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Commento
Il sociologo Adorno riteneva che non fosse più possibile la poesia, dopo l'esperienza di annichilimento dell'uomo attuata dalla persecuzione ebraica nel corso nel corso della seconda guerra mondiale.
Forse il romanzo di Dacia Maraini ripropone questa domanda. L'amore di due ragazzini, un amore infantile e per questo assoluto, poetico, è sconvolto dalle vicende storiche e trova in Auschwitz il suo definitivo punto di non ritorno.
Non è possibile un "ritorno", un nuovo incontro, un riscatto, una rinascita, una qualsiasi ricomposizione.
Personalmente, trovo il tema del romanzo estremamente "duro", nel riproporre un viaggio verso il buio dell'uomo, verso quel punto di non ritorno che la storia può sancire in modo definitivo, incurante della volontà dei singoli di ristabilire un ordine, di riportare un bagliore di speranza.
E'anche un messaggio di impegno etico: si può sempre tentare, anche se la disillusione può essere una ferita altrettanto amara.