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Porci con le ali
Rocco e Antonia
Porci con le ali
Romanzo cult che ha segnato profondamente una generazione, almeno buona parte di essa.
Le scene esplicite di sesso sono sempre un richiamo; qui acquisiscono una valenza di ordine maggiore in quanto inserite in un contesto politico condiviso da moltissimi giovani studenti degli anni '70: la militanza attiva nelle molteplici organizzazioni e movimenti della sinistra extraparlamentare; questi ultimi così diversi tra loro per sfumature ideologiche più o meno accentuate, per modalità di lotta più o meno violente.
Uniti però, graniticamente, nella contestazione radicale del sistema politico vigente, nella contrapposizione con le sue forze di difesa – leggasi polizia e carabinieri –, nel ripudio di un sistema scolastico considerato anacronistico e nel radicale rifiuto delle forme del lavoro salariato, fonte di sperequazione, sfruttamento e ingiustizia sociale.
La domanda da porsi (porci?) oggi è questa: è ancora attuale questo libro che descrive una generazione scomparsa, ormai invecchiata e in ogni caso travolta dal riflusso?
Io credo di si.
Tralasciando per un attimo quelle che sono le inequivocabili e particolareggiate descrizioni di sesso spinto, le pruriginose elucubrazioni e le fantasie erotiche dei due protagonisti, vorrei soffermarmi su un altro fattore.
Cioè la capacità sorprendente degli autori, gli allora giovanissimi Lidia Ravera e Marco Lombardo Radice, di avere intuito con largo anticipo il limite congenito della politica militante sinistrorsa, l'ominoso ragionare per slogan, l'acritico accodarsi a poderosi e bellicosi cortei dove venivano rivendicati diritti di popolazioni remote e spesso sconosciute; gli interminabili dibattiti sul nulla, la cavillosa disamina di problematiche estranee e incomprensibili – in ogni caso complesse e di ostico approccio – e gli scontri di piazza terrore di esercenti e ignari passanti.
I due ragazzi appartengono alla buona borghesia romana, frequentano il Mamiani, prestigioso liceo capitolino, partecipano alle manifestazioni quasi automaticamente, come si trattasse di un dovere da espletare per forza di inerzia compiendo un rito collettivo dai risvolti omologanti.
Sono però stufi e annoiati, provano insofferenza per il conformismo politico e i suoi insiti proponimenti velleitari.
La loro ribellione consiste nel rifugiarsi nel sesso.
Non vi è nessun riferimento culturale, nessun rimando a un qualsiasi libro letto; solo la rozza animalesca rivalsa che si esprime in modo elementare, arcaico, spontaneo, forse il solo conosciuto da quella gioventù illusa e generosa.
Così incompresa, ma anche impossibilitata ad esprimersi esaustivamente per evidenti limiti culturali, per l'indottrinamento continuo, per il bombardamento ideologico caratterizzato da istanze impossibili da raggiungere, da utopie bambinesche.
Ritengo che quella generazione sia stata truffata più di altre. I cosiddetti cattivi maestri hanno lasciato il loro malefico suggello sia sui marciapiedi con i morti ammazzati sia negli uffici matricola delle case circondariali, sempre a spese altrui.
Alla fine i brigatisti sono andati in galera, gli autonomi sono ritornati nelle loro squallide subtopie, i militanti generici hanno abbracciato lavori generici, mentre i capi che primeggiavano nel gotha rivoluzionario, i Soloni della teoria insurrezionale del passamontagna e della famigerata P38, dirigono quotidiani, trasmissioni tv o sono impegnati in redditizie attività imprenditoriali.
Ritornando al famoso romanzo, ribadisco il valore della ribellione sacrosanta di Rocco e Antonia; che almeno ci provano; rozzamente, ma ci provano ad uscire da un circolo vizioso e fagocitante.
Sanno esprimere solo così il disagio che subiscono. Sanno intuire il fallimento del "politico" per appropriarsi delle loro private pulsioni; magari infantili, ma sintomatiche di un riavvicinamento fisico tra simili nella riacquisizione di un qualcosa che è connaturato nell'uomo: il rapporto interpersonale. Sia esso sessuale o di altra forma.
Quelli sono stati anni di grandi speranze, di sinceri slanci emozionali, di sogni grandi poi svaniti in una bolla di sapone, di ottima musica e di indiscussa solidarietà.
Per chi li ha vissuti attivamente, indimenticabili; però funestati da una violenza continua, alimentata ad arte dai mestatori professionisti dell'inganno, da pseudointellettuali che riempivano i numerosi giornali di allora con articoli che, letti oggi, sono indicativi di una percezione distorta delle cose, di una pregiudiziale ideologica fuorviante, di una considerazione delle problematiche contingenti falsata dall'ideologia soverchiante.
Il romanzo ha avuto un successo di pubblico strepitoso nonostante, inizialmente, fosse stato concepito per circolare unicamente nell'ambiente studentesco.
Sono state fatte innumerevoli ristampe e traduzioni in molte lingue.
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