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Un mondo di psrole
“ Lessico famigliare “ e’ un romanzo di difficile collocazione, libro di memorie, cronistoria, autobiografia, tra realtà e finzione, l’ intento è narrare la storia della famiglia Levi e di tutto quello che vi ruota intorno e va definendosi, un romanzo scritto in soli due mesi nel quale l’ autrice è poco presente, al suo interno personaggi veri citati per nome e cognome.
Natalia bambina, adolescente, sorella, madre, nonna, un testo che ha spiazzato la critica ma amato dai lettori, entrato nelle antologie delle scuole medie inferiori e superiori, persino nei libri di lettura delle elementari.
Il romanzo attraversa la duplicità degli occhi di una bambina che osservano la vita altrui da un angolo privilegiato e la sua voglia, da adulta, di porsi al centro del palcoscenico, l’ incertezza della permanenza in un mondo e il desiderio di allontanarsene, il contrasto bambino-adulto.
Un successo dovuto a una scrittura colloquiale e immediata, a quel lessico famigliare che identifica i Levi, li mantiene vivi, ne coagula la memoria, ma il romanzo, in realtà, è poco viscerale e improvvisato, costruito secondo uno schema preciso.
Tra le pagine l’ ebraismo pare passare sotto traccia, nonostante iil periodo e le vicende famigliari narrate, quasi che l’ autrice scelga di non occuparsene, capovolgendo iil senso di morte e di diversità malinconica che pervade “ Il Giardino dei Finzi Contini “ in una famiglia comunemente ebraica, in cui l’ ebraismo è un elemento di puro contorno, c’è ma poco si sente.
La famiglia Levi, sintesi di storia e parole, che uniscono, ritornano, definiscono un mondo semplice e austero, frequentato da biologi, ingegneri, scienziati, che lentamente si apre ai letterati, un interno domestico retto da un padre padrone dispotico che esclude qualsiasi diversità, che osteggia il mondo frivolo ed equivoco degli scrittori, per contro una madre protettiva e materna, due figure genitoriali agli antipodi.
Quattro fratelli diversi, da una parte Gino e le sue montagne, le rocce nere, i cristalli, gli insetti, dall’ altro Mario e Paola, che detestano la montagna e amano le stanze chiuse e tiepide, la penombra, i caffè, Pirandello, Verlaine, due mondi incomunicabili, Natalia, la più piccola, attratta da entrambi, non sa quale scegliere.
Cene identiche, le ossessioni paterne, lui che crede di essere il solo antifascista in Italia, che vorrebbe impedire ai propri figli di sposarsi senza ottenere nulla perché si sposeranno ugualmente, le storie e le canzoni di una madre.
Nella prima parte Il fluire del racconto attraversa gli occhi curiosi di bambina e di ragazza, una narrazione semplice, oggettiva, imparziale dei cambiamenti famigliari all’ interno del fluire della storia, dal fascismo all’ antifascismo, arresti, prigione, fughe, allontanamenti, campagna razziale, impegno politico, lutti, descrizioni oggettive senza giudizi personali.
Eppure le vicende sono piuttosto dure, una schiera di persone autorevoli frequenta l’ interno di casa Levi, idee politiche, letteratura, economia, arte, si pensi a Pajetta, Olivetti, Pavese, Turati, colti in aspetti privati poco noti, personaggi che avrebbero fatto la storia.
Ci sarà un prima e un dopo la guerra, un mondo che, dopo, pare enorme, inconoscibile e senza confini, in quel tempo fioriranno poeti e politici, quegli stessi che avevano digiunato negli anni del fascismo. Passeranno molti anni prima che ciascuno riprenda sulle spalle il proprio mestiere accertandone il peso e la fatica quotidiana, unico mezzo di partecipazione alla vita del prossimo, perduto e stretto in una solitudine sempre uguale.
Per questo si continuerà a temere la guerra e, appena finita, si comincerà ad avere paura di un’ altra guerra, incubo racchiuso e definito dentro di se’.
Nello fluire della narrazione la Ginzburg subisce il fascino della letteratura da lei consumata e su cui si è formata, Il flusso di coscienza scavato all’ interno dei ricordi riconduce a tematiche proustiane e l’ interpretazione storica e romanzesca qui rappresentata dalla presenza di una coscienza adulto-bambino rievoca i personaggi del Tolstoj di “ Guerra e Pace “.