Dettagli Recensione
Top 500 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
L'elaborazione del lutto in un romanzo di grande a
“Inizio dalla fine. Dalla mia fine. Non importa l’ora, la data e nemmeno l’anno. È il mio ultimo giorno e questo basta. Indosso la divisa e non sono solo. La nostra è una storia complicata, due come noi avrebbero dovuto essere nemici e invece siamo diventati amanti, ovvero i migliori nemici”
Una bella scoperta questo ultimo lavoro di Cinzia Leone.
Micol e Daniel, coppia di origine ebraica che vive a Roma e da tempo separata, riceve la notizia che il figlio Ariel, da tempo trasferitosi in Israele su impulso della nonna Stella e arruolatosi nell’esercito, è morto in un attentato kamikaze. E’ morto per inseguire un sogno e un ideale.
I due ex coniugi si precipitano a Tel Aviv e dopo le formalità di rito sono costretti ad attendere che i resti del figlio vengano separati da quelli dell’attentatore al quale Ariel si trovava molto vicino al momento dell’esplosione.
Micol e Daniel vivono in modo diverso la voragine di dolore che li consuma, Daniel riuscendo anche a trovare spazio per il suo lavoro da pubblicitario, Micol nel tentativo di ricostruire la vita di un figlio che ha scoperto di non aver mai conosciuto davvero. E ne scopre i sentimenti, il suo essere stata sentita davvero come madre, anche se era lontano. Scopre come il suo Ariel sia stato capace di un amore in grado di superare i muri di odio e di pregiudizi costruiti dagli uomini.
Si avvicina anche alla madre Stella, con la quale da tempo non si sentivano più, e al suo sentire, alla sua vita, a cosa poteva aver tanto affascinato il figlio.
Il lutto unisce, come ci spiega l’autrice, e anche se ognuno lo vive a suo modo, l’enorme sofferenza che si prova riesce a creare legami anche improbabili.
A Micol e a Stella, vere protagoniste del romanzo, si uniscono in un nodo indissolubile Tariq, il compagno di Ariel, Sharon, la sua migliore amica e Malak, il gatto.
Dalla morte si possono far nascere nuove vite e nuove relazioni in nome di quelli che si è perso? Può la morte consentirci di non solo di riprendere a vivere ma regalarci una vita rinnovata?
Il romanzo ci accompagna nella lunga elaborazione del lutto dei protagonisti, vissuta da ciascuno in modo diverso e originale ma che li porterà tutti alla ripresa piena della vita nel nome di chi hanno perso.
Sullo sfondo del romanzo una caldissima Tel Aviv, moderna e piena di contraddizioni nel suo conservare tracce del passato e la perenne ostilità tra israeliani e palestinesi. Un romanzo in qualche modo profetico.
La scrittura è elegante ma concisa, ragionata, dettagliata per quanto basta, mai banale e molto ricca. I sentimenti narrati con profondità. L’amore, indipendentemente da chi ne è l’oggetto, non ha bisogno di molte parole, basta venga avvertito.
Un bel romanzo, perfettamente equilibrato e ben scritto. Un originale percorso di riscatto di validità universale.