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Commedia umana
C’è un cammino definito, flusso emozionale di fragilità esposte, inasprite da periodi di isolamento forzato causa Covid, quando alla gente è rimasto solo il lavoro da remoto e come svago la cena a domicilio, microstorie costruite attorno a Via Marghera e al Cafe’ Royal, un luogo elegante e informale nel cuore di Milano.
Incontri veri e presunti, assenze, fughe, ritorni, inseguimenti, incidenti, dipendenza, un presente poco gratificante, matrimoni falliti, trascinati, obbligati, relazioni nascoste, innamoramenti, figli derubati dei propri sogni, genitori che inscenano una vita social inesistente, ricordi, rimpianti, anziani abbandonati a se stessi, uomini e donne fagocitati dalla velocità del presente, padri impreparati, madri insoddisfatte, mariti egocentrici, donne ancora alla ricerca di se’, sguardi e pensieri altrove, un presente insoddisfacente, solitudini protratte.
I protagonisti delle singole trame soffrono e offrono una porzione di se’ sul palcoscenico di una vita sospesa in quell’ istante, soli, in balia dei fatti, del proprio ego, degli altri, in attesa, altrove, una routine esaurita da tempo, fragilità poco gratificanti, la ricerca di altro, l’ invenzione di una trama per sottrarsi all’ asfissia del presente in uno stato di emergenza sanitaria e sentimentale.
Il Cafe’ Royal è un luogo fisico e della memoria, depositario di voci, silenzio, attesa, sguardi, speranza, e forse chi ci siede di fronte può riconoscerci e consolarci per un istante.
…” mi sono specchiata nella sua faccia e a lui deve essere accaduto lo stesso se, poco dopo, ci siamo messi a parlare”….
…” ho bisogno di vederti e guardarti negli occhi. Non voglio più che ci raccontiamo le cose quando sono già passate”…
…” ma le miserie di questa gente? Quelle di chi ha i soldi, si chiude a chiave nel suo appartamento di sei locali e pensa che il mondo sia tutto come via Marghera?”….
…” la aspetto in Chiesa ogni giorno e ogni giorno penso che tra poco io me ne andrò via da via Marghera e lei, invece, resterà qui “…
…” si sono semplicemente innamorati, una coppia sposata, le dinamiche dell’ amore a volte sono così semplici”….
…” papà è morto da due anni e io sono ancora qui come una scema a pensare sempre le stesse cose, a ricordare sempre gli stessi ricordi, non so lasciarlo andare”…
“Cafe’ Royal “ è una piacevole commedia umana che traccia l’eco di una vita sovente tradita nei sentimenti, l’ incertezza può generare sconforto e rassegnazione, l’ isolamento forzato astio e diffidenza, la lontananza vicinanza, la vicinanza lontananza, la solitudine affettiva può portare a costruzioni artificiose, la tragedia farsi commedia, la tristezza tingersi di satira e autoironia, il dolore sconfinare nella ricerca ossessiva di un anestetico.
Quanto la pandemia ha generato cortocircuiti mentali o semplicemente inasprito una situazione di fatto, quanto nuove possibilità di incontro ridefiniscono una quotidianità morta e sepolta? Ciascuno, come sempre, inscena se’ stesso riconoscendosi in un flusso vitale che svela spigolature diverse, amori, dolori, inciampi, riflessioni, comunanze, speranza, disperazione.
Marco Balzano sa come dare voce a protagonisti che inciampano nel respiro della vita, miscela di riflessione e consapevolezza, paura e confusione, scansando ogni genere di giudizio e pregiudizio, personaggi di età ed estrazione diverse che si incrociano, si sfiorano, si toccano, si incastrano, si ignorano, talvolta si scelgono.
C’è chi cambierà, chi tornerà alla vita di sempre, chi si concederà un nuovo inizio, chi recupererà il tempo perduto, chi non sarà più in grado di farlo.
Il romanzo è un unicuum che riprende e comprende le vicende dei protagonisti, attimi di sofferenza separati e in qualche modo connessi, il palcoscenico di una vita apparentemente guidata da un destino incurante ma ricca di mistero e imprevedibilità a renderla così profondamente umana.
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