Dettagli Recensione
Vade retro
Giovanna allontanati, non dovresti ascoltare voci nascoste da porte socchiuse.
La bimba che sei stata sta sfuggendo. Domani sarai turbata, lacerata, confusa.
Annasperai in un passato impostore alla ricerca di radici, riflessa nello specchio l’immagine di colei che portava sul dorso la lettera scarlatta. Cosa e’ stato di noi e cosa ne sarà.
Il mondo degli adulti si dischiude veloce su un panorama di piccole e grandi bugie, dolore e delusione forgiano la donna che incarnerai.
Letta l’opera omnia di Ferrante, l’apprezzai quando eravamo in pochi, rispetto ad oggi.
Non sempre erano letture stellari, ma io l’amavo. Amavo l’elettricità. Le scosse che mi sferzavano ad ogni libro e con lei, con loro, io pure mi ferivo e crollavo e soffrivo e poi risorgevo e stavo meglio.
Una scrittrice verace, vitale, viva.
Poi quest’ultimo romanzo e mio malgrado devo constatare, di nuovo e con orrore, di quanto sia mortificante la differenza tra un autore famoso ma non glorioso, che scrive per passione e per virtù ed un autore che ha raggiunto un successo sfavillante e scrive per sfamare il momento propizio.
Esclusa la partenza briosa, il libro narra con uno stile piatto ed oltremodo ripetitivo una carrellata di luoghi comuni. I dialoghi sono di una banalita’ imbarazzante, i personaggi sono privi del taglio realistico per cui l’autrice mi era ben nota.
Napoli, che si presta alla prosa e alla poesia pure di un analfabeta, qui trapela solo per un breve tratto di grigia periferia e poi e’ uno stradario arido ed asettico. Mancano l’arte, gli odori, i sapori, i rumori, i colori. Siamo a Napoli, senza Napoli.
Pruriginosi i profili delle donne che ne emergono, confinati in un mondo di poligamia maschile. Cornute e mazziate, perennemente ingannate, fragili, promiscue nell’accettare l’uomo condiviso, arrese al martirio di colombella abbandonata. Colte e non scolarizzate, egualmente esanimi sotto lo stesso cielo ombroso.
A meta’ strada tra un romanzetto per adolescenti e la trasposizione di un corposo fotoromanzo anni Novanta, si presta senz’altro benissimo quale copione per la prossima telenovela sudamericana in mondovisione.
Scritto dal Re Mida del momento, lascio l’uovo d’oro a chi apprezza il freddo metallo.
Io torno volpe per pollai, a stanare la letteratura che vive di esseri animati, di paglia e del tepore di un uovo che senza clamore, se ho fame, sa pure sfamarmi.
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