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Ieri e oggi
Questo romanzo, unitamente al Barone rampante e al Visconte dimezzato, fa parte della cosiddetta Trilogia degli antenati, una specie di albero genealogico dei nostri progenitori.
Se per gli altri due l’autore ritornava poco indietro nel tempo, per questo invece va a ritroso di molti secoli per approdare all’epoca di Carlo Magno e dei suoi famosi paladini.
E’ forse superfluo che evidenzi che il Medioevo raccontato è ben lungi da qualsiasi verosimiglianza storica, un periodo quasi sospeso nell’arco della fantasia, tipico dei poemi cavallereschi, più simili a saghe che a realtà romanzate.
In questo contesto la creatività di Italo Calvino raggiunge livelli straordinari, dando luogo a un’opera che mescola sapientemente la fantasia con la satira, proiettando il lettore ad effettuare, quasi inconsapevolmente, dei paragoni fra le vicende narrate e certi fenomeni di costume attuali.
Credo che sia impossibile non pensare di fare un accostamento fra un cavaliere inesistente, rappresentato solo da un’armatura che si muove, che combatte e che parla, con la crescente spersonalizzazione dell’uomo odierno, con quell’ansia continua di omologazione che di fatto lo rende schiavo di un’immagine non sua. Anche ora ci sono armature, automobili che rinserrano le persone e che finiscono per rappresentare solo l’emblema di una società votata all’annullamento dell’identità.
Ci sono poi altri elementi ed episodi che mi inducono a ritenere che Calvino, parlando in quel modo di un’epoca passata, volesse in effetti far comprendere che anche oggi nulla è cambiato.
Per esempio, il raduno mistico dei Cavalieri del Graal, che camminano come sonnambuli, mi ricorda tanto certe cerimonie delle numerose sette religiose tipiche del nostro tempo.
Se Agilulfo è il cavaliere inesistente, che non c’è infatti, ma sa di esserci, straordinaria è la figura del suo scudiero Gurdulù, che pur essendo non lo sa, vero e proprio esempio di un ominide agli albori dell’umanità, non ancora in grado di prendere coscienza del suo ruolo, come del resto non pochi nostri simili che attualmente, rinnegano se stessi, per essere quello che non sono.
Che dire poi di Bradamante, la bellissima guerriera, stretta nella sua armatura? Non possono non venir in mente le donne della società contemporanea, consapevoli della loro parità con l’uomo, disposte a combattere per realizzarsi, ma che mantengono quell’innata tenerezza e femminilità che l’amore fa riemergere prepotentemente.
Di fronte a queste osservazioni si potrebbe pensare che il romanzo di Calvino risulti di difficile lettura e invece è tutto il contrario, con una serie incredibile di trovate, di personaggi, di vicende che avvincono, spesso dando anche luogo a risate, pur se il suo fine più concreto si raggiunge quando ci accorgiamo di sorridere, perché finiamo con il ritrovarci negli impietosi paragoni, e allora è d’obbligo mostrare verso di noi un velo di pietà per una recuperata misura della nostra esatta dimensione.
Il cavaliere inesistente è un’opera di grande valore, un libro che non dovrebbe mai mancare fra quelli che teniamo nella nostra biblioteca, e quindi mi sembra più che logico raccomandarne la lettura.
Indicazioni utili
Il visconte dimezzato, di Italo Calvino.