Mr Gwyn Mr Gwyn

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Vincenzo1972 Opinione inserita da Vincenzo1972    13 Gennaio, 2017
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Qualsiasi incantesimo è fragile oltre ogni dire...

... e velocissima la vita nel suo rapinare.
Non è mai facile commentare un libro di Baricco, perchè la sensazione che rimane al termine della lettura è sempre troppo .. intima, e sfuggevole ecco, non saprei come meglio definirla.
Di certo è una sensazione piacevole, appena percepibile: quasi come un brivido, è come il bacio della buonanotte della mamma al suo bambino o una carezza inaspettata tra due amanti, un contatto che ti sfiora al momento giusto e porta sollievo, rincuora e riscalda.
E' un analgesico dell'anima, non importa sapere cosa ci sia dentro, la trama è solo un pretesto che tiene unite in una sinfonia magica parole che centrano le corde giuste, sono come tante piccole sollecitazioni che fanno emergere ricordi piacevoli, immagini e fantasie custodite nella memoria: potrei quasi definirla un'agopuntura dell'anima.
Inutile dire che l'effetto benefico è soggettivo, molto dipende dalla sensibilità personale e certamente anche dal proprio stato d'animo.
Allo stesso modo, molti potrebbero non riconoscere la maestria di Baricco nel comporre (ed uso volutamente questo termine) opere letterarie che non si limitano solo a raccontare una storia ma incantano il lettore, lo sollevano un palmo da terra giusto quel pò che serve per sottrarsi alla gravità delle cose terrene, all'accadere del mondo, entrando così in una dimensione parallela, quasi eterea, che solo l'Arte sa ricreare, sia ciò attraverso un quadro, un'opera teatrale o un romanzo poco conta.
E se volete farvi un'idea di quanto appena scritto, provate a leggere la descrizione del laboratorio in cui Mr. Gwyn esercita la sua nuova professione di copista: io l'ho fatto e, mentre scorrevo le pagine del libro, ho avuto l'impressione che un pennello invisibile disegnasse dinanzi ai miei occhi ogni singolo dettaglio di quella stanza, dando vita ad un'immagine nitida come un quadro.
O lasciatevi incantare dalla magia della bottega delle lampadine e dell'artigiano che le fabbrica:
"Persero molto tempo a divagare sulla natura delle lampadine, e Jasper Gwyn finì per scoprire un universo di cui non aveva mai sospettato l'esistenza. Gli piacque particolarmente venire a sapere che le forme delle lampadine sono infinite, ma sedici sono quelle principali, e per ognuna c'è un nome. Per un'elegante convenzione, sono tutti nomi di regine o principesse. Jasper Gwyn scelse le Caterina de' Medici, perché sembravano lacrime sfuggite a un lampadario."

Per tutto ciò, mi piace pensare che ci sia molto di Baricco nel protagonista di questo suo romanzo: mr. Gwyn è uno scrittore di grande successo, ma scrivere libri per lui non è un lavoro, non è fonte di guadagno, è una necessità, è qualcosa che lo fa sentire vivo e proprio per questo, a 43 anni, decide di non scrivere più libri.
Senza però smettere di scrivere, diventa infatti un copista di uomini che ritrae i suoi modelli umani non dipingendoli ma descrivendoli su carta, come fossero un piccolo libro, una storia.
“Tutti siamo qualche pagina di un libro, ma di un libro che nessuno ha mai scritto e che invano cerchiamo negli scaffali della nostra mente.”
E contro ogni aspettativa, contro le stesse titubanze di mr. Gwyn, i suoi ritratti hanno successo.
Noi lettori ne rimarremo all'oscuro, i ritratti sono privati e destinati solo al relativo personaggio preso come modello, non una riga di questi ritratti viene riportata nel libro che si conclude quindi lasciando una sensazione di vuoto, l'amarezza di una curiosità non appagata: un pò come quando si spegne quell'ultima lampadina nel laboratorio di Mr. Gwyn.
L'unico ritratto che credo ci sia consentito leggere è quello di Baricco, nascosto però tra le righe di questa sua bellissima storia.

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Amante di Libri Opinione inserita da Amante di Libri    07 Settembre, 2016
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Baricco, autore indiscusso dell'originalità

“Jasper Gwyn mi ha insegnato che non siamo personaggi, siamo storie, disse Rebecca. Ci fermiamo all’idea di essere un personaggio impegnato in chissà quale avventura, anche semplicissima, ma quel che dovremmo capire è che noi siamo tutta la storia, non solo quel personaggio. Siamo il bosco dove cammina, il cattivo che lo frega, il casino che c’è attorno, tutta la gente che passa, il colore delle cose, i rumori”.

Con il suo stile ormai unico ed inconfondibile, Baricco narra la storia di Jasper Gwyn, un noto scrittore londinese che a un certo punto della sua vita decide di smettere di scrivere. Egli vuole cambiare prospettiva di vita, lasciarsi la sua carriera alle spalle e ricominciare. Col passare dei giorni, in lui si insinua una sorta di disagio e acuta malinconia, sente la mancanza dello scrivere ma sa che indietro non si può tornare. Scrivere era ciò che lo faceva sentire vivo, per lui era facile come respirare ma da un pò di tempo non gli procurava lo stesso piacere. All’inizio del romanzo troviamo un Mr Gwyn annoiato e stanco ma con la voglia di ricercare qualcosa che lo spinga di nuovo a prendere le misure della sua vita. Con la complicità (anche se prova ancora delle remore) del suo agente e amico Tom e della bella e genuina Rebecca, egli arriverà alla decisione di scrivere ritratti. Il tutto nasce in un giorno di pioggia, quando costretto a ripararsi entra in una galleria e sarà proprio qui, affascinato dalle foto che decide di intraprendere la carriera di copista.

Nella descrizione dell’allestimento della sala di copia, Baricco da il meglio di sé. Vi è una tale perfezione e minuziosità nella descrizione dei dettagli, da donare l’impressione di scorgere ad occhio nudo l’intera vicenda. La scelta delle lampadine ha destato in me meraviglia e stupore, ne sono rimasta piacevolmente colpita. E’ qualcosa a cui una persona, quotidianamente non pensa ma la luce irradiata da essa può influire sull’umore o sullo svolgimento delle attività.

Persero molto tempo a divagare sulla natura delle lampadine, e Jasper Gwyn finì per scoprire un universo di cui non aveva mai sospettato l’esistenza. Gli piacque particolarmente venire a sapere che le forme delle lampadine sono infinite, ma sedici sono quelle principali, e per ognuna c’è un nome. Per un’elegante convenzione, sono tutti nomi di regine o principesse. Jasper Gwyn scelse le Caterina de’ Medici, perché sembravano lacrime sfuggite a un lampadario.
La prosa del libro ci risucchia in un vortice di magia, conquistandoci pagina dopo pagina. Nonostante, a primo impatto la trama possa apparire ai più banale o poco comprensibile, se ci si sforza di lasciare la mente libera di vagare, ogni impedimento alla lettura tenderà a crollare. Dietro ai suoi libri, c’è sempre molto di lui stesso, ognuno è un personaggio, è la storia di un libro. Lo capirà anche lo stesso Jasper, un uomo diverso alla fine del libro rispetto a quello che abbiamo conosciuto. Il suo cambiamento sarà dettato dalle persone che conoscerà, soprattutto dal “rapporto” con la comprensiva Rebecca, un tipo di legame difficile da spiegare. Non è il solito legame da etichettare, è più una connessione di anime, di sguardi che permette l’uno all’altro di leggersi dentro.
L’originalità e la freschezza del romanzo lo rendono un libro piacevole e a suo modo rispecchiante della situazione che vive l’uomo oggi nei confronti della vita. Una sorta d’insoddisfazione che attanaglia l’uomo sempre alla ricerca della propria storia e della propria vocazione. Da inguaribile romantica forse avrei sperato in un finale diverso ma tutto sommato, credo sia da lasciare interpretare ai lettori. Questo libro mi ha accompagnato nel mio viaggio in autobus verso la casa della mia amica e devo dire che non potevo scegliere libro migliore.

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Per chi ha amato Novecento e Oceano Mare, non potrà non farsi catturare d quest'opera
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Riccardo76 Opinione inserita da Riccardo76    19 Dicembre, 2014
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La scrittura dell'anima

“Una luce è giusto uno spicchio di una storia”, la storia che racconta Baricco in questo piacevolissimo romanzo è composto di luci, suoni, “colori” che non colpiscono gli occhi ma l’anima. L’idea centrale del libro, intesa come contenuto, è a mio avviso originale, quanto meno per quello che conosco e che ho letto finora. Il romanzo sembra avere due ritmi distinti: uno un po’ più lento nella prima parte, nella quale Baricco ci propone una serie di evidenze, di dati di fatto, e uno più incalzante, quello che contiene l’idea, quello che tiene maggiormente attaccato il lettore al libro.
Il romanzo con la sua dualità di protagonisti ci mostra quanto possa essere forte e profonda la scrittura, quanto possa essere efficace nel “fotografare” o “dipingere” l’anima delle persone.
Spesso ci innamoriamo profondamente dei nostri scrittori, proprio perché loro ci offrono la loro parte più intima e personale. Per me potrebbe essere l’inizio di un nuovo “amore”, spero sia così per chi vorrò avvicinarsi a Baricco così come sto facendo io.
Scrivere l’anima, scrivere ciò che nessuno di noi sa di se stessi, scrivere non per fama ma per comunicare, per mettere in mostra la propria anima. La scrittura è la più intima forma di espressione, più intima e profonda della nudità dei nostri corpi. Scrivere significa toccare le corde più profonde del nostro cuore e trasmettere questa interiorità a chi ci legge.
Credo che Baricco abbia voluto dirci proprio questo, con la scrittura si possono raggiungere profondità e luoghi talmente nascondi del nostro inconscio da renderci più sensibili e consapevoli.
Questo è il primo libro che leggo di Baricco, ne ho apprezzato lo stile, la pulizia e la bravura nel condurre il lettore, senza ingannarlo, ma stupendolo.

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Christy Unbuonlibro Opinione inserita da Christy Unbuonlibro    05 Dicembre, 2014
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Un gran bel libro

Mr Gwyn è il protagonista di questa fantasiosa e un po' stramba storia, lui è uno scrittore, ma ad un certo punto decide che ciò non lo appaga più, anzi l'essere sempre riconosciuto dalla gente come 'colui che scrive libri', il dover rispettare delle date, lo fanno sentire quasi imprigionato in una vita che lui adesso rifiuta. Così da un giorno all'altro decide di non scrivere più libri e senza pensarci due volte, convinto delle sue idee, fa pubblicare su un giornale un articolo, in cui elenca le 52 cose che si riprometteva di non fare mai più, tra cui appunto pubblicare libri.
Così inizia la nuova vita del protagonista, che nonostante le continue lamentele del suo agente, continua a portare avanti la sua idea di voler creare un lavoro che possa farlo stare meglio.

Mr Gwyn riesce a crearsi un lavoro che può sembrare bizzarro, ma in realtà è un qualcosa di davvero impegnativo, che occuperà la sua mente e le sue riflessioni. In questo nuovo lavoro è aiutato da una giovane ragazza, che gli troverà i clienti adatti.

Tutti i personaggi di questo libro, che essi siano semplicemente personaggi secondari, o meglio il protagonista stesso, sono descritti in maniera abbastanza dettagliata. Il lettore riesce a crearsi un'idea sul carattere e la sensibilità di ognuno di essi.
Ogni parte di questo libro incuriosisce: appunto i personaggi, ma anche i rapporti che essi hanno con il protagonista, i luoghi dove sono ambientate le storie,... tutto sembra frutto di una riflessione accurata.

Baricco con la sua scrittura riesce ad incantare i lettori, lettori che rimangono folgorati dalla storia e non riescono a staccarsi dalle pagine. Le atmosfere da lui descritte, la storia intera, tutto di questo libro è riuscito ad attaccarsi alla mia pelle. E' stato un continuo piacere leggere questo libro.

Un libro delicato, che entrerà nel cuore dei lettori.

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Nicolò Bonato Opinione inserita da Nicolò Bonato    11 Settembre, 2014
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L'arte di scrivere

Jasper Gwyn è uno scrittore londinese, di discreto successo, ma ha deciso di smettere.
Smettere di pubblicare, smettere di scrivere, smettere di vivere? Non si può dire, il suo agente è preoccupato, sia sul piano personale che su quello professionale, cerca di stimolare la sua vena creativa.
Ma la vena creativa di Mr Gwyn è già stimolata da un nuovo progetto. Diventerà un ritrattista.
Non un ritrattista come tanti, con il pennello in una mano e la tavolozza in un'altra. Mr Gwyn scriverà i suoi ritratti, nel suo studio, arredato con precisione e un certo gusto teatrale.

La sua fortuna sarà una ragazza che diventerà la sua assistente, la sua fonte di pubblicità e in un certo senso la sua erede spirituale, raccogliendo il suo peculiare testimone.
Il tocco da maestro di Baricco in questo libro è la sua scelta di creare un personaggio ampolloso, manierista, con ostentate pose da bohemienne, rendendolo lievemente antipatico ma incredibilmente vero.
Lo stesso stile barocco di scrittura rende l'immersione nella mentalità del personaggio più immediata e coinvolgente.

Non tutto è oro quel che luccica, comunque.
Baricco tradisce uno dei comandamenti predicati da scrittori e insegnanti di scrittura, lo "Scrivi di ciò che conosci" di Hemingwayiana (ma esiste questa parola?) memoria.
Forse l'autore ha vissuto a Londra, ma certo non la conosce abbastanza da poterla far vivere al lettore, infatti la storia funziona benissimo completamente slegata dal suo contesto cittadino, il cui maldestro tentativo di definizione rende superflue alcune pagine del libro, che comunque scorrono rapide.

Il realismo magico, direi incantato, di questo libro ricorda quello delle opere di Carlos Zafon, ad esempio "L'ombra del vento", non nella storia, ma nelle atmosfere create.

Il personaggio più peculiare è la vecchia con il foulard impermeabile, che fa immediatamente pensare a Bedrosian Baol, protagonista di "Baol" di Stefano Benni.
Un personaggio, quello della vecchia, che probabilmente non esiste se non come ideale puro, come entità immaginaria, metafora della nostra volontà e che tuttavia vive, o ha l'illusione di vivere, una ua vita personale, proprio come il succitato Bedrosian.

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Carlos Zafon (L'ombra del vento, Il gioco dell'angelo...)
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betta84 Opinione inserita da betta84    05 Febbraio, 2014
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irresistibile

Il libro racconta di uno scrittore che decide di smettere di scrivere libri e si inventa un nuovo lavoro, quello di "scrivere ritratti". Nemmeno il protagonista all'inizio sa cosa vuol dire davvero scrivere un ritratto. Il libro quindi incuriosisce molto.
Incuriosice anche il rapporto del protagonista con la gente che gli sta intorno...
Oltrepassata la metà del libro non ho saputo più smettere e l'ho letto tutto d'un fiato. Mi è piaciuto molto quindi lo consiglio.

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DarioDelMo Opinione inserita da DarioDelMo    13 Dicembre, 2013
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Sempre Baricco

Io Adoro Baricco. Forse suggestionato dai suoi libri più' belli come Oceano Mare, Questa storia e Novecento.
La storia è Fantastica.... parla di uno scrittore che decide di punto in bianco di abbandonare la sua strepitosa carriera di romanziere e incomincia a scrivere ritratti di persone sconosciute.
Baricco con il suo metodo di scrittura, a mio dire superbo, racconta la storia di questo scrittore, stanco dei suoi successi letterari si rimette in gioco esplorando la natura umana e creando un nuovo metodo di scrittura. Da Leggere...... perchè Baricco merita... anche se a tratti può sembrare un pò presuntuoso.

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    18 Ottobre, 2013
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Odi et amo

Giacca in tweed con bavero alzato,pantaloni di velluto a coste,capelli ancora castani nonostante lo scorrere del tempo,il collo leggermente reclinato a difendersi dal vento.
Mr. Gwyn cammina per le strade di Londra,un solo pensiero in mente che lo rende incapace di guardare ciò che lo circonda:scrivere.
Non è un’ossessione la sua.E’amore.
Amore per le parole,per la forma che congiungendosi possono assumere.
Scorrono nel suo sangue,se cerca di liberarsene il respiro si mozza,il tempo si ferma,lo spazio non viene più riconosciuto.
Non vuole più farlo Mr. Gwyn,non vuole più poggiare una penna sul foglio,ma non ci si può liberare da ciò che si ama.

Io odio Alessandro Baricco.Con tutta me stessa.
Ho una strana e profonda avversione nei suoi confronti.
Mi infastidisce la sua vanità.
Lo immagino sempre teso a raggiungere l’effetto più della sostanza,nella perenne ricerca di ciò che funziona meglio e non di ciò che sente di raccontare.
Eppure non posso esimermi dal riconoscere che in questo breve romanzo siamo a livelli altissimi.
La penna è impeccabile:di tutto lo scritto avrei cambiato una sola parola.Una.
La trama è originale:dietro c’è una idea vera.
La costruzione è perfetta:c’è sublime tecnica oltre al talento.
Pungente ironia nei dialoghi,riflessioni argute e intelligenti di una mente che osserva davvero la realtà,struggente malinconia nei sentimenti sempre pudicamente accennati.
C’è un piccolo mondo qui dentro messo in piedi da un creatore eccelso.

Ma,come già avvenuto con Seta,nonostante durante la lettura vengo colta da un profondo senso di ammirazione,appena chiudo il libro provo un altrettanto profondo senso di fastidio.
Quando leggi devi essere presa di peso e trasportata in un altro luogo.
Con Baricco quando leggi pensi :”Cavolo se è bravo!”.
No,non funziona cosi.
La storia deve essere davanti al suo autore.Baricco con la sua imponenza la oscura.
Ecco,per me questa è la vanità.
Continuerò a leggerlo.Continuerò ad odiarlo.

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Sam93 Opinione inserita da Sam93    29 Luglio, 2013
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Strano! (Qualche spoiler c'è)

Mr Gwyn è uno scrittore che non riesce più a scrivere. Quindi si reinventa, decide di dipingere: solo che è uno scrittore, non un pittore: perciò, la sua pittura si realizzerà con le parole.
A questo punto una riflessione mi sorge spontanea: in che cosa si distinguono un libro e un ritratto scritto? Dal mio punto di vista non si distinguono, perchè sono la stessa cosa. Un ritratto scritto non è forse un libro? E un libro cos'è se non una serie di dipinti, uniti a formare una storia?
Credo sia questo che non capisco di Mr Gwyn: dice di non riuscire a scrivere, ma nel momento in cui cambia nome alla sua professione e cambia genere, subito scrive. Affascinante modo per dire che il blocco dello scrittore è un fatto psicologico. Però, mi manca qualcosa, c'è un aspetto che non riesco a cogliere e che mi lascia un po' perplessa. Ma questo è un problema mio, probabilmente.

Ho trovato molto affascinante tutta la preparazione al nuovo lavoro. La ricerca di quel tipo specifico di lampadine, la ricerca del luogo di lavoro perfetto, e via dicendo. Senza contare la richiesta di alcuni dettagli particolari: un bel modo, anche se crudo, di voler cogliere l'essenza stessa delle persone, che Mr Gwyn riesce a cogliere anche senza aver mai conosciuto prima queste persone.

Lo consiglio? Alla fine si, anche se mi ha lasciata un po' perplessa e stranita. In alcuni momenti, ho avuto l'impressione che lo stile di scrittura, cosi affascinante, nascondesse una notevole assenza di contenuto dietro a riflessioni in apparenza molto profonde. Ma, ripeto, probabilmente è solo una mia impressione.

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Biagini Opinione inserita da Biagini    28 Mag, 2013
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RITRATTI UNICI

Dopo aver recensito due libri di Baricco che reputo eccelsi ho deciso di scendere un gradino, mi sarebbe piaciuto recensire un altro dei suoi libri migliori, ma ho preferito intervallare un po' la cosa.
Mr Gwyn non è un brutto libro, tutt'altro, e non è nemmeno il peggiore di Baricco (secondo me Tre volte all'alba ed Emmaus stanno più in basso e forse anche Senza sangue) però non ha quella perfezione stilistica che è propria dei suoi capolavori. Il libro parte molto bene, Mr Gwyn è un ottimo personaggio baricchiano e l'idea di scrivere ritratti l'ho trovato un bel colpo di genio. Il tocco dell'autore non è, chiaramente, solo nella creazione del personaggio, come non notare la mano di Baricco nel tratteggiare la figura del venditore di lampadine o nella preparazione splendida e minuziosa dell'ambiente dei ritratti. Però qualcosa manca, lo senti, qualcosa di Baricco che ormai ti è familiare, quel marchio di fabbrica impresso su ogni frase e su ogni passaggio che stavolta sembra essere latitante. Forse Baricco ha deciso di dare una sterzata al suo stile e anche Tre volte all'alba sembrerebbe suggerirlo, ma a me francamente dispiacerebbe o forse mi ci dovrei semplicemente riabituare.
Per chiudere con una nota personale, devo dire che le telefonate fra Gwyn e il suo amico-agente le ho trovate commoventi e alla fine sono rimasto veramente dispiaciuto per la sua sorte.

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Alcini Opinione inserita da Alcini    31 Gennaio, 2013
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Mr Gwyn

Non è il solito Baricco, o meglio, non è il migliore.. Dopo meraviglie come "Oceano Mare", "Castelli di Rabbia", "Seta", bisogna riconoscere che non è uno dei libri più riusciti a mio parere.
Ma Baricco rimane pur sempre Baricco, e questo dà garanzia del fatto che il livello qualitativo e contenutistico della lettura sia una spanna sopra la maggior parte degli autori odierni, anche in opere meno geniali come questa.
Nonostante tutto infatti, "Mr Gwyn" ha tratti di Bellezza e Poesia che solo uno come Baricco sa imprimere alle parole e alle storie, trasportandoti in un mondo dove non solo tutto è possibile, ma è anche magico, surreale. Lo amo.

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Opinione inserita da Luigi    04 Gennaio, 2013

La magia nello scrivere

Stranamente, non mi spiego il motivo, è il primo libro di Baricco che ho letto. Mi è piaciuto il modo di scrivere, lineare e semplice, anche se l'argomento non è semplice in questo libro. Un uomo, uno scrittore che, a prima vista e secondo quanto dice lui, perde ogni interesse per lo scrivere e smette, di punto in bianco, ma lo fa veramente poi? Non sembra in quanto alla fine, quando la matassa si sbroglia ci si accorge che non aveva smesso di scrivere ma aveva smesso di firmare i libri scritti dopo la decisione. E poi la voglia di cimentarsi in una nuova arte, quella di dipingere con le parole. Il tutto raccontato con una prosa che non ti fa staccare dal racconto. Personaggi memorabili come la vecchia morta, il fabbricante di lampadine, la ragazza bella ma grassa, l'agente, forse l'unico amico di Mr. Gwyn, che scompare ma non si fa dimenticare.

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Opinione inserita da Rosaria    20 Novembre, 2012

Una lettura che ti rapisce

Amo leggere i libri di Baricco, l'ho amato per la profondità del pensiero che mi ha donato con Oceano mare e continuo ad apprezzarlo per ogni suo racconto! Mr Gwyn ci fa riflettere realmente su quanta superficialità esiste nella nostra vita, ci fermiamo a giudicare le persone dal loro aspetto e non pensiamo che ogni uomo o donna che incontriamo nelle nostre giornate abbia una propria storia... noi non siamo un solo personaggio ma siamo la storia "siamo il bosco dove cammina, il cattivo che lo frega, il casino che c'è attorno, tutta la gente che passa..."

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francescamariabc Opinione inserita da francescamariabc    08 Novembre, 2012
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Un Baricco troppo semplice

Mc Gwin è la storia di uno scrittore che, stanco del mestiere e del suo contorno, decide di rivoluzionare la sua vita mettendosi a scrivere ritratti.

Il tema principale è quello del cambiamento e della ricerca di sé stessi, ma lo stile è ben lungi del Baricco classico, capace di miscelare prosa e poesia creando realtà verosimili.
Sono rimasta delusa da una scrittura troppo semplice.
Lo stesso racconto, scritto con altre parole, avrebbe potuto emozionare molto di più.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    01 Ottobre, 2012
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Il primo Baricco...

Ho sempre evitato Baricco con un misto di diffidenza e un piccolo rimpianto di curiosità, poco attirato da alcuni commenti di chi lo pone tra quelli che creano un solco tra i lettori: o si ama o si odia, leggendo gli autori in questione spesso vengo democraticamente travolto dalla noia e basta.
Mi aspettavo qualcosa di complicato , scritto da un severo maestro pronto a bacchettarti sulle dita se non lo segui nelle sue iperboli.
Ho scoperto invece Baricco, e se questa davvero non è nemmeno lontanamente una delle sue opere migliori, non vedo l'ora di leggere le altre.
La trama la trovate già per sommi capi nella descrizione, cosa posso aggiungere : il concetto che non siamo semplici personaggi ma intere storie è affascinante e vero , lo è anche per i vari personaggi del libro che sono molto ben caratterizzati pur spendendo poche parole , come se Baricco riuscisse ad inquadrarli nel loro momento di massimo fulgore ed espressività, li determina attraverso la storia.
I dubbi , i tormenti, le vicende di Mr Gwyn saranno magari più ben comprese da chi fa della sua arte una ragione di vita, ma il desiderio di comprendere gli altri e di comprendersi non ha confini . Porsi al di fuori dei canoni consueti, spogliati dei vestiti , degli oggetti della quotidianità e delle parole è un modo forse simbolico per essere raccontati come una storia, sta a noi decidere se quello di Mr Gwyn è solo un sogno o un vero talento.
La cosa strana è che non sono neppure sicuro di aver capito tutto, di aver colto tutte le sfumature di un racconto che va via leggero ma al tempo stesso è profondo, mi è rimasta questa sensazione di aver letto qualcosa di veramente bello.
Riportami a casa Mr Gwyn.

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gcavalca Opinione inserita da gcavalca    26 Settembre, 2012
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Mi ha tolto il fiato

In alcuni punti questo libro mi ha veramente tolto il fiato.
Varrebbe la pena leggerlo solo per le ultime pagine, se non fosse che tutto il racconto è coinvolgente, appassionato, sincero, a tratti riflessivo.
Mai usati tanti aggettivi per descrivere un libro.
L’idea di raccontare qualcosa che “è esistita dal momento che ha iniziato a farla” è già di per sé interessante ma la maniera di svolgerla che ha Baricco diventa entusiasmante.
Pensavo il protagonista fosse Mr. Gwyn, poi ho scoperto che quasi ogni personaggio lo diventava finché non è arrivata Rebecca, poi la ragazza cattiva, ed infine l’artigiano di Camden Town.
Senza dimenticare Tom, Lottie, David e la sua musica, Caterina de’ Medici, vari autori di libri e tutti gli altri che passando nella storia la compongono, non ne fanno parte.
La vera rivelazione l’ho però avuta a pagina 154, sulle 158 del libro, quando il vecchietto pone una semplice, sincera domanda: “Come faceva?”.
Sul cosa facesse Mr. Gwyn e soprattutto su come lo facesse e su cosa ha risposto Rebecca lascio ovviamente alla vostra curiosità di scoprirlo.

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C.U.B. Opinione inserita da C.U.B.    28 Giugno, 2012
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I RITRATTI DI MR. GWYN

Jasper Gwyn un bel giorno, passeggiando, decide di non volere piu' fare lo scrittore.
Restano le doti, cambiano le prospettive.
Rebecca ha un viso deliziosamente desiderabile, ma quel suo corpo obeso smorza il desiderio e richiama disprezzo, abuso, insulto degli uomini.
Un vecchietto costruisce lampadine, manualmente, maneggiandole come fossero diamanti.
Fare un ritratto e' come riportarti a casa. Riportami a casa, Mr. Gwyn.

Ci sono libri che vanno letti, ci sono libri che vanno galleggiati. Mr Gwyn e' galleggiamento.
Ti ingloba completamente dalla prima all'ultima pagina lasciandoti addosso quella sensazione di stare a galla, beatamente inerme, tra le nuvole: leggero nell'aria, saldamente ancorato a qualcosa di pacifico.
Un Baricco innovativo, se cosi' si puo' dire, viene meno la sua caratteristica ritmica : punteggiatura, interlinee, spazi bianchi. Forse qui non ne ha sentito l'esigenza, il sottofondo di questo romanzo e' la musica del Tutto : fiume, foglie, vento, tintinnio di tubature.
Emerge meno che altrove la sua caratteristica prosa poetica : qui la poesia non e' nella forma, e' nel contenuto.

Permettetemi un appunto personale, in questo mondo di franchising e centri commerciali dove la bellezza e l'esclusivita' della bottega e dell'artigianato sono in via di estinzione: sbirciare nel laboratorio del creatore di lampadine, ascoltare l'opera del compositore di suoni o comprare cartelline in una cartoleria che confeziona pacchetti con nastro dorato e' qualcosa di prezioso, oramai.

Caro Baricco, non mi accontento di leggerli i tuoi libri, sappilo. Pretendo di viverci, dentro, anche solo per qualche ora.
Buona lettura a chi ha voglia di sognare, senza bisogno di addormentarsi . Cosi', ovunque, come succhiando con gli occhi una caramella di carta.

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Opinione inserita da Amelia    13 Mag, 2012

Personaggi in cerca di un copista

Perchè appena ho finito dileggere questo libro mi sono venute quasi le lacrime agli occhi? perchè Baricco ancora una volta mi ha condotto in un'atmosfera incantata con personaggi che subito ti stupiscono, che subito ami e vorresti conoscere, avere vicino a te, perchè sei sicura che hai tante cose da condividere, come fa il protagonista con la donna col foulard impermeabile. Entra nell'anima mr. Gwyn con la sua originalità, la sua ricercatezza; ci fa capire, come è riuscita a farlo Rebecca, chi siamo, cosa cerchiamo.

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carlito86 Opinione inserita da carlito86    21 Aprile, 2012
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ANCORA UNA GRANDE OPERA DI BARICCO

Quale sarà il mistero di Jasper Gwin? Solo alla fine, grazie alla passione e alla dedizione di Rebecca, si potrà capire. Un personaggio tanto fantastico quanto incomprensibile, abbandona la sua attività di scrittore per iniziare un nuovo viaggio non ben definito dove la scrittura assume significati mai conosciuti e mai esplorati. Andare a spiegare in maniera più dettagliata l’idea di Mr Gwin sarebbe come togliere il gusto della lettura a chi andrà a leggere il libro. Libro dove si costruisce un mondo nel quale Mr. Gwin si estrania dalla sua vita di scrittore londinese che cerca ispirazione passeggiando per Regent’s Park, e si tuffa in un’attività nuova, in una stanza illuminata di una luce innocente e graduale da lampadine costruite a mano da un vecchietto di Camden Town.
È un altro personaggio inimitabile di Baricco, che scrive un libro che parla di libri, che non sarebbe neanche giusto definire tali, e di un rinnovamento intellettuale di uno scrittore, o meglio, di un intellettuale che legge le persone.

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Opinione inserita da cri    29 Marzo, 2012

da una mongolfiera

che piacevole scoperta, Alessandro Baricco. E' il suo primo libro che leggo ed ho subito pensato: ma come ho fatto a non accorgermi di lui fino ad adesso? ma come, sfioravo i suoi libri sui banchi e non ho mai sentito il loro richiamo, nemmeno per sbaglio? Va bè, pazienza, a volte capita che ci lasciamo alle spalle splendidi piccoli fiori che nemmeno vediamo e che potrebbero darci invece sensazioni quasi mistiche.....Già, perchè è questo che mi ha lasciato la lettura di Mr.Gwuin: una delicata scia profumata che mi piace assaporare quando ci penso; una voce che ti fa girare di colpo se la senti per strada; una bolla colorata dove immergerti lasciando all'esterno un mondo rozzo e volgare.
Era veramente tanto tempo che la lettura di un libro non mi dava queste sensazioni, lievi ma non banali; sofisticate come un giardino giapponese ma pienamente inserite nel nostro tempo e luogo.
Sento che, se voglio, adesso posso percepire il mondo con la prospettiva che avrei stando su una mongolfiera

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    12 Marzo, 2012
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Scrittore di ritratti

E' una nuova bellissima storia di uno dei miei scrittori preferiti, che racconta la storia, a sua volta, di uno scrittore con il grande talento del raccontare, che a un certo punto della sua vita mette tra sè e il mondo una certa distanza. Stacca. Di punto in bianco. Perchè un giorno si accorge che non gli importa più di nulla e che tutto lo ferisce a morte. Allora si fa scivolare addosso i giorni, scrive solo nel chiuso della sua mente, perchè questo lo rilassa, e scrive frammenti, senza un prima e senza un dopo. Decide di scrivere ritratti. Non sa neanche lui cosa vuol dire. Ma li scrive. E i suoi "modelli" si riconoscono pienamente in quelle pagine in cui lui li disegna. Vive lentamente, concentrandosi su ogni singolo gesto, con una grande cura dei dettagli, con scrupolo maniacale. Pe colmare il grande vuoto che ha generato in lui l'abbandono dei libri. Capisce che ciò che più ci fa sentire vivi è qualcosa che lentamente è destinato ad ammazzarci. C'è tanta solitudine in queste pagine. C'è tanta bellezza. Ci sono tante cose non scritte. Ma ti arriva comunque tutto dritto al cuore, anche quello che non leggi.

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Henry Opinione inserita da Henry    13 Febbraio, 2012
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Un percorso di conoscenza

Si può scrivere un ritratto?
È questa la domanda che Jasper Gwyn, scrittore di successo, si pone mentre si trova all’interno di una galleria d’arte. Davanti a dei nudi d’autore spunta in lui l’idea di realizzare qualcosa di nuovo. Ha da poco annunciato al mondo cinquantadue cose che non farà mai più; tra queste non scriverò più libri. Nasce così la professione del “copista”. Ma come concretizzarla?
Vedremo svilupparsi la sua idea come un fiore che germoglia, cresce e sboccia per mostrarsi nella sua bellezza; una stanza, una musica di sottofondo e 18 “Caterina de' Medici”.

In questo percorso di conoscenza incontreremo molti personaggi. Ognuno con una storia da raccontare. Ognuno con un ritratto da leggere.

E anche noi come uno dei modelli ci troveremo a scrivere a Mr Gwyn:
“Non riesco a non pensare che se tutto questo fosse accaduto molti anni fa io sarei oggi un uomo differente e, per molti aspetti, migliore”.

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Valerago Opinione inserita da Valerago    06 Febbraio, 2012
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Fredda bellezza

Definirei la nuova opera di Baricco un’occasione mancata, la storia è affascinante ma la resa non riesce ad annullare la distanza tra il lettore e i fatti narrati.
Jasper Gwyn è uno scrittore di fama mondiale, i suoi libri vendono milioni di copie e la sua vita professionale appare perfetta ma, appunto, è solo apparenza. Un bel giorno, di punto in bianco, Mr Gwyn decide di chiudere lì la sua carriera: non scriverà più, non pubblicherà più nulla, il mondo deve dimenticarsi di lui. In un articolo sul “The Guardian” il protagonista stila una lista di cinquantadue cose che non farà più e, oltre a dire che non continuerà a sforzarsi di essere cordiale con colleghi che in realtà lo disprezzano, inserisce alla fine il proposito di non scrivere più libri. E così succede. Jasper scompare per qualche tempo, non risponde al telefono e, quando fa il suo ritorno, respinge al mittente le insistenti preghiere del suo agente, ed unico vero amico, Tom. Ma non può vivere senza far nulla, deve inventarsi una nuova carriera. La visita ad una galleria d’arte fa scoccare nello scrittore la scintilla; improvvisamente, osservando il ritratto di un uomo con i baffi, Mr Gwyn capisce a cosa dedicare il resto della sua vita: l’idea è di scrivere ritratti di persone.
“ Non pensò a qualche trucco tecnico e nemmeno gli sembrò importante la bravura del pittore, solo gli venne in mente che un fare paziente si era posto una meta, e alla fine quel che gli era riuscito di ottenere era ricondurre a casa quell’uomo con i baffi. Gli sembrò un gesto bellissimo”.
Jasper inizia ad organizzare con meticolosa precisione ogni particolare del suo nuovo lavoro, senza assolutamente sapere con esattezza in cosa consisterà né dove lo porterà questo percorso. Mr Gwyn sa solo che quello è il suo destino, e si adopera in ogni modo per riuscire nel suo intento. Il talento di Jasper Gwyn, dopo qualche incertezza iniziale, si esprime anche in questa nuova avventura e i ritratti soddisfano in pieno le esigenze dei clienti. Lo scrittore ha trovato la sua strada, anche se non durerà molto.
La storia ha un grande fascino e la scrittura di Baricco non ha perso nulla del suo carattere poetico ed evocativo, ma il tutto risulta assolutamente distante e poco credibile. Leggendo Mr Gwyn ho pensato ad un orologio svizzero, un meccanismo perfetto in ogni sua parte, senza sbavature e, quindi, senz’anima. Il personaggio sembra quasi finto, ingessato e, alla fine di tutto, quello che più risalta è la freddezza della struttura narrativa, l’impossibilità, per chi legge, di lasciarsi coinvolgere davvero. Siamo lontani dall’autore di “Castelli di rabbia” o “Novecento”, e questo non può che dispiacere.

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A chi ama Baricco... nonostante tutto!
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eliss Opinione inserita da eliss    06 Febbraio, 2012
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... è decisamente un SI!!!

Vorrei premettere che è il mio primo libro di Baricco, ma non sarà decisamente l'ultimo. Si discosta molto dal mio solito genere (mistery-gialli) però mi è decisamente piaciuto. All'inizio ho avuto qualche perplessità, mi sembrava un pò "lento", me lo aspettavo più da "testa fra le nuvole" diciamo così, poi entrando nel modo di scrivere dell'autore ho capito che lui vuole che percepiamo i dettagli, sono quelli che fanno la differenza.
La storia è incentrata tutta sul protagonista, però le sfumature che inserisce le considererei indispensabili... durante tutto il libro mi son sempre posta una domanda, "ma a baricco com'è venuto in mente un personaggio simile?? una storia simile???"
promosso promosso e promosso .... non aggiungo dettagli riguardante la trama...anzi vi consiglio di non leggerla affatto... iniziate direttamente dal libro, fidatevi!

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Sherazade Opinione inserita da Sherazade    26 Gennaio, 2012
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Magico

Premesso che lo stile Baricco ritengo sia eccelso a prescindere, che l'addizione e sottrazione di dettagli solo apparentemente banali è pura maestria, che la cura maniacale di ogni parola scritta o omessa dà un risultato stupefacente ed è prerogativa dei talenti assoluti.
Un uomo, quasi un personaggio in cerca d'autore che ha smarrito il senso della sua scrittura nonostante il successo, dal nulla, un nulla che lo investe spiritualmente e fisicamente, inventa una nuova arte combinando con elegante purezza la tecnica pittorica e quella narrativa. Accompagnato da protagonisti indimenticabili, incredibili, simpatici e in qualche misura affini, diventa, con il semplice atto di guardare "oltre", depurato dal tempo cronologico, "il copista". Colui che riesce a cogliere l'essenza vera, in più dimensioni, di personaggi- modelli sconosciuti, come tutti, a sè stessi. L'artigiano delle lampadine è una visione,una figura arcaica, fuori dal tempo,il demiurgo del buio e della luce che fabbrica pezzi con una vita propria, che serve agli altri per esplorarsi profondamente ma che, senza Mr Gwyn non potrebbero.Le lampadine, il loro spegnersi a tempo, sono quasi e forse una metafora analitica inquietante del tempo che scorre senza che nessuno, noi stessi per primi,senta il bisogno di guardarci dentro l'anima, di conoscerci. Quando l'ultima si spegne i soggetti rimangono a nudo, non davanti al copista, che è come non ci fosse mai stato, ma di fronte a sè stessi. Che tristezza quando Gwyn è costretto a sparire e i fili della trama vengono tutti tirati!

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Opinione inserita da mario49    20 Dicembre, 2011

La magia di Baricco

E' la magia di Baricco che si ripete! Quella dimensione sospesa tra realtà e fantasia, comune alla maggior parte dei suoi scritti, evocata da un sofisticato uso della frase, della parola, della punteggiatura. Personaggi improbabili, come lo stesso Mr.Gwin o l'anziana signora col foulard imperameabile o il vecchietto delle lampadine o l'amico Tom, sono i protagonisti surreali di un mondo che fluttua trasognato fra la vita di tutti i giorni e le intime aspirazioni delle persone.Romantico come la luce "infantile" delle lampade del garage-atelier in cui Mr Gwin/Baricco "costringe" i suoi modelli ad una nudità che è del corpo ma anche dell'anima, questo libro, nella sua raffinata eleganza linguistica, esalta la libertà dalle convenzioni e quella delle scelte,senza voler essere dissacrante di coloro che non oppongono nessuna resistenza al flusso magmatico dell'esistenza.

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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    30 Novembre, 2011
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Ritratti di un copista

Jasper Gwyn,scrittore di successo,un giorno, di punto in bianco, spedisce una lettera al "Guardian", dalle colonne del prestigioso giornale annuncia che smetterà di scrivere.

Tom Bruce Shepperd,agente letterario e amico di vecchia data di Mr Gwyn, raggiunge telefonicamente il suo artista in Spagna dove si è rifugiato,per capire cosa effettivamente gli sta succedendo.All'inizio aveva creduto in una trovata pubblicitaria dell'amico scrittore,poi,col passare del tempo e dopo lunghe conversazioni telefoniche,si è reso conto che c'è qualcosa che non va, la tipica eccentricità di Jasper ha lasciato il posto alla pazzia?
Tornato a Londra ,Jasper viene contattato da Rebecca, segretaria di Tom che non vuole arrendersi all'idea che l'amico getti alle ortiche una splendida carriera,ma ancora una volta Jasper sorprende tutti: ha deciso, farà il copista, scriverà ritratti!
Rebecca e Tom ,rimangono basiti, il loro assistito ormai ha perso il senno: come si fanno a scrivere ritratti? Come tutti i geni o i pazzi, Jasper tira dritto per la sua strada, darà fondo a tutti i suoi risparmi per mettere su uno studio elegante e sceglierà Rebecca come prima modella, per cinquemila sterline,quattro ore al giorno,per trentadue giorni, Rebecca poserà per lui e cosa sorprendente,scriverà il ritratto.
Come si fa a scrivere un ritratto? Beh ci vuole uno studio non troppo grande,macchie di umido alle pareti,tubature rumorose, una serie di lampadine modello Caterina de Medici, un divano,carta, penna...e un copista naturalmente.
Questo romanzo è intrigante e molto diverso dagli altri di Baricco, la "pazzia" di questo pesonaggio ti tiene incollato alle pagine del libro, cerchi diperatamente di capire dove voglia andare a parare, alla fine anche noi lettori vorremmo dare una sbirciatina ai suoi ritratti e i colpi di scena finali qualcosa ci faranno intuire.

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Stefp Opinione inserita da Stefp    11 Novembre, 2011
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Mr Gwyn

Jasper Gwyn è uno scrittore di successo, in patria e all'estero, ma improvvisamente prende coscienza che non vuole e non farà più lo scrittore. Il caso e la sua comunque incancellabile capacità di dare ordine alle parole, ai verbi, agli aggettivi in modo da creare frasi musicali, incisive, eleganti, il dono insomma dello saper scrivere bene, gli suggeriscono improvvisamente quello che sarà il suo nuovo lavoro: fare ritratti alle persone. Ritratti scritti.
I tormenti di Mr Gwyn, i suoi misteri, la folle e lucida capacità di staccare con la sua vita precedente, di successo, per un progetto visionario, originale, ma come dimostrerà con la sua arte, e la sua capacità di leggere dentro le persone, fattibile, non mi hanno conquistato fino in fondo. Per Baricco ci immedesimiamo in un personaggio immaginario e ci vediamo dentro le storie, e per lui noi siamo tutta la storia, non solo il personaggio e nei suoi libri dietro ogni personaggio e quindi dietro ogni storia c'è lui, lo scrittore che forse tesse il suo ritratto scritto. Alessandro Baricco non è facile e forse non vuole esserlo, sa di essere bravo e ammirato e non ostenta ma fa capire che ne è consapevole, però non credo che sia vero, come si legge spesso, che o si ama o si odia, nei miei gusti rimane nel limbo. Sono pregevoli i caratteri dei personaggi, profondi, veri, tormentati e ben descritti i rapporti fra loro. La lettura piacevole e non mancano sprazzi di sottile umorismo. Sicuramente da approfondire andando a leggere i suoi romanzi precedenti.

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