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exeter64 Opinione inserita da exeter64    03 Mag, 2014
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La vita bizzarra di Tony Pagoda

Iniziamo subito col dire che se non si focalizza il personaggio protagonista del romanzo, Tony Pagoda, la lettura del libro può risultare noiosa, ripetitiva, senza capo ne coda.
L'autore del romanzo, Paolo Sorrentino è certamente noto ormai al grande pubblico per essere il regista de "La grande bellezza", il film vincitore del premio oscar come miglior film straniero nel 2014. Sorrentino ha diretto, una decina di anni fa, un film intitolato "L'uomo in più", con protagonista Toni Servillo che interpreta un cantante neomelodico napoletano, Tony Pisapia.....ecco questo personaggio è alla base del personaggio di Tony Pagoda, anzi oserei dire che è lo stesso personaggio; stesso nome e cognome con la medesima iniziale. Infatti nelle pagine finali di questo romanzo ci sono i ringraziamenti di Sorrentino che scrive letteralmente "...Toni Servillo. Il suo viso, sormontato da una parrucca rossiccia e da Ray-Ban azzurrati, ha guidato la creazione di Tony Pagoda."
Ora leggete il libro immaginando questo personaggio, i suoi pensieri, il suo stile di vita fatto di concerti, donne, sesso, musica, amici più o meno bizzarri, soldi sperperati per cocaina e bella vita, amante della buona cucina, il suo disincanto, la sua furbizia ed ecco che il lungo quasi monologo che rappresenta il suo giudizio sul mondo, assume un aspetto molto diverso.
Brani divertentissimi, come il capitolo sulla "Lezione nr. uno sulla seduzione", e brani pieni di tristezza per un vissuto che si subisce e sembra difficile da sopportare. Un romanzo che va letto senza fretta, dove personaggi al limite del credibile, assurdi e bizzarri, permettono a Sorrentino di mettere in scena situazioni surreali. Come rimanere indifferenti alle imprese di Alberto Ratto? O l'incredibile momento del più grande cantante lirico Karl Hermann Schumann al teatro dell'Opera di Manaus in Brasile...
Insomma, non si deve giudicare questo romanzo per gli eventi narrati ma per chi li narra. E se volete un piccolo aiuto che vi consentirà di entrare maggiormente in sintonia con questo libro, provate ad ascoltare su youtube qualche brano del libro letto proprio da Toni Servillo. vedrete materializzarsi il personaggio di Tony Pagoda immediatamente davanti ai vostri occhi.....

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Taip Opinione inserita da Taip    19 Gennaio, 2013
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Non sempre hanno ragione

Trovato in libreria per puro caso, in un pomeriggio piovoso e malinconico nella mia grigia città di provincia; devo dire che mi ha colpito; mi è bastato leggere poche righe per farmi l'idea di una lettura anticonvenzionale e fuori dal comune. Una volta comprato, l'ho divorato; immerso nella descrizione di questo Tony nazional popolare; che rappresente in alcuni suoi vizi e clichè il piu scontato degli italiani medi; mentre nelle virtù che si possono cogliere solo finendo il libro si denota ciò che c'è dietro, cioè l'anima ed il piglio di Sorrentino; secondo me uno dei personaggi di questo paese piu validi nel panorama sia cinematografico che letterario. Senza dubbio questo libro non annoia, può sembrare talvolta eccessivo e forzato in alcuni aspetti, ma è ben strutturato in ogni sua parte. Mi piace l'idea che un uomo non sia schiavo del suo passato, ma riesca a risalire la china dopo innumerevoli peripezie; mi piace che possa aver incontrato ogni genere di persona, e anche dalla piu cruda possa aver imparato qualche lezione nella vita: mi piace l'idea di fondo di questo scritto,forse meno il voluto alternare ad episodi reali scene dal carattere quasi fantascientifico; però che vi devo dire, a me questo Sorrentino cosi gagliardo, cosi vero, cosi genuino mi piace assai....P.s. Se vi capita, immergetevi.....

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Cristina72 Opinione inserita da Cristina72    23 Novembre, 2011
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Saggezza all'insegna del politicamente scorretto

La prima metà del libro (prima, cioè, della partenza del protagonista per il Brasile) a mio parere è la migliore. Poi si scivola un po' nel banale, nella nostalgia dei bei tempi andati, nella depressione. Mi sono piaciute le frasi politicamente scorrette, provocatorie, espresse con un certo stile (Sorrentino di buone letture ne ha fatte e si vede), pillole di saggezza che vorresti tenere a mente. Non mi è piaciuto un certo modo maschilista di considerare le donne (tranne mammà, tutte tendenzialmente puttane o casalinghe frustrate), la banalità di certe osservazioni all'insegna dell' in-che-schifo-di-mondo-viviamo e il gusto per l'iperbole, che si fa sentire soprattutto nella seconda parte. Comunque, prima di aprire il libro mi sono spesso chiesta: "Vediamo che ci racconta oggi Tony Pagoda", il che depone a favore della sua qualità. Sarebbe interessante leggere un giorno l'autobiografia di Sorrentino, che credo abbia preferito apparire a tratti dietro il suo personaggio.

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eleonora. Opinione inserita da eleonora.    21 Gennaio, 2011
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Arrivare alla fine ... per capire

Tony Pagoda è il protagonista e il narratore della sua vita.
Una vita eccessiva, fatta di concerti musicali, di cocaina, di amanti e prostitute, dove lui si racconta... e racconta la sua visione della vita, attraverso aneddoti ed elucubrazioni mentali.
Emerge una visione mediocre della vita, dove nonostante i piaceri apparenti che Tony si gode, è in realtà una vita "povera" fatta di pochi ideali, dove la visione delle cose che lo circondano, è sempre molto limitata e forse un pò semplicistica.
I riferimenti al sesso sono continui, scadenti, come se tutto girasse solo attorno a questo. (ma forse è cosi)
Sorrentino con questo personaggio vuole forse scuotere il lettore? ...perché a Tony non ti puoi affezionare (almeno per buona parte del libro a me è accaduto questo) ti irrita, ti fa dire " ma come cazzo sta vivendo la sua vita questo qui..e come ragiona?!".
Se l'intento di Sorrentino è suscitare nel lettore una sensazione di disagio bè, con me ha fatto centro.
Tony ad un certo punto della sua vita prende e va in Brasile e ci rimane per vent'anni per poi tornare in Italia alle porte del 2000. Se ne va perchè sente che qualcosa dentro lui sta cambiando, vuole tagliare con la sua vita passata, si vuole isolare da tutti e da tutto. Dopo vent'anni però ritorna in Italia e ricade, seppur con occhi diversi e con una consapevolezza maggiore, nello stesso stile di vita che aveva abbandonato in precedenza.
Poetica è la fine, dove per trovare umanità e felicità Tony si rifugia in un ricordo del passato in un preciso momento che seppur lontano è in grado di riempirgli il cuore di felicità e di dargli finalmente un pò di pace.
La scrittura di Sorrentino è cruda , ironica, essenziale forse un pò troppo per i miei gusti, ma per dipingere Tony non poteva, credo, fare altrimenti.

ps " a quanti fiumi di cacca bisogna assistere in una vita intera." citazione che cade a pennello oggi più che mai!

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maxgrande Opinione inserita da maxgrande    14 Ottobre, 2010
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Uno schifo

Orribile ed irritante.
Uno dei pochi libri che non ho finito.
La storia non esiste, si parla di questo cantante che perde tempo tutto il giorno.
Lo stile è irritante a dir poco.
In ogni frase l'autore vuole mettere qualche parola ad effetto, qualche lezione di vita.
In breve, dopo nemmeno 20 pagine, ha bello che rotto le palle.

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andrea70 Opinione inserita da andrea70    14 Ottobre, 2010
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Esagerato e pesantissimo

Fate una prova: leggete le prime 3 pagine, se le trovate stuzzicanti, divertenti , piene di significato potete proseguire, se invece siete storditi ed un pò annoiati..."mollate il colpo" perchè questo è quanto vi aspetta da li in poi...
Di solito mi piacciono i libri dove qua e la compaiono azzeccate affermazioni sulla vita, ma Sorrentino esagera , ogni tre righe sputa una sentenza in 300 pagine fate voi..., i personaggi si perdono in dissertazioni torrenziali e logorroiche, ti ritrovi a non sapere più quale personaggio stava parlando ed in che contesto, sei smarrito...
In pratica , per bocca di un assassino, cocainomane e refrattario alla famiglia e alle responsabilità il buon Sorrentino ci insegna a stare al mondo stordendoci con un fiume di parole che stanno ad un buon libro come due pennellate su tela stanno ad un Van Gogh, ...mah...de gustibus...

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benran Opinione inserita da benran    07 Ottobre, 2010
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sorrisi amari e sorrisi divertiti

Tutto sommato un libro piacevole, che va letto piano ed attentamente. Non è un òibro da divorare in poco tempo in quanto, a causa dello stile di scrittura scelto da Sorrentino, si perderebbero molti passaggi e si trasformerebbe in un libro noiioso e difficile da seguire. Una buona lettura che in alcuni passaggi induce a sorrisi amari, in altri a sorrisi diverititi. Da leggere con calma ed attenzione.

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fumaseidue Opinione inserita da fumaseidue    29 Agosto, 2010
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che fatica

mi capita raramente di non vedere l'ora di terminare un libro. le ultime pagine le ho lette per pura inerzia, sfinita da... da cosa? dalle troppe parole, troppe metafore, troppe scene banali e passaggi di scena arbitrari, troppe lezioni di vita, troppi aggettivi, troppa ricerca di come dire in modo complicato una cosa semplice, troppi cazzi.
Qualche pagina meritevole, ma doverne leggere 300 per poter accedere a quelle due, tre, è stato faticoso.

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NomeUtente Opinione inserita da NomeUtente    05 Agosto, 2010
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Hanno tutti ragione

E' un libro eccezionale, scritto in maniera intensa, fitta fitta, sia nell'impaginazione che nei contenuti.
A differenza di altri libri che si leggono in fretta, questo è un libro che va gustato piano. E' un concentrato di pensieri e riflessioni per i quali è necessario fermarsi spesso per assimilare ciò che si è letto. Ma non è un libro pesante, il ritmo è incalzante, ricco di avvenimenti ma più che altro di dialoghi illuminanti, dove Paolo Sorrentino snocciola tutta la sua visione della società moderna scavando nelle profondità dell'animo umano.
Il risultato è un quadro amaro, grottesco, dove emerge l'uomo in tutta la sua miseria, contrapposta ad una continua ricerca della felicità e dell'amore nonostante tutto.
Il protagonista è un prototipo di tutto questo: cocainomane, donnaiolo, spregiudicato, ma anche capace di piangere, commuoversi, innamorarsi nel più profondo del cuore.
A fare da sfondo alla storia c'è sempre una sottile ironia graffiante, fatalista, maliconica. L'ironia di chi vede il marcio della società ma si adegua per convenienza, di chi sta al gioco con consapevole superiorità e trova il coraggio di sdrammatizzare, lasciando il lettore perennemente in bilico tra una amara riflessione e un sorriso.

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fepocasa Opinione inserita da fepocasa    05 Mag, 2010
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scuote il lettore

ti spiazza di continuo, è la sconfitta della banalità letteraria.
certo non è facile ne immediato lasciarsi sprofondare nel pozzo di acque gelide del protagonista, ma è un bagno purificatore che ritempra.
Uno straordinario racconto che fa dei suoi alti e bassi narrativi un punto di forza.

Va comunque pensato bene perchè non merita un mordi e fuggi.

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Opinione inserita da Giuseppe Baldari    02 Aprile, 2010

Ottima la Prima

Si vorrebbe non finisse mai, invece è finito, me lo sono gustato piano piano, scarafaggio per scarafaggio, mi ha rapito la storia di questo cantante neomelodico napoletano, cialtrone e sensibile, due occhi inusuali da cui guardare l'Italia degli ultimi trent'anni. Voglio immaginarlo così, come Sorrentino dice, un Tony Servillo con parruccone rosso e rayban azzurrati...
Fuori è tutto uno stupro.

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