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Le otto montagne
 
Le otto montagne 2022-10-03 15:49:20 Lonely
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Stile 
 
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Contenuto 
 
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Piacevolezza 
 
4.0
Lonely Opinione inserita da Lonely    03 Ottobre, 2022
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Grana, una filosofia della vita

Pietro in estate è solito andare in vacanza in montagna con la sua famiglia nel paesino di Grana, ai piedi del Monte Rosa . Sin da piccolo il padre lo porta sempre con sé a scarpinare per sentieri e a raggiungere la cima. Mentre il padre è eccitato e orgoglioso di queste imprese, Pietro si sente annoiato e immotivato, ma fa presto amicizia con Bruno un ragazzo del luogo e con lui esplora un nuovo modo di conoscere la montagna, spericolata e avventurosa, quella con gli occhi di ragazzo. Bruno diventa uno di famiglia e spesso scalano insieme anche al papà di Pietro.
Quando però Pietro raggiunge l'età dell’adolescenza sceglie di non seguire più il padre e visto che Bruno è impegnato a lavorare, lui inizia ad andare in montagna con altri amici e scopre che gli piace arrampicare più che camminare. Da quel momento le loro strade si dividono. Pietro si stanca di andare in montagna col padre e rinuncia completamente alle estati a Grana, e Bruno prenderà il suo posto.
Anni dopo il padre di Pietro muore all’improvviso accasciato nella sua macchina per un infarto. Pietro ha ormai intrapreso la sua strada di documentarista e gira per il mondo, ma deve tornare per l’eredità , il padre infatti gli ha lasciato un terreno in montagna ,”Eccola li, la mia eredità: una parete di roccia, neve, un mucchio di sassi squadrati, un pino “. Così torna al luogo delle sue vacanze giovanili e riprende l’amicizia con Bruno, e insieme su quel terreno impervio costruiscono una piccola baita in onore del padre che useranno poi entrambi come rifugio d’estate e d’inverno.
Il romanzo di Cognetti è una bella storia d'amore e di amicizia: un grande amore per la montagna con tutte le sue insidie, e la grande amicizia tra Pietro e Bruno.
«Qualunque cosa sia il destino, abita nelle montagne che abbiamo sopra la testa.»
Secondo i nepalesi, al centro del mondo ci sarebbe una montagna altissima, il monte Sumeru, e intorno al Sumeru otto montagne e otto mari, disposti come i raggi di una ruota. La domanda che si pongono i nepalesi è: “Chi impara di più? Chi fa il giro delle otto montagne o chi arriva in cima al monte Sumeru?”.
Ed è proprio la risposta a questa domanda che ci fa capire le differenze tra Pietro e Bruno.
La storia è semplice, autobiografica ma intimistica e coinvolgente. Tre uomini differenti con un’unica passione , la montagna. Uno, il padre, che ama sfidarla, un altro, Bruno che la ama perché è l’unico luogo che conosce e dove vuole stare, e Pietro che la ama così tanto “che da lì mi era nato il desiderio di vedere le più belle e lontane del mondo.”
Grana per loro è un altro mondo, lontano dalla routine quotidiana del mondo moderno, e soprattutto lontano da quel turismo consumistico che la sta rovinando:
E’ natura nella quale immergersi, è rispetto per essa è capirne il pericolo e sapere che a volte, pur essendo esperti, è solo fortuna averlo evitato. E’ il gelo della neve d’inverno, è la pioggia incessante o il sole a picco, e nonostante tutto è avere il desiderio, più che di arrivare, di godere della fatica per l’impresa e di sentire che solo così stai bene con te stesso.
E’ avere il piacere di una vita frugale, con pochi elementi, ma essenziali, in cui ti basta un tetto, un bicchiere di vino, un pezzo di formaggio e un amico vero per essere felice.
Ma anche per avere “solo” questo devi avere un contatto col mondo, ed è proprio questo che contamina tutto. Il mondo che ti aspetta là sotto è la vera insidia, il tuo vero fallimento, quello nel quale non ti sei mai integrato, al punto di abbandonarlo o di rifiutarlo;
il mondo per il quale, paradossalmente, sei fuori dal mondo.
Ma è davvero così?
Una riflessione e un interrogativo che nasce spontaneo dopo la lettura di questo libro, così semplice e allo stesso tempo con un messaggio così potente.
“Uno deve fare quello che la vita gli ha insegnato a fare. Forse quando è molto giovane, chissà, può ancora scegliere di cambiare strada. Ma a un certo punto uno dovrebbe fermarsi e dire: bene, questo sono capace di farlo, quest’altro no.”

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Commenti

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Ciao Claudia.
E' da parecchio che ho questo titolo annotato. La tua bella recensione mi ha ulteriormente incuriosito.
In risposta ad un precedente commento
Lonely
04 Ottobre, 2022
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Grazie Emilio, ma è davvero una bella storia!
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