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Juliet e il vetro soffiato di Murano
«La bellezza era sempre stata importante nella sua vita. Le aveva permesso di notare aspetti che ad altri sfuggivano, e che per lei invece erano puntelli sui quali costruire il suo avvenire. Credeva di essere preparata alla bellezza.»
È un romanzo onirico “La collana di cristallo, decimo titolo a firma Cristina Caboni, edito da Garzanti, ambientato a Venezia tra riscoperta di sé e vetro soffiato di Murano.
Siamo a Venezia, il vetro soffiato di Murano regala magia e sogni con le variegate sfaccettature che si presta a realizzare. Protagonista della vicenda è Juliet Meriwheter che ama l’arte e ha una particolare predilezione per il lavoro del vetro. È proprio grazie a questo suo talento che riesce a conquistare un dottorato in Arti visive e la conseguente ammissione all’Accademia del vetro di Murano.
Come spesso accade, la famiglia è contraria. Lei che da sempre, per loro, è incapace di affrontare qualsivoglia difficoltà perché troppo fragile e indifesa, come può ora affrontare un’avventura del genere e per di più oltreoceano? Juliet non demorde, però. Ha già deciso cosa vuole e farà di tutto per ottenerlo.
«Voglio decidere della mia vita. Murano potrà darmi delle risposte. Perché lavorando il vetro mi sento me stessa.»
A differenza di tutti è la tata a credere in lei e a lasciarle un regalo che custodisce un mistero. Juliet giunge a Venezia e ne resta affascinata. Per lei è un luogo magico, fatto di colori, umori, intrighi e tante umanità distinte e contraddistinte. Non faticherà a distinguersi nemmeno all’interno dell’accademia e questo perché lei, a differenza di altri, sa realizzare oggetti capaci di emozionare.
«Lei applicava la tecnica al concetto che voleva esprimere, e così produceva un oggetto capace di emozionare. Era quella la sua particolarità rispetto ai colleghi. Lei si dedicava al dettaglio, giocava con il colore e la trasparenza.»
Lavora sodo Juliet eppure si sente incompleta. Prova un senso di disagio che la porta ad essere irrequieta, non felice. Deve capire cosa è capace di fare, chi è, qual è il suo posto nel mondo e deve anche riuscire a interpretare questa sensazione profonda che l’attanaglia sino a riuscire a darle un nome e una risposta. Chi è veramente Juliet? Cosa il futuro le riserva? Cosa voleva dirle la tata con il suo misterioso dono? Perché è così attratta dal vetro soffiato di Murano?
“La collana di cristallo” di Cristina Caboni è un romanzo maturo, profondo e intenso. Al suo interno il tema centrale è il cristallo di Venezia e cioè un vetro di altissima qualità la cui lavorazione si tramanda di generazione in generazione da oltre sette secoli. È un vetro straordinariamente trasparente che ha la capacità di assumere l’aspetto di un cristallo e di affascinare ancor di più proprio grazie alla sua purezza. Quest’ultima, se unita a una sapiente e minuziosa lavorazione, si presta alla realizzazione di opere di indubbia bellezza che vanno da pregiati specchi a lampadari.
Cristina Caboni si dimostra essere ancora una volta un’ottima narratrice dalla penna leggera ma minuziosa. Propone ai suoi lettori uno scritto magnetico, che conquista tanto per storia che per costruzione dei personaggi. Il lettore è affascinato, coinvolto, conquistato dalla magia della penna e dalle ambientazioni. Non manca, ancora, l’immedesimazione verso una protagonista evocativa e che suscita una naturale ricerca interiore. “La collana di cristallo” è un testo adatto a chi cerca l’emozione, chi ha desiderio di scoprire e chi cerca parole mai scontate ma capaci di trasportare in un altro mondo.
Ecco allora che le parole assumono un significato diverso, che conducono per mano, che spiegano il cuore e catturano.