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Bolzano dentro di noi
Un libro interessante, in cui la metafora linguistico-geografica mi sembra che rimandi al vero problema che non è di luogo o di modo di esprimersi, ma di relazione famigliare . La madre di Paolo è quella che sporca le parole. Sporcare le parole significa introdurre il baco del controllo o dell'apparenza nelle relazioni affettive che dovrebbero essere improntate alla libertà e alla gioia di stare insieme. Per lei Paolo ha un rifiuto totale e a prescindere, rifiuto ereditato dal padre afasico, che ha smesso da tempo di comunicare con la metà femminile della famiglia. Il segnale che manda il padre con l'atto finale della sua vita, il suicidio, è non solo di rifiuto ma di condanna. Paolo si sente libero solo lontano da casa. E anche se la madre e la sorella non brillano per empatia e nemmeno per simpatia lui certamente raccoglie a modo suo l'autismo paterno portandolo sino alle estreme conseguenze. Il finale sembra spingere all'estremo il giudizio negativo sulla famiglia istituzione e sulla impossibilità di vivere relazioni d'amore in tale sede. Da qui, l'incrinatura (dovuta al cambio di città? Difficile pensarlo) nel rapporto di Paolo con la compagna, a sua volta madre, fino alla "purificazione" finale che sancisce l'impossibilità di amore vero, perlomeno tra le mura domestiche. Forse Bolzano con la sua lingua mista è la metafora geografica della perdita della capacità di comunicare tra due persone pur conoscendo la lingua altrui, perchè la conoscenza senza l'affetto o l'empatia svuota o sporca le parole.