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Il posto della non gioia
Le Case è un piccolo borgo nel maremmano che non ha nulla del fascino che solitamente contorna i piccoli e magari suggestivi borghi di provincia.
Sembra un paese dimenticato dal mondo dove la vita scorre ad un ritmo proprio, le notizie dall'esterno arrivano come qualcosa che riguarda un posto lontano e che non ha niente a che fare con Le Case. Qui gli abitanti trascinano le proprie esistenze tra speranze disilluse, segreti, fallimenti, ognuno col proprio fardello di rammarico e tristezza. Ogni capitolo viene raccontato con la voce di uno dei protagonisti a creare questa storia particolare dove pagina dopo pagina si forma nella mente del lettore l'intricata struttura di legami spesso nascosti o travisati tra gli abitanti del borgo.
A Le Case nessuno è felice, non nascono bambini , i vari personaggi sembrano catapultati in quel contesto da un destino dispettoso, non c'è speranza, solo qualche colpo di fortuna che non è gratuito e se è di aiuto a qualcuno è solo perchè qualcun altro ci ha rimesso prima.
Troviamo finti invalidi che sono tali non per frodare lo stato ma per proteggersi da una comunità indifferente e spesso ostile, rapporti nascosti , aspettative tradite, ignoranza, superstizione e segreti, mano a mano che il racconto prosegue l'autore mischia abilmente realtà e sogni dei protagonisti, alcuni sogni sono talmente intensi da aver sovrastato anche la realtà nella sua pochezza umana, al punto di essersi sovrapposti ad essa nel racconto fatto al lettore rendendogli difficile distinguere il falso dal vero, che torna agli occhi del lettore nelle tragiche pagine finali in cui Le Case sembra idealmente andare verso un destino che era scritto nella sua storia come se il paese fosse stato tenuto insieme dalla forza dei legami , virtuosi o pessimi tra i suoi abitanti e le loro aspirazioni come se il sentire delle persone fosse il collante che teneva insieme i mattoni. Naspini si conferma un narratore di assoluto talento.