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L'amica geniale
 
L'amica geniale 2023-08-11 09:06:13 La Lettrice Raffinata
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
La Lettrice Raffinata Opinione inserita da La Lettrice Raffinata    11 Agosto, 2023
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Quello sarebbe il finale?

Dopo averla sentita lodare da chiunque e dalle loro madri -in senso letterale, perché perfino mia madre me l'ha consigliata-, mi sono decisa ad iniziare una delle serie italiane più famose al mondo con "L'amica geniale". Devo dire che il troppo hype ha su di me un effetto respingente quasi sempre, e forse per questo rimandavo di continuo la lettura; un vero peccato, perché quando finalmente l'ho iniziata non riuscivo più ad appoggiare il libro.

Una trama vera e propria questo volume non ce l'ha, pur non peccando di una premessa di partenza: ai giorni nostri Elena "Lenù" Greco riceve una telefonata dal figlio della sua amica di sempre Raffaella "Lila" Cerullo, preoccupato perché quest'ultima sembra essere sparita nel nulla. Nel tentativo di creare una sorta di ritratto dell'amica, Lenù inizia a trascrivere tutto ciò che ricorda del loro passato, a cominciare dall'infanzia in un rione difficile della Napoli degli anni Cinquanta. Il romanzo procede poi per episodi, ed arriva presto a raccontare anche la loro adolescenza fino ai sedici anni.

La struttura episodica del volume è uno dei pochi aspetti che mi hanno fatto storcere un po' il naso; sia perché ingarbuglia inutilmente la narrazione -dal momento che le vicende descritte non seguono sempre un ordine cronologico-, sia per le tante sottotrame aperte strada facendo, ma prive di una chiara conclusione: come ha fatto la maestra Oliviero a scoprire il talento di Lila? alla fine è stato risolto il problema dell'impermeabilità delle scarpe create da Lila e Rino? Lenù è riuscita a giustificare in qualche modo il suo ritorno precipitoso da Ischia?

Il solo altro difetto (decisamente più soggettivo) che ho potuto riscontrare è la caratterizzazione di Lenù, perché a tratti risulta un po' ripetitiva come narratrice, e devo ammettere che ho mal sopportato la sua totale mancanza di volontà: passa l'intero volume a cercare delle figure di riferimento dalle quali dipendere, poi dice di volersi emancipare da loro, ma finisce soltanto per sostituirle con altre. Voglio comunque considerare che in questo volume è ancora una ragazzina, quindi spero migliori nei seguiti.

Messi da parte questi piccoli nei, il romanzo vanta molti punti a suo favore. Il primo a balzare all'occhio è sicuramente lo stile, sempre curato e puntale senza per questo sacrificare la chiarezza o la fluidità della prosa. Subito dopo si palesa la solidità dell'ambientazione, che si tratti delle descrizioni dei luoghi vere e proprie o della fedeltà al contesto storico in cui i personaggi si muovono; il rione e le altre zone di Napoli raccontati dalla cara Elena sono realistici e tangibili, e la sua penna da l'impressione di trovarsi proprio lì.

Altro grande pregio è la caratterizzazione di protagonisti e comprimari, e questo non è per nulla scontato visto quanto è numeroso il cast. Eppure tutti i personaggi sono definiti e mantengono una loro concretezza nel corso dell'intero libro: molti potranno risultare fastidiosi o perfino ripugnanti, ma Ferrante è abile nel mostrare cosa ha spinto ognuno nel punto in cui si trova, senza voler dare una giustificazione bensì con il fine di illustrare uno specifico retroscena socio-culturale. Ho apprezzato poi come sono state gettate le basi per trattare il tema dell'emancipazione femminile, un argomento che mi auguro sarà notevolmente ampliato nel resto della tetralogia.

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