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Gli sdraiati
 
Gli sdraiati 2014-01-14 23:09:46 gracy
Voto medio 
 
1.8
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
2.0
Piacevolezza 
 
1.0
gracy Opinione inserita da gracy    15 Gennaio, 2014
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Le memorie di Brenno Alzheimer

Alzi la mano chi è “eretto”!
Quanti di noi siamo eretti? Certi e sicuri di non sbagliare mai? Di fare sempre le cose giuste e di dire sempre le cose perfette e condivisibili con il resto del mondo nei secoli dei secoli?

E gli “sdraiati”? Chi sono li sdraiati di Serra?
Sono quelli che sbagliano, che urlano, che ciabattano, sono i disordinati, i disubbidienti, i maleducati, i nevrotici, gli insolenti, gli apatici, i fancazzisti, gli stanchi, insomma i giovani odierni!

I giovani adolescenti non hanno le ombre che si adagiano al suolo ma è tutta la loro persona e il loro essere che si sdraia, sono “divanizzati”, sono gli appollaiati che si connettono col mondo solo se sdraiati, con le dita impegnate su una tastiera alla ricerca di domande e risposte nel web, mentre altre dita contemporaneamente sfogliano un testo scolastico e altre ancora fanno zepping tra un reality e un altro, masticano merendine e spargono cenere di sigarette ovunque stando sempre sdraiati, connessi con le cuffie di un ipod e sempre meno collegati con la realtà.

L’involuzione della specie o l’evoluzione della società di domani?

Bando alle altre domande e passiamo alle risposte che mi sono venute spontanee una volta finita la lettura di questo libro.
La voce narrante è quella di un padre che mette nero su bianco il suo fallimento di genitore, la sua conversione al concetto di “dopopadre” e i suoi tentativi di intraprendere il dialogo con il figlio partendo dalla visita tanto desiderata del monte Nasca. Un desiderio nato per sancire e godere dell’incontro generazionale tra un padre che sa cosa vuol dire dialogare, stare in famiglia, godere di una passeggiata , assaporare la vendemmia coi propri cari e il figlio, che diversamente non capisce e non vuol capire tutto questo senso di appagamento paterno.

La lettura parte bene, diverte per la schiettezza di come certi eventi vengono raccontati “una fragilità materna non preventivata, rammollisce il mio aplomb virile. Mi rendo conto di sommare le due debolezze: la smania protettiva della Madre, le pretese di rettitudine del Padre. (Quante volte invece di mandarti a fare in culo avrei dovuto darti una carezza. Quante volte ti ho dato una carezza e invece avrei dovuto mandarti a fare in culo.)” O il riverbero “penso a come è stato facile amarti da piccolo. A quanto è difficile continuare a farlo ora che le nostre stature sono appaiate.” O i luoghi comuni “lei deve parlare di più con suo figlio.”

Dopo l’ilarità delle prime pagine la lettura si è trasformata in una martellata sugli zebedei, pur essendo un libretto di 108 pagine, il monologo è sfociato nella noia più insofferente, perché la storia si dipana in una guerra futuristica di incomprensibile valore, si fa presto ad arrivare alla parola fine e rendersi conto di aver letto l’apoteosi del nulla. Una lettura breve ma faticosa che mi ha innervosito perché la tematica è sicuramente interessante e discutibile per molti aspetti, però se tra un concetto e un altro ci sono due pagine vuote e tra un paragrafo e un altro interminabili spazi, il librettino non è più di 108 pagine ma molte meno.
Ma soprattutto è irritante il protagonista/autore che s’impone con l’atteggiamento di professorino che impartisce lezioni con messaggi stridenti che sanno di unghie strisciate sulla lavagna, che con i suoi piagnistei logorroici, la sua amara ironia cadono sul banale col risultato che il gusto di aria fritta di questo vademecum per genitori falliti si concretizza prepotentemente senza scampo.

Mi viene da pensare che forse Serra prima di scrivere questo pseudoromanzo era partito con l’idea del saggio pedagogico sugli adolescenti o semplicemente un articolo giornalistico ridondante o peggio ancora un romanzo intimo lasciato a metà.
A mio parere ho letto un requiem inconcludente.

Abercrombie& fitch… o Polan&Doompy e la Apple ringraziano.

C’è sempre una società di sdraiati agli occhi di chi li ha preceduti.

Wow… forever young.

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Commenti

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Serra sta bacchettando da decenni come giornalista. Ora, come molti giornalisti, vuole fare lo scrittore, pare sull'onda di una nuova moda: quella dei padri delusi. Sono stereotipi ' di successo' ?
P.S. Non ho letto il libro e penso di non leggerlo.

10 Gennaio, 2015
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Premessa: seguo un'intervista tempo fa su Gli sdraiati e subito penso che Serra, con sottile ironia, abbia scelto un buon argomento su cui impostare il suo breve romanzo. Mi incuriosisce considerato che dopo la società liquida ora è il momento delle generazione Telemaco profetizzata dal maestro Recalcati è citata addirittura da Matteo Renzi al parlamento europeo. Arriva Natale e non so che cosa regalare al mio padre sessantenne, alla fine opto per un libro, questo libro. Lui insiste per farmelo leggere. Mi fa sorridere, mi diverte, mi fa riflettere. Ma soprattutto, il finale, mi fa scendere la lacrimuccia. Bravo Serra! Nelle ultime pagine il suo sguardo diviene meno giudicante, introspettivo, pieno di dubbi e... La sorpresa! Nonostante quelle dannate scarpe! Comunque trovo assurdo che ci siano recensioni scritte da chi nemmeno ha letto il libro. In due ore lo avete finito!

20 Giugno, 2019
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Sparare a zero su intere generazioni (che ti seppelliranno, ma prima ti pagheranno la pensione): fatto.

Tuttavia, da ex-"sdraiato" (quando è uscito il libro avevo 22 anni), vorrei segnalare a mister Serra quanto segue:
- parlo (per davvero, non come Renzi quando prova a farsi figo) tre lingue,
- ho un lavoro qualificato nel campo della finanza e di R&S (tra l'altro a p.IVA, viva la stabilità, e per cui guido 50.000km/anno, viva il divano),
- ho seguito studi classici di pianoforte in conservatorio,
- ho messo su una band indipendente attiva ormai da 10 anni, più altri progetti interrotti,
- ho registrato due album in studio,
- ho fondato un'associazione culturale,
- ho viaggiato per tutta Europa,
- ho conseguito una laurea in Economia in lingua inglese e la doppia maturità,
- so usare diversi linguaggi di programmazione e un PC in modo consono al lavoro d'ufficio (rarità anche nei Ministeri e nei giornali).

Tutto questo è ovviamente stato realizzato in 28 anni. Signor Serra, lei dall'alto dei suoi 64 può vantare anche solo la metà di questi traguardi? Perché se no, giuro che cercherò un modo di NON pagarle la pensione. Seriamente, parlare di "giovani sdraiati" è offensivo quanto parlare di "vecchi rincoglioniti".
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