Dettagli Recensione
Ubi Sunt
Grandioso affresco sull'esistenza umana.
La Fortezza incastrata su vette invalicabili, un deserto inquietante di fronte all'ultimo avamposto dimenticato. Un nemico invisibile, presente ossessivamente nella mente del protagonista e dei suoi compari di sventura.
La solitudine in mezzo alla moltitudine, la Natura avversa e ignara del destino degli uomini.
Il trascorrere del tempo inesorabile.
Arriverà la gloria per il Drogo Tenente? se lo chiede il protagonista mentre attende che le ombre che attraversano la valle sterminata e che forse da un momento si trasformeranno nel nemico tanto agognato.
Ho ravvisato elementi similari con "viaggio al termine della notte" di Celine e " il cappotto" di Gogol.
Da una parte il rifiuto totale dell'accettazione della legge marziale, la legge del Dio Marte, e dall'altra l'arrivo dell'agognato regalo del mantello per ripararsi dalle intemperie, che però sarà anche il primo passo di sventura del protagonista, che non appena lo indossa, orgoglioso e fiero sente subito dei sinistri presagi profondersi nella mente.
E' giusto immolarsi per il proprio lavoro?? per rivendicare un ideale?? perchè nel momento del bisogno i più si allontanano?? (e qui ci sono elementi espliciti alla grandiosa "la morte di Ivan Ilic" del Tostoj).
La gioventù come bene più prezioso che non andrebbe barattata con nulla se non con la propria ricerca profonda di felicità.
Il Drogo è li che attende sul bastione, scruta l'orizzonte, osserva il proprio voluto esilio, ha inseguito la felicità ha trovato tanta amarezza. Ma poi sorride al destino, il finale è ineluttabile.
IL Trionfo di Bacco e Arianna - Il Magnifico Lorenzo"
Quant’è bella giovinezza, che si fugge tuttavia! chi vuol esser lieto, sia: di doman non c’è certezza