita da toffoli    20 Ottobre, 2011
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Gioiellino

Questo libro è un gioiellino. Per come è scritto: semplice, chiaro, coinvolgente. Per come si delinea il protagonista: Carofiglio ha creato un personaggio che ti par vero. Alla fine sembra di conoscerlo da una vita, l'avvocato Guerrieri. I suoi silenzi prima di aprir bocca, le sue veloci ma puntuali disamine sulle conseguenze di un parola. La struttura del giallo, la storia processuale, è ciò che meno mi ha attratto. E' la vita che si sviluppa attorno a Guerrieri ciò che più mi ha legato a queste pagine. La caduta nel buio della depressione, la reazione a piccoli passi, la difficile ripartenza con la creazione di nuovi rapporti personali. Pure commovente in alcuni passi.

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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    23 Mag, 2011
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Testimone inconsapevole

Il primo libro di una serie davvero ben riuscita, quella appunto, dell'Avv. Guerrieri, un personaggio-protagonista dalle caratteristiche ordinarie rispetto ad una persona che si potrebbe incontrare ogni giorno per strada.
Mi sono accostato all'opera, ovviamente, perchè fatta rientrare in una categoria di libri a me molto affine come genere letterario. L
eggendo le pagine mi sono reso conto di avere tra le mani qualcosa di un po' diverso e mi spiego.
Cominciamo dal finale così vi faccio inquietare immediatamente.
Chi, tra quanti hanno letto il libro può negare che si rimane con un po' di amaro in bocca??? E non aggiungo altro.
La trama anche se tratta di un'accusa di omicidio nei confronti di un senegalese, per aver assassinato un bambino, è tutta imperniata sulla vita privata e sulle vicissitudini, tra alti e bassi, di un avvocato penalista in continuo tormento con se stesso e sarà proprio questa la caratteristica che renderà piacevole il proseguo della lettura, vedere gli sviluppi dell'animo di un uomo ordinario.
L'ambientazione mi ha fatto tornare nel passato di quasi dieci anni, si perchè la location della storia è da me molto ben conosciuta, Bari ed il litorale adriatico sud-barese, vi consiglio di ammirare Polignano e Monopoli, con il loro mare, la gente e naturalmente la gastronomia.
Carofiglio, uno scrittore trasversale, che senza grossi colpi di scena o ambientazioni sanguinolente cattura il lettore attraverso una scrittura schietta, semplice e malinconicamente un po' romantica.
Buona lettura.
Syd

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lucignolo Opinione inserita da lucignolo    20 Gennaio, 2011
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niente male......

salvare gli altri per salvar se stessi!!
Questo è quel che accade all'avvocato Guerrieri...uomo ormai in forte crisi psicologica, che convive con attacchi di panico e piccole grandi paranoie, si ritrova sulle spalle la responsabilità totale della vita di un uomo innocente...accusato ingiustamente di un atroce delitto e che rischia di finire la sua vita in carcere...
Libro dalla facile e scorrevole lettura, insegna molto del sistema giudiziario italiano. Personalmente l'ho trovato molto utile.Unica critica, la vicenda giudiziaria portante poteva e doveva essere un pò più ricca di particolari, più avvincente e meno scontata...ma forse Carofiglio lo ha fatto apposta...solo cosi ha potuto arricchire di dettagli la vita privata del personaggio principale, l'Avv. Guerrieri!!!

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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    10 Novembre, 2010
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Il top!

Ho aspettato volutamente a scrivere la mia opinione sui romanzi di Gianrico Carofiglio- e in questo caso, sul primo, Testimone inconsapevole - perchè secondo me questo autore merita un discorso a parte.
L'avvocato Guido Guerrieri creato dall'autore è infatti , a parer mio, il MIGLIOR personaggio incontrato finora in tutti i gialli all'italiana che abbia letto- e sono parecchi.

Innanzitutto ,trovo gradevolissima questa serie di legal-thriller "nostrani", in cui si discute di cause normali, che potrebbero accadere a tutti in qualsiasi momento...
Grisham, di cui non nego le capacità e la bravura, mi aveva un pò stancata....erano quasi sempre storie lontane dalla nostra realtà.

E poi, il personaggio Guerrieri: un mito!
Eppure è un uomo normalissimo, così malinconico, problematico..pieno di turbe e di dubbi nella vita, nel lavoro.
Forse è proprio per questo che piace, che MI piace tanto: per la sua normalità...
Mi sono spesso chiesta - e penso anche altre lettrici soprattutto- se il personaggio Guerrieri rispecchi l'uomo Carofiglio.

Beh lo credereste? Gliel'ho chiesto per iscritto ( a ogni uscita di romanzo gli scrivo la mia opinione..e mi risponde!è una persona squisita).
Mi ha risposto che NON è proprio così, ma di avere scoperto che se afferma di essere "lui" l'avvocato Guerrieri, ha molto più successo con la gente, soprattutto le donne!!!!!!

Questo romanzo ,che apre la serie fortunata, è affascinante ( l'ho già letto tre volte almeno) per due versi.
La storia dell'extracomunitario accusato di omicidio del bambino è quanto mai attuale e..possibile. E' comodo e facile gettare fango sul "negro " che non può difendersi..

La storia privata è talmente intrigante e strettamente connessa col resto, che diventa difficile dimenticarne i particolari che la compongono: i suoi problemi sentimentali ( una tenerezza...), la sua crisi esistenziale a trecentosessanta gradi...i suoi gusti, le sue abitudini.
Un personaggio ed una storia talmente belli e profondi che si devono gustare lentamente, per non perderne neppure un briciolo di sapore.
E poi verrà voglia di..assaporarlo di nuovo, come io ho appena fatto, riscoprendo dettagli che avevo dimenticato.

Assolutamente imperdibile!

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pinucciobello Opinione inserita da pinucciobello    07 Settembre, 2010
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L'ottimo Guerrieri

Primo romanzo che ha per protagonista l'avvocato Guerrieri, che introduce il lettore nel sistema giudiziario italiano facendone comprendere a tutti i meccanismi, solitamente ritenuti incomprensibili. E già questo sarebbe di per sè un gran pregio, ma c'è invece da salutare l'apparire di un personaggio del tutto nuovo nella letteratura italiana, un eroe che tutte vuole essere meno che un eroe, un uomo abbandonato dalla moglie che cerca di trovare una nuova dimensione interiore, e la trova, forse, proprio nella precarietà affettiva e nel piacere di lavorare. Se proprio dobbiamo trovare qualche difetto, la svolta investigativa è un po' banale e tutto il romanzo è, forse, troppo poticamente corretto da perdere in spontaneità. Comunque da assaporare con gusto.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    07 Settembre, 2010
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Guido !

Il modo in cui è scritto questo libro è molto piacevole, si divorano le pagine una dopo l'altra. Ho trovato molto interessanti le citazioni a brani musicali o ad altri libri che il protagonista Guerrieri cita, questi particolari permettono di rendere il personaggio vero, tangibile e interessante. Ironiche e intelligenti sono anche le frasi che vorrebbe dire ai suoi interlocutori, ma che rimangono nella sua testa come sospesi , cosa che accade spesso anche a me nella vita di tutti i giorni.

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NRG Opinione inserita da NRG    21 Gennaio, 2009
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Testimone inconsapevole

L'avvocato Guerrieri, penalista di Bari, non ama più il suo lavoro che trova sempre più squallido e immorale, soffre di attacchi di panico da quando la moglie lo ha lasciato e non sa più cosa fare del suo futuro, ammesso di volere un futuro. Fino a quando passa la porta del suo studio una signora che lo prega di aiutare il marito che è in carcere con un'accusa infamante, aver ucciso un bambino di 9 anni dopo aver tentato di abusare di lui.

Tutto sembra già scritto perchè sia il P.M., sia i Carabinieri che hanno operato l'arresto, insomma tutti hanno già condannato " l'uomo nero prima ancora che il processo sia stato celebrato.

Il resoconto processuale, parallelamente all'evolversi della situazione personale ed affettiva del protagonista, porteranno ad un finale forse prevedibile ma non per questo meno godibile.

Un libro scritto con stile impeccabile molto fluido.

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