Dettagli Recensione
La baita maledetta
Il protagonista di questo romanzo decide di omettere il suo nome, per quanto riguarda il resto invece, è molto quello che racconta di se, forse anche troppo.
Maledetto è il giorno in cui decide di ristrutturare la vecchia baita che si trova spersa nel bosco, ad attenderlo, nascoste nel muro, ci sono tre mummie, sicuramente di donne, con strani segni addosso scritti in una lingua incomprensibile. Quelle mummie diventeranno la sua ragione di vita e la sua ossessione, saranno le “sue donne”.
Nato in una famiglia maledetta, per tutta la vita il suo pallino fisso sarà l’odio nei confronti delle donne. Un odio che nasce e cresce fin da piccolo, circondato anche da familiari e amici misogini. Per il genere femminile non ci sono mai belle parole, solo pensieri orribili e atteggiamenti non proprio delicati, ma dove lui non riuscirà ad arrivare, ci penseranno gli altri a completare l’opera.
L’incontro con le tre mummie diventa un lungo viaggio, ricco di digressioni in cui il protagonista spesso perde il filo del discorso per immergersi in altri pensieri e altri dettagli che spesso stancano il lettore o che nel mio caso non reputo così fondamentali. Spesso diventa ripetitivo, in alcuni casi monotono con ripetizioni su ripetizioni, che in un romanzo di 280 pagine, tolgono molto alla trama. Una trama che mi chiedo ancora perché scriverla.
In quella natura incontaminata sono molte le cose che accadono, alcune non sappiamo se “fantasiose” oppure “influenzate” dall’uso continuo da parte del protagonista di alcol e belladonna.
Nella prefazione si parlava di un libro commovente, appassionante e intenso. Personalmente ho trovato questo libro pieno di odio nei confronti delle donne e del genere femminile in generale. Un libro che mi ha lasciato molto disgusto e un’immagine delle persone non buono. Tutto il bello che riguarda la natura, nel mio caso è passato in secondo piano anche perché leggere cose così orribili, fatte alle donne, mi ha tolto tutta la fantasia per il resto.
Buona lettura.
Commenti
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Secondo me buon libro per il contenuto, per certi versi assomiglia a "Guida poco se devi bere" dello stesso autore, nel senso che affonda le radici nella cultura, ambiente e vissuto personale di Mauro Corona (molto misogina e violenta verso le donne) per criticarne ferocemente l'assunto e quello che produce come effetto nella mente delle persone di sesso maschile che vivono in questo ambito.
Invece per lo stile è spesso ripetitivo (se non lo fosse probabilmente il libro non sarebbe più lungo di 100 pagine).
Il finale è abbastanza forte, quasi da film horror-gotico.
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