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SFMV, 15 GIUGNO 1985
Sono le prime righe, il tuffo nel passato del protagonista, a catapultarmi violentemente nella mia infanzia. Come in una visione mi appaiono l’alimentari dove andavo con mamma a fare la spesa, e seduta subito fuori, quella che tutti chiamavamo “la signora delle sigarette”, con in grembo sempre lo stesso borsellino grande che conteneva i pacchetti sfusi di sigarette e i soldi. Tutto intorno una gran luce e un gran sole caldo ed estivo. C’è mamma, c’è Monica, mia sorella, e poi ci sono io, con quei jeans che odiavo portare perché mi stringevano, fanciulla e inconsapevole del futuro. E’ come un quadro rimasto fissato nel tempo. Peccato manchino i suoni delle parole, delle risate, del chiamarsi a vicenda.
“Vengo, ribatto, solo un attimo.”
Il tempo di ricordare.
Il tempo di ritrovare.
Di sorridere a una fata.
Mimì, dodici anni, ha un amico speciale, Giancarlo, Giancarlo Siani, vivono nello stesso palazzo, ha venticinque anni ed è un giornalista de “Il Mattino”, uno con le palle, che sfida la criminalità. Scrive cose pericolose, facendo nomi e cognomi. E’ un pazzo, o un eroe. Il suo esempio da seguire.
E’ simpaticissimo questo ragazzino, fissato con la lingua italiana e il vocabolario… e per Viola.
Divide gli spazi di una piccola abitazione con la mamma, il papà, portiere dello stabile, la sorella, il nonno, la nonna e il cane.
Ormai non dovrei più sorprendermi, e invece ancora una volta mi trovo a sorridere pensando “ma quanto è simpatico Lorenzo Marone?” le situazioni che descrive sono così reali, così vicine che davvero mi sembra di viverle e non semplicemente leggerle.
E’ commovente il ricordo di Giancarlo Siani. Attraverso l’espediente degli occhi di un bambino ricorda un uomo coraggioso, con il quale val la pena parlare di cose belle, pieno di vitalità ed energia, sorridente e coinvolgente. Un supereroe per Mimì. Giancarlo gli ricorda continuamente che i supereroi non esistono. Un supereroe avrebbe un contratto definitivo al giornale.
“Io, invece, credo che esistano, e sono in mezzo a noi. E tu ne sei un esempio.”
Ci sono i ricordi di quando Maradona diventa giocatore del Napoli. Ci sono i ricordi delle strade come erano una volta, dei negozi che hanno chiuso, delle macchine che si sono trasformate.
I ricordi di chi scrive si fondono con i miei. Sono anche i miei. Riconosco la Napoli di quando ero bambina. Di quel lontano 1985.
Mi piacciono le digressioni nella mente dei personaggi, il rivelarci i caratteri attraverso un’ azione che amano ripetere.
“Se mai un giorno sarai felice, e te lo auguro di cuore, sarà solo grazie alla stretta di un’altra mano.”
Riaffiorano i vecchi ricordi rivedendo dopo trenta anni la casa dei signori Scognamiglio, le tante estati lì trascorse insieme a Viola, Sasà, Fabio…trovare tutto uguale ma così diverso.
Voglio bene a Mimì, questo adorabile ragazzino così normale nella sua anormalità, con la sua curiosità e con la sua agenda rossa che porta sempre con sé.
“Se vuoi scrivere, devi anche imparare a farti leggere, aveva commentato con il suo solito faccione allegro, il ciuffo di capelli neri a tagliargli la fronte e gli occhiali tondi che gli davano un’aria bonaria.”
La consapevolezza della perdita, dell’amicizia, dell’amore, di una fase della vita che è passata e finita mi fa riflettere sulla mia adolescenza e sui cambiamenti intervenuti nella mia vita. Anche i miei sono stati rivolti verso un dolore immenso.
“Nella foto nessuno fissa l’obiettivo: papà guarda me che guardo mamma, quest’ultima ha gli occhi verso il basso, in direzione di lupo Alberto, Bea mi sta baciando, e i nonni sorridono alla nipote. L’unico che guarda dritto è Pino.”
Intanto, Vasco canta “Una splendida giornata.”
Non sapevo cosa aspettarmi da questo romanzo, non pensavo avrei ritrovato tanto di me. La costruzione della narrazione, la prosa fluida, semplice, i brevi capitoli, il grande affetto che trasuda dalle pagine, la caratterizzazione di tutti i personaggi, gli estemporanei dialoghi, tutto me lo ha fatto amare e lo rende particolarmente adatto a un pubblico giovanissimo.
Un romanzo che nel 2018 ha visto il riconoscimento “Premio Giancarlo Siani.”
Essere normali è una sicura certezza.
I supereroi esistono nei rapporti che costruiamo, negli amori che viviamo, nelle amicizie che consolidiamo, nelle scelte che facciamo.
Per me essere supereroi significa esser fieri di se stessi.
“Se fossi un supereroe la mia unica missione sarebbe proteggerti.”
I supereroi esistono. Per fortuna, dico io.
Buone prossime letture.
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