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Incontriamoci tutti al Cafè Royal.
Da buon milanese, anche se trapiantato altrove, amavo gironzolare lungo Via Marghera, un quartiere ben servito nella zona nord occidentale della città, non lontano dalla ex Fiera Campionaria, ricco di negozi, bar, ristoranti: un quartiere, come si dice, pulsante di vita, dove non è difficile socializzare. C’è poi quella bella libreria a più piani, vanto della via e della città, dove è obbligo fare una capatina di tanto in tanto, anche solo per dare un’occhiata alle ultime novità. Marco Balzano ha ambientato in questa zona il suo ultimo libro, una rassegna di personaggi ben caratterizzati, uno sguardo su un’umanità variegata nella quale non è difficile riconoscersi. Sono storie normali, di gente normale: uomini e donne le cui vicende si incrociano, sfociando in incontri la cui meta è l’accogliente Café Royal con i suoi aperitivi, le sue colazioni, i suoi caffè.
I personaggi sono diciassette, le vicende di ognuno sono narrate al tempo della pandemia da Covid. Apre la fila Federico, medico di base: da medico, mi sono immedesimato in lui, comprendendo le sue speranze e le sue delusioni, quella resa quasi incondizionata di fronte ad una routine snervante, soprattutto nei mesi della pandemia, dove difficili e bruschi contatti personali generavano incomprensioni reciproche e momenti di vero sconforto, con la voglia di lasciarsi andare e mollare tutto. E poi c’è Gabriele che si innamora di uno sconosciuto, vorrebbe contattarlo, non ha il coraggio, vive nella solitudine del lockdown tormentata dalla convinzione di non essere accettato. E ancora Betti, mamma di tre figli, che non si rassegna a vivere sola sotto l’occhio di una telecamera, un controllo voluto da chi sta lontano e tacita la coscienza con una fredda occhiata a distanza. E che dire di Veronica, un amore clandestino con Luca, incontri fugaci al di fuori del matrimonio, per tentare di mettere in piedi qualcosa di diverso e di duraturo. Noemi, invece, siede con amiche al bar cinese di fronte al Café Royal, e, non vista, critica la madre, in compagnia di coetanee al Café, che a sua volta sparla disinvoltamente della figlia, non risparmiando pettegolezzi e maldicenze. La rassegna continua con Beatrice ed il suo rapporto con il padre, di Barbara che rimpiange alla fine di non aver avuto un rapporto più affettuoso con la madre ormai settantacinquenne, di Ahmed, arrivato a Milano per un corso di aggiornamento. Non manca un prete, Giuliano, che ha visto spegnersi lentamente la primitiva vocazione, alimentata da una lunga permanenza in Africa: a Milano, dove supplisce un collega, la chiesa semivuota, il confessionale deserto, la palpabile solitudine che lo circonda lo inducono a porsi tante domande. Solo una tossica, Sofia, che vive tra quattro cartoni davanti al Coin e che viene colta sul fatto in chiesa mentre ruba candele e soldi, risveglia in Giuliano sentimenti di umana pietà e un istintivo desiderio di protezione. Sofia scomparirà da un giorno all’altro: Roberto, che lavora al Café, l’aveva aiutata portandole gli avanzi della giornata ed aveva chiesto di fumare con lei l’erba, e lei non voleva ma poi aveva ceduto dicendogli che sarebbe stata davvero l’ultima volta …”l’ultima cosa che ha fatto è stata abbracciarmi, appoggiando la sua testa spettinata sul mio petto … i cartoni fino a stamattina erano ancora lì, poi quelli del lavaggio strade li hanno raccolti e buttati sul camion”.
E’ un’umanità variegata quella che ci racconta Marco Balzano: un’umanità che rappresenta noi tutti, anzi quell’umanità siamo noi, con pregi e difetti, proprio noi, nella nostra vita di tutti giorni e nei rapporti con chi ci sta vicino. Noi che, anche se non ce ne rendiamo conto, facciamo parte di una rete, noi che incontriamo i nostri simili, che litighiamo, amiamo, ci lasciamo, noi con le nostre speranze ed i tanti rimpianti per ciò che doveva essere e non è stato. C’è nella narrazione dell’autore una sottile vena malinconica, la consapevolezza dei suoi personaggi di non essere in grado di portare a termine un compito, di non riuscire a realizzare un sogno, una certa inadeguatezza nell’affrontare tutti gli ostacoli che la vita di ogni giorno ci mette di traverso: gli stessi ostacoli che affrontiamo noi, nel lavoro, nei rapporti sociali, in famiglia.
Consiglio la lettura del romanzo: comprenderemo meglio che i nostri comportamenti sono collegati in un modo o in un altro a quelli di altri, e che da ognuno dei personaggi descritti possiamo trarre insegnamenti per vivere meglio con il nostro prossimo.