Seta Seta

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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    27 Dicembre, 2021
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Lieve come seta

Seta, leggera e impalpabile, delicata come le poetiche parole di questo racconto. Come un velo di chiffon questa storia, semplice ma non per questo vuota, essenziale ma estremamente ricca di senso e valore. Baricco tesse la sua trama di seta pregiata, avvolge l’amore in un tessuto prezioso e ci consegna una storia estremamente piacevole e intensa. Un amore che sta al suo posto, talmente alto e puro da essere in grado di mettersi da parte, senza sparire, amplificandosi ed espandendosi oltre la vita stessa.
Racconta di vite, di viaggi, alla ricerca di qualcosa che in realtà è già presente, evidente e talmente vicino da non essere preso in considerazione pienamente, come se un sottile velo di organza impedisse una visione limpida delle cose.
Questo racconto apre gli occhi sulle nostre vite, elimina anche quel leggero velo, vite spesso travagliate alla ricerca di esperienze impossibili, di amori difficili, di scintille di fuoco che sono solo assopite sotto la cenere di cui ricopriamo il nostro cuore.
Eccezionale l’immagine che emerge dell’amore, un sentimento che non deve conoscere egoismo, un’emozione che deve mirare alla felicità dell’altra persona ancor prima che della nostra, godere nel vedere la gioia nel cuore dell’altro.

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alexandrasc Opinione inserita da alexandrasc    14 Agosto, 2020
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Profumo d’Oriente

Quando leggo un libro di cui mi sono appassionata, alla conclusione, trascorro un periodo di “vedovanza”, di disinteresse alla lettura, più o meno lungo. Forse per assaporare il libro appena finito o forse per paura di essere delusa di un confronto, avendo ancora chiaro il sapore del precedente. La mia ultima vedovanza è durata qualche mese e ho riaperto le danze delle mie letture con Seta. Per me è stato il primo Romanzo di Barrico ma da tempo volevo conoscere questo autore.
Beh, che dire, mi è piaciuto tantissimo!
Ho amato questo stile sintetico, delicato, apparentemente asettico ma che ti trasporta nei sentimenti del protagonista fino a farti impersonare i suoi sogni, i suoi desideri e le sue paure.

Ho vissuto la crescita morale del protagonista, non ambizioso, che godeva della poca felicità e fortuna della vita (anche questa non sudata ma capitata giusto per caso). Sembra che Herné non abbia scelto nulla del suo vissuto ma che gli sia stato quasi tutto imposto. Descrive la moglie con tenerezza, non passione ma amore. E nel trascorrere della vita gli capita, così senza lottare ne fare resistenza, la possibilità di raggiungere mondo lontani per il bene della comunità economica della sua zona: il Giappone.
È travolgente la descrizione di questa cultura e popolazione molto differente dalla Francia di fine 1800.
Si assapora la tradizione di un Giappone di una volta.

La storia d’amore (platonica) in sè non è nulla di innovativo. La fine con la scoperta di un animo della moglie (post mortem) superiore a quanto l’avesse mai giudicata in vita anche questo non ha nulla di innovativo.
La consapevolezza che il vero amore sia stato quello vissuto piuttosto che quello sognato anche questa strada è stata già percorsa da altro romanzi sentimentali.

Quello per cui, quindi, reputo molto valido questo libro non è la trama in sé, ma lo stile in cui è trattato il Romanzo e il meraviglioso profumo delle atmosfere di oriente del secolo XIX.

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Clangi89 Opinione inserita da Clangi89    18 Luglio, 2020
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La leggerezza sensuale dei silenzi

Impalpabile, leggero, prezioso quanto il tessuto della seta che nasce da piccole uova insignificanti. La seta richiede il rispetto dei tempi e la cura delle larve, la raccolta delle foglie di gelso ed un importante lavoro successivo.
Primo libro che leggo di Baricco. Molte le emozioni che suscitano le parole o, forse, le parole non dette e non scritte.
Hervé Joncour, mercante di bachi da seta della Lavilledieu, prende una decisione. Ad incitarlo il suo mentore che una decina di anni prima lo avviò a questo mestiere, Baldabiou. Uomo, quest'ultimo, silenzioso, al quale bastano parole secche e sguardi diretti per dettare legge nel settore della bachicoltura che traina l'economia del paese.
Le uova di bachi da seta sono malati, muoiono ma non ovunque è arrivata la malattia che le colpisce. Giappone, ecco la soluzione. Siamo nella seconda metà dell'800 ed il paese del Sol Levante è appena aperto alle rotte mercantili. Nessuno sa come la situazione laggiù. Si decide che ad andare sarà proprio Hervé Joncour. Saluta la moglie Hélène e si avvia in autunno per tornare con il bottino per la domenica di Pasqua. Così per alcuni anni il viaggio, lungo, estenuante e rischioso si ripete.
Il nostro protagonista è un uomo benestante, tranquillo, che guarda la vita scorrere ma il Giappone in quei quattro viaggi lo attrae. Una ragazza dagli occhi occidentali con lo sguardo basso, che lo guarda. A tratti emerge l'impalpabile emozione della sensualità e della malinconia. La vita scorre per il giovane uomo fino ad una lettera scritta in giapponese.
La vita lieve con la moglie, pochi sentimenti e poca introspezione eppure dalle frasi descrittive l'autore ci guida. Ci ritroviamo nella seta attorno alle dita, sentiamo la morbidezza del tessuto. Sentiamo la tristezza e l'amore, il rammarico e la nostalgia. Poi tutto cambia. La storia ci riporta alla realtà ma anche ai sogni.
Cosa cerchiamo nella parte più nascosta della nostra anima? Quante sensazioni non dette, quante parole taciute, quanto amore profondo può nascondere una lacrima o un silenzio? Lo sentiamo dalle parole di una donna, scritte nero su bianco, lo scopriamo con la leggerezza che una donna può portare attorno e dentro sé.
Libro sottile, libro penetrante e sensuale. Lettura che dona sensazioni interiori inspiegabili, ancor prima di emozioni, queste ultime scorrono, le sensazioni restano.

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Antonella76 Opinione inserita da Antonella76    01 Aprile, 2019
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Ipnotico e sensuale



Due soli aggettivi: ipnotico e sensuale.
Ti lascia addosso una sensazione impalpabile come il leggerissimo tessuto di cui tratta, delicato e raffinatissimo.
È come se, anziché leggere questa storia, io l'avessi solo percepita, come un'esperienza sensoriale, un viaggio alla fine del mondo, dove "l'inspiegabile spettacolo, lieve, della vita" può essere osservato sulla superficie dell'acqua di un lago.

È la storia di un uomo che ha l'atteggiamento di chi non ha il coraggio di vivere davvero la propria vita, ma solo guardarla da lontano.
È la storia di un amore, anzi...di due: uno conosciuto, silenzioso e tenace nel tempo, ed uno sconosciuto, inarrivabile, sfiorato e mai vissuto.
Si può morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai?
Non c'è altro da aggiungere, il resto bisogna "viverlo" leggendo...

Non sono una grande conoscitrice di Baricco, precedentemente avevo letto solo "Oceano mare" che, dopo un iniziale spaesamento, mi aveva molto affascinata, coinvolta, incantata.
Qui ho ritrovato le stesse sensazioni rarefatte, la stessa prosa asciutta, ma anche poetica...che spesso si ripete, si avvolge su se stessa, quasi come un mantra.
Percepisco in lui la capacità di usare le parole come un musicista fa con le note...
Un racconto emozionale e suggestivo che, proprio come la musica, non si può descrivere, ma solo sentire (e non con le orecchie).

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leogaro Opinione inserita da leogaro    19 Marzo, 2019
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Leggero come la seta, delicato come l'amore

Il romanzo si svolge tra l’immaginaria cittadina francese di Lavilledieu e il Giappone, nella seconda metà del 1800.
Mentre Lincoln combatte una guerra di cui non vedrà la fine e Flaubert scrive una delle sue opere più importanti, il trentenne francese Hervé Joncour, eludendo la carriera militare che suo padre pensava per lui, trae profitti comprando bachi da seta da rivendere al miglior offerente. In breve tempo, egli diviene ricco e tutta l’economia della sua città si reggerà sulla bachicoltura. Purtroppo, un’epidemia colpisce i bachi da seta di tutti i paesi europei e africani. Hervè e il saggio Baldabiou concordano di cercare delle uova sane in Giappone, paese isolato dal resto del mondo dal punto di vista commerciale e che ancora vive in una sorta di tardivo Medioevo. Attraversando Europa e Asia, Hervè giunge in Giappone, dove è accolto al palazzo reale di Hara Kei, un uomo enigmatico che è sempre in compagnia di una ragazzina dalle fattezze occidentali. Tra i due nasce un'intensa attrazione, costituita solo da una triste danza di sguardi. Dopo aver fatto incetta di uova di bachi, Hervè fa ritorno a casa, dove l'aspetta la moglie Hélène. I bachi giapponesi sono sani, e l’economia di Lavilledieu è salva. Ma Hervè non riesce a dimenticare quella ragazza, che gli ha consegnato, furtivamente, un biglietto. “È uno strano dolore... morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai”, dirà a un certo punto. Cercando qualcuno in grado di tradurre il messaggio, Hervè conosce Madame Blanche, un’elegante signora di origini giapponesi che gestisce una casa di appuntamenti.
L’anno successivo, Hervé riparte per il Giappone motivato dagli interessi commerciali e dalla voglia di rivedere l’enigmatica ragazza: ci riesce, ma lei è sempre trincerata in un lontano sguardo pieno di desiderio. Intuendo che essa sia legata ad Hara Kei in qualche modo, Hervè conclude gli affari e riparte. Nei successivi anni, Hervè compirà altri viaggi, animati dalla speranza di incrociare lo sguardo profondo della ragazza. La moglie Hélène ha capito tutto e dirà che: “Se lui vuole andare laggiù, io posso solo dargli una ragione in più per tornare”.
1864: Hervè trova il Giappone distrutto dalla guerra civile. Riesce a trovare la carovana di Hara Kei, sfuggito dalla guerra, ma non rivede la ragazzina. Anzi, Hara Kei, che ormai è al corrente dell’attrazione tra i due, gli intima veemente di non far più ritorno in quel luogo. Così, Hervé rientra in Francia senza i bachi; l’intera economia di Lavilledieu precipita. Poco dopo, Hervè riceve una lettera interamente composta da ideogrammi giapponesi: è facile, per lui, dedurre che il mittente sia proprio la misteriosa ragazza, così ritorna da Madame Blanche per la traduzione. Nell’intensa lettera, la ragazza gli confessa l'amore che non ha mai potuto esprimergli ma … (non è spoiler) solo alcuni anni dopo, egli scoprirà una sconcertante verità su di lei, sperimentando nuove prospettive di vita.

Storia scorrevole, breve come tutti i testi di Baricco, in cui si alternano pagine di stile più aulico e fascinoso ad altre di minor intensità, restando però, nel complesso, sopra la media. E’ la storia di un amore, di una passione platonica vissuta, alternando nel racconto, punti di vista maschili e femminili e che lascia nel lettore una piacevole sensazione di delicata leggerezza.

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combinazionimagiche Opinione inserita da combinazionimagiche    17 Mag, 2017
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Amore essenza di vita

“Hervé Joncour aveva 32 anni.
Comprava e vendeva.
Bachi da seta.”
Con queste poche parole potrebbe descriversi quella che è l’anima della storia che Baricco ci pone davanti in questo libro. Seta, in queste quattro lettere sta la leggerezza, la sfuggevolezza e l’inconsistenza dell’esistenza umana, della vita e dei sentimenti di Hervé.
Siamo nell’Ottocento, in un paesino della Francia, Lavilledieu, e la vita di Hervé e della moglie Hèléne prosegue con ritmi costanti dettati dal ciclo di vita dei bachi da seta. Il protagonista d’altronde era “uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla”. Nel suo stesso nome, Hervé, che vuol dire forte e degno, si dipana l’ossimoro dell’esistenza di un uomo che non ha mai scelto nulla da solo. Né la carriera militare imposta dal padre, né la svolta come commerciante in bachi da seta, e i viaggi “fino alla fine del mondo”, in cui viene spinto dal suo amico fraterno Baldabiou.
Hervé si reca in Giappone per salvare l’economia di un paese messa in pericolo dall’epidemia di pebrina che rendeva inservibili le uova degli allevamenti europei e africani.
Dopo questo viaggio, e l’incontro con una ragazzina, la sua vita cambia inesorabilmente. Forse per la prima volta nella vita è lui in prima persona a decidere per se stesso, a voler rischiare tutto, a decidere di “viverla” questa vita, e non osservarla scorrere semplicemente. Baricco ci fa cogliere questo mutamento nella descrizione dei suoi viaggi, che si svolgono con itinerari e tempi sempre uguali, se non fosse per il significato che assume ogni volta il lago Bajkal: il Mare, l’Ultimo, il Demonio e il Santo. Sfumature che passano inosservate fino alla fine della storia, quando stanco e disilluso “nelle giornate di vento, scendeva al lago e passava ore a guardarlo, giacchè, disegnato sull’acqua, gli pareva di vedere l’inspiegabile spettacolo, lieve, che era stata la sua vita”.
Vittima di un amore irreale, platonico, fatto di soli sguardi muti, si ritrova ad amare più di quanto abbia mai fatto, lui stesso confiderà a Baldabiou che “ E’ uno strano dolore morire di nostalgia per qualcosa che non avrai mai”. Scoprirà di avere avuto tutto ciò che contava e non averlo compreso fino a che non lo ha perso, perdendo la ragazzina occidentale e la devota moglie.

“Riempiva fogli e fogli di disegni strani, sembravano macchine. Una sera Hèléne gli chiese:
– Cosa sono?
– E’ una voliera.
– Una voliera?
– Si
– E a cosa serve?
(…) – Tu la riempi di uccelli, più che puoi, poi un giorno che ti succede qualcosa di felice la spalanchi, e li guardi volar via.”

E’ così che ancora una volta Baricco ci accompagna guidandoci per mano in un mondo interiore, quasi onirico, svelandoci la semplicità dell’esistenza umana che tutto racchiude nella parola AMORE.

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LibroDipendente Opinione inserita da LibroDipendente    10 Mag, 2016
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Seta di nome e di fatto.

Premetto che adoro Alessandro Baricco, i suoi libri sono sempre una piacevolissima scoperta: per lo stile essenzialmente semplice ma che nasconde una serie di sfumature, dettagli che è difficile spiegare a parole. In particolar modo, questo libro è inclassificabile nel senso che l'autore non mette in risalto la storia, il racconto in sè per sè ,quanto secondo il mio modesto parere, il modo in cui le cose accadano. Si pensi al fatto che viene messo in chiaro quasi subito che non si tratta di un racconto ne di un romanzo ma di una storia, di qualcosa che è accaduto (o che verosimilmente potrebbe accadere) e che ci viene trasmesso con delle descrizioni sensazionali e con una delicatezza, un riguardo, una scelta di parole tale che il lettore ha la sensazione di star facendo un sogno di quelli che mentre ci sono poi sfuggono; oserei dire effimero.

Lo consiglio calorosamente! soprattutto a quella categoria di lettori a cui accade che se un libro prende poi lo si legge d'un fiato (tipo me) poichè secondo me è un libro che in generale si fa leggere ma che se letto con quella passione, quell'ardore che alcuni riescono a provare quando leggono un libro che merita dà maggiore "appagamento", se così si può dire, una volta finito.

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sabrinabiagini Opinione inserita da sabrinabiagini    10 Marzo, 2016
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Impercettibile come la seta.

Come tutti i racconti di Baricco, Seta è un racconto breve ma nello stesso tempo intenso ed enigmatico. Comprendere Baricco non è semplice, bisogna immedesimarsi nei suoi racconti e nei suoi personaggi. Solo così si è in grado di comprendere le sue storie. Siamo nell’Ottocento, periodo Romantico e come tale i protagonisti hanno anch’essi dei nomi romantici: Hervé ed Hélène. E’ ambientato in un paese romantico e tranquillo della Francia, Lavilledieu. Il protagonista, vive una vita semplice in questo paesino, vendendo e comprando bachi da seta. La sua vita continua nella normalità fin quando non deve recarsi in Giappone, per motivi economici, per salvare le filande ed i produttori di seta del paese. Così incomincia ad intraprendere lunghi viaggi, lontano dal suo paese, verso un luogo ignoto ed incerto. Non saprà cosa e chi troverà.

“E dove sarebbe, di preciso, questo Giappone? “
“Sempre dritto di là.”
“Fino alla fine del mondo.”

In quei tempi, il Giappone, luogo irreale e leggendario, non era un paese molto conosciuto, ed era molto difficile da raggiungere, era “ dall’altra parte del mondo”. Per Hervé il Giappone gli cambierà la vita. E’ proprio lì che il destino gli farà incontrare una ragazza, che gli sconvolgerà la sua esistenza. E proprio quando torna al suo paesino, che gli abitanti si rendono conto della sua diversità, c’e’ qualcosa in lui che è diverso, ma non sanno cosa, perche lui non è solito a raccontare i suoi viaggi.
Un giorno, racconta la sua verità, Baricco ce li descrive con delle frasi abbastanza toccanti, che racchiudono i suoi sentimenti più importanti.

“Non ho mai sentito nemmeno la sua voce.” (…)“E’ uno strano dolore.” “Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai.”

Fu un amore platonico, un amore mai realizzato, un amore malinconico ma in realtà inesistente, un amore costituito da sguardi, ma che forse valgono più di mille parole… Dopo aver ricevuto un messaggio in codice proprio da questa ragazzina, che gli dice di ritornare; solo allora che lui, decide di tornare in Giappone. È andato alla ricerca di una donna sconosciuta, ma che gli affascina come la seta. E quando si rivedono, Baricco descrive questo amore platonico con due semplici frasi, descrive questi scambi di sguardi, in maniera intensa.

“ Per mille volte cercò gli occhi di lei, e per mille volte lei trovò i suoi. Era una specie di triste danza, segreta e impotente.”

Chi di noi , come Hervé, non e’ stato rapito da uno sguardo che ci ha fatto fantasticare nei pensieri??!
Ciò che è fondamentale nelle sue storie è il destino che circonda i personaggi, misto tra un velo di mistero e normalità. L‘uomo si può riconoscere in questa storia, il suo essere felice, avere una famiglia, ma nello stesso tempo desiderare di più, qualcosa di proibito che gli affascina. È forse proprio quando una persona ha tutto che decide di scappare, senza però comprendere quanto veramente vale ciò che si ha abbandonato. Si abbandona cercando qualcosa di meglio, senza sapere che quello che troverai potrebbe risultare solo privo di certezze, frivolo, insignificante ed indefinito. Il destino dell’uomo è desiderare il proibito, amare l’impossibile, andare alla ricerca di qualcosa ignota, misteriosa ma affascinante. Alla fine il protagonista farà una scoperta , che ci lascerà senza parole, comprenderà che in realtà non doveva andare tanto lontano per conoscere l’amore vero. Forse il protagonista doveva avere un “periodo di smarrimento” per comprendere che il vero amore era Hélèn. Hervé Joncour, capirà che è inutile seguire un amore vano, indefinito o meglio impercettibile come la seta, che ti sfugge via dalle mani, bensì capire chi è il suo amore vero, ma troppo tardi. E infine osservando il lago, egli vedeva l’inspiegabile spettacolo,lieve, che era la sua vita, e la seta rimane solo un ricordo lontano.


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MAZZARELLA Opinione inserita da MAZZARELLA    17 Marzo, 2015
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Seta

Leggere un libro di Baricco non è facile…non voglio asserire che i libri di Baricco non sono per tutti, ma non tutti sono fatti per leggere un grande scrittore come Baricco…
Baricco richiede la totale immersione nelle sue pagine che io definisco completa poesia…chiede di perderti in una nuova prospettiva, dove persino i nomi dei protagonisti talmente che sono eccentrici possono risultare ostici…Ma Baricco non è ostico, anzi è esattamente ciò che io definirei “Seta”, così puro, delicato, intenso…proprio com’è la seta…
Questo è il titolo di questo libro meraviglioso (che io definisco il libro più bello che abbia mai letto insieme al “Piccolo Principe”) dove il nostro protagonista Hervé Joncour è un negoziante francese di banchi di seta, costretto a recarsi in Giappone per comprarne le uova. Inizia così ad intraprendere lunghi viaggi, lontano dalla sua famiglia, da un figlio ed una moglie che ama e da cui è riamato, dal suo più caro amico, dal suo paese, lontano dalle sue certezze. Durante questi viaggi il destino lo porterà a conoscere una ragazza orientale, la cui conoscenza e frequentazione è del tutto platonica, eppure l’intensa danza di sguardi subliminali a cui si prestano, non passa inosservata.
L’uomo è fatto così, quanto più ha tutto più desidera altro, e così si scappa sempre da ciò che si ha senza comprenderne a fondo quanto vale…Il nostro protagonista viaggia per lavoro, ma mi chiedo se fosse stato necessario o se una parte di sé non desiderasse l’ignoto…Ed è lì lontano da tutto e da tutti che il nostro protagonista incontra una persona che gli porterà nuove sensazioni: uno sguardo e nell’immaginario c’è tutto un mondo, che seppur privo di certezze, lo desideriamo ardentemente. Rincorriamo tutta la vita la sicurezza dell’amore della nostra metà, ma quando arriva non ci basta, vogliamo il sogno, l’irraggiungibile, il proibito…Forse c’è del romantico nel sognare un amore bloccato sul nascere, eppur vivo come non mai? Il pensiero umano è più forte dell’azione ed il sogno di un bacio e di una carezza sono più desiderabili del bacio stesso. Ergo che un abbraccio sincero di una donna che ti ama non basta più; ecco che il cuore e la mente sono altrove e non si può fare niente. E’ il destino dell’uomo amare l’impossibile?
Queste sono semplicemente le mie riflessioni, la storia ci racconta di un bravo uomo che nei suoi lunghi viaggi, intraprende un viaggio dentro di sé, dove l’incontro platonico con un’altra donna lo porterà ad uscire dai suoi confini e dalle sue certezze ed a fare una grandiosa e amara scoperta che mi ha lasciato e lascerà tutti col fiato sospeso. A volte non occorre andare troppo lontano per trovare un amore ardente e passionale, la vera forza dell’amore sta nel quotidiano, nell’amarsi con i “nonostante” nell’amarsi con il vero e crudo sapore amaro della realtà e non perdersi in qualcosa di indefinito. Tuttavia a volte ci dobbiamo smarrire per ritrovare la strada di casa…

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Massimo Gramellini, Erri De Luca, Il piccolo Principe, a chi ha un'anima forte e che crede nell'amore
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MALIKA Opinione inserita da MALIKA    05 Agosto, 2014
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BREVE E...INTENSO?

Baricco non è il tipo d’autore che affascina per la trama, abbastanza semplicistica con un vago senso di dejà vu che in letteratura appesantisce, né per lo stile che mi è parso quasi meccanico in certi punti con una serie di ridondanze a volte inutili. Particolari alcune espressioni buttate lì quasi per caso che elevano lo stile in certi punti, ma per me non abbastanza da legarmi alla lettura. La storia di un uomo che fa un viaggio fino alla fine del mondo, più volte nella vita, abbagliato dal desiderio di una donna che non può avere – o meglio abbagliato dall’illusione di essere desiderato e amato da quella donna – e che scopre quando è troppo tardi che il vero amore era quello della moglie devota e silenziosa, riduce gli uomini in un clichè mediocre e riduttivo che spero non sia valido per tutti.
Nel complesso quindi una lettura discreta se ridotta al libro in sé che trova una vaga redenzione nel colpo di scena finale.

Analizzando la storia a debita distanza, nel mondo personalissimo delle emozioni e delle opinioni, è rilevante - al punto da diventare poco credibile - l’amore di una donna che si porta dentro un segreto di piombo pur di alleggerire il peso dell’uomo che ama, pur sapendo di non poter mai ricevere nemmeno il riflesso di quell’amore in cambio.
Mi sembra importante sottolineare che la donna desiderata, che vive in Giappone, ha i tratti occidentali ma più volte al protagonista viene ripetuto che “in Giappone non ci sono donne occidentali”. Che la donna desiderata sia soltanto una proiezione della moglie fatta dal suo inconscio che appare affascinante e impossibile da raggiungere solo perchè apprezzata da un altro uomo? Il viaggio fino alla fine del mondo rappresenterebbe la ricerca incessante e a volte infruttuosa di ciò che è realmente importante e di cui ci accorgiamo quando è troppo tardi? O forse sto cercando di dare un senso profondo ad una storia che non mi ha coinvolta più di tanto?

Ai posteri l’ardua sentenza.

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A chi cerca un libro breve che induca alla riflessione...con un pizzico di indulgenza!
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TutteLeDonneDiVasco Opinione inserita da TutteLeDonneDiVasco    24 Giugno, 2014
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Leggero come seta

Seta. Una parola breve, composta da quattro semplici lettere, ma piena di significato. Seta pura, leggera, come una seconda pelle che ti si cuce addosso, impercettibile, ogni volta che si leggono le pagine di questo romanzo. E' incredibile quanto Baricco abbia smentito i miei (cattivi)propositi su questa lettura. Come sarebbe stato possibile accendere la mia immaginazione, la mia fantasia, solamente raccontando di un uomo che per tutta la vita non ha fatto altro che vendere e comprare bachi da seta, che tutta la vita non ha fatto altro che stare a guardare?
Mi sbagliavo. E alla grande!
Hervé Joncour è un giovane uomo che vive in un paesino francese e che della sua vita ne fa de cose : vendere e comprare bachi di seta ed amare. Ama il suo migliore amico Baldabiou, colui che lo farà scegliere un'altra strada, che lo condurrà sulla via della seta e dall'altra parte del mondo, la fine del mondo. Ama sua moglie, Helene, dalla bellissima voce, ma ama anche un'altra donna. Una donna dallo sguardo magnetico, dallo sguardo ipnotico. Possibile amare qualcuno senza mai averne sentito la voce, averne sfiorato la pelle? Si, è possibile. Tutto in questa vita lo è. Ed Hervè lo sa bene. I suoi innumerevoli viaggi dalla Francia al Giappone, saranno il suo appiglio per rivederla, oltre che per acquistare bachi da seta. Il percorso è sempre lo stesso e Baricco si diverte a renderlo immutato, così come quel lago, che cambia solo il significato a seconda di ciò che dice la "gente".
E' una perla di racconto da trarne un profondo significato. Il finale è a dir poco sorprendete e ,permettetemi, anche struggente. E una volta terminato, sarebbe lecito telefonare Baricco ed informarlo del "danno" appena procurato. Un sussulto di emozioni contrastanti, di lacrime leggere come seta, come questo racconto.
Per gli scettici che non credono sia una piccolo diamante: provate voi ad amare qualcuno in silenzio, senza poterlo urlare al mondo. Provate voi a ricordarne per sempre quegli occhi e quei sguardi e vivere con la tranquillità apparente di un fiume. Io credo che sia possibile che possa accadere. Anzi, ne sono più che certa.

"È uno strano dolore... Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai..."

Buona lettura!

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a chi vuole una emozionante e leggera lettura come solo Baricco sa fare
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Marini Opinione inserita da Marini    20 Mag, 2014
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COME IL SINDACO DI LAVILLEDIEU

Di Baricco avevo la stessa opinione che il sindaco di Lavilledieu aveva della seta: roba da donne. E in effetti fa parte di quella che io chiamo letteratura estetica, ovvero che dice poco alla fine della fiera, ma lo fa con stile. Com'è spesso la letteratura gradita al gentilsesso. Questo libro è così: una crisi di mezza età poetizzata in modo notevole, grazie a tutta la suggestione che il mix di Francia e oriente ti porge già di suo. Un quadro che non contiene alcun elemento nuovo, né di forma né di sostanza, ma comunque realizzato in modo egregio, sicuramente ispirato. Consigliato dunque, se si cerca un po' di evasione zen.

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mariac Opinione inserita da mariac    17 Mag, 2014
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Seta

Seta, fino a quando non ho avuto una guida, era una bellissima storia a cui, però, mancava qualcosa anche solo un elemento che mi spingesse a rileggerlo. Un’ amica, poi, mi ha detto che ha trovato in questo libro la più bella storia d’amore che avesse mai letto e mi sono posta immediatamente una domanda. Cosa mi sono persa? Cosa non ho colto che invece ha colpito un’altra persona?
Ho pazientemente riaperto le pagine del libro e ho ritrovato un uomo disposto ad attraversare il mondo e vederne la fine pur di incontrare degli occhi, non diversi da quelli che avrebbe potuto vedere nella sua terra ma da cui ha colto l’essenza della vita.
Attraverso quegli occhi ha imparato a fare l’amore e ha osservato la cupidigia della propria esistenza, l’inquietudine e ha cercato qualcosa che avrebbe potuto renderlo diverso dal tranquillo e solido uomo che tutti ritenevano fosse e che hanno inconsapevolmente infondato in lui la certezza che quella potesse essere l’unica vita vivibile.
E poi ho visto Helene e, con lei, le mogli che per anni aspettano la fine di un capriccio, il termine di un momento di stanchezza, l’affievolirsi di un fuoco e hanno imparato ad apprezzare la forza di un amore imperfetto.

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Belmi Opinione inserita da Belmi    17 Marzo, 2014
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Seta

E' il primo libro di Baricco che leggo. La trama è tutta collegata alla vendita dei bachi da seta e parla di un uomo che ha sempre lasciato che gli altri prendessero le decisioni per lui finché non "trova" qualcuno che gli farà cambiare idea.
Il libro è possibile leggerlo in qualche ora. Anche se non mi ha fatto impazzire, il libro è molto scorrevole e piacevole.
Una delle frasi più belle:" era d'altronde uno di quegli uomini che amano assistere alla propria vita, ritenendo impropria qualsiasi ambizione a viverla"

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MrsRiso13 Opinione inserita da MrsRiso13    22 Dicembre, 2013
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Amor, ch'a nullo amato amar perdona

La più bella frase mai scritta sull'amore a sinossi di un romanzo prezioso e impalpabile come il tessuto che costituisce il suo titolo.
Hervè Joncour è amato. Amato con modestia, dedizione e altruismo da una donna delicata e fedele sempre accanto nella vita, Helene, una compagna e un'amica nella lotta per l'esistenza, partecipe con lui e più di lui alle vicende quotidiane che, il nostro protagonista attraversa come una comparsa, come un passeggero senza prendevi parte a pieno. Sono gli altri che ne dirigono il destino che lo convincono e lo coinvolgono, a lui il merito di non tirarsi indietro.
Seta è una fiaba dall'anima moderna ambientata nell'Ottocento, dai contorni sfumati, dai tratti sinuosi, dai modi affabili. Come ogni novella, le vicende in alcuni punti si ripetono uguali a se stesse, quasi fossero scritte con il copia-incolla. Parole per enfatizzare l'andirivieni del viaggio di andata e ritorno dal Giappone, parafrasando la corsa verso l'ignoto paese del Sol Levante e il rientro in terra nota con il successo tra le mani. Storia di personaggi immaginari, tagliati grossolanamente, volutamente forzati, immersi nel presente, senza passato o senza futuro a deviare l'attenzione dallo stato d'animo da rappresentare, in netto contrasto con l'attore principale tratteggiato come un prode, che riesce là dove gli altri falliscono, con doti, a tratti strane e incomprensibili, ma poderose. Valorso che incespica, che trova la sua kriptonite, ma che si riprende, cresce e si rafforza imparando dai propri errori.
Una storia del bene, che fa bene, da leggere per il semplice gusto della lettura.

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Oceano mare, Neve, in generale Baricco, Fermine
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Edobelle Opinione inserita da Edobelle    04 Dicembre, 2013
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Il lato setoso delle parole

La prima volta che presi in mano questo libro lo feci con lo scetticismo di chi crede che non sia possibile tirare avanti una storia basata su una persona che non fa altro che comprare e vendere bachi da seta.
Invece mi sbagliavo, alla grande.
Ho amato questo libro. L'ho iniziato piano piano, con cautela, per poi arrivare al punto di divorarmelo.
Seta è la storia di un uomo, Hervè Jancour, residente a Lavilledieu, un paesino di una regione francese. Hervè Jancour della propria vita ne fa essenzialmente due cose. Hervè Jancour compra e vende bachi da seta, ma soprattutto, Hervè Jancour ama.
Ama sua moglie Hèlene, una donna dalla voce bellissima. Ama il suo lavoro e, presto, si accorgerà di amare anche una donna "proibita". Ama il suo amico fedele Baldabiou, il quale un bel giorno gli confessa un segreto del mestiere; più in là, molto più in là, verso la fine del mondo c'è una terra colma di bachi da seta. Allora Hervè Jancour parte per la nuova via, il Giappone, la fine del mondo. Farà avanti e indietro diverse volte, avendo la premura di rientrare in tempo per l'evento dell'anno, la Messa Grande. Il percorso è sempre lo stesso, dalla Francia al Giappone, dal Giappone alla Francia. E Baricco sembra divertirsi un mondo a ripeterlo, ogni volta, con l'unica accortezza di cambiare significato al lago Bajkal che "la gente del luogo definisce" ogni anno con un termine differente. Questo è un piccolo diamante che bisogna sapere apprezzare. Il finale è tutto da vivere e una volta concluse le ultime righe, chiudete il libro e con esso anche i vostri occhi.
Non vi sembra di aver viaggiato per mesi dalla Francia al Giappone e viceversa?

Baricco scrive questa storia come se dovesse maneggiare cristalli: inserisce parole leggere al proprio posto e conferisce il giusto peso ad ogni situazione, ogni circostanza e ogni emozione donandogli quel qualcosa di poetico. Baricco esalta il lato setoso delle parole e te le fa assaporare, una ad una, lasciandoti in bocca un gusto che deciderai di portare con te, per sempre.

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Dilo Opinione inserita da Dilo    23 Novembre, 2013
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Passione

Ci sono libri a cui devi approcciarti più volte per terminarli e comprenderli, a volte è la tua vita a non essere pronta per quel libro. Questo mi è successo con "Seta" di Baricco, cominciai a leggerlo qualche anno fa, in aeroporto dovevo viaggiare da sola e mi serviva un libro carino da leggere in 3-4 ore giusto per coprire andata e ritorno PA-MI. Lo posai e dimenticai per 2 anni di possedere questo libro. La settimana scorsa ho portato questo libro alla persona che me lo aveva prestato e lei mi ha pregato di finirlo e adesso la ringrazio pubblicamente per avermi convinta. Ambientato negli ultimi anni del 1800, questo libro parla della vita di un paesino francese, un paesino la cui attività commerciale principale è la produzione di seta, parla soprattuto di un uomo che viaggia per portare bachi da seta dal medio oriente o dal giappone alla francia. Ma questo è soprattutto un libro che parla di amore e di passione. L'amore di Hervé Joncour per sua moglie e per la sua amante, l'incredibile amore della moglie, Hélène, per questo marito. In un modo o nell'altro per amore quest'uomo continua ad attraversa il mondo per amore. Il tutto condito da personaggi più o meno bizzari, come l'uomo come l'uomo che "inizia" Hervé a questo lavoro che continua a sfidare se stesso al gioco del biliardo, o meglio se stesso contro il se stesso monco, con una mano dietro la schiena "il giorno in cui vincerà il monco farò le valige e me ne andrò". Poi c'è una prostituta (o forse al giorno d'oggi è meglio dire escort) giapponese che viva in un piccolissimo paese della Francia e sullo sfondo di tutto questo c'è la seta, la creazione e la produzione della seta. Consiglio vivamente questo libro perché raramente capita di imbattersi in un libro così intenso, davvero. Il modo in cui è narrato questo libro è strano, il narratora sceglie di accendere la luce su un fatto, poi la spegne e riprende da un po' dopo rispetto a dove ha lasciato, dei piccoli flash e a ogni flash si cambia pagina, possono anche essere due righe, non importa. Il problema è che durante gli spostamenti dal giappone alla francia e viceversa, Baricco ama ripetere con le stesse parole il viaggio percorso da Hervé, il che può essere interessante e carino le prime due volte, poi un po' mi ha annoiata, a volte l'ho trovato decisamente eccessivo e mi sono vista costretta a saltare il pezzo scritto, tanto già lo conoscevo.
Detto ciò vi consiglio di leggerlo, ne vale davvero la pena e se per la persona che avete accanto non provate una passione simile a quella narrata da Baricco vi consiglio di riflettere

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f.ilvi Opinione inserita da f.ilvi    28 Ottobre, 2013
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Fin troppo impalpabile!

Storia di amori silenziosi, di mogli, di amanti. Di un uomo che non sa scegliere, in un silenzio che trasmette smarrimento, confusione, desiderio di qualcosa che non ha e non può avere e contemporaneamente venerazione e rispetto per ciò che ha.
Un romanzo estremamente breve, forse troppo. Secondo me questo aspetto lo penalizza: la trama è interessante, ma si sarebbe potuto entrare più nei particolari, raccontare qualcosa di più, farci conoscere meglio le persone e darci delle immagini dei posti (c'è ben poco sia della Francia che del Giappone).
Incoraggiata ai tanti pareri più che positivi (ho letto questo libricino proprio incuriosita da questo!), sono rimasta abbastanza delusa da questo romanzo, che è stato definito "impalpabile"...forse troppo!

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...a chi vuole occupare un pomeriggio in attesa di un libro migliore!
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dani79 Opinione inserita da dani79    23 Ottobre, 2013
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SETA

Dare presenza fisica alle parole.
Da lettrice credo che questo voglia dire "scrivere".
Lasciare che il lettore senza sforzo traduca le parole fuori dal foglio, quasi a percepirle, toccarle, odorarle. Questo è il compito dello scrittore.
Ed è un compito che Baricco, in "Seta", svolge egregiamente.
Fa uso delle parole così come un compositore fa uso delle note. Ne conosce a menadito le potenzialità sonore e le sfrutta a servizio e vantaggio della storia e del suo ego che, evidentemente, c'è ed è amabilmente ingombrante.
Chiama il protagonista del suo libro Hervé Joncour. Gli dà una moglie dalla voce bellissima, Hélène, e nessun figlio. Lo fornisce dell'indole di quelli che "osservano il loro destino nel modo in cui, i più, sono soliti osservare una giornata di pioggia" e tuttavia lo rende quasi eroico spingendolo ad acquistare i bachi da seta oltre il Mediterraneo "fino alla fine del mondo", fino al Giappone.
" Hervé Joncour provò a raccontare chi era. […]
Allineava piccoli particolari e cruciali eventi con voce uguale e gesti appena accennati, mimando l'ipnotica andatura, malinconica e neutrale, di un catalogo di oggetti scampati a un incendio."

Col suo racconto, delicato e trasparente come un pannello di carta di riso, in poco più di un'ora di lettura, Baricco sorprende, scuote e commuove.
Cito, infine, le arcinote parole di Salinger, tratte da "Il giovane Holden": "Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira."
Ebbene, Baricco, a dispetto della sua fama di "scrittore alla moda", lascia proprio senza fiato e questa è una cosa che, ahimè, non capita spesso.

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Nené Opinione inserita da Nené    17 Luglio, 2013
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Come seta

Questo racconto é come il tessuto di cui porta il nome. Sottile, delicato, elegante.
E' una storia di un viaggio in un tempo in cui viaggiare significava davvero partire per tornare, un giorno, forse, ma comunque diversi. Una storia di amori - volutamente al plurale.
Molto bello, da leggere (e rileggere).

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LolloP Opinione inserita da LolloP    17 Luglio, 2013
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Una lettura di seta...

Seta è un piccolo romanzo, racconto o narrazione che dir si voglia.
Seta è però prima di tutto un viaggio .
Un viaggio fisico tra la Francia ed il Giappone, tra paesaggi pittoreschi e strade che si perdono nella natura.
Un viaggio di uomini che si incontrano, si perdono e si ritrovano.
Un viaggio verso una cultura lontana che suscita meraviglia ed incanta.
Un viaggio introspettivo nell'animo umano, di un uomo che impara ad amare o scopre di amare in una realtà lontana ed irrimediabilmente inconciliabile con quella dalla quale proviene.
In poco più di 100 pagine si sviluppa una narrazione delicata, che fugge via agli occhi di chi legge davvero come seta, una narrazione che mi ha decisamente colpito.
A parer mio questo libricino è un piccolo gioiello della letteratura contemporanea. Non amo affatto Baricco e della sua produzione letteraria ho apprezzato poche cose, tuttavia Seta si è rivelata una lettura piacevole e molto gradevole.
Lo consiglio, in particolare a chi è alla ricerca di una lettura scorrevole, delicata e non voluminosa.

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Marghe Cri Opinione inserita da Marghe Cri    03 Mag, 2013
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Estasi

Come un leggero filo di seta le parole si uniscono e talora si dividono, lasciando spazi bianchi sul foglio, quasi a creare una trama impalpabile su cui galleggia la fiaba.
Fiaba per adulti bellissima che utilizzando ripetizioni di paragrafi nell’incipit dei capitoli, richiama le filastrocche infantili o le favole come Hansel e Gretel o Cappuccetto rosso, in cui i personaggi ripetono a volte le stesse parole più e più volte, a simboleggiare un’azione che tende a farsi pericolosa.
Ma il pericolo dov’è, per Hervè Joncour, in un’azione eccezionale come attraversare più volte, a metà dell’ottocento, quasi l’intero globo per recarsi dal paesino della Francia dove vive fino al lontanissimo e sconosciuto Giappone per approvvigionare le filande di uova di bachi da seta?
Quale pericolo, se, novello Marco Polo, percorre migliaia di chilometri da solo, arrivando ogni volta sano e salvo da una meta all’altra, carico d’oro all’andare e di preziosissime uova al ritorno, senza mai essere sfiorato da un predone, da un mare assassino, da una sollevazione armata.
Lui va e torna infallibilmente dalla donna che ama e che l’ama, la dolce Hélène dalla bellissima voce.
Il pericolo c’è e si nasconde negli occhi profondi, nei capelli di seta, nel silenzio colmo di significati di una donna. Una donna che anno dopo anno Hervè incontra per pochi istanti nel lontano Giappone, con la quale vive una storia di amore e attrazione priva di parole e di gesti.
Si crea in questo modo un rapporto che impregnerà la sua vita per gli anni a venire, senza drammi, senza sofferenze, senza speranze.
La trama impalpabile, sviluppata con stile poetico ma non roboante, (tutt’altra cosa da Oceano Mare) quasi un esercizio di Shodo - l’arte giapponese della calligrafia - che dipinge con poche parole e molti significati eventi e sensazioni, prende improvvisamente corpo e si addensa, fortemente vibrante e carnale, verso la fine, alla lettura della splendida lettera che Hervè riceve in modo misterioso. Da lì il racconto riprende la sua strada in punta di piedi, portandoci come è giusto verso la fine.
Nel chiudere il libro si ha la sensazione di quando sciogliendo una sciarpa di seta, questa ci lascia un’ultima tiepida carezza sul collo nudo: un nulla che non si avvertiva, ma di cui ora si sente la mancanza.


[…] La notte rimasero svegli fino a tardi, seduti nel prato davanti alla casa, uno accanto all’altra. Hélène raccontò di Lavilledieu, e di tutti quei mesi passati ad aspettare, e degli ultimi giorni, orribili.
- Tu eri morto.
Disse.
- E non c’era più niente di bello al mondo. […]

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maria68 Opinione inserita da maria68    04 Aprile, 2013
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un velo di seta...tessuto, filato di nulla

Un detto dice che "il vino migliore sta in una botte piccola" ed è proprio così.  
"Seta" può essere senza dubbio paragonato a un ottimo vino d'annata che va sorseggiato lentamente, possibilmente in un'ambiente poco illuminato per esaltarne ancora di più le sue qualità. Ho trovato sublime la storia raccontataci dall'autore, una storia d'altri tempi. Mi piace pensare che l'abbia scritta usando dell'inchiostro indelebile perché frasi come "tornate o morirò", "non ho mai sentito la sua voce" e ancora "morire di nostalgia per qualcosa che non vivrà mai" non possono dissolversi nel nulla. Ogni personaggio ha un ruolo fondamentale in questa storia ed è sbagliato dare priorità a uno piuttosto che a un altro. La storia è ambientata tra la Francia meridionale e il Giappone, un Paese magico ma ancorato ancora a leggi antiche per cui è lecito condannare a morte un ragazzino, se è colpevole di aver portato un messaggio d'amore.
Herve è un uomo con una vita semplice, ordinata, schematica; chiunque dispone del suo destino, prima il padre, poi Baldabiou che ha visto in lui l'uomo giusto per sollevare le sorti degli abitanti di Lavilledieu dediti all'allevamento e alla filatura dei bachi di seta. Ma Baldabiou è anche altruista, non si crea alcun problema nel condividere i segreti del mestiere perché ciò lo divertiva più che fare soldi.
Herve intraprenderà dei viaggi che lo condurranno fino alla "fine del mondo" e questi saranno motivo di cambiamento del suo "io" più recondito, determinando un'esplosione di emozioni dormienti, fino a quel momento.  Baricco ci ricorda che i cambiamenti sono parte integrante nella vita di ognuno di noi e con forza lo fa' presente, quando del lago Bajkal la gente del luogo da un significato diverso ogni anno che passa.
È pura poesia l'intensità disarmante degli sguardi di "una ragazza dagli occhi con un taglio non orientale"
Da ammirare senz'altro è la figura di Helène con una voce bellissima che con pazienza attende il ritorno del marito ogni prima domenica di aprile in tempo per la Messa grande. Lei non si stancherà mai di sorridere, nonostante abbia avvertito la malinconia che si è impossessato del marito, perché "non c'è più niente di bello al mondo" senza di lui....  
Non svelerò le restanti pagine, autentica dichiarazione d'amore, perché lascio anche a voi provare l'indimenticabile sensazione di leggerezza nell'essere avvolti da un velo di seta....tessuto, filato di nulla.  

Ps. Leggere Baricco mi infonde una piacevole malinconia

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Mephixto Opinione inserita da Mephixto    26 Marzo, 2013
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Seta

Seta è un titolo perfetto per queste parche pagine di Baricco, leggero, sinuoso, elegante, fresco e appassionato; come tutte le passioni brucia in fretta, ma se non è solo passione allora il fuoco si assopirà per divampare alla prima leggera brezza.
Non avevo mai letto Baricco, nulla di personale, semplicemente non ero entrato in contatto con lui prima d’oggi, credo proprio che dovrò rivedere un attimo le mie priorità letterarie.
Ogni rigo vale 10 pagine, per proprietà di sintesi e di linguaggio, condito con uno stile eccezionale ,sono convinto che mai ho trovato tanta energia in poche pagine. Vale di più, per intensità e contenuti, di molta della narrativa scritta ad oggi sul tema Amore. A riprova del fatto che spesso ci affibbiano un sacco di retorica su un argomento ormai consunto.
Infatti mi sono trovato tra le dita una storia d’amore che mi ha stupito, coinvolto e a mio malgrado affranto.
Eccezionale la sua capacità di descrivere una originale ed evanescente storia d’amore che entra ed esce dalla vita del protagonista stupendoci e stupendolo. Impetuosa ed irresistibile: nella sua effimeratezza, delicata elegante e ricca di una passione etera, come eterea è la figura oggetto dell’amore; un susseguirsi di emozioni che sfocia in una verità assoluta che solo una volta arrivati alle ultime righe ci fa comprendere quanto ingannevole possa essere questo sentimento.

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LadyA Opinione inserita da LadyA    11 Marzo, 2013
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Quel che era per noi l'abbiamo fatto per sempre

"Morire di nostalgia per qualcosa che non vivrai mai"
Seta è questo e mille altre cose insieme. E' un romanzo che parla come un racconto, che lentamente si svela come fosse un diario, fino a quando, soltanto nelle ultime pagine diventa involontariamente una meravigliosa lettera, una lettera d'amore e passione.
Un amore carnale, vivo, profondo, come solo l'amore mai consumato sa essere. Quell'amore che resteresti a guardare in eterno, che vorresti toccare ma non puoi, e allora ti accontenti di sognarlo purchè esista.
Purchè resti con te, purchè tu continui a sentirlo scorrere nelle vene, purchè tu possa ancora provare quel desiderio afferrarti le viscere, strapparti la ragione e annidarsi nel petto come un re che conquista finalmente il suo trono.
E' un amore che brama, che mente, che illude e s'illude, un amore che non conosce tempo nè doveri, che va oltre l'amore che hai conosciuto fino a quel momento per diventare qualcos altro, qualcosa che ti corrode la carne come una ferita e resterai segnato per sempre.
E' un amore che corrompe, fatto di attrazione, quell'attrazione che non ha motivo di esistere, eppure c'è, nonostante tu abbia già tutto, nonostante tu sappia cosa sei, cosa vuoi, cosa hai, eppure ti sembra che tutto sia sul punto di sgretolarsi se non vedrai ancora una volta quei occhi.
"Tornate o morirò"
La ragazzina che non aveva gli occhi con un taglio orientale, la donna con le dita di seta, pronunciò quelle parole, le scrisse su un foglio, le impresse nel cuore, di lui, Hervè Joncour, l'uomo che, qualcuno diceva, aveva addosso una specie di infelicità.
Questo è Seta.
E' il sentimento maledetto che unisce e divide due amanti che non lo sono mai stati ed è l'amore eterno di Helene, moglie di Hervè, che fa qualcosa che nessuna donna avrebbe mai fatto.

Non è un libro, è una costante ricerca di attimi di poesia. E' la sublimazione di una attrazione carnale, che scivola come fosse seta e diventa uno degli amori più belli che siano mai stati raccontati.
In poche righe, in poche pagine, c'è il mondo intero che si inginocchia davanti alla purezza dei sentimenti che si sciolgono tra le parole di chi ama in un modo che resterà ai più incomprensibile.
E allora non esisterà fine, nessuno potrà cancellare un amore fatto di seta e di sguardi, di parole spezzate, di inchiostro nero e nostalgia.
Per tutti colori che dicono e che hanno detto che è una lettura inutile, provate a lasciarvi toccare da quell'atmosfera.
Anzi no.
Provate ad immaginare cosa si può provare ad amare qualcuno in quel modo.
No, non potete farlo.
Non si può immaginare, si può soltanto vivere.
Vivere quella nostalgia significa avere sempre addosso quel velo di infelicità, ma chi lo ha provato sa che ne vale la pena, sa che vale la vita.
Sa che ti prende dentro e brucia.
E sa che non ci sarà più tempo per fuggire nè forza per resistere, ciò che doveva essere, è adesso e sarà per sempre.

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Sophie Opinione inserita da Sophie    01 Marzo, 2013
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Pecora nera...

Mi rendo conto di essere una pecora nera...ma scusate a me proprio non è piaciuto! L'ho trovato davvero inutile, privo di storia, senso e trasporto, non ho provato emozioni leggendo. L'avevo trovato su una top ten di romanzi al 2 posto e l'ho subito letto incuriosita...2posto??
Non l'ho trovato così fluido nella lettura e mi è sembrato come se l'autore stesse cercando di comunicare una nota di mistero e suspance, calcando troppo la mano e senza riuscirci.
Forse dipende anche da che età hanno i lettori...
Per tempo e soldi buttati...

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AndCor Opinione inserita da AndCor    23 Febbraio, 2013
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L'arrivo dell'Amore. Con le scarpe di velluto.

Eh sì, Baricco non poteva scegliere un titolo più azzeccato di 'Seta'. Perchè si tratta di un romanzo lindo, soffice, vellutato, elusivo, sfuggente, leggero. Proprio come la seta. La seta di eccelsa qualità.

Fa da 'padrona di casa' una narrazione semplice e basilare, con una vicenda fiabesca che nasce quasi dal nulla, si sviluppa in silenzio e si conclude senza fare alcun rumore. Senza lasciare tracce. Come se quella seta vellutata scivolasse lentamente fuori dal tuo campo visivo e nemmeno te ne accorgi.

I personaggi principali si presentano con dei nomi musicali, a tratti onomatopeici, e si muovono come in una 'bolla atemporale' di illusioni, sospensioni, e di 'silenzi bianchi' che frequentemente ricorrono nelle pagine del romanzo.

Un libretto breve, efficace, leggiadro e straordinariamente essenziale: ne sarà protagonista il commerciante di bachi da seta Hervè Joncour, il quale vedrà la sua vita modificarsi lentamente sotto l'effetto dell'Amore vero. Quell'Amore profondo che permea in maniera labile - e, addirittura, a tratti, subdola - nell'intimo di quell'uomo. Permea silenziosamente. Furtivamente. Quasi come se indossasse delle scarpe di velluto.

Comunque, in fondo, c'è un pò di Hervè Joncour in ognuno di noi, perchè chi in vita sua non è mai stato rapito, colpito, fulminato, conquistato, sconvolto, annichilito, svuotato, disintegrato da uno sguardo etereo e voluttuoso? Nessuno di noi. Ciascuno di noi.
E la maestria di Baricco sta tutta nel trasportare, traslare il suo romanzo dalle pagine del libro alla profondità dei nostri pensieri, raggiungendo persino il nostro Io più recondito. E riesce nel suo intento utilizzando parole leggere. Parole fragili. Come un filo di seta.

Concludendo, 'Seta' è la rappresentazione di un uomo di fine '800, con le sue paure, le sue debolezze, la sua incapacità di riconoscere l'amore, che, di colpo, fulmineamente, subdolamente, vellutatamente trova l'essenza dell'Amore. Quell'Amore che scuote le folle. Quell'Amore che scardina il razionale. Quell'Amore che coccola le anime più anelanti. Quell'Amore irripetibile.
Irripetibile.
Irripetibile.

'E quella ragazzina continuava a fissarlo, con una violenza che strappava a ogni sua parola l'obbligo di suonare memorabile.'

Chapeau.

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faithpirate Opinione inserita da faithpirate    02 Gennaio, 2013
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Ignoto e ignoto resterà

Eeeeeh tanto da riflettere e da dire su questo libro. Partiamo dal presupposto che ho voluto leggerlo per capire, come mi succede spesso, il suo successo e le emozioni riportate da tante persone.
Tante persone lo definiscono come 'pura seta', 'puro incanto' etc.. e io ci sono rimasta male, mi aspettavo un capolavoro.. e invece non ho trovato quello che diceva la maggior parte della gente.
L'ho trovato così..boh..privo di spessore per i miei canoni, poi mi sono sforzata, l'ho riletto per capirlo meglio.. e sono sincera, ma non mi ha lasciato assolutamente nulla.
Una scrittura mediocre che sembra voglia copiare i grandi, di personale, di autentico non ho trovato nulla, sarà una mia mancanza, ma perdonatemi non mi è piaciuto minimamente.
Storiella passabile, ma non da definire capolavoro.. e questo libro ha confermato la opinione riguardo gli scrittori italiani, solo Benni è riuscito a darmi qualcosa, per il resto non mi avvicinerò più ad uno di loro.
E soprattutto non comprerò altro di Baricco, sarebbe uno spreco di soldi.

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Valentinamusella92 Opinione inserita da Valentinamusella92    19 Novembre, 2012
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Il mio libro preferito

Seta: il mio romanzo preferito, al quale devo la mia passione per la lettura. Scritto davvero benissimo, breve ma intenso ed emozionante. Una storia d'amore particolare dalle altre della letteratura, che per essere capita appieno va letta.

P.S. Sconsiglio il film, che non rende bene le emozioni e le sensazioni dei protagonisti

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mimma Opinione inserita da mimma    19 Novembre, 2012
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AMORE DI DONNA

L'inno all' AMORE, quello VERO, SILENTE, PAZIENTE, DEVOTO... di sua moglie.
Accanto a lui, pronta, vicina e da lui mai raggiunta. Capace di intendere l'amore del marito così come lui lo immaginava, così come lui lo desiderava così come non sapeva vedere.
Quando l'idea prende forma nei sui tratti più intimi, lei non c'è più, il suo tempo è finito.
...impariamo a riconoscere quello che desideriamo tra ciò che ci circonda, per non vivere una intera esistenza con l'ansia di chi rincorre solo un'idea.

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DanySanny Opinione inserita da DanySanny    21 Giugno, 2012
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Prosa Poetica

I libri sono fatti di parole, frasi, capitoli.
Seta invece è inchiostro nero e spazi bianchi. Il bianco del nulla. Dei silenzi della vita.
Perché Seta, prima che sui fatti, si concentra sui vuoti, sul bianco, su quell'incompletezza personale da colmare.
Da colmare in Giappone, al confine del mondo, in un mondo quasi onirico, scarno. Impalpabile.
In Giappone c'è la seta.
Rossa, arancione, gialla.
La Seta di una bellezza unica, silenziosa. La seta di sguardi che balenano incerti ma intensi tra due capi della tavola. La seta di occhi occidentali. Di una ragazza. La seta della passione, della completezza.
Seta verde.
Quella della speranza, del futuro. La seta dell'indefinito e dell'infinito. La seta che abbatte la disperazione e che dilata i confini del mondo.
Seta nera
Quella della guerra. Della distruzione.
Poi c'è la seta bianca.
Quella della purezza di un ragazzo. Una seta che conquista tutti i colori, il rosso, il verde. Infine il nero. E poi si lacera.
E' vero, ci sono vari colori. Ma la seta rimane leggera. La senti appena. Poi scivola via.
Come le parole, le frasi e i capitoli. E i bianchi. Tutto scivola via, con un leggero fruscio. Con una traccia labile. Baricco scrive poesia camuffata da romanzo e come la poesia è necessario fermarsi a riflettere. Fermarsi ad interpretare il bianco. Ma tutto scivola, ti lambisce, ma non ti travolge. Ti muovi su frasi, versi incantati, di bellezza leggera. Per capire bisogna leggere.
Tra me e Baricco c'è un muro, invalicabile. Seta non è il mio genere. Non amo la poesia. Non ne ho compreso appieno il senso. Seta è un romanzo sui silenzi della vita, sulla passione (parola che per intensità è quasi ossimoro del libro stesso) che sconvolge, dall'interno, la monotonia della vita. Ma c'è qualcosa che mi sfugge, come mi sono sfuggite le parole.
Leggetelo, per conoscere Baricco. E' indescrivibile. Si potrebbe dire molto altro sui parallelismi del libro, sui rapporti simbolici tra personaggi e significati altri. Ma rischierei di lacerare la seta. Di appesantirla e farla diventare velluto.
Il velluto è di Helene, la moglie di Hervè, la realtà; la seta, leggera, è di quella ragazza dai tratti occidentali. La seta è del desiderio.
Seta. Un ideogramma delicato, leggero, unico. Un ideogramma di vita.

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rondinella Opinione inserita da rondinella    17 Giugno, 2012
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Impalpabile come la seta giapponese

Leggero. Leggero come la seta giapponese.
Questa è la prima sensazione che mi è rimasta una volta finito il libro.
Leggero perché non è... un romanzo.
A me questo libro è sembrato un racconto di momenti, di istanti vissuti, di viaggi incompiuti, di paesaggi dipinti.

Uno stile bellissimo, leggero, setoso: è stato stupendo leggere quelle righe delicate e fluide, che volano via lasciando l'impressione di leggere una poesia scritta in prosa.
Davvero, concordo pienamente con chi ha detto che questo autore merita di essere letto anche solo per conoscere la sua penna. E' la prima opera che leggo di Baricco ma sono sicura che ne conoscerò altre.

I momenti rappresentati sono quelli dell'uomo Hervé Joncour: lui non ci dirà nulla di se stesso in prima persona, ma lascerà che sia l'autore a descriverlo interiormente con tratti eleganti, particolari ma comunque umani.
Ci racconterà brevemente del suo viaggio in Oriente, della danza degli sguardi, delle lettere giapponesi... momenti semplici, ma dotati di grande intensità.
Una lettura che rimane: non è nulla di articolato o raffinato, ma la sua forza è questa: breve e diretto, dice tutto quello che deve dire senza fronzoli inutili.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    15 Giugno, 2012
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Danza di sguardi

E' incontro tra mondo occidentale e mondo orientale, tra un commerciante francese di bachi da seta e una ragazza che, durante un viaggio in Giappone, lo strega con i suoi occhi. Questo è un altro bel romanzo di un autore italiano che adoro. E' un romanzo limpido e leggero, come la seta. E' breve, efficace, essenziale. E' fatto di sensazioni, allusioni, silenzi, sospensioni. Senti qualcosa di frusciante e impalpabile mentre leggi. Ed è sensazionale che uno scrittore riesca ad agire sul senso del tatto del lettore. E' segno di una grande capacità narrativa il saper trasmettere queste emozioni.

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Cla93 Opinione inserita da Cla93    23 Mag, 2012
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Persa tra inchiostro e parole

Ecco, ci siamo. Finalmente ci siamo.
Sapete quando un libro vi fa rabbrividire? Avete provato anche voi una sensazione del genere, immagino: rabbrividire di piacere.
Ebbene: Baricco mi ha fatta rabbrividire.
Lo ha fatto con il suo stile, con il suo linguaggio, con i suoi personaggi che sembrano dipinti da Caspar David Friedrich, in un posto che è “alla fine del mondo”.
Alla fine del mondo, come il Giappone, per il trentenne Hervé che vende bachi da seta, e deve andare in questa terra lontana per prenderne le uova, perché solo in Giappone queste ultime non sono state infettate da una malattia. E in Giappone egli scopre un mondo diverso, si scopre un uomo diverso.
Le parole scivolano via come neve, e scorrono sulla pelle come l’acqua quando si è sotto la doccia. Dalla prima all’ultima pagina ho amato questo capolavoro; le pagine mi hanno risucchiata e rinchiusa tra il loro inchiostro facendomi sognare, immaginare e sperare per qualche tempo (troppo breve) di essere in un altro luogo, in un altro tempo, in un’altra vita.

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Musica Opinione inserita da Musica    13 Mag, 2012
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Vale la pena conoscere il suo stile di scrittura

Baricco ha uno stile inconfondibile dettato dalla sua rigida lucidità.
Non è uno di quegli autori la cui scrittura rimane impressa, come marchiata a fuoco
nell'animo. Piuttosto, il suo stile è quasi freddo e impenetrabile, ma non per questo superficiale.
Ogni volta che leggo qualcosa di suo, mi viene da pensare ad una voce fuoricampo
che pronuncia con interesse spassionato le parole di un racconto.
I suoi romanzi, Seta in primis, sono compatti. Una matrioska fatta di contenuti ciascuno
con la sua diversa misura e la chiave di lettura ha uno stile riconoscibile, ma quasi mai prevedibile.
Non sono affezionata a Baricco, eppure dentro di me, dopo ogni sua lettura, resta
qualcosa di molto scandito e mentale che mi porta a riflettere.

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    12 Marzo, 2012
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Un filo di pura seta

Posso scrivere meraviglioso e concludere qui la recensione ?
Meraviglioso, poi il silenzio di una pagina bianca.
Non posso ? Peccato, sarebbe stato perfetto. Perfetto, come un foglio di seta leggera , quasi trasparente.

Baricco l' artista. Sono al suo terzo romanzo e credo di poter asserire che non e' solo scrittura.
E' un dipinto, e' musica, e' il canto degli uccelli, e' come un dono.
La storia di un uomo, tra Francia e Oriente, i bachi da seta e la preziosa stoffa .
Paesaggi accennati in cui ti sembra di affondare, uccelli dalle ali azzurre che cinguettano il canto di un messaggio d'amore. Poi il viaggio, i sentimenti, la vita.
Un uomo attraversa il mondo, camminiamo in punta di piedi scalzi sulla sua vita, scivola sulla pelle il vento dei capelli di una donna . Ci bagnano le lacrime dell'amore.
Aspettiamo che in penombra ci leggano una pergamena giapponese, il cui significato ci e' sconosciuto.
Giungiamo sulla riva di un lago e fra le piccole onde soffiate dal vento, sorridiamo alla vita lieve di Hèrve Jancour.
E' un'esperienza, troppo poco dire una lettura.

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AndreaDm Opinione inserita da AndreaDm    14 Ottobre, 2011
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nostalgia d'amore

" Non ho mai sentito nemmeno la sua voce"



I sentimenti non hanno mai avuto una razionalità e non hanno mai avuto bisogno per forza di un motivo per nascere, sono già lì, aspettano solo la persona giusta.
Questo testo, una piccola storia di Baricco è ricca d'avventura, di sentimenti passionali e struggenti, struggenti come il risvegliarsi e comprendere che le persone che amavi non ci sono più ed è troppo tardi per rimediare ai propri errori. Mentre lo leggi hai un po' l'impressione di vedere una variante del film su Amelie Poulain (il meraviglioso mondo di Amelie), dove c'è questa voce che racconta la storia, il mondo e questa musica di Yann Tiersen di sottofondo che modula armonicamente sui suoni tipici orientali. La citazione che ho riportato è una frase significativa di ciò che ho scritto all'inizio e suona quasi come incompleta, penso volesse specificare anche un "non ho mai avuto bisogno di sentire la sua voce per amarla". Questa piccola-grande storia ha dei colpi di scena di cui molti vanno dritti al cuore e di fondo, sono degli insegnamenti da portare sempre con sè, come un piccolo tesoro. Diceva l'attore nel film Novecento su testo di Baricco: " non sei mai fregato veramente se hai una bella storia da parte e qualcuno a cui raccontarla" e penso che questa sia una di quelle.

Buona lettura!

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Lemon Drop Opinione inserita da Lemon Drop    27 Settembre, 2011
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Seta

Una meravigliosa lettura in cui il passo felpato e lento con cui gli eventi si districano ingloba il lettore in un universo in cui il silenzio è piacevole e in cui è facile vedere attraverso le parole, che risultano vicine ma leggere e quasi impalpabili.
Un racconto in cui la frenesia è annullata e persino l'amore non è rappresentato da una forte carica esplosiva ed emotiva: si compone di sguardi e in un certo qual modo, di rassegnazione.
"Seta" è stato il primo libro che mi ha avvicinato al mondo letterario di Baricco e non ho ancora intenzione di abbandonarlo.

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SaraDuranTini Opinione inserita da SaraDuranTini    26 Settembre, 2011
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Poesia!

"Per vivere, Hervé Joncour comprava e vendeva bachi da seta". Era il 1861, in una qualche regione della Francia meridionale, in un paese dal nome Lavilledieu, Hervé, un giovane di trentadue anni, comprava e vendeva bachi da seta "quando il loro essere bachi consisteva nell'essere minuscole uova". A causa delle epidemie che spesso colpivano gli allevamenti europei, Hervé comprava le uova in Siria o in Egitto. I suoi viaggi avventurosi duravano dagli inizi di gennaio fino alla prima domenica di aprile, quando, carico di uova color giallo o grigio, tornava a Lavilledieu dalla moglie Hélène in tempo per la messa.

Quando qualcuno gli chiedeva com'era l'Africa, lui rispondeva: "Stanca". E quel continente stanco si rivelò, qualche anno dopo, la causa di un cambiamento che avrebbe sconvolto la sua vita. L'epidamia raggiunse l'Africa e persino l'India. L'ultimo viaggio di Hervé fu fatale: le uova, al suo ritorno, erano completamente infette. Questo significò un arresto del sistema economico di quella piccola cittadina del sud della Francia che si reggeva, quasi interamente, sulla lavorazione di bachi da seta.

In seguito ad una riunione con Baldabiou, alcuni commercianti ed operai di Lavilledieu, Hervé decise di partire per il Giappone. Baldabiou, un uomo che aveva investito, vent'anni prima, nella costruzione di sette filande, in una notte d'agosto spiegò a Hervé dove si trovava il Giappone: "Sempre dritto di là" e alzò il bastone indicando i tetti di Saint-August.

Iniziarono in questo modo i viaggi in Giappone di Hervé Joncour, il trentaduenne che non si fermava di fronte a niente e a nessuno. Deciso a salvare il destino del suo paese e forse anche il suo, Hervé attraversò posti che non aveva mai visto e andò sempre dritto, proprio come gli aveva insegnato Baldabiou. Arrivò in Giappone, venne ricevuto alla corte di Hara Kei, un uomo potente e venerato da tutti che conservava le uova più pregiate del mondo. Hervé, nel corso degli anni, imparò a frugare negli occhi di quel potente signore, silenzioso e schivo, accompagnato da una ragazzina il cui volto era coperto da un velo, solo gli occhi erano visibili ed erano occhi occidentali, che sembrava volessero parlargli.

Un gioco di sguardi seducenti, una ricerca, una scoperta. Quella di Hervé divenne una voglia quasi ossessiva di tornare in Giappone, ancora una volta, un'ultima volta, per rivedere quegli occhi, lo sguardo di quella bambina. Mai una parola tra Hervé e la bambina, solo sguardi fugaci, rubati all'austerità della corte di Hara Kei, alle regole di una cultura fondata sull'onore e il rispetto, alla mancanza di coraggio che entrambi preservarono. Queste emozioni paralizzarono la vita di Hervé, il quale aspettava con ansia i viaggi futuri, fino a quando una guerra dolorosa spezzò l'incanto di quella magia.

Seta è un romanzo breve, dove la prosa diventa, come solitamente accade nei libri di Baricco, poesia, naturale immaginazione di un mondo altro, un mondo non accessibile a tutti. La prosa come un tempio dove la voce si trasforma in melodia e la percezione di se stessi è eterea e impalpabile. Un libro magnifico che racchiude in sé anni di letteratura. Un romanzo senza precedenti pubblicato per la prima volta nel 1996 da Rizzoli, successivamente ripubblicato da Feltrinelli e da cui è stato tratto l'omonimo film nel 2007 per la regia di Francois Girard.

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Indigowitch Opinione inserita da Indigowitch    26 Settembre, 2010
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Oleografico

"Seta" è la prima opera che ho letto di Baricco.
Non sono d'accordo con chi ha definito questa storia "patetica".
L'aggettivo "patetico" implica un eccessivo indugiare sui sentimenti umani tale da renderli ridicoli.
Invece "Seta" è una storia narrata con stile limpido, scarno, e ciononostante elegante.
Non c'è affatto un soffermarsi dello scrittore su sentimenti quali la tristezza, la nostalgia, l'amore.
Quando questi vengono evocati, in qualche modo, è proprio con la stessa leggerezza di una sciarpa di seta che ti sfiora la guancia.
E' chiaro che Baricco sappia scrivere e che sia molto furbo.
Quando lessi la prima volta "Seta" rimasi affascinata dall'essenzialità dello stile, dall'ambientazione tra Europa e Asia, nella fattispecie Francia e Giappone, in un passato lontano ma non troppo, misterioso, ma solo quel tanto che basta.
Tuttavia, alla fine del libro, non c'era modo di esprimere quello che mi aveva lasciato.
La ricerca affannosa, da parte dell'uomo, di amori irraggiungibili?...Non solo.
La solitudine di un uomo che fino a poco tempo prima aveva tutto ciò che si possa desiderare per una vita felice?
Forse.
Ma Baricco si limita a raccontare,o, sarebbe meglio dire, dipingere con perizia le sue situazioni, i suoi personaggi.
La stessa perizia di un giapponese quando deve dipingere un ideogramma.
Non sono particolarmente importanti le speculazioni interiori, o comunque, quando uno spunto di riflessione viene suggerito, è sempre espresso con una neutralità che sconfina nell'esercizio di stile.
Che dire...lo definirei ineccepibile stilisticamente ma lezioso.
Patinato senza scadere nel barocco.
Da leggere per desiderio di conoscenza e per capire l'astuzia di questo scrittore. A livello esistenziale non ti cambia certo la vita.

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kiko Opinione inserita da kiko    10 Agosto, 2010
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L'uomo si nutre di illusioni

Un racconto meraviglioso, che si legge tutto d'un fiato, ricco di descrizioni, colori, immagini e con un epilogo inaspettato che rappresenta una bellissima dichiarazione d'amore.
Scritto in maniera splendida.

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Gabriella79 Opinione inserita da Gabriella79    14 Giugno, 2010
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dieci e lode

A me questo libro è piaciuto tantissimo, talmente tanto, che sono andata a vedere la trasposizione cinematrografica e avrei preso a mazzate serie il regista, che ha rovinato la poesia di seta.
Libro affascinante, Baricco in questo libro non è fantasista come lo è stato in oceano mare, ma si immedesima in questo personaggio che vive di illusioni, e per tale illusione non si gode il suo amore, e la sua donna ama per entrambi, ama talmente tanto da incorporare l'amore di tre persone in uno. Poesia nella nebbia. Bellissimo

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Opinione inserita da giulia-cellist94    21 Luglio, 2009

Seta, il romanzo della vita

“Seta “ di Alessandro Baricco

La seta, quella stoffa delicata e tanto pregiata in ogni angolo della terra, dai colori sgargianti o tenui, al tatto morbida ed ineguagliabile era la sintesi del mondo di Hervè Joncour, protagonista del romanzo. Comprava e vendeva bachi da seta e con loro viaggiava almeno una volta l’anno da Parigi fino alla “fine del mondo”, come veniva denominato il Giappone. Tutte le volte Hervè tornava nella sua adorata cittadina Lavilledieu, per assistere di nuovo alla consuetudine della sua esistenza parigina ed alla magia della schiusa dei bachi Giapponesi.”Seta” non è il romanzo di Hervè Joncour, ma del silenzio della vita, del mistero del nostro avanzare nel perpetuo scorrere del tempo, di nascosto al mondo. Come Hervè, ci barcameniamo tra le dinamiche psicologiche delle persone che ci circondano e rimaniamo estasiati dai tanti uomini che, come Berbek ,altro personaggio del romanzo, illuminano il nostro pensiero. Infatti Jean Berbek, concittadino di Hervè, ad un certo punto della sua vita decise che non avrebbe parlato mai più, probabilmente perché ogni sua parola, o quella pronunciata da qualsiasi individuo, qualsiasi tentativo di sconvolgere l’equilibrio delle emozioni e delle azioni, avrebbe danneggiato la serenità e l’essenzialità dei suoi giorni. Da quel fatidico momento in poi Berbek capì che poteva vivere a pieno il suo tempo, in silenzio, non avendo più nulla da dire al destino, meravigliato dal solo correre delle sue giornate. Anche Hervè contemplava la sua vita, nello stesso modo in cui si osserva una giornata di pioggia, lasciando che il “fato” scrivesse il suo futuro. Non ferveva in Hervè alcun desiderio di vivere la sua esistenza, ma essa sarà la stessa che lo porterà a conoscere la riflessione, la passione e l’amore secolare . E' la vita stessa con la sua unicità e grandiosità che induce Hervè a viverla pienamente abbandonandosi, inevitabilmente all’ emozione che essa provoca. E’ questa l’eroicità che l’autore celebra nel romanzo: assistere alle vicende della propria vita con tanta dedizione da lasciarsi silenziosamente trasportare credendo, seppur inconsciamente, nel suo grande valore. A. Baricco, inoltre ,servendosi di uno geniale stratagemma letterario, rende contemporanea ed identica quella di Hervè all’eroicità di Salammbo descritto da Flaubert e a quella di Abraham Lincoln nel “combattere una guerra di cui non avrebbe mai visto la fine”. Essere immobili davanti alla vita, in qualche modo concentrati sulla sua rappresentazione, come spettatori, induce a ridimensionare i sentimenti più deboli e le emozioni più forti in un intimità condivisa con l’amore ed introspettiva allo stesso tempo. Hervè amava Helène, sua moglie, e di nascosto al mondo, il loro amore cresceva in una consuetudine quasi sacra come la “Messa Grande”, celebrata nel periodo di Pasqua a Lavilledieu. Il mercante di bachi da seta Hervè tornava, infatti, dal Giappone per regalare di nuovo a sua moglie il calore di un abbraccio e per partecipare quindi, ai prudenti riti spirituali della sua esistenza. Dall’altra parte del mondo, invece, una passione misteriosa, senza voce, e vestita di seta sgargiante rendeva affascinanti i viaggi di Hervè verso un angolo del Giappone immerso in una quiete assoluta,. che aveva il potere di far dimenticare tutto ciò che fosse stato al di fuori delle sue ombre. Nessun rumore turbava la serenità del villaggio di Hara Kei, in cui si agitava una solitudine felice e condivisa nell’ equilibrio infinitamente preciso e fiabesco di una sorta di esistenza reinventata e posta su un bel palcoscenico affascinante. Con la mente smarrita, vincolata solamente dai ritmi vitali dei bachi da seta, che sempre lo riconducevano in Francia, Hervè godeva della sua passione. Così ogni animo umano impara ad ascoltare il fruscio nascosto della passione, che aleggia inquieto sul silenzio bianco e apparentemente troppo adamantino della consuetudine. Nel momento in cui la nostra passione d’amore o di qualsiasi altro tipo, quella più evidente e travolgente perché fuggevole, viene a mancare, si scopre l’irripetibilità dei momenti trascorsi sostenuti da essa.. Il bambino giapponese che spunta tra le rovine del villaggio è la metafora dell’istintivo desiderio di continuare ad amare, pur essendo confinati nelle rovine della passione.E’ con l’ingenuità e lo sguardo di un bambino, infatti, che riusciamo ad andare oltre “la fine” con un approccio essenziale, curioso e comunque disinteressato verso il mondo. D’altra parte questo sguardo da spettatore verso l’avanzare del proprio tempo era quello iniziale. Se ci si sottrae alla vita dimenticando le sue meraviglie, per concedersi follemente alla passione momentanea, l’esistenza malinconicamente ci uccide, anche se per poco, il tempo di un istante appassionato, e poi ci fa rivivere in essa, ogni volta più grandi, tanto attesi come amori lontani. La salvezza è data proprio da questo ritorno alla vita ancorata ai sentimenti,all’amore che Helène, la moglie, nutre per Hervè. Questo amore, con la sua voce unica, bellissima, dolce e rassicurante, è la musica che rinvigorisce tutte le avventure di Hervé, sempre in contrapposizione al silenzio della sua inerzia esistenziale. L’ultima melodia appassioata che può ascoltare Hervè è una lettera scritta per lui in caratteri giapponesi, scritta da Hélène con le sue parole più profonde, impresse sulla carta dalle mani della mistica donna giapponese Madame Blanche. Helène, così facendo, infatti, aveva voluto appropriarsi di quel fascino giapponese che tanto a lungo aveva rapito il suo amato, ed usarlo come filtro espressivo della sua passione autentica e realmente forte.La lettera, traboccante di nostalgico desiderio, era l’illusione di cui Hervè aveva bisogno per capire, dopo la morte di Hélène, quale reale passione avesse avuto accanto da sempre. La vita aveva giocato silenziosa, cercando di trasportare una passione fuggevole estranea all’amore, a colorare il tempo del proprio avanzare. In realtà la costanza dei sentimenti, nascosta c’era sempre stata ed Hervè non l’aveva mai colta fino in fondo. Nel momento in cui, però, questo carattere eterno dei sentimenti si allontana con la morte di Hélène, Hervè ne ha sentito bisogno e l’ha identificato egli stesso nella vera passione della sua pioggia-esistenza, la goccia più importante. Nel frattempo, Baldabiou, il più fedele amico di Hervè intraprende la strada maestra, non quella pirandelliana della “Pazzia”, ma di una vita ricca di passioni, spiccando il volo proprio da Lavilledieu. Così facendo aveva mantenuto una promessa fatta alla sua sorte, in nome di un incondizionato amore per il lato avventuroso della vita. Anche Baldabiou, come Hervè, avrebbe raggiunto prima o poi la vecchiaia, il preludio della morte in cui si inizia a curare la propria vita “con l’incontrollabile tenacia di un giardiniere al lavoro”. Nel romanzo tutto è descritto da Baricco con parole sempre magicamente accostate tra loro e intrecciate in un equilibrio dalla perfezione quasi sconcertante.“Seta “ è il romanzo in cui reale protagonista è la vita, intesa in modi diversi, vestita da tessuti che, come la seta, assumono diverse colorazioni, quello della camicia da notte di Hélène o del vestito della ragazza giapponese.
Quella descritta da Baricco è la vita cullata oppure osservata, distrutta o desiderata, fiabesca o troppo reale, adorata o ripudiata, ma pur sempre permeata dalla sua imprescindibile emozione, il cui eponimo è proprio l’amore appassionato, non fuggevole,ma secolare. Quando la durevolezza dei sentimenti lo desidera fortemente, scaturisce una passione autentica e dettata dal profondo, che per il suo potere primordiale, esercitato da sempre sull’animo umano, è l’unica che lo sconvolge realmente e fa della pioggia caduta, del lago della sua vita passata, un’unica malinconica “lieve” apoteosi d’amore tutta da contemplare, sempre.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Consigliato a chi ha letto tutti i romanzi di Alessandro Baricco, Gertrud di Herman Hesse e tutte le storie e i grandi classici che raccontano la vita come un'unico incommensurabile atto d'amore.
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