L'ultima riga delle favole Hot
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Dovrai perdermi... Per ritrovarmi...
Tomàs, con le sue incertezze, è il protagonista adulto di una favola moderna, non ha ancora trovato la sua vera strada, ha poca fiducia in sé, vive la vita senza entusiasmo.
"Aveva imparato da qualche parte che quando un sogno ti resta incollato addosso per molto tempo significa che non è più un'illusione, ma un segnale che ti sta indicando la tua missione nella vita. Cucinare spaghetti. Fare calcoli. Riparare orologi. Ciascuno ha la sua e l'errore consiste nel credere che una sia più importante dell'altra, solo perché non tutte procurano fama e denaro."
Ogni sua relazione è destinata al fallimento perché le emozioni per Tomàs vanno tenute a distanza.
Attraverso un viaggio simbolico presso le Terme dell'Anima dove troverà di volta in volta dei maestri che lo guideranno alla ricerca di sé, Tomàs si guarderà dentro, riuscirà a vedere se stesso e gli altri da una prospettiva diversa, i ricordi del passato non potrà cancellarli ma imparerà a lasciare andare il dolore associato ad essi, a trovare un senso agli eventi e alle scelte, anche a quelle sbagliate.
"Ora che hai visto il senso di tutto, sai che tutto aveva un senso... Perciò ti ripeto la domanda: vuoi andare avanti?"
La chiave per giungere al lieto fine è la più ovvia e al tempo stesso anche la più difficile: l'amore (e il perdono) per se stessi prima, per gli altri poi. Solo così potrà buttare via la rassegnazione e 'abbracciare' anche la paura riscoprendo il coraggio. Perché: "Passa attraverso mille strade la verità che cerca il viaggiatore, ma tutte conducono allo stesso luogo: l'amore".
Ho trovato passaggi e citazioni piacevoli, la trama in sé non mi è dispiaciuta, ma dopo una prima parte, abbastanza scorrevole a leggersi, mi sono imbattuta nel viaggio alle Terme dell'Anima dove 'un troppo' nella narrazione ha fatto venir meno fluidità e leggerezza nella lettura.
Libro per me distante da "Fai bei sogni" che mi è piaciuto certamente di più.
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Stereotipi e clichè - ma stile sempre impeccabile
Premetto che io adoro lo stile di Gramellini, leggevo con piacere i suoi interventi su La Stampa e lo leggo con piacere sul Corriere. Persino le risposte che da su Vanity Fair mi strappano un sorriso, perché lo stile è innegabile.
Peccato che in questo libro ci sia solo questo: lo stile.
Il protagonista, Tomàs, è una persona apatica che guarda la vita da spettatore, è allergico alle relazioni umane, si autocensura in nome di un trauma vissuto da piccolo che gli ha reso impossibile diventare adulto. Per smuovere la sua situazione, Gramellini gli fa fare un viaggio onirico? fantastico? "da favola". Ma è una favola strana, dove gli insegnamenti morali sono travestiti da parodie, la comicità forzata è all'ordine del giorno, i personaggi che si incontrano per strada stereotipi fatti e finiti.
E anche a volerla leggere con leggerezza, a non volergli attribuire più valore di quello che vuole avere - una tavoletta per raccontare il viaggio interiore di un uomo verso la sua redenzione/guarigione sentimentale - io mi chiedo: perché?
Perché le forzature poetiche?Il protagonista è ironico e realistico, ma il viaggio è fin troppo spirituale e introspettivo, i due mischiati fanno un macello. Non sono riuscita a capire se l'intento era quello di farCI fare un viaggio interiore ma con il sorriso o se era tutta una presa in giro e "l'amore, il tu, il noi, il galleggiamo insieme e sosteniamoci" una parodia dei guru e santoni del nuovo millennio.
Salvo solo poche frasi, totalmente estrapolate dal contesto.
A parere mio manca di trama, il viaggio è totalmente sconclusionato, e il cliché dell'uomo allergico all'amore per paura delle delusioni passate è fin troppo usato e abusato.
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Rimedi per l'anima
Mi sono imbattuta casualmente in questo libro nel 2013, e ricordo chiaramente di aver pensato che Gramellini fosse un visionario. Non riuscivo a trovare un filo logico nella sua narrazione, continuavo ad andare avanti per comprenderne il senso…senso che poi trovai d’improvviso. Questo libro parlava esattamente di me! Più scendevo in profondità insieme al protagonista, più mi imbattevo in me stessa, nel mio intimo, nei miei errori, nei miei rimpianti, nelle mie questioni irrisolte e in quelle risolte frettolosamente. Il mio IO coincideva esattamente con quello di Tomàs (e dell’autore).
Il nucleo centrale della narrazione è l’Amore, inquadrato nel suo elemento fondamentale: l’Anima gemella. Tomàs aveva fin da piccolo un’ossessione: accoppiare tutto in fila per due. Ascoltava a bocca aperta le favole che la madre gli raccontava, ma l’ULTIMA RIGA lo lasciava sempre insoddisfatto. “E vissero per sempre felici e contenti. Avrebbe voluto sapere che cosa succedeva davvero, dopo”.
Era stato proprio il “dopo” a renderlo una persona timorosa, con il “cuore ustionato”, che aveva imparato a reagire ai colpi della vita chiudendosi a riccio su se stesso e scegliendo sempre la via più semplice nei rapporti a due: la fuga.
Almeno finché non appare Arianna e tutto si ribalta. con lei non potrà fuggire, il “disertore sentimentale” viene bruciato sul tempo. Tomàs sta passeggiando sulla spiaggia in cerca di se stesso e del senso della sua vita, quando si imbatte in un gruppo di balordi e cade in acqua; mentre sta per annegare il tempo inspiegabilmente si ferma.
In bilico tra la vita e la morte, il suo ultimo pensiero va a lei, Arianna.
“Noi accogliamo coloro che scappano dalla vita, ma covano un desiderio non realizzato in fondo al cuore…un uomo arreso non è ancora un uomo perduto. A salvarlo sarà sempre il suo pensiero più ardito.” (…) Tomàs abbassò le palpebre e fece finta di assopirsi. Era una delle sue specialità. Fin da bambino aveva imparato a indossare la maschera dell’addormentato per scappare dalle situazioni che lo mettevano a disagio. Si girò su un fianco e incominciò a pensare. All’anima gemella.
Da qui inizia il viaggio attraverso se stesso nelle ” terme dell’anima” , alla ricerca dell’amore e della guarigione. D’altronde ci dice Gramellini
"Se vuoi fare un passo in avanti, devi perdere l’equilibrio per un attimo."
Trovo che questo sia un libro che scatena sentimenti controversi, può piacere o meno, in ragione dello stato d’animo in cui ci si trova e con il quale lo si legge; è forse più adatto alle anime in pena che ai cuori felici.
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Ricerca. Amore. Favola.
I presupposti ci sono: Tomas vive subendo la vita, questa scorre inesorabile dinanzi all'apatia di un protagonista incapace di afferrarla e scuoterla dal suo oblio. Poi il viaggio. Surreale, metaforico, effimero. Un percorso alla ricerca di sé stessi e del proprio scopo, nel caso di specie identificabile nell'amore. Ha paura di innamorarsi il nostro Tomas, teme di restare deluso, di soffrire, di legarsi a qualcuno, di non essere degno, questo, sino a quando non comprende che ciò che veramente desidera è avere accanto la persona a cui offrirsi, l'anima gemella. Amare sé stessi è il primo passo per amare l’altro/a.
Sono passati anni da quando ho (lo ammetto) un po' faticosamente letto questo romanzo, per quanto infatti le basi di partenza siano buone, la retorica sia ben argomentata, le citazioni non manchino; la prolissità con cui i fatti vengono narrati, l'ampiezza smisurata dei periodi e forse, perché no, la non proprio originale idea che sa eccessivamente di deja vu (inevitabile è il confronto con altri componimenti narrativi), rendono la lettura farraginosa e talvolta lenta facendo perdere di vista l’obiettivo ed il messaggio che l’autore voleva offrire con questo suo scritto. Verso la metà inoltre, quasi a voler rincarare la dose, la storia perde di lucidità divenendo confusa e opinabile.
In conclusione, per quanto la scrittura di Gramellini sia sempre cosa gradita poiché ha il dono naturale del saper narrare, in questo caso al romanzo manca "quel qualcosa" che lo renda indimenticabile e ne favorisca la lettura.
Il fatto di essere estremamente surreale non lo rende appetibile a tutti gli amanti del leggere che anzi, in taluni casi, possono restare spiazzati dall'eccessiva astrattezza del testo. Lo consiglio a chi ha un’indole romantica e sognatrice che cerca un’opera senza pretese, lo sconsiglio invece a chi in primo luogo non ama l’eccessiva metaforicità e a chi, seconda di poi, preferisce romanzi con un messaggio più diretto e meno enfatico. In questo caso il libro è fornito di un elenco di consigli, citazioni (anche piacevoli), ed ha quel tanto di fiabesco, caratteristica che, se da un lato aveva l’obiettivo di delineare l’anima con tutti i suoi perché, i suoi dubbi, le sue risposte, le sue riflessioni, dall’altro ne ha reso difficoltoso lo scorrere.
Resta un buon tentativo ma non può gridarsi al capolavoro.
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Davvero non capisco
Ho letto sul retro della copertina di un successo letterario, di non so quante copie vendute, il libro mi e' stato inoltre caldamente consigliato da due amiche lettrici il cui parere solitamente stimo molto, eppure non riesco assolutamente a spiegarmi come possa essere piaciuto tanto un libro del genere. Dopo avere letto e apprezzato tanto Fai bei sogni che mi aveva tenuta sveglia fino al mattino e che mi aveva fatto commuovere fino alle lacrime, questo libro mi ha deluso moltissimo, tanto che non sembra nemmeno scritto dallo stesso autore, se non per dei riferimenti autobiografici che si trovano in entrambi i libri. Posto che questo genere siolitamente non mi piace, ovvero questa sorta di viaggio simbolico del protagonista che al termine giunge a nuove scoperte su se stesso e sul mondo, ci sono autori che hanno comunque saputo utilizzare questa tecnica narrativa in modo egregio...Ma L'ultima riga delle favole e' semplicemente una bruttissima copia di testi quali Alice nel Paese delle Meraviglie, Il Piccolo Principe e, sopratutto, del capolavoro di Coelho (capolavoro chiaramente secondo il mio giudizio) Veronika decide di morire. L'ho trovato di una noia mortale, aspettavo fiduciosa una svolta che non c'e ' stata, ho letto pagine e pagine uguali per un tempo lunghissimo, e l'ho portato a termine solo per rispetto ai libri, che on riesco a lasciare a meta', e nella speranza che prima o poi qualcosa scuotesse la mia anima e mi desse un'emozione, speranza che, chiaramente, e' stata delusa, frasi melense che non colpiscono ne' il cervello, ne' tantomeno il cuore...uno dei libri piu' noiosi che abbia mai letto
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L'ultima riga delle favole di Massimo Gramellini
Molto particolare questo libro, che io ho paragonato un po' ad "Alice nel paese delle meraviglie" (volendo essere super ottimisti) per il modo in cui viene trattato e per la sua surrealità. Sinceramente non è il mio genere e ho fatto un po' di fatica a leggerlo, ci ho impiegato quattro giorni (cosa molto strana per me, che leggo al massimo in un pomeriggio un libro che mi piace). È la storia di Tomas, uno come tanti, che subisce la vita, anziché viverla e teme di modificarla a suo piacimento. A prima vista sembra la storia di un perdente, che attraverso un viaggio simbolico e surreale, giunge allo svelarsi del suo sogno: quello di trovare l'anima gemella. Come molti, Tomas ha paura dell'amore, ha paura a lasciarsi andare, per paura dell'abbandono e della sofferenza. Questa vuole essere una favola moderna: la ricerca dell'amore, prima di sé, poi dell'altro. Tomas non accetta la vita di nostalgia e di rimpianti che ha vissuto e cerca una vita vera, più completa e realizzata. Troppo ricco di retorica e pesante, anche se la scrittura scorrevole aiuta ad arrivare alla fine. Lo consiglio per l'arricchimento culturale che quasi ogni libro ci dona, ma sarà un po' ostico per quelli come me, a cui non piace il genere.
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Favola riuscita a metà
Il libro non parte male, l'idea della storia è buona, devo dire molto fantasiosa e anche interessante, ma ad un certo punto diventa troppo confusionaria, e le varie fasi che attraversa il protagonista diventano ripetitive e non molto chiare. Il libro è pieno di frasi che a volte sembrano quelle dei cioccolatini, a volte qualcosa di già sentito, ma io l'ho trovato l'aspetto più interessante, tante piccole perle che possono essere prese come consiglio e insegnamento di vita. Ripeto che l'idea di base c'è ed è molto buona, però purtroppo si perde nello sviluppo, diciamo che è un libro che mi è piaciuto a metà.
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Un viaggio dentro se stessi
Ci ho provato, ho provato ad essere la versione femminile di Giacomo Leopardi fingendo che questo romanzo fosse la siepe e cercando di guardare oltre, solo che non vi ho scorto l'infinito, ma il nulla.
Ho trovato questo libro ricco di clichè e di stereotipi sulla vita e sull'amore partendo dall'idea dell'androgino secondo cui l'uomo per essere completo deve trovare l'altra metà di se stesso, l'importanza di avere un sogno nella vita e battersi affinchè si realizzi, il calore degli affetti familiari.
Se dovessi descrivere il protagonista Tòmas con un solo aggettivo sarebbe "smidollato" , un ragazzo che non ha il coraggio di vivere fino in fondo, di fare le scelte basilari della sua vita dal lavoro all'amore finendo per accontentarsi di ciò che passa sottomano.
Il suo viaggio a tratti mi ha ricordato quello che Srooge fa nel romanzo di Dickens "Canto di Natale", solo che per rivedere le tappe salienti della sua vita non ricorda i natali presenti ,passati e futuri, ma i suoi amori.
Dato che sono un eterna ottimista ho cercato di scorgere il messaggio di Gramellini anche se in un libro completamente lontano dai miei gusti, dal mio genere e dalle mie aspettative "l'ultima righe delle favole"rappresenta il lieto fine, il vissero felici e contenti, infatti cosa sarebbero le favole senza il finale? Storie fatte di mele avvelenate, di principesse rinchiuse in castelli e draghi, invece noi tutti abbiamo bisogno di pensare che tutto un giorno possa andare per il verso giusto:
"nelle dita di ciascun uomo è racchiuso un miracolo...in fondo non è così difficile basta rimettersi in pista ogni volta che esce...e appena il cuore è in equilibrio tirare una stecca senza senso".
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Mi ha lasciata un po' dubbiosa!
La trama di questo libro mi attirava particolarmente,e in effetti non mi ha deluso. Fantasioso,si può considerare come una favola dei nostri giorni. Non è stato però come lo aspettavo. A volte risultava noioso o un po' impacciato,anche se l'idea e il contenuto era abbastanza piacevole. Nonostante ciò,dopo la prima metà mi sono affezionata a questo libro. Consigliato a chi cerca se stesso negli altri.
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Soporifero
Ho comprato questo libro perché la fama dell'autore è bastata a convincermi dell'aquisto. Gramellini è uno dei giornalisti più seri e preparati che ci sono in Italia, e un libro scritto da lui credevo meritasse attenzione.
Che errore!!!
Il viaggio onirico raccontato nel libro è terribilmente noioso. I processi di purificazione spirituale che subisce il protagonista, sono monotoni e ripetitivi. Sembra di leggere in continuazione le stesse cose. Raramente mi sono annoiato tanto. Non ho trovato nessun significato in questo libro. Solamente, il compiacersi da parte dell'autore, delle proprie (presunte) abilità letterarie.
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Vuoto e privo di significato
Quando l'ho comprato ero cosi' entusiasta di leggerlo, dopo aver letto "fai bei sogni" , mi aspettavo un altro capolavoro! Ma gia' dal primo capitolo ho avuto seri ripensamenti; non sapevo se continuarlo a leggere, ma mi sono promessa e fatta forza nel finirlo. La storia all' inizio mi sembrava promettente, originale, ma non ha saputo valorizzarla e svilupparla meglio. Piu' andavo avanti con la lettura e piu' non capivo come stava sviluppando la trama: un libro di fantascienza? Un sogno del protagonista?. Inoltre ha usato molte frasi da "baci perugina": frasi fatte, pompose ma prive di contenuto. Mi ha molto deluso, specialmente per la buona impressione che mi aveva regalato l'altro libro. Speriamo un un altro successo migliore!
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ma che noia
Gramellini ti conosco come vicedirettore del quotidiano La Stampa, ti seguo spesso da Fazio e ti trovo sempre giusto e misurato; riesci a raccontare con la stessa delicata attenzione accadimenti leggeri e divertenti e fatti importanti e gravi. Insomma ti lasci ascoltare facilmente. Ma in questo romanzo, proprio non ti ho capito. Ma tanto non ti ho capito che ho difficoltà ad esprimere un giudizio.
Spontaneamente mi vien da dire: ma che libro è? Mi dico devo finirlo perché poi arriverà a un punto e tutto sarà chiaro…ma che fatica! tutti questi capitoletti praticamente identici!
Questa è la sensazione che mi resta. Anche ora che scrivo, ad un giorno di distanza, penso di aver letto pagine e pagine e pagine tutte identiche l’una all’altra. E totalmente campate in aria, senza una logica. Oppure io non ho avuto la sensibilità di capire. Probabilmente questo tipo di romanzo, che forse voleva essere una favola moderna sull’amore, a me non è neanche arrivato come tale.
Inutile. Una lettura totalmente inutile.
“Ho ritrovato un po’ delle cose che avevo perduto”.
“Sono fidanzato con la mia anima.”
”Ora che l’anima hai imparato ad amare, trova la gemella e mettetevi a volare.”
Il tema è anche interessante, ma proprio non sono riuscita ad entrare in sintonia con la modalità del racconto e neanche con la scelta dei fatti.
“Quando ridurrete il maschio e la femmina a un unico essere, così che il maschio non sia solo maschio e la femmina non solo femmina, allora avrete trovato l’entrata del Regno.”
Vangelo di Tommaso, 22
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Chi ancora crede nelle favole
Sarà forse che sono un irrimediabile romantico e, con un poco di vergogna lo ammetto, ma ne sorrido, sogno l'Anima Gemella, io ho trovato questo libro spiritualmente ed emotivamente molto alto. Nonostante la ridondanza presente negli atteggiamenti del protagonista e il fatto che i cambiamenti siano un po' troppo improvvisi e legati ad una reazione alle volte, il percorso che non solo Tomàs ma anche i suoi compagni di terme compiono, l'ho trovato un incredibile metafora dell'indagine che ognuno è chiamato a compiere di sè, in qualsiasi momento della vita, quando non è soddisfatto di quello che ha o lo è troppo. Il concetto chiave è semplice, volendo: amare se stessi per unire esterno ed interno, accadimenti e mutamenti interiori, sè ed altro, e questo rapporto è portato al massimo nell'incontro non con un altro qualunque ma con la propria anima gemella, capace addirittura di fondere le controparti sopite all'interno di ciascuno. Sebbene dicevo questo sia chiaro e semplice, tutti i ricami con cui Gramellini orna questa proposta di vita raggiungono complessità da Alchimista di Coelho. Di una favola in realtà secondo me ha poco. Troppi pensieri e troppi sentimenti. Tuttavia se il protagonista è l'anima non può essere che tale, la sua favola. E' un elenco di consigli, ma anche un esempio di vita, ma anche un avvertimento, ma anche, e soprattutto, un avviso: sebbene viviamo nell'era del pragmatismo da fine mese, credere ogni tanto alle favole può farci riscoprire l'importanza del Cuore.
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L'ultima riga delle favole.
Tomas è la classica persona un po arida di sentimenti che a causa di alcune batoste subite si chiude sempre più in se stesso lasciando il mondo fuori.
Esce con le donne finchè non è momento di impegnarsi seriamente e quando queste se ne vanno si piange addosso all'infinito.
Quando è vero che dicono "in amore vince chi scappa", trova Arianna che lo anticipa chimandolo e dandogli il due di picche anticipandolo nella sua mossa.
Tomas si avvia in spiaggia a passeggiare e rimuginare sulla sua vita quando, un incontro sfortunato, lo fa cadere in acqua facendo si che il tempo si fermi.
In bilico tra la vita e la morte, il suo ultimo pensiero va a lei, Arianna.
Sarà proprio questo che gli aprirà le porte per "le terme dell'anima" dove Tomas inizierà un viaggio attraverso se stesso, alla ricerca dell'amore e della guarigione.
E' un libro scorrevole che si scioglie fra le mani velocemente.
Una vicenda surreale che mi ha spiazzato facendo si che mi soffermassi su alcune righe per rimarcare il concetto sfuggito.
In quanto alla storia devo ammettere che mi aveva incuriosito molto, visto il tema trattato.
Chi non soffre per qualcosa nella propria vita?
Chi è che a volte non perde le speranze nell'amore?
Chi è che non ha una parte atrofizzata o protetta sotto una campana di vetro dentro il proprio cuore??
Ed ecco accesa la mia curiosità.
In queste pagine troviamo Morelli, la filosofia new age, Junghiana e yoga in chiave di storiella.
Non è facile seguire il filo del discorso e spesso si trovano le classiche frasi da Bacio Perugina, un po banali, scontate e superficiali.
A volte mi sono divertita a leggerlo grazie ai personaggi insoliti e divertenti.
Altre volte mi pareva di essere caduta dentro un quadro astratto in cui tutto il caos prende forme surreali e a volte da incubo.
Ad ogni modo, non credo mi abbia lasciato molto questo libro e questo dipende monto da come si affronta la lettura.
Superficialmente parlando è una bella favoletta, scorrevole e anche piacevolmente veloce.
Se invece si vuole affrontare dei temi importanti (come credo fosse l'intenzione dello scrittore), questo libro non fa per voi perchè è trattato con superficialità e qualunquismo.
Forse il suo intento era quello di essere originale ma mi sono trovata, come dire, con un pugno di mosche.
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Temi profondi, sviluppo superficile
" Sai raccontarmi qualcosa di concreto sull' Amore? "
Il tema in cui si è voluto impelagare l' Autore non è da poco. Scrivere romanzi di questo genere è sempre una sfida, complicata. Si rischia di cadere nelle trappole della filosofia spicciola (come dicevano piu giu, le frasi dei cioccolatini..) o nello stile di quei penossissimi libri di auto-aiuto. In questo caso devo dire che la storia si legge abbastanza volecemente e facilmente; consigliata se si ha voglia di passare un po' di tempo con una lettura leggera. Se invece si vuol davvero filosofeggiare sull' Amore, sull' Anima gemella e compagnia bella, allora queste pagine possono essere solo un lontanissimo punto di partenza.. Non approdano da nessuna parte, restano campate in aria, lasciate a metà come frasi iniziate e non finite.
Ai romanticoni che si sono lasciati incantare dalla copertina e dal titolo del romanzo, sconsiglio la lettura, la delusione si percepisce gia dalle prime 3 pagine... Peccato!! :(
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Le frasi dei cioccolatini...
Mi tolgo subito il sassolino dalla scarpa: questo libro è appassionante come stare seduti a guardare la vernice che asciuga ...(parafrasando Jodie Picoult).
La storia in generale è di una noia allo stato ...solido, la puoi quasi toccare ma non riesci a liberartene ! Peccato perchè considero Gramellini un giornalista intelligente, arguto, pure simpatico, evidentemente scrivere un libro con una trama ben articolata è qualcosa di diverso .
Si parla di amore in generale, dell'anima gemella, della fiducia in se stessi , del dolore della perdita, della solitudine emotiva, tutti begli argomenti trattati con una superficialità ed una banalità tali da risultare quasi irritante.
Gramellini scrive una storiella surreale alla Coelho (e già per questo merita una bacchettata sulle dita per la scarsa originalità ) , ma soprattutto filosofeggia in maniera pedante, il libro è un susseguirsi di frasi ad effetto, aforismi, frasette fatte per stupire, che se fossero in numero ragionevole le apprezzeresti anche, alla fine sono più del numero di pagine e non sono sorrette da una trama all'altezza, anzi..la trama è di un esile e insulso che svilisce il senso di tutto quel filosofeggiare, tutte le frasi diventano come quelle ben fatte ma fini a se stesse che trovi incartate con certi cioccolatini.
Si parla di situazioni che, chi l'una chi l'altra, tutti hanno vissuto nella loro vita , di piccoli grandi drammi e paure personali con i quali ci siamo confontati tutti, ma non sono riuscito a provare nessun coinvolgimento, nessuna empatia perchè sia la storia che i personaggi sono di una pochezza spaventosa.
Non bastano poche belle parole buttate li in sequenza e magari ripetute più volte per ribadire il concetto per scrivere un bel libro, è come dire "ti amo" ad una stanza vuota, senza la presenza della persona a cui è diretta una dichiarazione così importante, senza le promesse che essa sottintende e senza il pathos dell'incertezza sui sentimenti altrui. Parole vuote.
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Buona solo l'idea
Complessivamente questo romanzo non mi è piaciuto e non lo consiglierei. Scorre e lo stile è fluido, questo sì. Racconta di un uomo, come tanti, che crede poco in se stesso. Una sera comincia a vivere un viaggio simbolico che alla fine lo conduce alla scoperta del proprio talento ed a realizzare l'amore, dentro di sè e con gli altri. L'idea mi è sembrata buona, sia quando ho scelto il libro, sia intanto che lo leggevo. Solo che, alla fine, mi sono resa conto che le domande a cui lo scrittore si propone di rispondere, sul senso del dolore, sull'esistenza dell'anima gemella, sul potere dei sogni, sono trattate in modo banale, con qualche frase a effetto, ma con tante similitudini molto scontate e/o rime baciate, che impoveriscono la bella idea iniziale, pagina dopo pagina.
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Già sentito
Una delle poche volte in cui un libro non mi piace per niente. L'ho trovato noioso, spirituale, sì, ma di una spiritualità già sentita. Mi sono lasciata abbindolare dal titolo, ma ho finito questo romanzo con la sensazione di aver perso tempo. Mi ha infastidito particolarmente quando sul finale viene citata la fiaba della Bella e la Bestia, presentata come la storia che racchiude il principio di tutte le cose, ma raccontata nella versione Disney, lontanissimo dall'originale francese. Non so perché mi abbia disturbato tanto questo particolare, ho pensato che se devi darmi lezioni di vita, almeno abbi cura di darmele da fonti corrette. Non lo consiglio a nessuno
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Un viaggio a ritroso nel vissuto di ognuno di noi
Chi legge il quotidiano "La Stampa" e chi guarda il programma tv "Che tempo che fa" conosce l'autore del libro che sto x segnalare, personaggio sicuramente non banale e molto attento a quello che succede nella ns società.
Mi ha intrigato, di questo testo, la capacità dello scrittore di riuscire a miscelare idee e situazioni che bene o male sono comuni... a tutti, come il guardarsi dentro e analizzare quello che avremmo potuto fare e non abbiamo mai fatto per motivi dei più disparati.
La trama:
Tòmas, trentenne prof innamorato di Arianna, per emulare Dante( nel mezzo del cammin "della sua vita") inizia a rivedere e a ripensare sul perché e percome di tante cose e si fa rivenire in mente i momenti in cui da bambino ascoltava a bocca aperta le favole, con quel senso di incompiuto e di non detto che la frase finale "e vissero tutti felici e contenti" gli lasciava(da qui il titolo del libro).
Con questi presupposti di base il romanzo entra in una fase onirica molto suggestiva, praticamente lo scrittore s'inventa un luogo molto affascinante che chiama "Terme dell'anima" dove il protagonista del romanzo si reca per sanare le sue ferite psicologiche.
Nelle terme di cui sopra Tòmas rifà a ritroso il percorso della sua vita analizzando e rivedendo tanti passaggi emblematici della sua esistenza, e s'imbatte, per ottenere la sua guarigione, in personaggi fantastici tipo la Vestale Nera che lo invoglia alla sincerità, oppure deve affrontare momenti particolari come immergersi nella vasca dell'io o bere la tisana della volontà etc
Tante sfaccettature e situazioni che rendono intrigante questo romanzo, da molti definito addirittura di stile "coelhano".
Io, per concludere, volevo estrapolare quella che, a mio parere,è la frase più rappresentativa di questo libro
"Se vuoi fare un passo avanti, devi perdere l'equilibrio per un attimo"
Saluti e buon anno a tutti
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Un viaggio da ....favola
Incuriosito dal titolo ( l'ultima riga delle favole è per antonomasia "...e vissero felici e contenti." ), ho letto con piacere, anche se in alcuni tratti il romanzo non è scorrevolissimo, il viaggio di Tomàs attraverso se stesso alla ricerca di un'identità perduta o forse mai trovata. Si tratta di un viaggio simbolico in quelle che l'autore definisce "Le terme dell'anima", dove attraverso un, a volte spietato, confronto con le proprie paure o ricordi rimossi, Tomàs lentamente tenta di riacquistare una coscienza di se, necessaria ed indispensabile per amarsi ed amare e per tentare di percorrere la propria esistenza alla ricerca di quel talento che tutti possediamo ma che spesso non ci è dato esprimere.
Personaggi bizzarri, ricordi, sfide simboliche per superare le paure che ci impediscono di vivere pienamente, riempiono questo insolito racconto che, anche se a momenti non risulta veramente avvincente, ha certamente il merito di "scavare" nel profondo di un personaggio che si pone domande e dubbi che assillano molti di noi. Una minima conoscenza di numerologia, simbologia dei nomi, esoterismo permette inoltre di cogliere con maggiore completezza alcuni dettagli non secondari che arricchiscono questo romanzo che tenta di illustrarci come uscire da quella gabbia invisibile, ottimamente rappresentata in copertina, che ci impedisce di "sentire" liberamente i nostri sentimenti.
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L’ultima riga delle favole
Una favoletta moderna, mai noiosa (sebbene abbia avuto qualche difficoltà a terminare il libro, che peraltro non è nemmeno lungo). Il target dovrebbero essere tutte le persone mature e disilluse che credono ormai poco ai sentimenti, ai legami duraturi. Ci viene suggerito che la loro salvezza, ed il conseguente ritorno all’amore, deve partire innanzitutto dall’amore e dall’accettazione di se stessi per poi ritrovare l’Altro. Ho trovato molti spunti di riflessione (ma anche qualche banalità), ho condiviso alcune considerazioni. Penso che un po’ tutti possiamo ritrovarci negli stati d’animo che descrive, ma non so se questo è un punto a suo favore.
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l'ultima riga delle favole
Tomas non crede nell'amore e soprattutto non crede più in se stesso, una sera si getta in mare, pensa di affogare, ma ad un tratto si ritrova catapultato in un'altra dimensione, popolata da esseri fantastici. Lì dovrà superare una serie di prove che lo condurranno alla scopreta di se stesso e alla realizzazione dell'amore, prima dentro di sè e poi trovando l'anima gemella.
Ottima la sintassi ma non basta, in questo romanzo ci sono troppi aforismi new age,troppo love and peace... peccato perchè il Gramellini giornalista/ opinionista l'ho sempre trovato arguto, ironico, stimolante e da questo lavoro mi aspettavo qualcosa del genere. Peccato davvero .
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da rileggere
Gramellini traduce i simboli delle filosofie orientali e le pratiche di meditazione in una appassionata vicenda di morte e rinascita dell'anima. Solletica la curiosità del lettore e lo tocca nel profondo il lettore con uno stile che è insieme leggero, affettuoso e compassionevole. Quasi che anche l'anima del lettore si senta purificato a fine lettura. Da regalare a tutte le persone cui si vuole bene e che si sentono in un vicolo cieco.
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