Dettagli Recensione
Nel mare della vita
Sembra un saggio, ma di fatto è quasi un’autobiografia. L’autore è uno scrittore che sa usare, come pochi, la lingua italiana, conoscendone le origini ed andando alle radici e quindi al profondo significato di ogni parola. Un aspetto indubbiamente affascinante, sia dal punto di vista linguistico, che proprio come lettore, perché ogni sua frase è una scoperta di significati profondi. Questa forma di stile però, particolarmente in questo libro, mi ha reso la lettura un po' faticosa, non scorrevole, perché il continuo legame con la fonte delle parole, ha rallentato il mio flusso di lettura, a volte distogliendo la mia attenzione dal corpo principale. Nel libro è estremamente presente, direi palpitante, l’amore profondo, innato e spontaneo, per la letteratura ed in particolare per questo classico senza tempo, che sa e può parlare a tutte le generazioni e che l’autore ha sempre sentito particolarmente suo. Attraverso i canti dell’Odissea, l’autore ci narra la sua esperienza personale, le sue difficoltà di uomo, i suoi momenti bui, mettendosi a nudo con noi, il suo perdersi ed il suo ritrovarsi. E mi sono inchinata di fronte a questa sua umiltà di raccontarsi. Mi ha inoltre molto colpito quanto è stata sottolineata la necessità di uscire, dal proprio guscio, dalla propria zona di comfort, per fare esperienza di sé, perché non si può avere sentimento di sé se non si ha sentimento del mondo.
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