Io e te Io e te

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Bruno Izzo Opinione inserita da Bruno Izzo    02 Mag, 2020
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Due

Questo romanzo breve, e anche datato, la sua prima edizione risale, infatti, giusto a dieci anni or sono, è a mio parere, l’opera migliore di Niccolò Ammaniti, o almeno quello che meglio caratterizza l’arte dello scrittore romano.
In verità, per essere precisi, credo che il suo cult sia “Ti prendo e ti porto via”, più esaustivo, di cui questo “Io e te” è una versione ridotta, diciamo così.
Ambedue questi libri che ho citato sono la summa che lo contraddistingue, nell'indole narrativa e nella preferenza tematica, che lo definisce bene, per stile di scrittura, secca, decisa, precisa.
Il suo modo di scrivere, suo, originale, è mirabilmente descrittivo, di luoghi, ambienti e personaggi, ma non tanto in sé e per sé.
Non è, infatti, Ammaniti uomo da visione ampliata, finanche quando ci parla di campagne assolate, non svaria, bensì si esprime meglio, con efficacia, tramite i dettagli.
Così indugiando nei particolari, solo quelli essenziali, restituisce all'immaginario del lettore un quadro d’insieme, e questo suo modo di scrivere ne mostra, in sintesi, limiti e grandezza del suo iter di scrittore.
Personalmente, ritengo, infatti, Ammaniti non un bravo scrittore, ma un grandissimo scrittore; e però, per un verso o per l’altro, non riesce mai ad estrinsecare completamente ed esaurientemente tutte le sue potenzialità, che sono notevoli. E lo restano comunque.
Può apparire strano, dopotutto ha al suo attivo ben altri titoli, a cominciare dal suo testo d’esordio, il dissacrante e originalissimo “Branchie”, per poi passare per il cupo e cinico “Fango”, per giungere al notissimo “Io non ho paura”, quello che gli diede immediata popolarità tra il pubblico, anche grazie alla fortuna del film omonimo.
Senza dimenticare “Come Dio comanda”, vincitore del premio letterario che lo ha consacrato definitivamente come scrittore, per giungere al suo ultimo, controverso e discusso “Anna”.
Eppure Ammaniti mi lascia sempre un che d’incompiuto, di sospeso, a ogni sua lettura.
Intendiamoci, piace, ti prende e diciamocelo, ti porta via per davvero; e però vorresti sapere anche qualcosa in più sulla destinazione finale.
Ti lascia come se…avesse troncato all'improvviso, quando mancava giusto un ultimo step per un’eccelsa simbiosi tra lettore e scrittore.
In “Io e te” Ammaniti non parla di luoghi e persone, anzi, potremmo dire che scrive un breve testo da cui letteralmente traspare claustrofobia.
Nemmeno i protagonisti sono personaggi agli antipodi, come talora ha scritto altrove, tutt'altro, è come se descrivesse la stessa persona, la stessa solitudine estrema che alberga, in apparenza, in due.
Sono un “io e te” che non si fanno due per farsi forza, una sola è l’entità che li contraddistingue.
Niccolò Ammaniti è come se si ponesse a fianco di uno specchio, di profilo, rileva due immagini riflesse, descrive uno e uno che sono due perché non si sovrappongono, ma in realtà è lo specchio che è difettoso, perché deformante.
Lo scrittore si cimenta non con il racconto di due persone, s’immerge invece nell'età più difficile e delicata dell’umana esistenza, quella della prima adolescenza.
Età particolare per chiunque, anni in cui vieni dalle medie, e non sei ancora ragazzo di liceo pieno, tempi in cui l’insofferenza verso i primi affetti, quelli parentali, si stanno ormai sbriciolando con facilità. Non sono più sufficienti i genitori, i fratelli, la famiglia in senso stretto a riempire la tua sensibilità affettiva, ma nemmeno hai testa, modo, e anima per cercare le giuste alternative al di fuori di quell'ambito, che ti appare ormai liso, vuoto, inutile, finanche ossessivo, opprimente, fastidioso.
Succede un po’ a noi tutti: giunge l’età in cui ci affacciamo alla vita di fuori, non ne possiamo più di mamma che ci sta addosso o papà che manco si accorge che esistiamo, e allora desideriamo altro.
Desideriamo amici ma amici veri, intimi, intrinseci; non compagni di giochi, ma traghettatori, compagni con cui condividere le emozioni esterne, e senza sapere bene come o perché nei particolari, cerchiamo…l’etica dell’esistenza.
L’altro. Il genere diverso. Il solo capace di indurci al narcisismo per apparire.
Per arrivarci, a questa nuova maturità affettiva ed esistenziale, servono gli amici, quelli nostri, quelli fidati. E se non riesci a procurarteli…soffri.
Questa è la storia del quattordicenne Lorenzo, che per questa sua difficoltà a intrecciare l’indispensabile empatia con i suoi coetanei, la sola che garantisce una sana crescita emozionale, soffre.
Sta male, si ammala, al punto da sviluppare un disturbo narcisistico di personalità.
Una vera e propria paura di essere. E cosa si fa quando si ha paura?
Si finge, si mente, e ci si da alla fuga, si scappa.
Letteralmente, con una scusa, Lorenzo si allontana da casa, ma non fa molta strada; si barrica in cantina, munito di viveri e munizioni, libri di Stephen King e playstation nello specifico.
Si rifugia in quel luogo per trascorrere di nascosto un po’ di tempo da solo, anzi non da solo, ma in compagnia della sua solitudine, fingendo con tutti una sua presunta normalità, quella cioè di avere amici con cui si è allontanato per trascorrere una settimana bianca sulla neve.
Sennonché, per tutt'altri motivi, nello stesso microcosmo, nella stessa cantina, si rifugerà Olivia, la sua sorellastra, di qualche anno più grande.
Olivia non è che la versione più matura di Lorenzo, di altro genere, ma il tipo di persona, distruggente e distruttiva verso se stessa, che Lorenzo rischia seriamente di divenire.
Attraverso un testo tutto dialogato, con linguaggio diretto e informale, “io e te” si ritrovano dapprima a scontrarsi, e poi a confrontarsi su svariate tematiche, come quello delle dipendenze dalle droghe, l’accettazione di sé, l’omologazione nel gruppo, la famiglia, gli amici, gli amori sbagliati, in estrema sintesi sull'adolescenza, ed i problemi che essa comporta quando ci arrivi impreparato, senza il necessario supporto affettivo, senza gli strumenti giusti per crescere in modo sano, equilibrato, armonico.
Attraversare l’adolescenza senza una preventiva preparazione, equivale a lanciarsi in acqua sapendo qualche nozione di nuoto, ma senza conoscere correnti e profondità. Si rischia, come sempre quando si è soli.
Sono “io e te”, sono ciascuno con la propria solitudine, solitudine che altro non è che un disperato bisogno di amore, quello non ricevuto.
Quando due solitudini s’incontrano, però, non è che si sommano, ne fanno una più grande, no. Accade che una si riversi completamente nell'altra, lasciando a chi ne resta privo, spazio per un’empatia futura, quindi speranza per il futuro.
Questo è quanto accade nelle struggenti righe finali, dico righe e non paragrafi, qui Ammaniti dà chiaramente il meglio di sé, indicandoci che se un vincitore c’è, è chi ha realizzato la sua crescita.
E chi no.
Così, qui e ora, Niccolò Ammaniti mostra tutto il suo talento.
Lasciando il lettore coinvolto ed emozionato, tanto e bene.
Però chi scrive desidererebbe anche altro, ecco, ancora un po’. Sarebbe l’apoteosi.


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siti Opinione inserita da siti    27 Novembre, 2019
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In soffitta o in cantina?

Romanzo breve, anche troppo, veloce tanto da sembrare incompiuto; blando e sbiadito, un’idea in nuce, non sviluppata abbastanza. Non so quali siano stati i motivi che hanno dirottato questo scritto, ma tale appare , quasi un mezzo aborto.
Un adolescente problematico, forse solo irrisolto e in cerca di se stesso, risente a tal punto delle proiezioni materne e dei patemi paterni da trovarsi ingabbiato in una grande fandonia che, nata quasi inconsapevolmente, lo obbliga ad una scelta drastica: rinchiudersi nella cantina della propria casa per una settimana al fine di giustificare l’assenza per un viaggio con ipotetici amici che non lo hanno mai invitato anche perché non lo vedono nemmeno.
L’isolamento forzato è spesso interrotto dalle telefonate della madre che vuole accertarsi che tutto vada bene e dalla riapparizione inaspettata della sorella, figlia di primo matrimonio del padre, una tossicodipendente che lo costringere a una forzata resa dei conti con se stesso e con gli altri.
Ritratti psicologici appena abbozzati, una certa prevedibilità degli eventi, una prosa piana finiscono col facilitare una lettura veloce, di poche ore, che si spegne come un fuoco d’artificio acceso il tempo giusto per vedere il triste tramonto di se stesso senza toccare cielo.

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Vita93 Opinione inserita da Vita93    04 Aprile, 2015
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Mi fai una promessa?

Lorenzo ha 14 anni. È un adolescente introverso, socialmente disadattato.
Spesso viene insultato dai compagni di scuola, nonostante finga di comportarsi come loro per essere accettato. O forse per passare inosservato.
Un giorno, sentendo una sua compagna parlare con tre ragazzi a proposito dell’imminente settimana bianca, inventa a sua madre di essere stato invitato per una vacanza a Cortina d’Ampezzo.
La madre, euforica per la notizia e per il sollievo che il figlio abbia finalmente degli amici, non immagina che Lorenzo abbia inventato tutto per starsene chiuso nella cantina di casa per una settimana, immerso nella sua amata solitudine tra musica, fumetti e videogiochi.
Solitudine che durerà fino a quando la sorellastra Olivia, ventitreenne altrettanto problematica e tormentata, lo scopre e in cambio del silenzio riceve ospitalità da Lorenzo.

“Io e te” parla di adolescenze difficili, di tossicodipendenza, di famiglie che non riescono a seguire con costanza e attenzione i propri figli.
Argomenti attuali e sempre più trattati nella letteratura e nel cinema, e per questo non facili da affrontare con originalità.
Ammaniti invece tratteggia ottimamente la psicologia di due personaggi complessi, che si ritrovano senza volerlo a dover rinunciare alla solitudine che tanto avevano sperato di trovare nella cantina. La cantina, il sotterraneo, il buco nel terreno (“Io non ho paura”). Un tema, quello del rifugio, che ricorre in quasi tutte le opere dell’autore romano.

E a tal proposito è curioso che dal romanzo sia stata tratta, nel 2012, una versione cinematografica da parte di un regista, il grande Bernardo Bertolucci tornato dietro alla macchina da presa dopo 9 anni di assenza dalle scene, che spesso ha dimostrato un’analoga affinità verso i luoghi chiusi (gli appartamenti di “Ultimo tango a Parigi”, “The Dreamers”). Tane in cui immergersi al riparo da tutto e da tutti. Prigioni solitarie, con l’unica compagnia dei propri conflitti interiori. Ma anche purgatori da cui tentare la risalita verso il mondo esterno.

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aeglos Opinione inserita da aeglos    21 Luglio, 2014
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UN LIBRO VELOCE

Ho scelto questo libro senza troppe pretese dalla mia libreria, più che altro perchè avevo assolutamente bisogno di un libro piccolo e veloce da leggere per un fine settimana sotto l'ombrellone. Bhe... in un giorno lo si legge senz'altro ma, sebbene è un libro davvero con poche pagine, non mi è dispiaciuto poi così tanto e ci ho trovato un suo significato. E' anche vero che non mi è piaciuto subito, forse perchè sono abituata a libri avventurosi e pieni di colpi di scena. In questo libro invece si parla più che altro di problemi adolescenziali, problemi alle volte poco capibili dai grandi, altri invece sono problemi che si tramutano in guai seri se non vengono curati. Questo è un classico esempio di come una persona può cambiare solo perchè non si guarda bene dentro e cerca in tutti i modi di scappare davanti alle verità e alle altre persone, sentirsi in trappola e non sapere come scappare. Lorenzo, il portagonista, si rifugia nel suo mondo, fatto solo per lui, non vuole altre persone con sè e sta bene da solo. Anche se forse questa non è la verità, è solo ciò che pensa lui, forse perchè non capito e non voluto nella compagnia. Ma quando sua sorella cerca conforto e aiuto da lui, capisce che forse è ora di aiutare qualcuno che non sia solo la sua persona, capisce quanto può essere importante avere qualcuno al proprio fianco, anche se solo per parlare o per un semplice sorriso. Ma non possiamo comunque cambiare le persone... Non posso gridare al capolavoro, ma devo dire che mi ha commosso in alcune pagine.

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mia77 Opinione inserita da mia77    01 Luglio, 2014
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Io e te di Niccolò Ammaniti

E’ un breve racconto in prima persona di un adolescente borghese un po’ problematico, che si rifugia nella propria cantina per una settimana intera, fingendo di essere in settimana bianca a casa di una compagna di liceo. Lorenzo ha grande difficoltà ad essere “accolto nel gruppo” (come molti adolescenti), per cui cerca di SEMBRARE agli occhi degli altri ciò che non è, e che forse non sarà mai. Cerca di assomigliare loro, vestendosi nello stesso modo e copiando i loro atteggiamenti, ma in fondo sa di essere completamente diverso dal branco. Per questo cerca questo rifugio, che diventa il simbolo di un mondo a parte, costruito su misura per lui. Un mondo intimo, raccolto e tranquillo, almeno finché non fa il suo ingresso la – ancora più problematica – sorellastra Olivia, che stravolge l’equilibrio che Lorenzo aveva costruito. All’inizio la rifiuta (come rifiuta ogni rapporto con chiunque non sia uno dei propri genitori o la nonna); poi, pian piano, inizia a farsi strada una sorta di fratellanza dove la creatura più debole (Lorenzo) si trova a dover aiutare e proteggere quella, in teoria, più forte (la sorella ventitreenne) e in questo protendersi verso l’altro, a mio avviso sta la chiave della sua salvezza. Non voglio continuare il racconto, per non rivelare la fine, ma è un romanzo che mi è piaciuto e del quale consiglio la lettura.

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Mian88 Opinione inserita da Mian88    13 Mag, 2014
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Due universi, due solitudini.

E’ un breve romanzo e pertanto sotto certi aspetti presenta delle lacune poiché proprio la sua concitazione non consente di sviluppare pienamente la storia lasciando al lettore dubbi e perplessità. La sensazione una volta conclusa la lettura è che da un lato il romanzo abbia “spiccato il volo” proprio sul finale e dall’altro che manchi quel qualcosa che rende la lettura esaustiva. Al tempo stesso questa sua brevità rappresenta anche il suo punto di forza poiché le pagine scorrono rapide, l’autore non si perde in dettagli e fronzoli inutili e in una giornata a dire tanto il romanzo si conclude, lasciando in eredità al lettore il messaggio che Ammaniti desiderava trasmettere. Significato che si mantiene indelebile anche a distanza di tempo.
E’ una lettura meno impegnativa rispetto a quelle a cui è abituato chi ha letto i romanzi di Ammaniti, la trama è solida e protagonista è la solitudine di due anime non poi così diverse. Nonostante la costruzione sia inferiore rispetto ad opere quali “Come Dio Comanda” e via dicendo, il romanzo non va sottovalutato in quanto apre le porte a numerosi spunti di riflessione toccando tematiche varie e attuali.

Un estratto:

“Era finita. Basta. A me questa fine sembrava buona. E poi, io odiavo le fini. Nelle fini le cose si devono sempre, nel bene e nel male, mettere a posto. A me piaceva raccontare gli scontri tra alieni e terrestri senza una ragione, di viaggi spaziali alla ricerca del nulla. E mi piacevano gli animali selvatici che vivevano senza un perché, senza sapere di morire. Mi faceva impazzire, quando vedevo un film, che papà e mamma stessero sempre a discutere sulla fine, come se la storia fosse tutta lì e il resto non contasse nulla. E allora, nella vita vera, anche lì, solo la fine è importante? La vita di nonna Laura non contava nulla e solo la sua morte in quella brutta clinica era importante?”

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A chi cerca una lettura poco impegnativa ma leggibile.
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diogneto Opinione inserita da diogneto    09 Gennaio, 2014
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tre metri sotto terra

Io e te [EINAUDI 2010] è un po’ come quelle pillole che usano gli astronauti nello spazio per mangiare. Portano via poco spazio e tempo, non riempiono la pancia ma sono piene di sostanza che non si sente ma che è necessaria al metabolismo.

Il libro si “apre” una volta finito di leggerlo. Non so come spiegarlo ma avete in mente quei piccoli cubi con cui si giocava da bambini che avevano un bottone su di un lato e, una volta schiacciato, si aprivano mostrando dentro un mare di colori? Non mi dite che me lo sono sognato…. comunque lo vedo così questo libro! Infatti, a mio avviso, tutte le realtà toccate da Ammaniti, alla fine, sembrano avere una “funzione” che è aldilà del loro “posto” nel romanzo:

la mimetizzazione sociale, il perbenismo, la cantina buia, l’abbandono, la droga, i guardiani, il conformismo, il pregiudizio… potrebbero essere capitoli di un trattato di neuropsichiatria infantile ma qui, nella potenza della realtà, vengono dipanati nella loro forma più chiara e disinvolta attraverso una storia che lascia il segno e anche se, in alcuni passaggi la voglia di prenderlo, chiuderlo e dimenticarlo c’è vince la convinzione di trovare un finaleche, anche se non è a sorpresa, apre, e non chiude, il libro.

Qui ci vorrebbe una digressione proprio sulla funzione sociale di questo[i] libri… ma non è il momento!

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Sara S. Opinione inserita da Sara S.    11 Gennaio, 2013
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Rimane impresso!

Questo mini-romanzo è un ottimo esempio di come possa esistere una storia dai contenuti veramente buoni e al tempo stesso immediata, senza fronzoli, quasi disadorna, ma capace di coinvolgere più di altri romanzi dalle mille sfaccettature che si sperticano in descrizioni minuziose e caratterizzazioni psicologiche da manuale. E' un romanzo lampo, rapido come una freccia... e proprio come una freccia riesce a fare breccia nel lettore. L'autore riesce a ricreare ambienti e personaggi con poche ma efficaci parole, fornisce analisi caratteriali accurate senza sforzo, la storia presente nel libro risulta talmente vivida da riuscire ad immaginarsela alla perfezione, come assistere alle scene di un film! E' il primo libro di Ammaniti che leggo e devo dire che, nonostante l'estrema brevità, per la quale so che ci sono state parecchie critiche (del tipo che l'autore non si è minimamente sforzato, che tanto è già famoso e gli pubblicherebbero qualsiasi cosa, ecc.. ecc...) a me è piaciuto tanto, mi ha tenuta impegnata per una sola serata, ma mi è rimasto impresso come difficilmente accade. Poi il finale... vabbè... è proprio come una freccia al cuore: provare per credere!

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Lo consiglio sicuramente a tutti coloro che vogliono leggere un libro poco impegnativo ma che rimanga a lungo impresso, e consigliato quindi anche ai lettori "deboli" o a chi adduce sempre un sacco di scuse per non trovare il tempo per leggere. Chi ama i romanzi lunghi e molto descrittivi ne potrebbe rimanere deluso, ma trovo che questo possa essere anche un buon intermezzo tra un libro "mattone" ed un altro, quindi non lo escluderei neanche per chi solitamente legge ben altri spessori cartacei.
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-Francy- Opinione inserita da -Francy-    26 Dicembre, 2012
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Svelato l'arcano

Porco il porco! Chiedo umilmente perdono ma no. Non mi è piaciuto neanche un po'. E mi ha annoiato a morte. Ma senza ombra di dubbio il problema sono io, figuriamoci se è colpa di Ammaniti. Santo cielo, no. Non è colpa sua. Lo venero peggio della mia collezione di streghe. Sarei disposta a massaggiargli i piedi tutte le sere anche se soffrisse di sudorazione eccessiva piedesca (e mica solo Shakespeare può inventare termini). Scriverei sotto dettatura con l'orecchio sinistro ogni suo singolo pensiero anche nelle notti di luna piena. Gli spolvererei i mobili usando come straccio la mia amatissima felpa di Gargamella. Non mangerei più nutella per avere un suo autografo (beh, qui ho esagerato un po'). Insomma, avete capito. Quindi, in poche parole, è tutta colpa della lasagna, dell'arrosto, e delle vagonate di cibo che ho ingerito in queste feste. Per questo non sono riuscita a digerire il libro, perché avevo già lo stomaco indisposto.
Ommmiodddiooooo. Stavo per inviare la recensione quando ho capito.
Non l'ha scritto lui!
E' un caso di omonimia.
E il vero Ammaniti ancora non ha smentito perché probabilmente ha acquistato un pacchetto "all inclusive" per Venere (con escursioni su Marte, Giove e compagnia bella) essendosi visto accreditare una cifra a millemila zeri sul conto corrente.
E' così. Lo so.

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Io consiglio sempre di leggere tutti i libri, perché, benché ci siano "recensioni" negative, non bisogna avere pregiudizi. E soprattutto ognuno deve farsi un'opinione propria...
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Opinione inserita da alessandro023    08 Ottobre, 2012

ricordi d'infanzia...

avevo dimenticato alcuni episodi della mia infanzia, che hanno contribuito alla formazione del mio carattere di oggi, ma grazie a questo libro sono riaffiorati... sono tornati chiari e oggi posso riesaminarli e riassaporarli! un libro scritto bene, che racchiude molti problemi adolescenziali, di autostima e di quanto è difficile farsi accettare da tutti...!!!

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Sony Opinione inserita da Sony    20 Giugno, 2012
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La dolcezza di un sospiro

Lorenzo è un adolescente di quattordici anni, solo e introverso. Frequenta il liceo classico e per lui andare a scuola è quasi un incubo: viene preso spesso in giro e per sopravvivere decide di essere come gli altri. Imita la loro andatura, cerca di vestirsi come loro e a volte funziona. Ma è consapevole che sta solo indossando una maschera. Un giorno, a scuola, sente una compagna di classe invitare degli amici in settimana bianca e tornato a casa dice a sua madre di essere stato invitato anche lui a sciare a Cortina. La madre è felicissima, perché ha sempre temuto la diversità e la solitudine del figlio. Lorenzo non riesce più a dire a sua madre la verità e così si nasconde nella cantina del suo palazzo per un’intera settimana, con cibo, cellulare e autoabbronzante. Sembra filare tutto liscio finché viene scoperto dalla sorella Olivia.
Lei non vive con loro, ha ventitré anni ed è figlia del primo matrimonio del padre; non sa dove andare per quella notte e Lorenzo la ospita. Invece si fermerà più giorni, perché sta male e non può muoversi a causa di una crisi d’astinenza.
In quella cantina due fratelli, che appena sapevano della loro esistenza, si ritrovano a condividere un’esperienza intima e segreta e le sue conseguenze. L’affetto nasce, o semplicemente riaffiora e, grazie a questo sentimento ritrovato, la vita sembra all’improvviso più semplice. Finché un mattino Lorenzo si sveglia e Olivia non c’è più, se n’è andata lasciando un biglietto, lo stesso che dieci anni dopo, Lorenzo leggerà nuovamente prima di rivederla.
E’ questa la trama di un libro veloce e dolcissimo che si legge in un sospiro e nel quale la paura di ciò che non si conosce viene affrontata e superata e, alla fine, aiuta a crescere.
Il romanzo è breve e facile, adatto anche a dei lettori adolescenti, verso i quali non sono mai abbastanza ripetute le avvertenze su quanto sia deleterio drogarsi. E’ un libro formativamente realista che narra la difficoltà di vivere l’adolescenza fatta di bugie e di solitudine, di bisogno di conformarsi e di essere al contempo se stessi e diversi, di essere indipendenti e di sentirsi legati familiarmente a qualcuno. La dicotomia che caratterizza l’adolescenza, il bianco e il nero dei ragazzi, è svelata da Ammaniti in un bel libro attraverso una storia che scorre delicata fino ad un finale un po’ amaro.

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Io non ho paura, di Ammaniti
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LittleDorrit Opinione inserita da LittleDorrit    29 Aprile, 2012
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Minestra riscaldata

Da uno scrittore come Ammaniti mi sarei aspettata davvero di piú. Va bene che stanno tornando di moda gli anni 80 ma quando é troppo é troppo. Ancora droga , ancora il personaggio ribelle che si rovina la vita per disagi personali o famigliari e dispensa consigli....basta!!!!! Anche se lo stile é valido e fluente sono stata completamente delusa dalla trama. Non mi ha coinvolta e non credo possa essere di aiuto ad un adolescente che decida di leggerlo....ad una trama cosí preferisco la cruda realtà di un libro autobiografico come " noi i ragazzi dello zoo di Berlino"....decisamente piú efficace dal punto di vista narrativo e umano. Non ci siamo! un tonfo rispetto a " io non ho paura"......

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Tanu Opinione inserita da Tanu    01 Marzo, 2012
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Breve ma intenso

Questo breve romanzo, quasi un racconto, trasmette a volte emozioni forti e tratta temi difficili. Lorenzo, adolescente difficile e al limite della sociopatia, si chiude in cantina con uno stratagemma che peraltro rende felici i genitori che lo pensano in settimana bianca coi compagni di scuola. La storia da questo punto di vista è un pò fragile, ma tant'è. Nel guscio protetto della cantina però il giovane si trova a dover gestire le crisi di astinenza di Olivia, la sorellastra tossicodipendente. E questa cruda esperienza farà breccia nella corazza di Lorenzo che scoprirà l'amore fraterno e l'istinto di prendersi cura del proprio sangue. Struggente.

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Altri libri di Ammaniti; Carofiglio
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Laura96 Opinione inserita da Laura96    16 Febbraio, 2012
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Leggibile.

Ho letto questo libro e anche se nonè poi così travolgente come altri , ti fa riflettere . Lorenzo questo ragazzo così timido , poi i suopi genitori che lo pressano troppo per fare delle amicizie .Anche la storia della sorellastra è molto forte. Io dal titolo mi sarei aspettata qualcosa di più romantico , ma anche l' "amore" tra fratello e sorella è bello in questa storia .Il libro , consigliato cioè obbligato dalla mia prof , non mi è piaciuto molto , ma tutto sommato non è neanche così brutto. Leggibile.

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isabella82 Opinione inserita da isabella82    30 Gennaio, 2012
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Un ritorno sintetico

Poche righe e poche parole, il tempo breve chiuso in uno scantinato, l'emozione di conoscere l'altro e dimenticare la rabbia e le proprie frustrazioni. Sembra che Ammaniti ci chieda questo, com'è possibile nasconderci se il mondo là fuori ci riprende prepotente con la bellezza di una sorella poco conosciuta e il dolore di una sofferenza troppo adulta? Non è possibile, questo impara Lorenzo in pochissimo tempo, una lezione importante e necessaria per sopravvivere. Sicuramente Ammaniti c'è, con il suo stile, il suo disincanto, il suo essere sfrontato e mai volutamente delicato, indiretto. Ma qualcosa manca a quest'opera. l'ho letta velocemente, eppure con una lentezza che non ricordo di aver mai riservato ad alcuna altra opera di questo autore. Sento la fiacchezza di un tema forse già visto, scontato. Come se l'autore fosse stato "costretto" a parlarci di Lorenzo, come se l'entusiasmo e la spontaneità delle storie raccontate altrove mancasse del tutto.

Non lo rileggerei e non lo consiglierei come prima lettura di Ammaniti, potrebbe portare fuori strada. Ma lo consiglio a chi intende segnare le differenze tra una scrittura autentica e una rassegnata.

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alessiapotenza Opinione inserita da alessiapotenza    28 Gennaio, 2012
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Crescere.

Questo è il primo libro che ho letto di Niccolò Ammaniti, devo dire che mi ha dato una stupenda impressione! Questo potrei benissimo definirlo un romanzo di formazione, dal momento che Lorenzo si mostra come un personaggio a tutto tondo. Lorenzo frequenta un liceo e sopravvivere moralmente al liceo è dura, dunque lui preferisce la solitudine. In seguito, grazie al rapporto con la sorella che odiava, riesce a provare dei sentimenti che non aveva mai provato prima anche con delle piccole cose... come il ballo nella cantina del palazzo! E' un libro dalla scrittura semplice e leggera, magari adatto a chi non ama la lettura... potrebbe verificarsi una rivelazione!

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Brizi Opinione inserita da Brizi    27 Gennaio, 2012
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Non un caso letterario

Non sarà certo il caso letterario degli ultimi tempi, Ammaniti ha scritto sicuramente di meglio anche se non mi reputo una conoscitrice di questo autore. E' una storia piacevole, che non ha niente di straordinario. Prende pezzi plausibili da storie arrivate all'orecchio per sento dire, magari anche da qualche film, o semplicemente segue il filo logico della vicenda. Non mi è piaciuto, ma nemmeno dispiaciuto. Che forse è anche peggio. Il bambino problematico che la scampa dai genitori, la sorellastra problematica, il bambino che si accorge della tossicodipendenza dalle macchie rosse sulle braccia, ma non riesce a dare un nome a questo pensiero perchè è troppo innocente...non so, non mi ha convinto. Del resto l'ho letto in due sere, tutto tende ad alleggerire la lettura stessa.

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Midori394 Opinione inserita da Midori394    22 Gennaio, 2012
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Mi ha preso e schiacciato dentro questa storia

Letto in una sera in cui non avevo nulla da fare, distesa sul letto, preda dell'insonnia. Finito in due ore, gli occhi rossi e lo strazio di non riuscire a chiudere occhio nonostante il mio forte desiderio di fare tutto ciò. Ma, dopotutto, l'ho apprezzato - questo romanzo, intendo!
Cioè, forse l'espresssione "l'ho apprezzato", non è pienamente adatto: mi è piaciucchiato, ma nemmeno questo è ciò che vorrei dire. è un libro alquanto strano, ad essere sincera, breve e coincisa. Mentre lo leggi vedi chiaramente davanti a te Lorenzo, lungo sul letto della sua cantina solitaria, che si chiede perché lui sia solitario come la cantina stessa; esplora i suoi desideri, li contempla, li scaccia; pensa ai suoi doveri, li accetta, li accoglie dentro di sé; piange. E poi c'è Olivia, una ragazza apparsa così, per caso, una sorella dimenticata e forse mai conosciuta; problematica, complicata, difficile. Una ragazza con dei problemi che Lorenzo non riuscirebbe mai ad immaginare.
Un finale un po' frettoloso direi, sarebbe potuto essere sviluppato in modo migliore, ma ... okay.
Consiglio fortemente questo libro, perché mi ha lasciato dentro qualcosa che non so ben descrivere.
Ammaniti mi ha preso e schiacciato dentro questa storia, mi ha rubato il cuore e il cervello e l'ha gettato nella disperazione, nella sofferenza; per poi tirarlo fuori, al compimento della lettura, lasciandolo bagnato, sudicio di tutto ciò.

Sayonara.

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Ally79 Opinione inserita da Ally79    22 Gennaio, 2012
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Perplessa

Perplessità è il nome con cui definirei l’emozione provata nel leggere questo racconto.
Ho avuto la sensazione di guardare una fotografia,lo scatto,in bianco e nero,di una cantina polverosa,ingombra di mobili vecchi,con un adolescente magrolino steso su un letto di fortuna e una giovane donna dolorante su un divano.
Sono vicini eppure ognuno guarda in una diversa direzione.
Sono Lorenzo e Olivia,fratellastri uniti solo da metà sangue,immersi entrambi nel loro disagio,nei loro malesseri esistenziali,nella loro incapacità di far fronte al quotidiano.
Trovano un rifugio dal mondo in questo luogo piccolissimo,inadatto a contenere tutto il dolore che si trascinano dietro.
Alle prima pagine ho creduto fosse una storia sull’adolescenza,ma poi una durissima realtà si inserisce all’interno e la mia visione si è capovolta:e’una storia di adulti vissuta da due persone che hanno troppa poca vita alle loro spalle.
E’amaro Ammaniti,crudo,rapido e scorrevole nella scrittura ma mi è parso distante.
Ti butta in viso quello che ha da dirti senza indicazioni,senza giudizi,senza proporti un punto di vista,senza darti le coordinate per comprendere.
Ti sussurra lievemente all’orecchio di prendere la sua storia e pensarne ciò che vuoi.
Mi ha lasciata spiazzata,confusa,disarmata ma non indifferente.
E’il suo primo libro per me e questa nostra estraneità ha sicuramente inciso fortemente sulla mia capacità di comprenderlo.
Onestamente non so cosa voglio farne di questo neonato rapporto,ma suggerisco fortemente di leggerlo.
Ti lascia una emozione(fosse anche di disagio)e si legge in circa un’ora.
Vale la pena utilizzare questo breve tempo per conoscere o approfondire questo autore.

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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    09 Gennaio, 2012
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Incontro di solitudini

E’ il libro più breve che abbia mai letto. Racconta la storia di un 14enne un po’ nevrotico e introverso, che si barrica in cantina, fingendo di essere in settimana bianca. L’autore è un abile ritrattista del mondo adolescenziale e ci fa scoprire il mondo di Lorenzo grazie alla bella figura di Olivia. E’ brutto, nella crescita di un ragazzino, sperimentare la difficoltà di essere riconosciuto e ben accolto dagli altri. Lorenzo sperimenta, nel suo piccolo mondo, come superare il peso della solitudine. Anche Olivia a modo suo è una persona sola. E la cantina diventa il luogo dove le due solitudini entrano in contatto e dove i due ragazzi scoprono se stessi. Lo stile e il linguaggio sono semplici e diretti ed è un piccolo libro che aiuta a muoversi nel labirinto delle menti dei ragazzi.

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cyn Opinione inserita da cyn    28 Dicembre, 2011
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Non è dei migliori

Io l'ho letto in tre giorni.
Non è uno dei migliori che io abbia letto,
non mi fa impazzire e per quanto riguarda il finale non mi è piaciuto per niente, con questo non voglio dire che mi piacciono sempre i perenni lieto fine però questo non mi ha lasciato niente, nè caldo nè freddo. Poi a parer mio dieci euro non li vale solo per il nome dell'autore, Niccolò Ammaniti, per la sua fama, io non li avrei mai spesi, infatti mi è stato prestato e anche la mia amica ne è rimasta amareggiata, senza contare che è molto piccolo.

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Little_Dolly Opinione inserita da Little_Dolly    28 Novembre, 2011
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Leggibile

L'idea in se non è male anche se non è nulla di geniale. Mi sono piaciuti i personaggi, in particolare Olivia.
Lo stile di Ammaniti non è dei migliori ma mi piace la sua schiettezza. Non cerca di rendere la storia più bella con giri di parole inutili.
La trama è carina, come ho già detto l'idea di base non è male e anche il modo in cui poi si sviluppa il libro è accettabile.
Nell'insieme un libro abbastanza piacevole.

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Nené Opinione inserita da Nené    16 Novembre, 2011
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Uno squarcio nel buio

Chiudersi in una cantina, illudendo il mondo di essere altrove. Un altrove fisico, ma anche ideale, quello che inscena Lorenzo rifugiandosi laggiú, in un luogo buio e scomodo in cui invece trova un abbraccio caldo e consolatorio. Un chiudersi in se stessi che viene squarciato dall'arrivo inaspettato di Olivia, con i suoi problemi, le sue angoscie, alla ricerca dello stesso "buio".
Sará lei ad aprire Lorenzo al mondo, a farlo uscire suo malgrado dalla cantina.
Il migliore stile di Ammmaniti si sposa perfettamente con la brevitá del romanzo. A differenza di altri suoi scritti, non c'é tempo di maturare l'amore per il personaggio, di crescere, di scoprirlo. Si é catapultati nella visione del mondo di Lorenzo e nel suo inaspettato impatto con il mondo. Duro e imprevisto per lui quanto per noi.

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Opinione inserita da Patrizia Argento    31 Agosto, 2011

Bugie e legami

Un ragazzino sociopatico o forse solo un ragazzino figlio di due genitori che lo vorrebbero diverso da quello che è, aiuta Olivia una ragazza drogata a superare le crisi di astinenza. In realtà la ragazza è sua sorella, ma nella sostanza è una sconosciuta. In comune hanno solo il padre. Ma durante quella settimana passata in cantina, nascosti da tutto e da tutti, scoprono entrambi che esiste tra loro un legame profondo. Non è proprio una novità, immagino sia una storia vera o almeno basata su una storia vera, non lo definirei nemmeno un racconto lungo e nemmeno un romanzo breve. E' una storia poco raccontata e ben impostata sia dal punto di vista letterario, nessuno può negare le capacità di Ammaniti, che dal punto di vista grafico. Un finale amaro, ma purtroppo realista.
Il prezzo è sicuramente esagerato.

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chicca Opinione inserita da chicca    17 Luglio, 2011
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se solo avesse avuto qualche pagina in più...

Lo stile è semplice e scorrevole, da leggere in poche ore. I personaggi sono ben delineati e catturano subito il lettore.
Il tema è delicato e non facile da trattare, si rischia di cadere nel banale e nel " già letto".
Credo che Ammaniti avrebbe dovuto approfondire e dare maggior respiro a questo romanzo. Peccato perchè l'idea era buona.

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Fonta Opinione inserita da Fonta    12 Luglio, 2011
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io e te..due elementi e tanta fantasia

Come al solito Ammanniti non delude.
Con pochi elementi: due ragazzi, una cantina e tante situazioni al limite del paradossale riesce a dare un quadro completo di uno spaccato di vita sensazionale.
Consigliatissimo.
Unico neo il costo: francamente 10 euro per un libro di 112 pagine mi sembrano un tantino eccessivi..ma esistono amici e biblioteche ;)
Buona lettura.

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Ammaniti
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Dilo Opinione inserita da Dilo    12 Luglio, 2011
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Io e te

Un libro da leggere in un pomeriggio o durante un volo in aereo, un libro breve ma denso di significato. Un tema affrontato da tanti, ma nonostante tutto non è per nulla banale la crescita di un adolescente che vive in una famiglia borghese e incasinata, la scoperta di una sorella. Il classico esempio di come talvolta in un anno non succede nulla e invece in una settimana si può crescere e diventare grandi. Un libro che racconta di rapporti umani in maniera unica e ci fa capire che a volte l'unica barriera tra noi e gli altri siamo proprio noi stessi. Ammaniti scrive sempre in maniera scorrevole e piacevole, senza perdersi in paroloni spesso inutili

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Poiana Opinione inserita da Poiana    05 Luglio, 2011
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Speed

Romanzo tanto breve quanto ottimo, Ammaniti riesce a trattare argomenti e problematiche già viste senza però diventare monotono e noioso, riuscendo a comporre una trama avvincente.
Il successo di questo romanzo è proprio la brevità della storia trattata: se l'autore avesse cercato di dilungarsi sicuramente avrebbe fallito, rendendo il romanzo monotono, lento e addirittura noioso ma, così facendo, riesce sicuramente a tenere desta l'attenzione del lettore dalla prima all'ultima pagine.
Da leggere!

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    08 Mag, 2011
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Comunque da leggere

A me è piaciuto, lo spunto della storia è molto interessante, facile trovare in questo racconto dei flash sulla situazione della famiglia in questi anni : genitori distratti, famiglie divise o allargate, figli insicuri che si rifugiano in un mondo alternativo perchè quello che devono affrontare tutti i giorni li spaventa, le difficoltà di relazionarsi non solo con i genitori ma con gli stessi coetanei.
Tanti argomenti magari anche solo accennati ma che sono parte della storia perchè in fondo sono il motivo di certe scelte degli adolescenti. Il finale è scioccante ma non è niente altro che l'impietoso e freddo contrasto tra chi , nonostante tutto, ce la fa, e chi viene sconfitto. Si , forse meritava più "pagine" , più approfondimento ma è una storia nella quale le pagine mancanti le possiamo scrivere noi con i volti che conosciamo e le storie che abbiamo incontrato nel nostro più o meno tormentato cammino da adolescenti a uomini e donne.

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lucignolo Opinione inserita da lucignolo    25 Aprile, 2011
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forse era meglio dilungarsi un pò....

...lo stile è quello di Ammaniti, scorrevole e coinvolgente e probabilmente si legge in fretta anche per questo...
...ma il contenuto è veramente troppo troppo stringato!! forse era meglio spendere qualche pagina in più e spiegare meglio cosa accade nell'animo del ragazzino dopo la settimana di vacanza trascorsa in compagnia forzata della sorrelastra tossica nella cantina del proprio condominio...
...è vero che forse l'intento dell'autore era quello che ognuno di noi arrivasse a costruire dentro di sè le emozioni del giovane e a sentir sulla propria pelle come questa esperienza "forte" possa averlo cambiato e reso meno introverso spingendolo avanti nella vita che per lui era una sorta di agonia...ma temo l'autore abbia un pò esagerato e la sensazione finale è che in questo racconto manchi qualcosa...

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Lorenzissimo68 Opinione inserita da Lorenzissimo68    21 Aprile, 2011
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Occasione Mancata

E' il primo libro di Ammaniti che leggo, spinto dalla curiosità per un autore di successo e per la notizia che Bernardo Bertolucci sta lavorando alla preparazione del suo prossimo film, basato su "Io e Te"
A mio parere, il lungo racconto (o breve romanzo, come già qualcuno ha definito questo libro) rappresenta una bella occasione mancata.
L'argomento della difficoltà della crescita, il passaggio all'età matura, la difficoltà di comunicare con il modo esterno, le fantasiose rappresentazioni del mondo interno di una adolescente rappresentano un argomento sempre intrigante.
Brillante l'idea di esplorare questa maturazione in un adolescente che decide di rifugiarsi in un mondo suo, la cantina di casa, dove maturare la propria crescita.
Toccanti le fantasie che Lorenzo sviluppa e racconta, che ci riportano alle nostre fantasie adolescenziali; Lorenzo rappresenta tutti noi.
Ma Ammaniti sorvola e sfiora il processo del cambiamento, lo vede ma non lo tocca, non scava a fondo.
Ho trovato coinvolgente la prima parte del libro, dove viene espressa l'ineguatezza di Lorenzo.
L'arrivo di Olivia, segna quasi un disturbo, un'interruzione al decollo del protagonista verso la sua maturità: non aggiunge e non toglie nulla.
Molto più profondo il breve e toccante incontro con la nonna moribonda che indica l'inquietudine di Lorenzo.
Al termine del libro, ho avuto l'impressione come se l'affascinante bolla di sapone che volava, fosse esplosa all'improvviso, lasciando la delusione di un'occasione mancata ad un'esplorazione più profonda dei sentimenti e dei cambiamenti del protagonista.
Lo stile è piacevolmente scarno di fronzoli e in linea con il racconto in prima persona.
Rimane la curiosità di vedere cosa e come Bertolucci sarà in grado di sviluppare e tradurre in film questo gradevole racconto.

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phoebe1976 Opinione inserita da phoebe1976    04 Aprile, 2011
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Ammaniti e l'editoria moderna

Che dire, Ammaniti è sempre lui: lo stesso stile graffiante, la stessa capacità di creare empatia e coinvolgimento nel lettore sin dalle prime righe di un romanzo.
Perfino in questo libro, che più di un romanzo breve si può definire un racconto lungo e che si legge agevolmente in non più di mezz'ora.
Operazione commerciale? Non stento a crederlo. Ed anche per questo anche s eil libercolo mi è molto piaciuto, ma non mi sento di loradlo più di tanto.

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EvaBlu Opinione inserita da EvaBlu    04 Marzo, 2011
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Anche per me: Breve ma Intenso!

Ancora alla scoperta di Ammaniti, che per quanto mi riguarda ho scovato piuttosto di recente, esplorandone la bibliografia in senso cronologico inverso e riservandomi come tassello finale quest’ultima uscita.

Ho letto diversi pareri contrastanti riguardo “Io e Te” , e sento fermamente di volermi schierare con chi ha definito questo piccolo romanzo “breve ma intenso”.
Breve, è vero, talmente breve che lo si legge in poco meno di un viaggetto Roma-Napoli in Intercity. Ma intenso, così intenso da escludere la possibilità di confonderlo ed amalgamarlo in un’ipotetica eventuale antologia di racconti ammanitiani, così come ha suggerito qualcuno.
Intenso, perché il piccolo ed insicuro Lorenzo diventa grande in quel frangente di vacanza inverosimile che poi tanto inverosimile non è, se si pensa che la cantina-rifugio dove si nasconde per una settimana potrebbe richiamare in qualche modo il posto più segreto che esiste dentro ognuno e dove ci si rifugia dalle proprie paure e dalle inadeguatezze più forti.
Intenso, perché quando Lorenzo trova finalmente il coraggio di stringere tra le braccia Olivia, con tutte le sue fragilità e le sue sofferenze, ha anche trovato il coraggio di stringere la sua vita, quella vita che tanto lo ha impaurito e che lo attende fuori.
Intenso, perché anche non trascendendo nelle sue consuete e ricche descrizioni e nella spiccata ironia, Ammaniti riesce comunque a regale un microcosmo di emozioni contrastanti e fortissime e a delineare i tratti di ciascun personaggio (da centellinare prorpio per la brevità delle apparizioni!).

Un’ultima considerazione voglio spenderla in riferimento alla scrittura lievemente “neoavanguardista” a cui spesso lo scrittore attinge; scrittura che, ad un occhio poco avvezzo o giustamente desideroso del “corretto scrivere”, può magari apparire a tratti sintatticamente poco corretta. Presumo che ciò sia voluto, che non siamo nel caso estremo di una Rossana Campo ma che anche il nostro Ammaniti si voglia fare portavoce dei contenuti inconsci dei suoi personaggi, e che per farlo è pronto a ricorrere, ad esempio, anche a delle stoccature verbali che non sono propriamente il massimo della correttezza.
“Da quel giorno ho continuato a cercare di capire perché le avevo detto quella bugia.”
Le avessi, Lorenzo, le avessi!... Verrebbe da apostrofare leggendo il nostro protagonista. Ma con quale coraggio si può riprendere un ragazzino che, con un fremito di passione e di tenerezza, ha deciso di aprirsi alla sorella e al mondo confidando dubbi e paure? Se Lorenzo non parlasse o pensasse come un adolescente, allora non sarebbe più il Lorenzo che sinceramente mi ha quasi portato alle lacrime. E come lui, tutti gli altri personaggi di tutti i romanzi dello scrittore non sarebbero più gli stessi personaggi.

Che dire? Niccolo, io ti amo! Prendimi e portami via ancora e ancora con le tue storie!

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Minuscola Opinione inserita da Minuscola    14 Febbraio, 2011
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insomma....

Insomma....comq qualcuo ha già scritto, questo libro mi ha un po' deluso! E' una storia semplice che parla di un ragazzino introverso ed insicuro, a mio avviso sono stati affrontati troppi argomenti insieme. La famiglia è assente, i genitori sono troppo presi a pensare a se stessi. Il figlio tarscorre la SUA settimana bianca nascosto in cantina. Qui arriva la sorella, poco conosciuta -perchè solo da parte di padre- si sopportano e vivono qualche giorno insieme fino al finale, dopo 10 anni, quando si rivedono. Certo il finale lascia di stucco, qualcuno ha scritto, per forza, un colpo di scena doveva esserci perchè risultava davvero troppo banale. Inoltre io ho trovato molto errori di sintassi, L'uso del congiuntivo imperfetto dopo aver espresso un verbo d'opinione al passato, per me è d'obbligo!
Pensavo che facesse..e non pensavo che faceva....mi urta leggere queste cose!

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Manem Opinione inserita da Manem    14 Febbraio, 2011
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Saggio psico-pedagogico!

Certamente il punto focale della storia è senza dubbio la solitudine, ricercata, voluta, desiderata... Scappare dal mondo reale di cui si ha paura. Crearsi un proprio mondo. Fuggire da tutto. Ma di questo stato anche vergognarsi e quindi dover raccontare bugie pur di salvare la faccia e di apparire diversamente. Tanto materiale per psicologi e pedagogici!!! Bello sotto questo aspetto.La brevità della storia lo fa apparire più come un saggio che non come un racconto.
Non ho apprezzato invece il linguaggio un po' troppo semplicistico. Il suo modo di scrivere così lineare. Non stravolge mai, non crea situazioni intriganti, paradossali... E poi è triste, troppo triste.... mi piacerebbe leggere autori un po' più ironici, positivi della vita! Vabbé sarà per il prossimo libro...

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Desy81 Opinione inserita da Desy81    09 Febbraio, 2011
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IO E TE

Primo libro affrontato di quest'autore, che mi ha lasciato un pò di curiosità anche per i suoi precedenti.
Ha affrontato temi interessanti molto leggermente ed in poche parole, ma quando si è già delusi della "storiella" letta, il finale lascia di stucco.

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dariot Opinione inserita da dariot    17 Gennaio, 2011
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ironia e realta' nelle vicissitudini sociali dell'

Ho terminato questo libro pochi giorni fa, impiegando non piu' di una giornata per leggerlo dato la sua brevita'e scorrevolezza narrativa e la prima reazione che mi ha prodotto e'stata un sospiro di rassegnazione. Nelle poche pagine che conpongono questo libro l'autore, utilizzando una situazione possibile e surreale, l'incontro tra due fratellastri in uno scantinato dove nessuno mette mai piede, svela due problematiche sociali dei nostri tempi, l'introversione e la tossicodipendenza, che relaziona in un crogiuolo di complicita', tenerezza e voglia di vivere.
La salsa che rende il racconto ameno e' lo stile tipico della penna di Ammaniti, un ritmo a battito costante che, improvvisamente cade, con poche riche in un inatteso colpo di scena.

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Venuto al mondo della mazzantini
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joshua65 Opinione inserita da joshua65    12 Gennaio, 2011
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Io ed Io

L'ho letto, in una sera.

Chiaro, scorrevole, a tratti interessante, ma complessivamente piuttosto leggerino nei contenuti.

Abbiamo il protagonista, Lorenzo, che sembra chiaramente, o involontariamente, affetto da Sindrome di Asperger (tema, mi sembra, oramai piuttosto battuto dagli scrittori quando si vuole definire un ragazzo caratterialmente difficile).

Abbiamo la sorellastra Olivia, tossicodipendente e in pieno "cold turkey", durante tutto il casuale incontro con il ns protagonista, che fa tanto "Cristiana F."

Abbiamo una storia "Io e te", che in realtà è un "Io ed Io", perchè tutto il libro, dalla descrizione in prima persona, allo stile lineare, volutamente semplice, parla esclusivamente di Lorenzo.

Mi piace molto Ammaniti, soprattutto come sa descrivere i ragazzi. Sa farlo con ironia, passione e la giusta cattiveria. Ma questo libro, mah.

Consigliato a chi si sveglia alle 5 di mattina senza sonno e non vuole alzarsi subito.

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Io non ho paura
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mixo Opinione inserita da mixo    04 Gennaio, 2011
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Breve ma intenso

Ottima prova dell'autore che in pochissime pagine riesce a racchiudere una storia che potrebbe apparire semplice ma che in realtà racconta di una fase molto importante e delicata della vita. Il passaggio da bambino ad adulto può avvenire in tanti modi, quello di Lorenzo il protagonista introverso ed inicuro avviene nell'arco di una settimana bianca trascorsa nella cantina del suo palazzo. Una bugia come quelle che quasi tutti abbiamo raccontato ai nostri genitori per farli sentire orgogliosi di noi, del nostro essere come loro ci avrebbero voluti, porta il protagonista ad escogitare un piano infantile, pieno di lacune e punti interrogativi, che lo vorrebbe in montagna a sciare mentre in realtà lui non si è mai allontanato da casa. Tutto parrebbe essere sotto controllo fino a quando la sorellastra Olivia, irrompe nel suo nascondiglio e lo mette di fronte a problemi ben più seri, problemi da adulto, costringendolo a guardare verso la paura e ad accettare la sfida della vita, senza preconcetti. Lorenzo uscirà cambiato e conserverà per sempre il ricordo di quei momenti. L'avventura si conclude con una reciproca promessa, ma solo l'epilogo permetterà di capire che non verrà mantenuta.

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NRG Opinione inserita da NRG    16 Dicembre, 2010
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IO E TE

Due cuori e una cantina
Il disagio di un ragazzo adolescente che non vuole e non riesce ad integrarsi con i propri coetanei diventa il disagio dei genitori che lo percepiscono diverso tanto da portarlo da una psicologa;per allontanare le loro paure e nevrosi Lorenzo inventa quella " normalità" che vorrebbero fargli vivere. In particolare, prendendo spunto da una conversazione rubata ad alcuni compagni di classe, si inventa un invito in settimana bianca, pianificando invece una strategica permanenza di 7 giorni nella cantina dove non scende mai nessuno. Lorenzo porta ricambi e viveri necessari, la musica preferita per godere appieno dei primi giorni da solo. Ma nulla nella vita è mai come lo immaginiamo e l'arrivo imprevisto della sorellastra Olivia, figlia di prime nozze del padre, costringerà Lorenzo a confrontarsi con i problemi , seri ed irrimandabili, di sua sorella e quando uscirà da quella cantina sarà una persona diversa. Finale volutamente scarno e toccantissimo.

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alan smithee Opinione inserita da alan smithee    14 Dicembre, 2010
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Io e te di

E' sempre un piacere quando ho notizia di un nuovo romanzo di Ammaniti. E in questo caso anche un po' una sorpresa in quanto non mi aspettavo una uscita cosi' ravvicinata rispetto alla precedente opera, risalente a neanche un anno fa.
Quello che rende a mio avviso straordinario questo piccolo romanzo e' che ho ritrovato nel giovane Lorenzo - protagonista assoluto dell'opera - me stesso ai tempi delle scuole superiori, con le mie insicurezze, le mie paure, la mia asocialita' che mi facevano rifuggire i fenomeni di massa e tendere ad isolarmi dalle grandi compagnie.
Fosse capitato anche a me quindicenne l'occasione di fingere di andare in settimana bianca per rinchiudermi in cantina con libri, fumetti e generi alimentari di fortuna e l'occasione di trascorrere un periodo insolitamente lungo con tutto cio' che mi potesse infondere sicurezza e conforto non me la sarei certo lasciata scappare. Ed e' proprio quello che fa Lorenzo, che con una certa abilita' organizzativa e grazie anche all'aiuto del progresso di fine secolo (vedi uso cellulari) riesce davvero in questa insperata audace impresa. Nasconto nella dimenticata cantina del suo palazzo, piena di vecchie carbattole della precedente proprietaria, Lorenzo intende trascorrere la prima tranquilla vacanza della sua vita. Ma il sogno del giovane nerd viene interrotto dalla improvvisa irruzione della problematica sorellastra, prima d'ora relegata da Lorenzo a figura di secondo piano, balorda e senza alcun spessore. Grazie ad una drammatica convivenza di un paio di giorni, durante i quali la ragazza tenta anche di uscire dalla tossicodipendenza, tra i due fratelli nasce quell'intesa che prima d'ora sembrava impensabile e che li unira' indissolubilmente fino al tragico epilogo, che ci fara' a rrivare ai giorni nostri.
Ammaniti anche in questa occasione si conferma lo straordinario regista dell'inquieta eta' adolescente che gia' aveva caratterizzato le sue opere migliori.

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tutti i precedenti titoli dell'autore
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LuigiDeRosa Opinione inserita da LuigiDeRosa    03 Dicembre, 2010
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Mi ricordo montagne verdi...

Vi è mai capitato nella vita di trovarvi con la merda fino al collo? Di scoprire che l’amicizia e gli amici sono come le bolle di sapone, belle e colorate fino a che soffia il vento, poi toccano il pavimento duro e fanno splaff…spariscono!
E vi è capitato , se siete tipi fortunati, che alla fine la mano ve la offre uno che manco sapevate che esistesse?
Vi è mai capitato nella vita di sentirvi soli come un cane e di voler stare soli come un cane e poi, vi capita che una o uno che manco sapevi che esistesse t’abbraccia e capisci che di calore umano avevi bisogno e nulla più. Questa è la storia di Io e te. Una storia dolcissima e amarissima. Un pugno nello stomaco, ma non fa male: fa crescere!

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Il profumo proibito dello zenzero,Tu mio,Ti prendo e ti porto via
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Giulian Opinione inserita da Giulian    22 Novembre, 2010
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Piccolo gioiello

Lettura piacevole, piccolo gioiello di buona letteratura, agile, introspettivo, attualissimo nel tema della difficoltà comunicativa specialmente negli adolescenti. Ho trovato splendide le descrizioni di rapide immagini relative a piccoli dettagli del mondo e della vita, quelli che tutti annotiamo mentalmente senza rendercene conto quando guardiamo dal finestrino dell’auto o visitiamo una casa di riposo. Finale commovente. Forse meno credibile – ovvero meno chiarito e più lasciato all’interpretazione del lettore – è il meccanismo che ha determinato, attraverso l’incontro con la sorella, il cambiamento interiore del protagonista (cambiamento a mio parere un po’ troppo rapido e “letterario”). Comunque, è un libro che lascia una traccia, come spesso quelli di Ammaniti.

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kabubi81 Opinione inserita da kabubi81    22 Novembre, 2010
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Io e te

Premesso che al momento tutto quello che ho letto di Ammaniti mi è piaciuto moltissimo, anche questo breve (purtroppo!) nuovo romanzo si va ad aggiungere alla lista... Volendo trovargli un difetto posso solo dire...che è troppo corto! E quando ci si trova "faccia a faccia" con uno scrittore così bravo a mettere su carta tante diverse emozioni senza autocompiacersi con esercizi di stile e facili stratagemmi strappalacrime, si vorrebbe avere molto più di un centinaio di pagine da leggere... Detto questo, anche in uno spazio così ristretto, Ammaniti è bravissimo a regalare un ennesimo nuovo personaggio (i suoi protagonisti sono sempre completamente diversi uno dall'altro, eppure ognuno a modo suo riesce ad entrarti nel cuore, buono o cattivo che sia), che nel tentativo di rifugiarsi in un proprio mondo di fantasia e solitudine si rirova a dover aprire- letteralmente- la porta ad un imprevisto ospite, che turberà e smuoverà il suo modo d'essere... Piacevolissimo e, come sempre, consigliato!!

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fabiomic75 Opinione inserita da fabiomic75    16 Novembre, 2010
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Bravo Ammaniti!

Ammaniti colpisce ancora. A me piace tantissimo il suo stile, il suo modo di rendere le situazioni ed i personaggi. Questo romanzo è breve e di facile lettura ma non per questo meno intenso. Il protagonista è un adolescente "problematico" che odia tutto ciò che è sociale, che non ha amici e non brama di averne. Per non creare dispiaceri ai genitori si trova però coinvolto in una situazione poco piacevole che si aggrava ulteriormente dalla comparsa nella storia della sorellastra. Mi fermo qui con la trama per non svelarvi troppo ma ve ne consiglio vivamente la lettura perchè il racconto è estremamente toccante. Ribadisco... bravo Ammaniti!

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Stefp Opinione inserita da Stefp    02 Novembre, 2010
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Io e te

Lorenzo è un adolescente introverso, un po' nevrotico, con qualche problema di socializzazione, non ama stare in compagnia, condividere gli spazi, integrarsi con i compagni di scuola, ma è molto intelligente e abile nel mimetizzarsi, nel sembrare come gli altri, nel fare quel minimo che basta a non essere additato e discriminato. Un giorno, non si rende conto neanche lui perché, annuncia alla madre di essere stato invitato ad una settimana bianca da alcuni compagni di scuola. La mamma è così felice che lui non riesce più a dirle la verità e invece di andare in settimana bianca si chiude in cantina con la scorta di viveri per sette giorni e la consolle di videogiochi, felice di farsi la sua settimana bianca, da solo. La figlia di un precedente matrimonio del padre, la sorellastra Olivia lo scopre, per caso, e condivide con lui quello spazio scombinandogli tutti i piani e addirittura Lorenzo dovrà prendersi cura della sorella tossicodipendente in crisi di astinenza.
Ammaniti delinea perfettamente il passaggio da parte di Lorenzo dal mondo che si è creato, ovattato, protettivo, con il rifiuto dell'esterno, alla vita vera, alla vita adulta e questo grazie a Olivia che lo tira dentro chiedendogli praticamente aiuto per i suoi problemi che sono ben più grandi di quelli del fratellastro. Come il lattante gettato in piscina che impara a stare a galla per non affogare, così Lorenzo trascinato dentro i problemi della sorellastra imparerà a vivere e sarà grato a quella che d'ora in avanti sarà non più sorellastra, ma sorella.
Ammaniti ci offre due personaggi e una cantina, tutto qui, eppure questo breve racconto è molto incisivo e il ritratto dei due personaggi è asciutto quanto profondo e ne risulta una storia credibile, emozionante e struggente.

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fioredimarte Opinione inserita da fioredimarte    02 Novembre, 2010
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Laconicamente ...

Troppo breve, e forse per questo incisivo.
Adoro Ammaniti, ma questo libro mi ha lasciata un po' di sete.
Avrei voluto leggere di più, e farmi trasportare ancora di più nella vita di questi due emarginati protagonisti.
Ho visto poco dello stile travolgente di Ammaniti, ma ho trovato in questo libro una pulizia di lirismi. E' stato scarno, secco e lucido. Come a voler dare un altra prospettiva della sua scrittura. Ha limato situazioni, luoghi, personaggi e pensieri per dare il nocciolo, il cuore delle mille storie all'interno di quelle poche pagine.
Che mi lasciano un vuoto dentro, e tutta l'acqua del mondo non lo può riempire.
Laconicamente struggente, ho riposto il libro e non ho smesso di sentirmi fuori posto.

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Josanny Opinione inserita da Josanny    28 Ottobre, 2010
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Bello!

Davvero un libro appassionante che si legge tutto di un fiato, peccato che duri veramente poco. I personaggi sono fantastici e ho trovato tutta la storia molto affascinante!

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Gli altri libri di Ammaniti, o comunque a chi piacciono i romanzi di formazione...
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