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L'età fragile
 
L'età fragile 2024-01-14 14:14:51 68
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
3.0
68 Opinione inserita da 68    14 Gennaio, 2024
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Fragilità esposta

L’ amore di una madre ( Lucia ) sfociato nella nostalgia, il ritorno della figlia ( Amanda ) nella terra d’ origine, il ricordo di genitori che non hanno amato abbastanza, uno spuntone di roccia, spartiacque tra passato e futuro nel luogo che da’ il nome al bosco e al terreno della propria famiglia, l’ assassinio di due ragazze che da venti anni ha indirizzato una vita.
Ciascuno è e conserva le cicatrici del proprio passato, un prima e un dopo, traumi irrisolti, un’ incomunicabilità di fondo che è sofferenza e paura di esporsi, soffrire, riaprire vecchie ferite, sensi di colpa ancora presenti, per tutto quello che si poteva fare, per quello che non si è stati, aggrappandosi a una forza inespressa per ricomporre i cocci di una fragilità esposta.
Amanda, abbandonati gli studi, è tornata in Abruzzo, spenta, demotivata, depressa, rinchiusa in un silenzio enigmatico, abbracciata a un sonno protratto, nessuna voglia di fare, l’enigma di un passato recente in una Milano che avrebbe dovuto assecondarne il futuro.
Lucia a sua volta è stata una figlia inascoltata e ribelle in una società patriarcale indecifrabile e inscalfibile, rivolta al futuro e al cambiamento prima che quell’ atroce delitto l’ abbia cambiata per sempre, oggi è una donna stanca, logora, tradita, con un matrimonio esaurito e un marito altrove.
Da madre riconosce la sofferenza di Amanda, si interroga sulla propria assenza, debolezza, noncuranza, sull’ impossibilità di dialogo, incolpandosi di averla lasciata sola, figlia di un passato di sopravvissuta, terribile, gravoso, logorante.
Due fragilità esposte, una figlia che non racconta il proprio vissuto altrove e una madre che rievoca i tragici eventi passati, ignare l’ una dell’ altra, tenute a distanza da confidenze inespresse, un dolore attutito negli anni e ancora da metabolizzare, certe violenze non se ne vanno con la condanna, ti riempiono dentro svuotandoti, incatenati al ricordo di giorni spensierati che non torneranno.
Ciascuno esprime il dolore a modo proprio, conoscere la verità sarebbe un passo importante, comunicare e’ complicato, talvolta impossibile, troppe assenze, vuoti, paura. Rimane un amore materno inarrivabile e non corrisposto, la paura di una solitudine affettiva inaccettabile, la più terribile delle condanne, nel silenzio coperto di indifferenza e nel ricordo di una insensibilità genitoriale ancorata nell’ unico luogo possibile, la propria terra, un’ altra madre schiava della necessità.
Un luogo la cui bellezza non ci riguarda, figli di una natura che nutre e che affama, che si deve combattere, archetipo della memoria, che allontana e avvicina i protagonisti diretti e indiretti di una storia atroce da raccontare.
C’è un coro che rievoca e accoglie il passato funesto, un canto che introduce un rituale mentre una voce si alza, due fanciulle escono leggere dalla parte più scura del bosco, incontrano una cara amica e ascoltano sorridenti.

…” il coro di stasera è una sorpresa, rompe il silenzio degli anni. Cade nel cielo sopra il Dente del Lupo l’ ultima stella dell’ estate”…

“ L’età fragile “ è un condensato non sempre armonico di un mondo che accoglie e separa i propri protagonisti, al centro una voce che da’ voce a un atroce fatto di cronaca, e una narrazione che, in un coro di presenze, rievoca assenze protratte e definitive proiettando la propria dissolvenza nella vita di una figlia ritornata all’ ovile.
Uno schermo di silenzio che sembra impossibile da scalfire e da decifrare, la cui porzione di storia è solo presunta nella fragilità che la riguarda, perché Amanda sembra essere una semplice appendice materna e la proiezione di se’, auspicando una fine diversa.
Quanto il passato ha determinato il presente, la propria fragilità richiede ascolto, quanto le ferite costituiscono la nostra essenza più vera, come comunicare con il dolore silente dell’ altro?
In una scrittura sincopata, essenziale, tagliente, dura, attraversiamo la durezza scolpita e selvaggia di un luogo immutabile nel respiro di una donna e di una madre, le cui risposte riguardano solo una parte e si scontrano con le decisioni dell’ altra.

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