Il silenzio dell'onda Il silenzio dell'onda Hot

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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    11 Gennaio, 2015
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Sentirsi allegramente fuori posto.Leggeri.Sun'onda

E’ un romanzo dolce, delicato, ben congegnato, pochi personaggi che scopriamo legati non dalla conoscenza o dall’amicizia, ma da storie e vissuti di difficile convivenza con se stessi e con gli altri, in continua difficoltà tra la scelta di una attiva esistenza o sopravvivenza. Forse alla fine si incontreranno, forse avranno ciascuno reciprocamente bisogno l’un dell’altro per salvarsi e trovare una ragione, per sentire che ci sono e che contano, forse era già accaduto e non ne avevano ancora la consapevolezza.
Un romanzo tranquillo, non nell’accezione di poco interessante, mi trasmette un senso di attesa. Mi fa pensare all’autore come in un momento di particolare calma o riposo nella scrittura.

"Stiamocene per un po’ in silenzio, allora."

Roberto Marias, che dopo la Scuola allievi sottufficiali viene destinato come vicebrigadiere alla stazione di un tranquillo paesino in provincia di Milano. Notato per un intervento diretto a sventare una rapina in banca viene trasferito a Milano a fare il lavoro per cui era entrato nei carabinieri: l’investigatore. Nucleo operativo. Sezione narcotici. Prima operazione: infiltrato. Inizio di una brillante carriera da agente sotto copertura. Qualche mese dopo passa al ROS, Raggruppamento Operativo Speciale, reparto dei carabinieri che si occupa di criminalità organizzata e di terrorismo. La massima aspirazione per un giovane sottufficiale. Sede centrale di Roma.

Roberto Marias e la sua oscillazione tra euforia e tristezza. La sua paura di stare al mondo. Il suo convivere lungamente con la sofferenza tanto da diventare il suo equilibrio. La sua paura del cambiamento. I suoi momenti disforici. Il sentirsi come travolto da un’onda.
Bisogna lasciarsi andare all’onda. “Un conto è aspettare l’onda, un conto è alzarsi sulla tavola quando arriva.”
Distese le braccia, contrasse gli addominali, fece scattare le gambe. … Si alzò in piedi e la tavola partì. … correndo di nuovo sull’onda…come se non avesse mai smesso…

Giacomo sogna Ginevra, la sua compagna di scuola. Lei in genere non si accorge di lui. Ma un giorno lo chiama per nome, gli dice proprio così: “Giacomo, hai una penna in più? La mia non scrive.” ...“A scuola ci chiamiamo quasi tutti per cognome.”

Io mi sento sulla stessa lunghezza d’onda dell’autore… ascoltando “Stairway to Heaven”…
Giacomo, che la inserisce nella raccolta da donare a Ginevra…

Perché la musica ci aiuta, ci tiene compagnia, ci parla, insomma siamo noi. Sempre.

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Opinione inserita da Newlife    17 Luglio, 2014

Un po' di delusione

Ho letto diversi libri di Carofiglio e in tutti ho apprezzato lo stile semplice e diretto, senza eccessive descrizioni, mai banale... Il silenzio dell'onda, però mi ha un po' delusa, si ritrova lo stile semplice e armonioso, ma manca, a mio avviso, un contenuto che possa essere veramente interessante.
Il libro, all'inizio, promette bene: un personaggio travagliato con un passato da scoprire; tutta la curiosità però scema un po', cedendo in certi passaggi alla noia, di fronte ai capitoli dedicati al bambino (Giacomo): tutto appare di colpo troppo puerile e scontato. È anche quando torna in scena Roberto con le vicende (a volte atroci) del suo passato, il libro non riesce a "riemergere" e a spiccare il volo...
Ho apprezzato moltissimo tutti i libri dedicati all'Avvocato Guerrieri, sono rimasta molto affascinata da "il passato e' una terra straniera", ho letto con molto piacere "Ne' qui ne' altrove" e tanti altri suoi libri
In questo caso però manca un po' di tutto...i passaggi che più mi sono piaciuti sono quelli in cui emerge il rapporto paziente-psicoterapeuta, in cui si possono apprezzare le dinamiche che si creano in una seduta e la parte in cui emerge la fragilità tutta umana anche di chi dovrebbe avere tutti gli strumenti per costruire relazioni perfette: mi riferisco al passaggio in cui il dottore racconta del suo rapporto con il figlio...

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marccorazz Opinione inserita da marccorazz    21 Ottobre, 2013
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c'è una luce in fondo al tunnel?

Questo libro è stato un viaggio nell'animo tormentato di un uomo che ha visto il burrone, ci è caduto dentro e che con le unghia, a fatica, sta cercando di uscirne. Ma ci riuscirà?
Forse una scrittura in punta di piedi, un po' timorosa, come qualcuno qui ha detto, ma sicuramente coinvolgente e angosciante allo stesso tempo.

Roberto, un maresciallo dei carabinieri, per anni ha fatto l'infiltrato nella malavita organizzata, e lo ha fatto bene, talmente bene che con il suo lavoro è riuscito a chiudere operazioni internazionali importanti, se non importantissime. Ma allo stesso tempo, in quel lavoro, in quell'ambiente si è perso, o forse no, si è ritrovato. Si, si è ritrovato a vivere una vita che non pensava di poter e voler vivere, si è ritrovato a "suo agio" in ciò che più o meno facilmente spesso corrompe l'animo umano, lo nutre e allo stesso tempo lo corrode fino a che non c'è più niente da dilaniare. Ma, ad un certo punto di questa sua avventura, ineluttabile arriva la resa dei conti che, come quasi sempre accade, è come una esplosione atomica che investe tutto e tutti e che dietro di se rischia di non lasciare che cenere e detriti.
Ma la vita sopravviverà come accade in natura, o sarà tutto perso? e se sì, a che prezzo e con quanta fatica? Per cui... c'è una luce in fondo al tunnel?

Buona lettura

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Opinione inserita da elèna    13 Agosto, 2013

piacevole

A mio avviso il libro è scritto in modo scorrevole forse anche troppo ''piano'' come stile. Tuttavia il contenuto è buono ,tratta temi importanti e profondi anche se apparentemente sembrano trattati in modo superficiale. La trama è avvincente e forse è proprio questo che spinge il lettore a leggerlo tutto d'un fiato. Ad ogni capitolo emergono elementi del passato che permettono di riflettere sul comportamento attuale del protagonista. Molto interessante il rapporto paziente- psichiatra. Efficace la costruzione in parallelo di due vite apparentemente diverse, quella del protagonista e quella di Giacomo, che in realtà offrono la possibilità di osservare gli aspetti della vita da due angolazioni talora congruenti talora opposte.

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farma70 Opinione inserita da farma70    19 Giugno, 2013
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Abbastanza banale

Libro che non suscita grandi emozioni, almeno alla sottoscritta, dopo averlo terminato non lascia molti ricordi.....Personaggi banali, stile abbastanza scolastico,troppo semplice e trama alla "Mission Impossible" per poveri però.....Il personaggio principale, Roberto, appare scialbo e poco convincente che alla fine si ritrova a fare l'eroe tra adolescenti viziati. Le descrizioni truci e certe parole scurrili se le poteva anche risparmiare, tanto non danno maggior lustro alla storia.Sinceramente è un libro che si può leggere senza aspettarsi grandi emozioni, in futuro prima di acquistare un libro di Carofiglio leggerò meglio le recensioni.

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Opinione inserita da monica    19 Aprile, 2013

L'onda arriva in silenzio

La lettura è sata piacevole come per tutti i libri di Carofiglio che scrive in modo raffinato e seduttivo. La storia rimanda sensazioni di inquietudine e tristezza, desiderio di ricostruire la propria vita ma nello stesso tempo la difficoltà di riguadagnare autostima attraverso la costruzione di un legame affettivo dal quale sentirsi amati per cio che si è.

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manu chan Opinione inserita da manu chan    30 Marzo, 2013
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Partire dal passato. Costruire il futuro.

Romanzo del quale, detto in tutta sincerità, non saprei definire il genere e la motivazione potrebbe essere che proprio non ne ha. Questo non è un romanzo “normale”: insomma, da un lato potremmo definirlo introspettivo, ma dall’altro anche “romantico”.

E’ la storia di un uomo la cui carriera da promettente carabiniere viene interrotta da un episodio che rappresenta per la sua vita in quel momento un vero fallimento; ed è come se in quel momento la sua esistenza raggiunga il capolinea, anche se solo transitorio. Nel periodo di malattia che vive frequenta uno psichiatra, nella speranza di uscire dal buco nero che l’ha inghiottito, e in quegli incontri pian piano si riscopre, momento per momento, liberandosi dalle catene che l’avevano trattenuto per così tanto, troppo tempo.

Lo stile di Gianrico Carofiglio è estremamente raffinato: i monologhi del personaggio sono tanto intensi che sembra di conoscerlo da sempre, Roberto, si ha la sensazione di far parte del suo mondo, così misterioso, ma anche tanto affascinante. Le pagine si divorano una dopo l'altra e, perché no, ognuno si riconosce in questa storia, che è nel piccolo quella del tormento che tutti viviamo nell'attesa del cambiamento, che è destinato da sempre ad essere risolto solamente grazie alle nostre forze. Una storia che parla della forza dell'uomo capace di riscattarsi, partendo da passato per costruire il futuro.

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kiko Opinione inserita da kiko    24 Febbraio, 2013
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Non lasciarsi travolgere

Davvero un bel libro! La storia di un ex agente dei carabinieri, che per anni ha svolto il ruolo di infiltrato, che si ritrova segnato in maniera indelebile dal suo passato.
Per cercare di risollevarsi inizierà una serie di incontri psicanalitici che lo porteranno ad intrecciare il suo destino con quello di una donna e suo figlio.
Un romanzo ben strutturato, con scorrevolezza e grande profondità introspettiva, che permette di avvicinarsi alle fragilità dei personaggi, ma sopratutto alla loro capacità di rinascita.

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I miei martedì con il professore di Mitch Albom
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petra Opinione inserita da petra    01 Gennaio, 2013
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Il rumore dei ricordi

Un romanzo che di legge d’un fiato, un ritmo pacato e dolce che accompagna la narrazione senza ai imporsi , con un linguaggio piano, accessibile, eppure molto musicale, gradevole, delicato.

Roberto, carabiniere, temporanamente dispensato dal servizio, ha superato da poco un “ terremoto emotivo” non da poco. Carofiglio descrive con grande perizia il senso di estraneità , quasi di alienazione, che ci coglie nei momenti di sconforto, quando fra noi e il mondo sembra frapporsi un velo invisibile che non riusciamo a squarciare, e la realtà ci pare sfocata ,sfuggente, come annacquata.
La vita di Roberto è una lenta ripetizione di gesti, tutti uguali, fatti per tentare di controllare un’implosione dell’animo lenta e terribile, che per poco non lo ha devastato.

Diversi personaggi entrano in gioco nel riportare il protagonista a una vita più piena. Il primo è un medico, con le sue domande un po'strambe e le sue parole a volte ostiche, talvolta, per questo, rifiutato dal protagonista, ma con il quale Roberto riesce a stabilire un clima di fiducia e quasi di complicità, portando alla luce quegli angoli bui e quei segreti che paiono incancrenire nel suo intimo. Piano piano, Roberto si riconcilierà con questi fantasmi.

Altre due figure hanno un ruolo decisivo nella svolta umana e psicologica dell’uomo: una donna, un’ex attrice, sconcertata e frantumata nel profondo come lui, e un ragazzino, sensibile e intelligente, segnato prematuramente dal dolore e dalla perdita.
Due incontri che paiono slegati e che , fortunatamente,sfuggono a una trama che poteva andare in direzione prevedibile e scontata. Due personaggi che, in un certo qual modo, fungono da specchio per le sofferenze del protagonista , permettendogli indirettamente un rapporto via via più sereno con la sua vita, finalmente nuova.

La parte finale del romanzo è quella che più si avvicina a un thriller vero e proprio, pur contrassegnato, indubitabilmente, da una ricerca psicologica non da poco. Tale parte è verosimile e trattata con stile e delicatezza, sebbene forse non siano, a mio parere, le pafìgine più interessanti dell'opera.

Una bel romanzo, forse un po’ azzardato nel difficile equilibrio fra intimismo e azione, ma comunque consigliato sia per i contenuti, mai banali , sia per la straordinaria capacità introspettiva dell'autore.

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Solaria 51 Opinione inserita da Solaria 51    03 Settembre, 2012
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Risalire "sull'onda della vita"


Il romanzo procede su due storie all’apparenza diverse: una fluttua tra sogno e realtà, in cui è protagonista Giacomo, un adolescente problematico in fuga dalla realtà, tra incubi e minacce della notte, mentre l’altra, quella di Roberto, agente dei carabinieri, tra rievocazioni di un passato terribile e rischioso, verso la riconquista della propria identità. La sofferenza di Roberto si accomuna a quella di Emma ex attrice afflitta da un rimorso che rende difficile il rapporto con il figlio Giacomo. Emma e Roberto, frequentando lo stesso psichiatra fanno amicizia e per lui sarà l’occasione per risalire “sull’onda della vita” e riscattare il suo passato. La storia gira attorno a personaggi che lottano per non essere risucchiati nel baratro della depressione per avere vissuto la loro vita nascosti dietro un’identità a cui non appartengono ma costretti o risucchiati da un mondo di storture, eccessi e illusioni. L’autore penetra nel mondo interiore dei personaggi per poi farli incrociare nel loro vissuto. Ho trovato interessante e curiosa l’alternanza fra i racconti di (e su) Roberto, protagonista raccontato in terza persona e contemporaneamente narratore della sua storia e quelli espressi dalla viva voce di Giacomo; le differenze stilistiche non influiscono sul ritmo del romanzo che si mantiene sobrio e misurato. Ho apprezzato il romanzo perché l’autore non fa voli pindarici per spiegare la psiche umana, ma espone in modo, direi garbato, i problemi che ognuno di noi può incontrare durante il percorso della propria vita e questo senza nessuna esclusione (basti leggere il capitolo 21 del romanzo). Avete presente in inverno gli stormi che solcano il cielo? Sono milioni, che volteggiano, virano in perfetta sincronia creando varie forme da sembrare onde nel cielo; li osserviamo ammirando la semplicità e la purezza di quelle “forme-onde” eppure in quella semplicità si cela qualcosa di meraviglioso, ecco! questo ho trovato leggendo “il silenzio dell’onda”.

Siracusa 3-9-2012

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Giulia79 Opinione inserita da Giulia79    14 Mag, 2012
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Semplice e impeccabile


Scritto in maniera semplice e lineare, elegantemente portato avanti, il realismo di Carofiglio mi lascia sempre un po' senza parole; non è un realismo crudo, ma una storia calata nella vita semplice di tutti i giorni, un carabiniere, uno psicologo, una donna e poco altro, o tanto altro, visto che potrebbero essere accanto a noi, reali, con il loro passato...
Chi legge deve solo sedersi e stare a guardare la storia che placidamente si dipana, guardando dentro e fuori le persone che la popolano, senza pretese psicologiche o arrovellamenti stilistico-concettuali; la mia impressione si conferma quella di un libro godibile, scritto per raccontare una storia e non per dimostrare qualcosa, una trama lineare senza grandi fronzoli, con un azzardo oltreoceano portato avanti meglio di quanto pensassi, in modo credibile

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consigliato a chi vuole leggere per una volta un "poliziesco" elegantemente e semplicemente italiano
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ant Opinione inserita da ant    10 Mag, 2012
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Sogni,rivincite personali e ...onde

Libro tra i finalisti al Premio Strega 2012.
Una storia ben costruita e basata fondamentalmente sulle vite di tre personaggi principali: Roberto ex carabiniere,Emma ex attrice e Giacomo undicenne sognatore che trascrive tutte le sue emozioni su un diario.
A fare spesso da fulcro e soprattutto da punto d'incontro per i tre protagonisti è...il lettino di uno psicologo. Nell'anidirivieni dello studio medico i tre s'incontrano e si scambiano opinioni ,e cosa importantissima stringono legami, che porteranno poi ad un finale scoppiettante in cui tutti i protagonisti magicamente ritrovano la parte migliore di loro stessi.
Quello che ho apprezzato molto di questo romanzo è naturalmente il lato psicologico e le digressioni personali e comportamentali dei personaggi descritti. Non mancano pagine movimentate, magari anche cruente, così come sono presenti tanti spunti a riguardo di annosi problemi esistenziali tipo: il difficile rapporto genitori/figli, l'egoismo e la paura di scoprirsi troppo emotivamente nella ns società che porta tante persone a fingere e ad indossare ipotetiche maschere etc.
Bravo poi Carofiglio a proporre al lettore tanta parte onirica e fantasiosa, sì perchè molti racconti sono sviscerati attraverso i sogni che i protagonisti raccontano al dottore.
Estrapolo un passaggio emblematico del libro che, a mio parere, racchiude l'essenza dell'opera:

"A poco a poco tutti i personaggi vengono sommersi da un mare di sentimenti e di ricordi, ma nessuno ne sarà travolto davvero.
È un po' come finire sotto un'onda. La regola fondamentale è non farsi prendere dal panico, non fare resistenza perché è inutile, e aspettare che passi."

Libro interessante e consigliato

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libri la cui forza sono i contenuti psicologici
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Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    24 Aprile, 2012
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Il silenzio dell'onda di G. Carofiglio

In questo romanzo, l’eroe di Carofiglio è Roberto: ex carabiniere, si è distinto per merito e, promosso, ha ricoperto l’incarico di “agente infiltrato” nel nucleo operativo, sezione narcotici. Da agente segreto, si è fittiziamente improvvisato narcotrafficante, per sventare i traffici dei signori della droga. Ma questo incarico pericoloso ha messo a dura prova la sua personalità, che non ha retto alle continue tensioni. Roberto combatte contro l’esaurimento e viene collocato in aspettativa, perché soffre di manie depressive con tendenza al suicidio.
Quindi, il lettore ritrova Roberto dall’analista, impegnato a ricostruire la sua vita.
Il passato di Roberto è pieno di ombre: su tutte, quella di un padre, anche lui agente di pubblica sicurezza, incarcerato per corruzione e suicidatosi in prigione.
Fuori dallo studio dello psicanalista, Roberto incontra Emma, una donna che per lui rappresenta un’opportunità: di relazione e di riscatto. Anche perché Giacomo, il figlio dodicenne di Emma, gli confida i suoi timori su un turpe commercio del quale una compagna di classe sembra vittima: in una storia tipica dei nostri tempi, fatta di ricatti, telefonini e pedopornografia e che, nel linguaggio giuridico, configura un triplice reato: violenza sessuale di gruppo, prostituzione minorile, sequestro di persona.
Roberto interviene a smascherare i responsabili e ritroverà fiducia in se stesso, riuscendo a valorizzare anche la figura del padre, grazie al ricordo di quando, insieme a lui, andava sull’oceano (abitavano negli States) a cavalcare le onde con la tavola: “I ricordi nella luce e nel mare … erano muti. Vento teso, grandi onde con creste luccicanti, tavole che correvano, corpi sbalzati dalla potenza dell’acqua. Tutto senza rumori e senza voci.”
L’allegoria dell’onda è molto affascinante ed evocativa. La storia è coinvolgente. Lo stile di Carofiglio è cristallino nel descrivere i fatti e nell’addentrarsi nelle pieghe della psicologia umana e dimostra di saper governare le onde del sentimento di chi lo legge, come …

… Bruno Elpis

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... altre opere di Carofiglio. O a chi lo legge per la prima volta. A chi ama il romanzo psicologico.
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    24 Febbraio, 2012
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Equilibrio sotto l'onda

E' un libro toccante, perchè parla di esperienze umane molto realistiche e molto vere, di modi diversi di vivere il rapporto padri e figli, di mancanza, di assenza, di fragilità. C'è tanta umana fragilità in queste pagine. Il protagonista si scopre solo e infelice, passa tanti mesi alla deriva perchè sente che sta vivendo in modo insensato. Intraprende un percorso difficile, lungo, doloroso e tu ti accrgi che comincia a mettere una parvenza d'ordine nella sua vita, cogli piccoli suoi segnali di risveglio, come il fare i gradini due a due. E' un libro che insegna a non lasciarsi intrappolare dai pensieri e dai ricordi, ma ad osservarli con distacco e lasciarli scivolare via. Insegna che si può sopravvivere anche se si attraversa il fuoco e anche se finire sotto una grande onda può far perdere il senso della posizione, perchè non sai più dov'è il sopra e dov'è il sotto, è possibile riuscire a ritrovare se stessi.

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Opinione inserita da Alessandro G    01 Febbraio, 2012

Molto silenzio, poca onda

Incredibile, questo libro oscilla tra qualcosa di credibile e qualcosa di insulso continuamente: l'onda si increspa e si dissolve nel corso della lettura ma non assume mai proporzioni epiche. Lo stile a tratti è scolastico, a tratti da scrittore promettente ma ancora acerbo, la storia è priva di respiro come se restasse sempre in apnea. Certo, si fa leggere, ma alla fine non lascia niente di significativo. Carofiglio cerca di descrivere un personaggio, Roberto, dandogli dei connotati di straordinarietà ma, ahimé, il personaggio alla fine resta abbastanza anonimo e poco caratterizzato. Quello che manca a questo scrittore secondo me è la capacità di donare spessore alle sue "creature letterarie" attraverso un maggiore approfondimento del loro vissuto e della loro psicologia, insomma, non basta far sedere il protagonista davanti ad uno strizzacervelli troppe domande e poco senso per donargli spessore!! Dunque questo libro per me ha generato troppo rumore per nulla.

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Opinione inserita da GRAZIANA BASTA    22 Dicembre, 2011

STILE BUONO, MANCA LA STORIA

Ci sono la scorrevolezza e lo stile, manca essenzialmente la storia.
La trama è banale, i personaggi prevedibili e di corto respiro, i due piani della narrazione -la storia di Roberto e quella di Giacomo- viaggiano tendenzialmente paralleli, sino a quando non si incrociano tramite un'espediente narrativo scontato. Anche l'indulgere in scene raccapriccianti, in taluni passaggi, si rileva inutile, e, soprattutto, troppo facile.
Un romanzo pensato, forse, per la televisione.
Un mix complessivamente mal riuscito, credo che il narratore possa e sappia fare di meglio.

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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    24 Novembre, 2011
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Un romanzo stanco e privo di mordente

Apprezzo molto Carofiglio come scrittore, anche se non ritengo questo il suo migliore romanzo. Mi piacciono di più le sue indagini poliziesche e le sue riflessioni sulla attività di giudice e avvocato. In questo romanzo aleggia un’atmosfera quasi rassegnata, stanca, priva di mordente. La vicenda narrata sembra un “déja vu”, con fasi ripetitive e personaggi abbastanza banali, senza quell’introspezione vera e profonda alla quale lo scrittore ci aveva abituati Non dirò che è un romanzo “esangue e tedioso” come lo definisce il critico letterario Antonio D’Orrico sul supplemento “La Lettura” del Corriere della Sera (20.11.2011), ma certamente l’opera è percorsa da una vena sottilmente stanca, monotona, senza vibrazioni che trascendano i comuni accadimenti della vita. Un carabiniere, il protagonista, distrutto da una vita sempre sotto copertura (e sotto stress), uno psicologo banalmente curioso e appiattito sul tran tran giornaliero della sua professione di strizzacervelli, una signora anche lei bisognosa di cure e attenzioni per sensi di colpa mai guariti, un bambino sognatore (forse la figura meglio riuscita) che costringerà il protagonista a ricollocarsi nel suo giusto ruolo ed a riapprezzare la serena gioia di una vita finalmente normale. Questi i personaggi, ben delineati in una storia credibile ma senza guizzi autentici. Potrebbe essere un romanzo “ da camera”, da leggere in autunno vicino al crepitio della legna nel camino, avvolti in una calda coperta di lana, seduti su una comoda poltrona, a meditare, come il protagonista mentre si ritempra nel finale del romanzo scivolando sulle onde con la tavola da surf, su “…il bene e il male, e l’amore e il dolore e la gioia e la colpa…e il perdono…e il cerchio della vita, e le storie dei padri e dei figli, e della loro disperata ricerca gli uni degli altri”.

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I romanzi di Enrico Carofiglio
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    28 Ottobre, 2011
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Il silenzio dell'onda

Un Carofiglio un po' al di sotto delle aspettative, quasi stanco, opaco, ci consegna un'opera sicuramente interessante ma di minore impatto rispetto ai suoi libri precedenti.
Stile seppur scorrevole che non ha molta presa sul lettore, il livello è alzato sicuramente dai contenuti, alcuni personaggi in cura psichiatrica che cercano di tornare a respirare la vita, minori affetti da problematiche che oggi purtroppo sono troppo diffuse e che occupano tristemente le prime pagine dei vari mezzi di informazione.
Potremmo azzardare a dei finali che seppur a lieto fine lasciano almeno in un caso l'amaro in bocca, si perchè anche se gli eroi ci salvano le cicatrici della vita rimangono cambiando il corso degli eventi e delle storie di ognuno di noi.
Per fortuna per alcuni è possibile ritornare a cavalcare quell'onda che arriva inesorabile e silenziosa, con la tavola da surf della vita, sta forse agli esseri umani decidere come afforntare la cavalcata che sarà sicuramente ardua visto che alcune cose non dipendono solo da noi.
Forse gli argomenti trattati hanno portato l'autore a mantenere un profilo un po' timoroso che comunque rimane adeguato al contesto.
Buona lettura.
Syd

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gracy Opinione inserita da gracy    26 Ottobre, 2011
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L'onda non arriva mai silenziosa...

Le onde non sono affatto silenziose, sono terribili, minacciose e non danno scampo, se aumentano d' intensità e in altezza portano distruzione. Carofiglio si imbatte in un campo molto delicato e complesso, si avverte fin dall'inizio un pò il timore di incorrere in errori, eppure dopo una fase iniziale un pò piatta e poco coinvolgente si libera quel senso di inadeguatezza e vibrano in solida sincronia l'onda e tutto l'Oceano. Il risultato è riuscito nell'intento, la narrazione serrata e senza appigli, diretta e drammatica assieme alle storie di padri e figli che si intrecciano fanno da corollario in un'impresa difficile e inesauribile quanto il mare.

"Non bisogna lasciarsi intrappolare dai pensieri o dai ricordi. Quando arrivano bisogna osservarli con distacco e lasciarli scivolare via.
....Un conto è aspettare l'onda, un conto è alzarsi sulla tavola quando arriva."

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