Dettagli Recensione
"Gli amori che sembrano assurdi certe volte sono i
Titolo questo mio contributo con una frase tratta da un altro libro della Mazzantini (venuto al mondo), perché ben si adatta anche al tema centrale di quest'altro suo romanzo (non ti muovere), con cui l'Autrice ha vinto il premio strega 2002. Per me, è uno di quei libri da cui è faticoso staccarsi, che si legge d'un fiato. Il racconto è travolgente, la scrittura sublime, intensa, più fluida rispetto a "venuto al mondo". Il risultato è una storia che palpita sotto i tuoi occhi mentre scorri le righe, una storia che ti entra dentro, che ti accarezza dolcemente, poi ti scaraventa nel dolore, e a te, lettrice, tocca corde di donna, madre, amante, moglie ignara (?) tradita ... Ci racconta di Italia, di una donna "sciancata", relegata ai margini, con un'infanzia drammatica che riuscirà a rivelare solo al suo più grande amore, Timoteo; Italia che si trascina nella fatica del vivere, che abita una casa di periferia, modesta, umile, in un contesto così apparentemente diverso da quello in cui si trova Timoteo, chirurgo, primario, con frequentazioni altolocate, e profondamente insoddisfatto della sua quotidianità. L'Io narrante è Timoteo, padre di Angela, nata dal matrimonio con Elsa, figura che rimane sullo sfondo, sovrastata da Italia, donna di cui Timoteo è innamoratissimo e a cui rimane legato per anni, mantenendo due vite parallele. Dalla lettura nascono spunti di riflessione su varie tematiche. Propongo qui la riflessione sul concetto di libertà, su quanto l'essere umano possa essere schiavo delle pressioni sociali, ingabbiato in schemi precostituiti e doveri imposti. Timoteo vive una condizione di struggimento continuo, diviso fra gli obblighi derivanti dal suo ruolo e le conseguenti aspettative sociali, e il desiderio di vivere pienamente il suo vero sé, a cui può dar voce solo stando accanto ad Italia.