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Crescere significa compiere scelte
“Credeva a tutto quello che non si vede. Credeva al destino già scritto, all’anima che vive dopo la morte, al malocchio che colpisce, all’invidia che affama a certi pensieri che spostano gli oggetti, alle voci dei defunti, ai sogni che si avverano, al potere misterioso della luna”.
Con questo incipit Domenico Dara nel suo ultimo romanzo, dopo il grande successo di “Malinverno”, presenta la protagonista del libro, Liberata, una ragazza sognatrice, fragile, spesso con la testa tra i fotoromanzi che divora letteralmente, sperando in una sovrapposizione tra finzione e realtà. Liberata sogna infatti che l’eroe maschile di quelle pagine patinate, il suo beniamino Franco Gasparri, possa materializzarsi realmente trasformando così la sua vita che trascorre senza particolari scossoni nel paese della provincia calabrese in cui vive, circondata dalle poche amicizie che fanno parte del suo cerchio magico. Proprio come accade nelle favole, così come l’autore ha già mostrato nelle pagine di Malinverno, ecco che la vita di Liberata cambia improvvisamente, inaspettatamente, incontrando il presunto amore, bello proprio come Franco Gasparri l’eroe dei fotoromanzi. Come tutti i cambiamenti ed in tutte le storie che alla fine insegnano qualcosa, anche Liberata, eroina di una sorta di romanzo di formazione, dovrà compiere scelte dolorose, capirà che le carezze che ti riserva la vita possono trasformarsi in schiaffi da un momento all’altro.
La narrazione intessuta dall’autore è un continuo crescendo ed elemento che ne costituisce valore aggiunto è il parallelismo con il mondo degli insetti che rappresentano un elemento cardine della storia, perché quel mondo dell’invisibile a cui appartengono cela in realtà preziosi insegnamenti per gli esseri umani. (“Liberata aveva imparato così che l’invisibile non è solo ciò che non esiste, ma anche ciò che si nasconde o non si vede”). L’istinto di sopravvivenza degli insetti, la loro capacità di mutare, di trasformarsi, di abbandonare l’esoscheletro in cui vivono rigenerandosi a nuova vita, costituisce un riferimento anche per Liberata che non è estranea a questo mondo proprio grazie alla passione del padre per l’entomologia. Crescere infatti, evolversi è un percorso paragonabile a quello di insetti che pur di sopravvivere scelgono di perdere parte dei loro arti e, figurativamente parlando, sarà così anche per Liberata.
Liberata non è tuttavia solamente una storia di invenzione con una morale, bensì una favola moderna ambientata nella prima metà degli anni ‘70 in un piccolo paese della provincia calabrese che trova compimento nei fatti di cronaca. Sono gli anni della lotta politica e di protesta, della sinistra comunista in contrapposizione alla violenza fascista calati in una realtà locale fedele alle proprie tradizioni. Il “piccolo mondo” descritto da Dara, quello delle processioni religiose di paese, degli allestimenti in onore del santo patrono, si mescola così alla vicenda di Liberata e dei suoi genitori, di Luvio (il ragazzo di cui è innamorata) e di altri personaggi non affatto secondari.
Un piccolo mondo nel quale i misteri che via via emergono troveranno una progressiva ricostruzione assolutamente credibile ed inaspettata rispetto al tono di partenza, tenendo il lettore incollato alla pagina fino alla fine del romanzo.