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Il giardino dei Finzi Contini
 
Il giardino dei Finzi Contini 2023-08-17 16:23:50 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
2.3
Stile 
 
2.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
2.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    17 Agosto, 2023
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Premessa alle ortiche

Ammetto di non essermi informata particolarmente prima di iniziare a leggere "Il giardino dei Finzi-Contini"; basandomi soltanto sulla sinossi e sulle informazioni ricevute nel prologo. Cosa mi aspettavo, dunque? un romanzo che attingesse a piene mani all'esperienza personale dell'autore per raccontare una storia sul valore della memoria, del non dimenticare le persone care e le ingiustizie che hanno patito. Forse per questo sono rimasta un filino basita quando ho realizzato che il narratore mi stava portando in tutt'altra direzione, accantonando il dramma della persecuzione subita dagli ebrei in Italia sotto il regime fascista, per raccontare della sua fissazione giovanile degna di una puntata di Amore criminale.

Una trama vera e propria questo libro non ce l'ha (ma questo è l'ultimo dei problemi, fidatevi!), ci si limita a seguire l'anonimo narratore mentre questi illustra il suo rapporto con la famiglia Finzi-Contini, alla quale è unito dalla fede ebraica ma diviso dalla classe sociale. Non che il protagonista sia povero, anzi: basti pensare che negli anni Trenta possiede un telefono in casa; però i Finzi-Contini sono su tutt'altro livello, con delle linee dedicate nelle camere di ogni membro della famiglia, ma soprattutto con un parco grande una decina di ettari tutt'attorno alla villa. È in questo giardino che il narratore si relaziona per la prima volta con i Finzi-Contini, diventando amico del figlio Alberto ed invaghendosi della figlia Micòl.

Non voglio dire che si tratti di un romanzo terribile, e ritengo giusto contestualizzarlo nel periodo storico in cui è stato scritto; però il pensiero che ancora oggi venga suggerito come lettura nelle scuole mi perplime, specie pensando a quante biografie esistono sull'argomento dell'olocausto. E forse avrei preferito proprio un'autobiografia sull'esperienza personale di Bassani in quanto ebreo vissuto in quegli anni (è vero che il protagonista condivide con lui parecchi tratti, ma il filtro del romanzo non trasmette le stesse emozioni) o magari un saggio, visto lo spazio che viene dato nel testo alla situazione politica. Tra l'altro quest'ultima è la sola parte che promuovo assieme al prologo, perché mostra bene come ci fossero stati d'animo diversi all'interno della comunità ebraica, con molti che non pensavano affatto si arrivasse alla deportazione anche in Italia.

L'unico altro aspetto positivo sono i dialoghi, che ho trovato ben scritti e a tratti perfino divertenti: una piccola oasi di pace nel delirio della prosa. Il caro Giorgio infarcisce la narrazione con frasi lunghissime, continuamente interrotte da subordinate in una quantità che andrebbe dichiarata illegale, ricorrendo spesso a trattini e parentesi nonché a battute rivolte al pubblico; come risultato, il lettore perde completamente il filo del discorso dall'inizio della proposizione principale a quando -cinque righe e svariate secondarie dopo- questa viene conclusa. L'esagerazione tocca anche le descrizioni dell'abbigliamento e delle azioni compiute dai personaggi; per mio gusto, avrei investito quelle righe per spiegare le tante ricorrenze ebraiche che vengono citate, e su cui ammetto di essere del tutto ignorante.

Ma almeno la critica al fascismo si salva? per quanto possa sembrare assurdo e perfino maligno da parte mia, devo dire di averla percepita pochissimo: in pratica qui le leggi razziali hanno il solo scopo di portare avanti la narrazione, come quando il protagonista viene escluso prima dal circolo di tennis e poi dalla biblioteca, per dargli delle ragioni di avvicinarsi sempre più alla famiglia Finzi-Contini. Non escludo comunque che il problema possa essere tutto mio, perché magari ho travisato il testo; testo che comunque non ha cercato in alcun modo di avvantaggiarmi perché, pur essendo pieno di parole e frasi intere in lingue e dialetti vari, queste sono seguite solo in una manciata di casi dalla relativa traduzione. Probabilmente è tra quelle righe misteriose che si nascondeva il vero messaggio del romanzo.

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