Nessuno si salva da solo
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Le riflessioni sparse che salvano il libro da un p
Onestamente credo sia un tema abbastanza attuale quello trattato dal libro: il divorzio, la separazione di due che prima si amavano.
E forse l'idea dell'autrice era proprio quella di scrivere un libro nudo e crudo a riguardo.
Credo che ci sia riuscita, nonostante tutto.
Però forse era troppo.
L'ho trovato un po' confusionario nel raccontare. Capisco che una parte fosse il momento della cena e gli altri fossero ricordi, ma credo che il tutto sia stato poco scorrevole.
Era normale che non avesse capitoli, e a non a quello che mi riferisco. E anche il fatto di far vivere i ricordi così come i protagonisti li ricordano durante la cena è stata una bella idea, però credo sia stato più un discorso di linguaggio. Un linguaggio molto spontaneo che forse alle volte traeva in inganno e mi traeva in confusione.
Di per sè la storia era promettente, tematiche comuni ma comunque poteva uscire una bella storia.
E devo ammettere che ci son state molte belle riflessioni, davvero tante. Non te le aspettavi, erano lì, subito dopo aver descritto un piccolo dettaglio della casa, per esempio.
Infatti, se proprio devo essere sincera è questo che ha salvato il libro, le riflessioni.
Per alcune situazioni, come ad esempio il descrivere una scena intima con qualcuno ho trovato (alle volte) il linguaggio leggermente volgare. Okay, magari sarò io pudica, non lo so, ma è comunque un'opinione personale.
Nonostante tutto è stato un libro abbastanza veloce da leggere, anche perchè non ha parecchie pagine e se si vuole lo si può leggere davvero in poco tempo.
Io, onestamente, mi aspettavo di più da un libro che è diventato pure un film, ma come avete visto ho avuto alcune opinioni negative.
Una coppia contemporanea
Una giovane coppia alla deriva. Come ce ne sono tante. Alle prese con le disillusioni della vita. Tutta la storia ruota attorno a questi due personaggi, in un’alternanza, molto spesso anche molto mescolata, tra il loro passato, comunque recente, ed il loro presente. Sono due personaggi che si avvitano su se stessi, estremamente negativi entrambi. Cercano di mettere a fuoco la propria vita, fra continui sbagli, personali e congiunti. Così come in tutte le coppie ci sono errori, perché la vita non sempre scorre fluida e limpida come a volte sembra. Lo loro vita non è proprio così: ha ombre, che hanno radici nella loro infanzia, nella loro adolescenza, ombre che li seguono anche nella loro età adulta. E’ una storia che lascia tanto amaro in bocca, non dà positività, non dà un senso di speranza e di luce, ma ti lascia addosso solo malumore. Complice anche lo stile, forte, come sempre per quest’autrice, incisivo, schietto, con frequenti ed eccessive volgarità che non danno colore, come forse era intenzione, ma che distruggono ancora di più, a mio parere, la storia. L’unica ombra positiva è la coppia senior che hanno accanto al ristorante: è un barlume sullo sfondo che lascia intendere che una complicità a lungo periodo non è impossibile.
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cruda realtà
Ho appena finito di leggere il libro e sento come un vuoto dentro, non la solita sensazione, questo romanzo mi ha delusa, non per la trama o per il modo in cui è scritto ma per la fine, ho sperato fino all'ultimo attendendo una riconciliazione tra i due protagonisti, due trentenni divorziati, ho creduto nel loro amore con tutto il mio animo da sognatrice e fino all'ultima pagina ci ho sperato. Ma no, e la fine è l'unica cosa che potrei contestare, lascia un alone di incertezza, ognuno ci può vedere ciò che vuole ed io con il mio ottimismo li vedo insieme, nonostante tutto. Probabilmente però questa è un'idea distorta del concetto che la Mazzantini con il suo linguaggio crudo e diretto voleva trasmettere. Nonostante questo il livello del romanzo è alto, la trama basata sui flashback è toccante e profonda, i personaggi sono particolari, deboli ma raccontano di un amore che era forte e che poi è crollato, durante la cena hanno un'evoluzione, seguita anche dai flashback che ci raccontano della profondità del loro amore e dei loro sentimenti. Nonostante la crudezza del finale, che ha stroncato il mio desiderio di lieto fine, continuo a vedere della speranza, a credere che l'amore possa rinascere, più forte e più maturo e voglio ringraziare la Mazzantini per questa storia emozionante. Consiglio la lettura di questo libro a chiunque ami le storie vere, che ti toccano il cuore lasciandoci un'impronta. Ho visto anche il film e stranamente devo ammettere che è all'altezza del libro, se non superiore. Riesce a rifletterne la crudezza mantengo alta l'attenzione proprio come il romanzo.
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UN MICIDIALE ESEMPIO DI COPPIA CONTEMPORANEA
Secondo romanzo che leggo della scrittrice Margaret Mazzantini, lo avevo comprato quando era uscito nel 2011 ma che non ero mai riuscita a concludere la lettura.
Lo avevo acquistato sulla scia di “Venuto al mondo”che avevo amato molto e credevo, erroneamente, che lo stile fosse lo stesso del precedente.
Dovevo capirlo subito già dalle lunghezza del libro, che questo romanzo era l’opposto di quello che avevo appena finito.
L’ho ripreso in mano solo ora dopo aver visto il trailer del film, che mi aveva colpito anche se gli attori non mi hanno convinto piu¬` di tanto.
I protagonisti di questa storia sono Gaetano e Delia, che si ritrovano una sera a cena a discutere delle vacanze estive dei figli e questa sarà l’occasione per riflettere sui motivi della fine della loro storia d’amore.
Loro si conoscono dieci anni fa ed entrambi sono delle persone che si portano gia’ dentro dei demoni che devono combattere, Delia ha un problema con l’anoressia e Gaetano è uno scapestrato che non sa ancora cosa fare della sua vita.
Si mettono insieme, si amano, si fanno del male, si tradiscono, si offendono “Due velleitari pieni di buchi emotivi”.
La scrittrice ha voluto raccontare le difficoltà che oggi incontrano le giovani coppie che decidono di sposarsi, fare una famiglia e che poi inesorabilmente l’amore che prima li univa svanisce.
E quando non ci si ama più, si dicono cose che non si pensano e si vedono tutti i difetti del compagno/a, che prima non avevano importanza,in più se, come nel loro caso ci sono di mezzo anche dei bambini, tutto si complica. Non si riconosce più la persona che si amava anni fa e non la si capisce più come una volta.
La prima difficoltà che si incontra nella lettura di questo romanzo , è il linguaggio usato che è molto crudo e diretto difficile da trovare in un libro, di solito certi termini non vengono utilizzati. Sicuramente la Mazzantini lo fa’ per essere più vicino nel raccontare la vita di tutti i giorni di una coppia comune.
Una scrittura così ti spiazza soprattutto se prima hai letto Venuto al mondo come me.
Il rapporto si può salvare, ma non da soli come dice il titolo”nessuno si salva da solo”, ma entrambe le persone devono fare insieme questo passo.
Una cosa che non ho sopportato è che Delia e Gaetano affrontano i loro problemi senza considerare i propri figli, sono due persone che si arrendono oltre alla fine del loro amore anche allo stato di non essere dei bravi genitori .Vivono il dolore di un amore finito, che però si ripercuote anche nella vita dei loro figli.
I personaggi risultano antipatici a mio avviso più Gaetano che Delia che pero’ in alcuni momenti diventa veramente irritante , non capisco perché l’autrice abbia voluto parlare di una coppia che dopo anni d’amore si odia con cosi’ tanta rabbia.
Devo dire che di per sé questo libro non ha una trama, non c’è una storia vera e proprio, c’e’ solo il dolore che entrambi provano per il loro amore finito, ma credo che prima di arrivare a questo punto si deve avere il coraggio di dire basta.
“Due timidi asfaltati di rivalse che si palleggiavano una sola mitomania, quella della loro unione".
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- sì
- no
"Chi sei?"
“Si chiede quando sono diventati così pesanti...”.
Piombo come le parole che cadono ad una ad una su un amore in agonia e come le frasi che annichiliscono. Piombo come il fallimento, il triste spettacolo di un sogno che si sgretola.
Ripercorrere gli avvenimenti del passato per capire quando è iniziata la fine - e soprattutto perché - è un percorso difficile e insidioso.
Forse tutto comincia dalla sgradevole sensazione di convivere con un'estranea:
“Chi sei? Perché devo sciropparmi tutto di te?”.
O forse il vizio è di fondo e sta nell'illusione da cui ci si lascia consapevolmente cullare nei primi tempi della passione, quando ci si sente ancora così diversi dagli altri, così unici.
Con uno stile asciutto e caustico punteggiato di turpiloquio, la scrittrice sviscera i sentimenti e li lascia lì ad imputridire, senza pietà.
Non fa sconti, né sull'amore coniugale con tutti i suoi inganni né su quello per i figli, che a tratti appare quasi dissacrato.
Il romanzo trasuda rabbia e disincanto, mentre la speranza di un riavvicinamento che ogni tanto fa capolino finisce per gettare una luce ancora più squallida sulle macerie.
Delia e Gaetano, due che da un pezzo tirano a campare con le ambizioni appese al chiodo, ma che insieme proprio non ce la fanno.
Lei non lo ama più, avvelenata dal rancore:
“Mi hai fatto entrare nel tempio e poi mi hai fatto strisciare”.
Lui forse ci crede ancora: “Hai sempre comandato tu, grande puttana, grande sogno perduto”.
Chi può salvare una coppia che sta sull'orlo di un baratro?
Nessuno, perché entrambi sanno dove colpire per fare il più male possibile, non risparmiano colpi bassi e si spingono giù a vicenda in un abbraccio mortale, “vittime e assassini nello stesso buco di cucina”.
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Nessuno si salva da solo di Margaret Mazzantini
Bellissimo e struggente questo romanzo, che parla di una coppia di trentacinquenni neo separati con figli, con tutti i problemi e le preoccupazioni che ne derivano.
Il linguaggo è brutale e la scrittura e' cruda, schietta, forte e intensa: ti sbatte in faccia i pensieri e le emozioni dei protagonisti senza filtri, lasciandoti spesso spossato e senza fiato. Per raccontare una coppia allo sfascio, però, l'autrice non poteva scrivere in altro modo, se non in questo.
Chi è separato sa quanto sia doloroso, agli altri tocca immaginarlo e durante la separazione la cosa più difficile è proteggere i figli, che spesso la vivono come un vero e proprio lutto.
E' probabilmente il libro più coinvolgente che io abbia letto negli ultimi mesi.
Delia e Gaetano rappresentano la mia generazione, in bilico tra la giovinezza e l'età matura: abbastanza grandi da avere una famiglia (con tutti i problemi che ne derivano), ma non ancora per essere tranquilli e godersi gli agi che i nostri genitori avevano alla nostra stessa età. Ancora spesso con un lavoro precario e dei figli da crescere (con le esigenze e le necessità che essi comportano), ma senza la sicurezza economica di poterlo fare. Di conseguenza molto stressati, insicuri e deboli e per questo anche i nostri rapporti sentimentali sono sempre sul filo del rasoio e spesso vanno a naufragare.
L'autrice, nel racconto, alterna il momento presente (una cena fra i due ex coniugi, per decidere alcune cose pratiche per la gestione dei figli) ai momenti più tristi e più felici della loro relazione (tramite dei flaskback). Le emozioni dei protagonisti sono molto forti e amplificate: quelle di chi ha vissuto la frustrazione del fallimento sentimentale e secondo me l'autrice ha una grande abilità di analisi degli abissi della mente umana.
E' un romanzo molto intenso e passionale, privo di falsi pudori e secondo me chi non lo apprezza è perchè teme di immedesimarsi troppo nella storia dei due protagonisti e vuole scongiurarla, ritenedola troppo lontana dal proprio vissuto.
"Nessuno si salva da solo" è forse un invito che l'autrice ci fa se dovessimo trovarci nella situazione descritta dal romanzo, a chiedere aiuto all'altro o a qualcuno di esterno alla coppia. Perchè spesso da soli è impossibile uscirne.
Voglio trasmettervi alcune delle emozioni che la lettura di questo magnifico romanzo mi ha suscitato, riportando alcuni stralci dello stesso:
"La conosce, ha bisogno di essere squassata nel profondo. La vacuità del benessere la annoia, la spegne";
"Stasera lo sa. Le persone dovrebbero lasciarsi prima di arrivare a quel punto. Dove sono arrivati loro. Perché poi ti resta addosso troppo male";
"Delia guarda il suo ex marito, quella faccia innocente, sempre un po' nauseata. La faccia di uno che non ha mai raggiunto niente, e' sempre scivolato via un attimo prima";
"Perché non stava mai zitta? Perché quella voglia esaustiva di dirgli tutto? Perché non aveva imparato che tutta quella sincerità in amore non serve, rende cattivi?";
"Cosa pretendeva da lui? Tutto. Semplicemente tutto. E questo era stato il vero sbaglio. Chiudersi in un solo amore e chiedergli tutto";
"Troppo fragile per vivere e troppo debole per morire: questo era Delia a quel tempo";
"Alla fine non erano così diversi dagli altri. Come se il dolore dopo tanti giri intestini non tracimasse altro che stupidità. Un susseguirsi di battibecchi di una bassura desolante";
"Come gli manca uno sguardo così. Se non lo conosci vivacchi e non ti manca. Ma se una stronza ti ha posato addosso quelle ali lì, ti ha fatto sentire l'eroe di una sceneggiatura temeraria, rimani tutta la vita un mendicante che va in giro a cercare quelle palpebre che si aprono solo per guardarti e si chiudono per imprigionarti";
"Erano proprio i bambini a farla sentire più sola. Le riempivano le giornate, ma le mangiavano ogni pensiero su se stessa";
"Finalmente si guardano negli occhi... Riconoscono il sapore unico della loro sconfitta, del male che si sono fatti";
"Gaetano non sarebbe mai stato in grado di salvarle la vita, troppo distratto, troppo preso dalle sue frustrazioni. Lo amava, ma non aveva più fiducia in lui";
"Il suo matrimonio le ha insegnato che l'intimità, quella porta che si apre tra due persone, prima o poi spurga rancore";
"Magari anche quelli sarebbero finiti nella merda come loro. Sapeva che si cominciava così, litigando per un cavolo che non riesce a entrare in una sacca".
Bellissimo romanzo: consiglio a tutti di leggerlo!
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La rabbia della Mazzantini
Una specie di Guerra dei Roses molto più psicologica ma anche assai meno divertente e brillante. E' la storia di una coppia decaduta e schifata dall'amore, la cui vita insieme è diventata, per usare le parole della scrittrice, "una risacca brutta, che rotola e sputa su una spiaggia di rottami". Adesso, io non so cosa le ha combinato Castellitto alla Mazzantini (il libro è peraltro dedicato a lui), ma deve essere stato qualcosa di davvero grave per tirarle fuori tutta questa bile e veleno! A parte gli scherzi, ho trovato questo romanzo, sinceramente, un po' inverosimile, perchè, per quanto l'amore subisca nel tempo delle trasformazioni, non posso credere si arrivi a detestarsi, così, dall'oggi al domani, e per motivi in fondo futili (np: forse sono una sognatrice!). Inoltre avrei preferito meno volgarità, meno "cazzo", uno stile e un'immagine più vicini al poetico, se pur decadente, "Non ti muovere". Il romanzo comunque ha un bel ritmo e non annoia, ed escluse le "parolacce" usate un po' a sproposito, è scritto davvero bene, come è uso della Mazzatini. Sconsigliato a chi sta vivendo un momento di crisi con il/la proprio/a compagno/a. Per gli altri da leggere, con leggerezza.
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Salvarsi in coppia...
Avevo questo libro in biblioteca e l'ho voluto leggere, anche per vedere se effettivamente poteva essere conforme ai miei gusti, se poteva insomma emozionarmi.La storia controversa e interessante di una coppia comune che vede svanire, dopo anni di convivenza il suo sogno d'amore...
Dopo l'emozionante "non ti muovere" anch'esso incentrato sul mondo familiare, così pieno di inquietudini e contraddizioni quotidiane, l'autrice ritorna su questo argomento, secondo me, a lei molto caro...regalandoci un'altra storia...a tinte sfumate fra il rosa del sentimento e il grigio della monotonia che a volte può uccidere la fiamma dell'amore.
I due si ritrovano dopo anni cercando di comprendere dove è finito il loro amore, la loro intesa di coppia...la loro attrazione.
In fondo è vero...nessuno si salva da solo...non c'è titolo più appropriato e intenso di questo, adatto alla vicenda...
Nessun amore, nessun sentimento, nessuna intesa di coppia può essere salvaguardata se non con l'apporto e la collaborazione di tutti e due i compagni di vita...
L'amore non è un'energia che proviene da una sola fonte, ma deve essere alimentata da tutti e due gli amanti...e nell'immenso teatro della vita non c'è spazio per tentennamenti emotivi.
A volte la ferma decisione di continuare il viaggio insieme, può essere....la salvezza di un rapporto d'amore...ma deve provenire da entrambi...
Infatti, nessuno si salva da solo...o per essere precisi nessuno salva da solo il suo matrimonio (o convivenza che sia).
Consigliato.
Saluti.
Ginseng666
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..NESSUNO SI SALVA DA SOLO..
Prima di comprare questo libro ho letto parecchie recensioni, quasi tutte negative. Ero incerta se comprarlo, non avevo mai letto nulla della Mazzantini. Ma c'era qualcosa nel titolo che mi attirava, che mi diceva: "leggimi,leggimi". Mettendo da parte il fatto che l'ho letto in 24 ore, posso dire che è un libro splendido e molto significativo. Per il semplice fatto che la storia è attualità, una storia cruda, dove la scrittrice mette a nudo i personaggi, i loro sbagli, le loro decisioni, la loro vita. Un romanzo che racconta una realtà vicina a molte coppie di oggi. Sono rimasta contenta da questo libro e lo consiglio assolutamente!
"Ha preso una mano a entrambi, le stringe. Le scuote. Nessuno si salva da solo."
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Lasciate da parte "Venuto al mondo"
Leggendo i commenti precedenti, ho piacevolmente notato che la maggior parte degli utenti ha letto "Venuto al mondo" , a parer mio, uno dei romanzi più ben riusciti degli ultimi tempi.
Sottolineo questo perchè, secondo me, molti di voi, sono troppo ancorati a quella storia così dura e, allo stesso tempo, così reale da togliere il fiato.
"Nessuno si salva da solo" è di per sè un bel romanzo,scorrevole e piacevole e non fa altro che mettere in risalto una realtà contemporanea e vicina a molte coppie di oggi. Ovviamente non ha niente a che vedere con "Venuto al mondo", perchè è una storia senz'altro più breve e più semplice.
Ho vissuto le pagine di "Nessuno si salva da solo" appieno, soffrendo per Delia e Gae, una coppia logorata da un amore vorace. Ho sofferto per due genitori che, arresi e smarriti, vivono il loro dolore senza badare a quello dei figli.
Cose talmente abituali che diventano banali; che si sottovalutano.
Questo libro a questo serve: a non dimenticare.
Ribadisce.
Brava Margaret.
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illeggibile!
Innanzitutto vorrei aprire questo mio giudizio sul testo premettendo che non sono una persona nè perbenista nè tanto meno bigotta, ma ritengo che questo libro sia veramente molto volgare. Il libro mi è stato fortunatamente regalato, perchè se lo avessi acquistato personalmente, sarebbero stati soldi veramente buttati via! La persona che mi ha regalato questo libro aveva letto 'Venuto al mondo' e pensava che il testo fosse di quel genere... ma non è proprio così. Credo che la scrittrice scrivendo questa porcheria, tra l'altro molto noiosa e barbosa, abbia veramente e brutalmente "FLOPPATO". Credo anche che lei sia sopravvalutata. Non leggete QUESTA SCHIFEZZA, non compratelo perchè non ne vale proprio le pena.
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che depressione
Che delusione.
La storia in se non sarebbe banale, ma lo svolgimento ucciderebbe le intenzioni del lettore più accanito.
L'autrice ce la mette proprio tutta per farti sentire nella squallida media delle coppie che dopo due figli finiscono inevitabilmente (mha) per stancarsi ed odiarsi.. insopportabili i richiami alla vita quotidiana, che ti spingono a guardarti in torno pensando "a me tra quanto capiterà?", e "ma siamo proprio tutti così?"
Troppe frasi in corsivo, a sottolineare con enfasi non si sa quale prezioso momento d'angoscia.
Personaggi sciattamente delineati, che si rendono antipatici al lettore sin dall'inizio.
Niente a che vedere con le restanti (e leggibili) opere della Mazzantini.
Sconsigliata la lettura.
Alla Mazzantini consiglio invece di rileggere Che tu sia per me il coltello.
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Margaret fai poco l'alternativa
Premetto che questo è stato il primo e ultimo libro (fino ad'ora) che ho letto della Mazzantini.
L'ho iniziato e l'ho trovato vago, pallosetto, ripetitivo. L'ho lasciato da parte, scordato. Passati alcuni mesi non avevo nulla da leggere e così decisi di riprenderlo in mano, d'altra parte che male mi avrebbe potuto fare? UN MALE CANE, per l'appunto. Io sono una che vive in quel mondo infantile e forse un po' banale in cui se c'è un lieto fine la storia non è degna. Non amo le storie d'amore epocali, trite e romantiche. Preferisco quelle tormentate (seppure trite anch'esse). Questo libro devo ammetterlo mi è piaciuto molto. Mi ha lasciata quell'effetto catartico in cui ti senti totalmente devastata/svuotata. Banale come storia, odiosi i diminutivi come molti di voi hanno sottolineato. Storia incosistente. Stile forzatamente crudo. Ma mi ha catturata e distrutta. Il classico libro che non ti levi subito dalla mente e che ti lascia dell'amaro in bocca. Lo odi ma sotto, sotto lo ami. Ecco.
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Non sai mai se ti sei salvato dalla morte
Premetto di non ricordare tanto il romanzo in sé, quanto la sensazione che mi ha lasciato: pessima.
Non perché sia scritto male, né tanto per la consistenza della trama: semplicemente, al suo interno c'è qualcosa di marcio, come un odore sgradevole che ti si attacca ai vestiti e non ti lascia più.
Considerando il periodo in cui l'ho letto, penso che mi abbia addirittura influenzata.
Diciamo che, a mio parere, è un libro che toglie la voglia di vivere. Sul serio.
Questo non fa di lui un pessimo libro, perché lo scopo della Mazzantini era, parzialmente, questo: dipingere a tinte crude ciò che si nasconde dietro quelle storie d'amore dirompenti e totalizzanti; delineare le conseguenze di chi, ingenuamente, crede di poter sopravvivere utilizzando la propria "meta'" come terapia, nell'illusione di riuscire a ricoprire il medesimo ruolo nei suoi confronti.
Nessuno si salva da solo, no, e nemmeno i due protagonisti: "due cose storte non ne fanno una dritta", per così dire. Nella loro imperfezione, nel loro dolore, si ritrovano ad essere un'unica entità schierata contro l'universo. Due ciechi, due storpi, due sordi: nella convinzione di aiutarsi l'un l'altra, non hanno fatto altro che alimentare le proprie angosce. Si sono impediti di crescere, abbagliati da quell'idillio sconcertante della prima fase della loro storia, dove, probabilmente, sono riusciti davvero a salvarsi a vicenda.
- Le persone dovrebbero lasciarsi prima di arrivare a quel punto. Dove sono arrivati loro. Perché poi ti resta addosso troppo male.
E, chi ci si è trovato dentro, lo sa.
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- sì
- no
Nessuno si salva da solo, nemmeno la Mazzantini.
Mi trovo sempre in difficoltà quando devo stroncare un libro, perchè si dovrebbe cercare, nell'ambito del possibile, di coglierne comunque i lati positivi e concentrarsi su questi - no, non appartengo alla categoria di critici avari di lodi -, quanto basta perlomeno a non rimpiangerne il prezzo del libro stesso. Ma di fronte a quest'ultimo lavoro della Mazzantini, ci vorrebbe davvero un lavoro certosino. "Nessuno si salva da solo" è il semplice racconto - perlopiù condito di parolacce - di una semplice coppia che ha smesso semplicemente di amarsi. La Mazzantini cerca di andare a fondo negli animi di Gaetano e Delia, i protagonisti del romanzo, e in alcuni casi riesce a colpire il lettore e a catalizzare l'attenzione sul dramma di un amore che è stato tanto grande ma di cui non ne è che rimasta la cenere, ma è la storia stessa ad essere sterile e priva di spunti narrativi coinvolgenti che spingano a continuare nella lettura.
La vicenda si svolge nell'arco di un'unica serata, in cui Delia e Gaetano si danno appuntamento in un ristorante. Da qui parte una numerosa serie di flashback che ci riportano indietro nel tempo, per indagare i motivi che hanno portato alla rottura del loro matrimonio. Delia è stata una ragazza debole, colpita da alcuni problemi alimentari che l'hanno portata sull'orlo dell'anoressia, ed ora che è mamma, risulta anaffettiva e ben poco premurosa, e nonostante abbia a cuore la vita dei due figli, non riesce a gestirne i loro disagi, i capricci e le problematiche. Gaetano invece ha prima grandi aspettative nei confronti della vita, in virtù della propria carriera di sceneggiatore, per poi diventare in un secondo momento un uomo deluso e un marito fedifrago convinto che sia sempre l'ultima volta. "E' andato tutto così veloce. Eppure sembrava tutto così solido. E' quello che Gaetano vorrebbe dire a ogni coppia che passa, se mai gli importasse essere buono con gli altri e dare un consiglio. Non vi fidate di voi stessi, di quello che credete di avere costruito".
Entrambi sono ancora due ragazzi, giovani genitori alla ricerca di un angolo di ristoro all'interno della propria dimensione affettiva, confusi e arrabbiati perchè nessuno è venuto loro in soccorso per salvare un matrimonio che stava giungendo alla deriva. Così come nessuno può esimersi dal bocciare il romanzo. La trama è banale, a tratti piatta e non stimola curiosità nel lettore, essendo completamente priva di colpi di scena. Delia e Gaetano sono solamente l'embrione di ciò che sono stati Gemma e Diego nel vero capolavoro della Mazzantini, "Venuto al mondo", la cui forza sta nel possedere uno sfondo storico netto e ben focalizzato, sfondo che manca in quest'ultimo romanzo, ambientato in una contemporaneità viva ma al tempo stesso eccessivamente scontata e imbarazzante. Se Gemma cerca incessantemente la maternità, Delia non riesce a comunicare completamente il proprio amore verso i figli, e si trova anche a fare una scelta diametricalmente opposta a quella auspicata da Gemma. Il romanzo è carente di tutta una serie di contorni e sfumature che potevano renderlo ricco e alleggerirne il tono. Sono aboliti i personaggi secondari, tutto è riempito dalla presenza ridondante dei due protagonisti, che hanno sì uno spessore, ma sono gli unici a riempire il palcoscenico, con la loro rabbia che sfocia anche in un odio vicendevole, seppure particolare, perchè conseguenza di un amore liberatorio.
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incentivo alle corna
Non mi è piaciuto, è un libro arrogante per chi legittima corna e tradimenti per nascondere la propria piccineria. Neppure lo stile è granché: mi sembra un libro adatto a chi fa finta di essere un divoratore di pagine, lo mette sul comodino, inforca gli occhiali e dice di averlo letto solo perché si porta.
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Noioso e banale
Adoro la Mazzantini, ho letto "Non ti muovere" e "Venuto al mondo" che reputo 2 capolavori, ma questo libro mi ha davvero deluso, non sembra nemmeno scritto da lei...
I personaggi sono statici, la narrazione è noiosa, il finale è amletico... ti leggi tutto il libro e poi alla fine pensi "e allora?".
Niente di nuovo e niente di coinvolgente, anzi a tratti anche irritante, come l'episodio del figlio nel bagno pubblico o i diminutivi che l'autrice ha dato ai personaggi (Gae!!!).
Per il prezzo che costa e il ridotto numero di pagine, poteva impegnarsi un po' di piu'...
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Stupendo e tormentato
Quando ci si trova di fronte ai romanzi di Margaret Mazzantini ci scontriamo con personaggi tormentati, che usano un linguaggio altrettanto tormentato, che lottano, sperano, piangono, che guardano ora al passato ora al futuro, che intrecciano la loro vita con quella di altre persone, talvolta sbagliate, e le loro vicissitudini trasportano il lettore nell'immaginario della scrittrice.
Questo è quello che accade leggendo l'ultimo romanzo della Mazzantini, Nessuno si salva da solo, edito da Mondadori agli inizi del 2011 e che ha avuto un successo di critica e pubblico tanto da restare nelle classifiche dei libri più venduti anche mesi dopo la pubblicazione.
La forza che risiede nella scrittura della Mazzantini è la capacità di lavorare sui personaggi, far emergere la loro anima con una tale semplicità e una facilità di comunicazione che chiunque viene colpito e coinvolto da ciò che sta leggendo.
Nessuno si salva da solo è un romanzo puro, genuino, all'interno del quale non troviamo il conflitto umano e la struttura delineata che risiedono in Venuto al mondo. L'ultimo romanzo della Mazzantini sembra nascere da un'ispirazione fulminea che trova terreno proprio nella storia di due giovani raccontata attraverso una serie di flash.
Delia e Gaetano sono due trentenni, hanno ancora tutta la vita davanti, eppure una grossa ferita brucia la loro anima e a causa di questa ferita sembrano non riuscire ad emergere dalla sofferenza e dal dolore.
Si sono amati selvaggiamente, chiusi in una stanza respirando l'odore dei loro corpi, annusandosi "ben bene nell'arco di poche ore, convinti di poter riempire ogni buco con la sola forza dell'esaltazione". Eppure seduti a un tavola di una trattoria di tendenza, con cibi semplici e vini di qualità, mentre lui la guarda, Delia al loro passato, a partire dall'estate dopo la sua laurea, quando avrebbe dovuto andare a Londra con Micol, una sua cara amica. Si sarebbe trasferita in quella città, avrebbe potuto diventare nutrizionista e intanto lavorare come cameriera. Non è andata proprio così per Delia e il fatto che si trova seduta al tavolo di quella trattoria con Gaetano ne è la prova.
Quando si sono conosciuti, Delia e Gaetano, erano due anime rotte che speravano di colmare i loro vuoi esistenziali con l'amore malato che nutrivano l'una per l'altro. Lei aveva ancora i denti rosi dall'anoressia, lui scriveva sceneggiature. Vivevano in un piccolo appartamento a Roma. Di giorno sognavano di fare l'amore, la sera poi concretizzavano la cosa.
Un giorno, mentre sono a letto, nella più completa intimità, qualcuno chiama Gaetano, probabilmente un agente che gli propina un lavoro. Lui è nudo, passeggia per la stanza con la sigaretta accesa, si è calato nei panni dello sceneggiatore in pochi secondi, dimenticandosi di Delia. Lei non esiste. Ma Delia non lo lascia quella volta, aspetta di toccare il fondo, di farsi e fare del male. Resta incinta una volta, poi un'altra ancora. Ed è a quel punto che iniziano gli insulti. Piatti rotti, urla, grida nella notte. Ma non si lasciano, il fondo ancora non l'hanno toccato.
Il lettore viene proiettato nel passato di questa giovane coppia trentenne che rivive, nell'arco di una serata, durante una cena per parlare dei propri figli, la sofferenza che li ha portati a cadere nell'abisso e a chiedersi adesso chi ci salverà, possiamo farcela da soli?
L'amore e il non amore, le illusioni alle quali hanno ricorso, la loro infanzia precaria, vissuta nell'ombra di genitori assenti, che non si sono accorti, o peggio non volevano accorgersi, della loro presenza, la paura di guardare avanti, il futuro che spaventa proprio perché non vi è la certezza di riuscire a sopravvivere al dolore che si portano appresso, un dolore che si potrebbe definire infinito. queste sono le tematiche affrontate nel romanzo Nessuno si salva da solo.
Una storia intensa, la storia di una coppia qualsiasi, di quelle che si possono incontrare ogni giorno.
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Condanna o conforto?
Dico la mia, è assolutamente solo la mia personalissima opinione, ma nel parlare di questo libro non credo si possa rimanere neutri e distaccati...in tal caso non saprei che dire.
Non è per tutti, ed è la prima volta che penso questo di un libro.
Credo che quello che c'è scritto in queste pagine sia solo per chi ha vissuto il fallimento di una storia d'amore in cui aveva creduto con tutto se stesso.
E vi dico di più..per me tutti gli altri sarebbe meglio non lo leggessero, non potrebbero apprezzarlo davvero e forse non sarebbe un bene per loro.
Per i primi questo libro sarà un tuffo nel mare di emozioni, sensazioni e dolori passati...ma farà più bene che male.
Riconoscersi così tanto nei sogni, nei pensieri e nelle parole dei due protagonisti farà nascere dentro una sorta di contentezza per non essere stati i soli ad aver dovuto attraversare tutto quello...se ci sono pagine che descrivono così bene ciò che si è vissuto significa che non si è soli, che tutta quella tristezza e sconsolatezza che si pensava essere solo la propria invece fa parte della vita... come tutto il resto.
Margareth è assolutamente grezza (nel senso di "allo stato naturale") nel trasmetterci ciò che Gaetano e Delia sono e quello che stanno attraversando, non mi ha scandalizzata o turbata, è come se riportasse tutto senza volersi intromettere, senza moderare mai nulla, questo è il suo stile, e a me piace.
Chi c'è passato saprà leggere queste pagine senza aspettarsi nulla, senza speranza, ed è così che va letto a mio avviso...non c'è un lieto o non lieto fine perchè non è questo il punto.
Il punto è che una storia d'amore, la tua storia d'amore può non andare come sperato, anche se non l'avresti mai detto, anche se pensavi fosse speciale... e a quel punto bisogna salvarsi.
Il punto è : nessuno si salva da solo, decidete voi se questa è una condanna o un conforto.
Ho letto "Venuto al mondo" della stessa scrittrice, questo è decisamente un'altra cosa...ma sono felice che l'abbia scritto.
Granny
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Vi salvo io! Non lo leggete!
Lettura noiosa...
non mi è piaciuto il tema trattato e come è stato trattato.
In alcuni punti mi metteva proprio l' angoscia...
Secondo me, manca nella stotia un personaggio 'colorato', è tutto così smorto e piatto... monotono, molto spesso ripetitivo...
Ho scelto il libro solo perchè mi era piaciuto 'non ti muovere', ma non ha niente a che vedere...
Spero di salvare qualcuno dal leggerlo :-)
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Non ho mai sbadigliato così tanto
Non ho letto altri romanzi della Mazzantini, ma se il sistema di narrazione è lo stesso, farò allegramente a meno di acquistarne.
L’andirivieni poco armonico di flashback mi ha portato a deconcentrarmi facilmente dalla lettura. L’autrice è si molto descrittiva ed questo è ovviamente apprezzabile. Sono rimasto deluso dal sistema di narrazione. E’ come se un soggetto terzo ci narrasse il romanzo solo attraverso brevi “commenti” a volte eccessivamente pomposi, altre volte semplicemente banali e saccenti su ogni gesto e ogni pensiero dei personaggi.
A proposito di questi, devo ammettere che è difficile immedesimarsi nei protagonisti . Probabilmente l’autrice sperava che Delia e Gaetano (irritantissima l’abbreviazione Gae più volte ripetuta nel testo)ben rappresentassero l’emblema delle coppie in crisi. Speranza legittima ma ( tralasciando i miei dubbi sul fatto che esistano persone così miserabili e incapaci di affrontare la vita) temo che l’esasperazione e il senso di resa con cui vengono rappresentati i problemi di relazione, finisca per mettere a disagio il lettore e questo porta facilmente al crescere della noia. Lo so, sto pur sempre leggendo un libro che si intitola "Nessuno si salva da solo", i toni non possono essere da fumetto. Bisogna ammettere però che la storia (?) ruota attorno ad un tema affrontato come una lagna ridondante,tant'è che ad un certo punto il lettore si rassegna :- " Vabbè, ho capito. Questa dice la stessa cosa per tutte e duecento le pagine".
In conclusione, l’idea è interessante ma trovo ch sia stata sviluppata male. Con gli opportuni accorgimenti questo testo poteva aspirare ad un voto decente (dico decente perché comunque come storia non è nulla di che) ma così come è stato presentato merita il minimo .
PS : non stupitevi se c'è comunque approvazione per questo testo. Spessissimo i lettori finiscono per infatuarsi degli autori, i quali potrebbero pubblicare anche la lista della spesa, ma sarebbero comunque apprezzati.
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Senza Compromessi
E' un racconto senza compromessi e come tale apre le porte del cuore di chi lo legge o ne viene respinto , troppo slegata quella trama che non c'è, troppo crudo, troppo enfatizzati i protagonisti nei loro "spigoli", troppo...realistico.
Certo esistono coppie unite e felici, altre che affrontano i loro problemi in maniera più intelligente e costruttiva, l'argomento è vasto e vario, forse il punto è che questa non è LA storia perchè
non può esistere una narrazione esustiva ed approfondita dei problemi delle coppie oggi, la Mazzantini non ha la pretesa di raccontare chissà quale verità , la sua storia è solo UNA fra le tante possibili, di quando in un rapporto di coppia, l'amore, la complicità, la famiglia, tutto va a rotoli. Cambiano i protagonisti, le vicende, le ferite, ma il sapore amaro del sangue , del vivere questa situazione come una sconfitta è sempre lo stesso...La storia di Delia e Gaetano è un esempio di come due solitudini unite non facciano una felicità, a volte lo crediamo, CI crediamo , ci proviamo, per naufragare nel mare delle nostre debolezze, delle cose non dette, di quell'adagiare i nostri sospiri su una superficie che ci era parsa confortante senza capire che sotto quella superficie c'è quello che conta veramente, amiamo dei corpi, delle parole, un'illusione , i protagonisti pensano di conoscere l'altro o l'altra ma non è vero e una volta realizzato questa agghiacciante verità non hanno il desiderio della scoperta, di cercarsi, di capirsi. E'sicuramente un racconto a tratti intriso di pessimismo , Delia e Gaetano sono parecchio intollerante lei quanto egoista e immaturo lui, mi verrebbe da dire in maniera esagerata, c'è della volgarità ma non so quanti abbiano vissuto situazioni analoghe esprimendosi come educande, ho trovato molta empatia con alcune sensazioni descritte dalla Mazzantini e qualche riflessione davvero ispirata. Certamente non è un romanzo dalla trama appassionante, non è pieno di colpi di scena , semmai è colmo di flashback , di salti temporali, quasi confuso , come confusi sono Delia e Gaetano, quello che divide marito e moglie fino a diventare due quasi sconosciuti è un baratro , come se i protagonisti avessero creato quel buco tra loro sgretolando giorno per giorno il loro rapporto e le loro certezze , buttando via un pò alla volta quello che li univa o li rendeva reciprocamente raggiungibili. Toccanti le pagine dedicate ai figli, le vittime silenzione di questo sfasciarsi di una famiglia. Azzeccato il titolo,la cui spiegazione arriva alla fine quasi fosse l'unica "ricetta" che ci da l'autrice : nessuno si salva da solo. A me è piaciuto, mi piacciono le storie di chi lotta, sbaglia, cade, si rialza, si chiede se ne vale la pena ma va avanti in cerca di un'altra occasione.
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Tentativo #1 fallito
Ormai, della Mondadori, sto iniziando ad odiare qualsiasi libro. Ogni nuova proposta, ogni nuova uscita può essere considerata un vero e proprio pugno nell'occhio alla vera narrativa, quella che, sì, viene messa in commercio anche per via della pecunia, ma almeno un briciolo di coscienza a qualcuno è rimasta. La Mondadori spaccia di tutto, vende quasi i libri a “kg”, senza però considerarne la portata. Ora questa piccola premessa non è da aggangiare solo a “Nessuno si salva da solo”, ma devo dire che quest'ultimo è uno dei tanti prodotti di chiaro e percepibile marchio Mondadori.
La storia, l'impostazione del romanzo... mi viene quasi da dire che ci troviamo di fronte ad una scrittura spicciola, da vendita a prezzo elevato, il tipico tutto fumo e niente arrosto. (Maledetta pubblicità!)
Ora, non conoscendo la penna della Mazzantini, non posso altro che giudicare solo ed esclusivamente il libro in sé, e non il percorso che l'autrice dal suo debutto, fino ad ora, ha tracciato.
Sono contraria a chi ha reputato “Nessuno si salva da solo” un neocapolavoro. Sono estremamente contraria.. per motivi che ora andrò ad esplicare.
Per prima cosa lo stile.
Sembra che la Mazzantini giochi a fare l'anticonformista, colei che ha sbattuto la sua vita tra squallidi buchi di città o di strada, e perciò conoscitrice della Vita Vera. No, il suo è un fallito tentativo di mettere in evidenza una realtà concreta, la quale viene portata alla ripetizione e alla noia. Anzi, devo dire che il suo stile mi è parso molto.. hmm.. antipatico, come i suoi personaggi, d'altronde. Ho odiato profondamente Delia. Pessimista sotto tutti gli aspetti, pesante e squallida. Gaetano, certo, non è mica perfetto, ma è meno fastidioso star dietro alle sue “avventure” e ai suoi “pensieri”. Ovviamente bisogna considerare la situazione drammatica che vivono, ma la storia, come i protagonisti, infatti, diventano appiccicosi. Come un disco che gira ormai da troppo tempo. Ti vien voglia di dire, durante la lettura, “si, l'abbiamo capito! Vai avanti..”, ed invece no, ci si ritorna sempre su quei discorsi ormai ripetuti in tutti i modi possibili ed immaginabili, in tutte le combinazioni.
“E quindi?”.. con questa esclamazione ho terminato la lettura, che non consiglio assolutamente per i fattori sopra citati.
Che i fans della Mazzantini non me ne vogliano. Ripeto: giudico il libro in sé, non l'autrice, a cui donerò un'altra possibilità con “Venuto al mondo”, sperando che mi dia qualcos'altro. Anzi, che mi dia qualcosa, differentemente da “Nessuno si salva da solo”.
Ah! e un'altra cosa.
Quelle frasi in corsivo. Quanto ho odiato le frasi in corsivo!
Ecco, questa è la Mondadori: voler soprendere a tutti i costi, senza però avere una minima idea di ciò di cui parlare. Sorprendere, non conta se in bene o in male, ma l'importante è sorprendere.
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Commento
Una cena al ristorante per Gaetano e Delia per cercare di sbrigare civilmente alcune formalità burocratiche quanto dolorose in una coppia che non c'è più; a chi i bambini per la fine settimana, l'assegno mensile... E la serata, essere di fronte l'uno all'altra riporta inevitabilmente indietro, ai tanti momenti felici, ma anche alle bassezze, le incomprensioni, ai ma perché è finita, non eravamo speciali, diversi da tutti?
Un amore che finisce, la consapevolezza che è finito, devasta, distrugge anche l'amor proprio. Il senso di fallimento della propria vita, i sensi di colpa verso il partner ed i bambini sono macigni pesantissimi, che tolgono il respiro, chiudono lo stomaco e l'unico sentimento forte che riesce ad uscire è la rabbia che si trasforma perfino in odio. Un odio che fino a poco tempo prima era amore, passione e quindi pure più crudele, pericoloso. Ma c'è uno spiraglio per tornare ad essere felici? Quella vita era bella, era lì, era la nostra. Ma c'è qualcun altro, un ladro, che è entrato a vivere la felicità che era la mia? La solitudine porta alla deriva, agli sbagli. Avevamo bisogno di un aiuto da qualcuno, ne abbiamo bisogno ora, sempre. Nessuno si salva da solo. Mai un titolo mi è sembrato più indicato di questo.
Margaret Mazzantini è una maestra nel descrivere gli stati d'animo di due che si ritrovano, ancora giovani, ma non troppo, a dover già tirare le somme di una vita, ad ammettere che hanno fallito nella cosa che credevano di saper far meglio; amarsi. Amarsi con la convinzione di farlo per sempre, senza mai tradirsi. E' il primo libro della Mazzantini che leggo e qundi non posso fare confronti con i precedenti, non ho pregiudizi e non avevo aspettative; mi è piaciuto molto, mi ha colpito, toccato qualche nervo scoperto, messo al tappeto e fatto rialzare. Nessuno si salva da solo è un romanzo, doloroso, che fa male, con personaggi veri, sembra di conoscerli. Uno stile, secco, concreto, molto volgare al punto, all'inizio, di dar quasi fastidio, salvo poi accorgerti con lo scorrere delle pagine che forse è proprio quella la lingua da usare. Lo consiglio vivamente.
“....chissà quanti anni resteranno in vita ancora, lontano l'uno dall'altra. Anche loro un giorno forse saranno come quei vecchi nel tavolo accanto. Quando i figli cresceranno. Quanto bisognerà aspettare? Si rivedranno per una festa di laurea. Allora saranno fragili dorsi attaccati alla voce del figlio che ha imparato a parlare nel mondo al posto loro, meglio di loro. Si abbracceranno leggermente commossi. Quel giorno, finalmente, avranno dimenticato l'odore dell'intimità e l'odio. Non ricorderanno niente di quel corpo davanti al loro. Avranno stabilito nuove intimità, nuove rabbie. Si passeranno accanto bonariamente come carne ripulita dalla tragedia dell'amore. Nessuna tensione, nessun attrito, nessuna scossa dolorosa.”
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REALISTICO
L'autrice conferma, anche in questo libro, di essere una brava interprete della realtà. Usa un linguaggio tagliente e a volte crudo per descrivere i sentimenti dei protagonisti. La storia narrata è la rabbia e il rancore per un amore e un progetto di vita finito, racconta della solitudine di due coniugi/genitori che non riescono insieme a superare le difficoltà di ogni giorno. E' una storia veritiera dove ciascuno può immedesimarsi e crederci, la trama non è spettacolare ma è un libro che fa riflettere.
Accanto ad un amore finito per egoismo e cecità, l'esempio di un amore - quello di una coppia anziana- sincero e reciproco che ha resistito alle avversità e che inevitabilemte ed inesorabilmente è destinato a finire.
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tutti si possono salvare...
Come tutti i lettori mi aspettavo anche io un romanzo ricco di emozioni e di intrighi così come “Venuto al mondo” e “Non ti muovere”. Chiaramente quando ti rendi conto che ciò che stai leggendo non è quello che ti aspettavi, trai subito la conclusione che il libro è deludente. Ritengo invece che bisogna distaccarsi dal passato e considerare questo libro con un sentimento più “puro”.
Attraverso il racconto di Gaetano e Delia possiamo ritrovare i pensieri, le frustrazioni, le gioie delle coppie moderne. Tutte più o meno simili... le vite di coppie con figli attanagliate dai problemi di vita quotidiana.
Gaetano e Delia vorrebbero assomigliare ad altre coppie che apparentemente sembrano perfette, esternamente mostrano sicurezza e stabilità, ma invece si rendono conto che non è così. Ogni coppia, ogni storia d’amore ufficiale o clandestina è pervasa da momenti di buio, di assenze, di dolori intestini.
La salvezza è poter vedere chi è passato oltre, chi ha superato tutti i momenti di difficoltà, tutte le bufere.
Le due persone anziane vicini di tavolo sono la “salvezza”. Sono coloro che sono riuscite ad affrontare la vita, che non sono scappati, che si sono confessati pubblicamente, che hanno voluto lasciare un messaggio a coloro che gli erano a fianco.
Il messaggio non è solo quello dell’amore perseverante ma anche della preghiera, della richiesta di aiuto per affrontare momenti difficili, di fronte ai quali nessuna ragione e capacità umana è in grado di poter superare. La preghiera non solo per mali fisici ma anche spirituali, perché “nessuno si salva da solo”...
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nessuno si salva da solo
In “Nessuno si salva da solo” l’autrice racconta la storia di una coppia contemporanea, Delia e Gaetano, i due protagonisti si incontrano a cena e si raccontano di quell’amore che fu. Un ritratto un po’ tedioso di una coppia che ha vissuto un grande amore, che si è consumato con la routine della vita quotidiana, con l’arrivo di due bambini, con le difficoltà che la vita ci pone davanti. Delia e Gaetano si incontrano per capire “dove hanno sbagliato”.
Ho comprato questo libro stimolata dalla curiosità, dal momento che gli altri libri dell’autrice mi avevano affascinato molto, soprattutto “Venuto al mondo” invece, è stato una vera delusione. La Mazzantini sembra non riuscire a rendere consistente la trama , tutto il racconto è fatto di flashback uno dietro l’altro, per spiegare le ragioni e la rabbia che c’è dietro questa coppia ormai scoppiata. Un linguaggio crudo e anche un po’ volgare, un ritmo lento e noioso. Una trama per nulla avvincente, al contrario deludente e scontata.
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Poco entusiasmante
Diciamo che forse ci si aspettava di più, dopo venuto al mondo (libro entusiasmante che ti lascia senza fiato) direi che nessuno si salvi da solo risulta meno avvincente.
Le prime 70 pagine a mio avviso sono un po' noiose, passate queste diventa più scorrevole!Nella trama si ripercorrono i ricordi di una giovane coppia piena di amore e di passione e con la voglia di spaccare il mondo... che con il passare degli anni tutto questo amore e questa passione sfumano e subentra la monotonia, i sensi di colpa ed il rancore.
Affronta un tema molto comune di questi tempi... sì insomma, nulla di nuovo!Peccato io adoro la Mazzantini ma questo libro non mi ha entusiasmato particolarmente! Speriamo nel prossimo.
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deludente
nella storia descritta dal libro l'amore fra i due protagonisti muore sotto il peso delle incombenze, delle fatiche legate ai doveri della famiglia e dei figli: lei che è distratta dai figli e concentrata su di loro e sul loro benessere, lui che vuole continuare la vita di prima, e soprattutto vorrebbe che il loro rapporto fosse poetico come prima (che cerca di mantenere un rapporto poetico tra ciucci e pannolini), insomma la donna schiacciata dal dovere, l'uomo dal comportamento adolescente che continua a cercare la poesia con lei, tra pannolini e ciucci. Da questo punto di vista l'ho trovato scontato, banale, non è sempre così, dalla mazzantini mi aspettavo di più. Certo il linguaggio crudo è il suo, non mi ha stupito, anche se con venuto al mondo (uno libro bellissimo, fra i migliori letti) e rispetto a non ti muovere ci sono più parole pesanti.
Certo è sempre la Mazzantini, grande scrittrice, che ogni volta mi meraviglia per la sua capacità di descrivere - lei, donna - il punto di vista maschile - nell'amore, nel sesso - e di descriverlo così bene (come in "non ti muovere"), ma anche per quell'incredibile capacità di arrivare giù in fondo, in fondo all'anima e ai sentimenti negativi e positivi delle persone che me la fanno amare senza riserve.
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Sgradevole e deludente
Ho appena finito questo libro con l'amaro in bocca. Reputo che sia un libro nettamente inferiore ai precedenti scritti dalla Mazzantini per stile e narrazione. Il tentativo di uscire dai soliti cliché nello sviscerare la fine di un matrimonio conduce il libro verso una sgradevole e reiterata caduta di stile. L'autrice fa abuso di parole licenziose e ricorre ad espressioni spiazzanti nella loro crudezza solo perché probabilmente a corto di idee. In più passaggi del libro mi sono sentito disturbato da ciò che leggevo ed ho avuto la sensazione che la storia dei protagonisti venisse gratuitamente depredata di ogni respiro poetico per scadere esclusivamente in immagini torbide. Gli eventi, inoltre, appaiono scollegati e mal collocati sequenzialmente creando confusione nel lettore sulla rovinosa caduta di questo amore. Trovo che questo stile "maledetto" mal si addica ad una scrittrice che in passato ci ha dato prova di capacità letterarie ben migliori. Un libro che cerca di essere tremendamente attuale e risulta solo inutile. Bella tuttavia l'immagine dell'anziana coppia e le ultime dieci pagine del libro.
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Poco piacevole alla lettura
Un libro la cui trama si sviluppa attraverso i ricordi di una coppia scoppiata, Gaetano e Delia, dei nostri tempi. L'ambientazione è quella di una cena durante la quale lo scontro psicologico tra i due protagonisti è intervallato dai loro ricordi tristi e gioiosi di vita.
Il bisogno che avevano avuto l'un dell'altro si è tramutato nell'incubo di puri gesti di sopportazione tra i due...ormai legati solo dai due figli, ma anche questi ultimi diventano campo di battaglia assieme ai tradimenti ed agli impegni di lavoro.
Durante il romanzo i protagonisti si chiedono, attraversando le loro memorie, quale sia stato l'effettivo momento del loro allontanamento ma nessuno dei due sa dare una risposta valida.
Come contrappeso alla storia dei due, vi è nella trattoria in cui è ambientata la cena, una coppia di anziani che seduta ad un tavolo vicino a quello di Gaetano e Delia dimostra come ci si può amare e come ci si possa salvare dai mali della vita grazie al sostegno degli altri. Non voglio rivelarvi altro del contenuto ma sinceramente lo stile di questo libro non mi ha entusiasmato tanto, troppi flash back, a volte superflui e ripetitivi, nella sostanza lo hanno reso, per i miei gusti poco piacevole alla lettura.
Syd
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Intenso ma...
“- Vuoi un po’ di vino?
Lei muove appena il mento, un gesto vago, infastidito. Assente.”
È così che prende il via la cena di Delia e Gaetano, con quel gesto vago e di fastidio; con quell’assenza dal tavolo in cui li hanno strizzati, in mezzo al bordello, e da quell’amore che li ha già consumati, vissuti.
Una cena lunga il tempo di un amore andato, un amore che è stato intenso e quotidiano e che si racconta tra le ordinazioni alla cameriera dalle carni fresche e disinvolte, svolazzanti e nitide a dispetto della pesentazza e dell’intensità dei ricordi silenziosi della coppia, che si susseguono e che emozionano così come solo sa emozionare quel sentire forte dell’anima senza quasi la mediazione di un narratore.
Spogliati da ogni tentativo di giustificarsi ancora, nudi come solo nudi si può essere quando il dolore ha scorticato fino all’ultimo velo di apparenza e vana illusione, Delia e Gaetano si lanciano taciti e intensi flash back interiori della loro vita insieme, della passione che li ha accesi, della speranza di raggiungere un futuro da condividere che non arriverà, del desiderio imperante di essere oltre le convenzioni eppure migliori, del trasporto indicibile e insieme della difficoltà di essere genitori.
Errori e paure, sogni e disullusione, quotidianità e idealizzazione del vero: tutto giunge al lettore senza l’ausilio di una vera e propria trama ma grazie alla forza ed alla veemenza di uno stile introspettivo sensibile e profondo.
E forse quello che manca alla narrazione non è propriamente una trama quanto piuttosto il congiungimento dei ponti che la scrittrice costruisce di pagina in pagina ma che non trovano sbocchi, smorzati, oserei dire, dall’attribuzione di un significato un po’ troppo “scontato” al ruolo incarnato dalla figura dei vecchi del tavolo accanto, leggiadri e apparentemente in pace con loro stessi e con l’amore che li unisce, quasi si trattasse di una chiave di lettura non del tutto riuscita che lascia un senso di vuoto, come di sospeso nell’interpretazione della storia stessa.
Come si è già detto, un libro da leggere e da assoparare unicamente per le forti emozioni e per la danza di sentimenti controstanti in grado di suscitare in ognuno. Chi cerca la Mazzantini di “Venuto al Mondo”, con la sua trama complessa e ben intrecciata e la miriade di temi affrontati, ne rimarrà purtroppo deluso.
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Bellissimo e profondo
Comprato, letto e piaciuto !!!! I libri della Mazzantini sono qualcosa di speciale per me, l’ho aspettato per una settimana e non stavo più nella pelle, non vedevo l’ora di iniziarlo.
Chi ha amato “venuto al mondo”, ne ha apprezzato più che altro la trama la descrizione della guerra e tutto quello che ha fatto da sfondo a un libro per me indimenticabile credo possa avere una piccola delusione leggendo questo perché è tutta un'altra cosa, non c’è una trama intrigata in cui rimani impigliato, ci sono solo Delia e Gaetano, i loro sentimenti feriti, il loro matrimonio finito in tanti piccoli cocci, tutto messo a nudo in una sera in cui decidono di mangiare insieme in una trattoria per chiarire un po’ le cose, per lasciarsi senza tanto amaro in bocca il passato alle spalle, difficile per chi si è amato tanto come loro, o forse ha creduto di amarsi tanto, riuscire a dirsi addio.
Durante questa interminabile cena ognuno di loro rivive momenti del loro passato, quelli belli in cui credevano di poter essere felici, di essere diversi da tutte quelle coppie omologate che vanno a messa la domenica , che fingono serenità e poi si tradiscono a vicenda , credevano che la loro diversità il loro anticonformismo fosse un punto saldo della loro unione . Tornano alla mente però anche i momenti brutti, quelli in cui la quotidianità, le responsabilità dei figli ti travolgono e non ti trovano preparato ad affrontare tutto questo. E’ difficile stare insieme ,Delia è una donna complicata, con un passato pesante alle spalle e una storia di anoressia,Gaetano invece è un uomo irresponsabile un eterno bambino egoista, un uomo che vive in un'altra realtà per la maggior parte del la giornata,
Un quadro veramente impietoso di questa coppia che fa parte della nuova generazione, quella che non sa aspettare, placare i loro dissapori in attesa che il tempo crei quella patina che permetta di abituarsi a tutto e permette di aspettare che finisca l’amore e subentri un grande affetto , questa nuova generazione che ha voglia di essere felice e di non rinunciare alle grandi emozioni, ma la troveranno poi questa felicità ????
Scritto in maniera sublime, la Mazzantini scava nel cuore e nell’animo dei suoi personaggi come nessun altro autore per me sa fare , si rimane pregni di questo libro, e quando lo finisci ti senti un po’ orfano di Delia e Gaetano e dei loro bambini , della loro vita che devono cercare di ricostruire.
Che dire d’altro ? Leggetelo lo consiglio veramente.
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