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Qualcosa di scritto
 
Qualcosa di scritto 2022-11-06 17:23:25 siti
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
siti Opinione inserita da siti    06 Novembre, 2022
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L'anello mancante

Esperienza di lettura ibrida, come già con “Due vite”, anche se questo gli è antecedente, essendo risalente al 2012, in un certo senso pare anticiparne la fattura: un racconto a partire da un’esperienza personale che si tramuta in focus su un protagonista, qui Pasolini, o forse Laura Betti, lì Pia Pera e Rocco Carbone; al seguito riflessioni sparse dal retrogusto filosofico che avvicinano al senso della vita, o meglio al suo mistero.

L’esperienza personale tramutata in scrittura autobiografica è quella che vede il trentenne Trevi alle dipendenze di Laura Betti, ideatrice e direttrice del Fondo Pier Paolo Pasolini, nonché attrice, regista, amica dell’intellettuale friulano, decadente donnone, tracotante e triviale vocione che lo deride e gli dà della “zoccoletta”. Gran parte dello scritto filtra Pasolini attraverso il rapporto dispotico con questa donna che dirige, dalle stanze di un palazzo di Piazza Cavour a Roma, il lascito culturale dell’amico. Trevi ha il compito di ricercare materiali, soprattutto interviste, da far confluire poi in un saggio. Tutta la sua conoscenza di Pasolini trasfonde per osmosi in questo scritto e regala aneddoti e conoscenza diretta tramite “La Pazza” per poi virare verso l’esegesi dell'ultimo lavoro di PPP, “Petrolio”, il romanzo incompiuto, abbozzato, già letto come denuncia di misfatti dell’italica nazione. Per Trevi esso diventa semplicemente il simbolo del doppio, dell’estrema complessità della personalità dello scrittore, della sua intima essenza tutta derivata dall’eros che in tripudio finale dedicato ai misteri dei culti eleusini ci fanno sprofondare nel mistero dell’identità. Gradevole.

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