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“Sono tornato a casa”
Questo racconto potrebbe essere un film.
C’è una città, Napoli, narrata attraverso i vicoletti e i bassi, le strade ampie e soleggiate, il rumoroso traffico, le stuzzicanti leccornie, i suoi variegati abitanti, le piogge improvvise e le schiarite illuminanti.
Ci sono gli abitanti, che sono anche i protagonisti, che si incontrano perché sanno riconoscersi.
C’è la musica in sottofondo, che sono le parole e gli sguardi.
Ci sono gli odori, che sono quelli delle case e di chi le abitano.
Non ci sono divieti, ma suggerimenti si, perché siamo nei Quartieri Spagnoli.
“Le cose belle della vita, sient’a me, quasi sempre ci sopravvivono.”
C’è Luce Di Notte, trentacinque anni, una laurea in giurisprudenza e una solitudine spezzata da Alleria, il suo inseparabile cane. Si sono trovati e scelti.
E’ con lui che divide la casa di 35 mq, balconcino compreso.
Vari espedienti lavorativi la portano sulla strada del detestabile Avv. Arminio Geronimo, un tempo famoso avvocato matrimonialista, oggi preso dalle truffe assicurative e falsi sinistri insieme ad ambigui personaggi che a seconda della necessità si prestano ad essere vittime, responsabili o testimoni.
Suo padre è andato via quando era bambina e da quel momento non ha avuto più paura di nulla.
C’è grande attenzione ai sentimenti nel racconto di queste vite che si incontrano e scontrano, come con don Vittorio, che non è un semplice vicino, è il vicino che ti lascia la tavola apparecchiata con piatto, posate, tovagliolo, panino, bottiglia di vino e quell’accoglienza che ciascuno di noi vorrebbe ricevere e dare.
Sono compagni di vita un vicino premuroso e un cane, che anela il tuo ritorno e ti dimostra tutto il suo amore non appena rientri in casa. E’ la bellezza, sapere che hai qualcuno che ti aspetta.
Non deve per forza essere un figlio, un compagno, un genitore, un fratello….l’amore e l’accoglienza possono assumere sembianze anche diverse da quelle tradizionali. E’ amore, sono attenzioni. E’ prendersi cura. Anche la puzza di stantio, di umidità, di trascuratezza… pare non si senta più, pare sia sparita. Forse lo è.
“Per un piccolo infinitesimale scorcio di vita ho covato la bellezza. E non ho saputo tenerla dentro di me.”
In questo romanzo di Lorenzo Marone la famiglia, i sentimenti, le cose fatte e dette sono il centro del racconto. Famiglia che ci scegliamo, quella che ti accoglie e ti sa far star bene. Dove c’è tutto ciò che deve esserci. Dove troviamo il coraggio di alzarci in volo per seguire i nostri desideri. Finalmente liberi e con serenità.
“Non pensavo che nell’infanzia degli altri si potesse scorgere un pizzico della propria e che una cameretta addobbata potesse trasmettermi la stessa sensazione di sicurezza che provavo da bambina, quando me ne stavo al letto a leggere con il lumino acceso e la voce della televisione in salotto che filtrava da sotto la porta.”
Consiglio il romanzo a chi è scettico…sui legami affettivi che sanno andare oltre.
A chi si sente perso e vuole sentirsi amato. A chi non sente ma ascolta. A chi non osserva ma guarda.
Non resterà deluso. E neanche solo.
Buone prossime letture.