Dettagli Recensione
Quale definizione di se’?
….” Gli Spatriati, come qui chiamano gli incerti, gli irregolari, gli inclassificabili, a volte i balordi o gli orfani, oppure celibi, nubili, girovaghi e vagabondi, o forse, nel caso che ci riguarda, i liberati”…
Una dimensione duale, di amicizia, di amore, di crescita, una relazione maturata all’ interno di famiglie tenute insieme da patti dolorosi, dal non detto, due protagonisti ugualmente diversi, opposti che si attraggono, una dipendenza che lotta oltre il senso di crescita e di abbandono.
Il romanzo di Desiati, recente vincitore del premio Strega, inserisce la vita di Francesco e Claudia in un contesto allargato, di condivisione e di lontananza, alla ricerca di una zona di comfort, personale e relazionale, l’ infanzia segnata da una fragilità persistente.
L’ intreccio erotico-sentimentale dei loro genitori, ( la relazione improvvisa e totalizzante tra la madre di Francesco e il padre di Claudia ), segna l’ inizio di un cammino diverso, che ridefinisca il proprio essere, unito alla sofferenza per una perdita inaccettabile, rincorrendo il fantasma di un affetto negato.
L’ infatuazione di Francesco per Claudia, sin dall’ adolescenza, osteggiata da un’ aura di irraggiungibilità, da una certa ritrosia, dalle proprie debolezze, dallo sfacelo famigliare, dagli amori fragili di lei, oltre che da un futuro che la porterà lontano da casa, prima a Milano e poi a Berlino, evolve in uno stato di inerzia, in attesa di un futuro che possa cambiare, di sentirsi vivo, tuttora ancorato alla città natale ( Martina Franca ).
Un giorno, aspirando a raggiungerla, vorrà essere quello che vuole essere, divorare la vita, oggi è posseduto da ambizioni annebbiate, guarda al futuro con paura e possibilità, al contrario di Claudia, guidata da speranza e determinazione.
Una relazione da lei declinata in uno stato di complicità, un afflato ispirato da musica e poesia, ma a diciannove anni non si può conoscere l’ amore, un percorso a ostacoli, lontananze presenti, un viaggio sentimentale alla scoperta della propria sessualità, per giuoco, per spirito di rivalsa, per compensare un senso di vuoto con la speranza di rivivere il primo amore.
Sopravvive uno spazio interiore che oscura e sostituisce il proprio luogo natio, la Puglia e le sue tradizioni, che li fa sentire a casa altrove, un luogo in cui riporre se’ stessi e le proprie fragilità.
E allora Francesco attende una telefonata di Claudia e auspica il suo ritorno, il senso di una vita vissuta nella reciproca lontananza, due solitudini perfette, ad attenderlo l’ unica patria in grado di riconoscerlo.
Come definire il loro afflato, un istinto condiviso, una forza solidale che …” fa annusare i pensieri l’ uno dell’ altra”,,,? E’ molto più sottile e sofisticato dell’ innamoramento, …” una nazione libera e indipendente che non ha nome “….
Si può lasciare la propria terra per ritrovare se stessi, una migrazione inversa, spatriare per riappropriarsi del senso famigliare, dell’ amore, di tutto ciò che ha un senso di vita. Finalmente a casa lontani da casa, anche se qualcosa è cambiato, e in quella città dove tutto è possibile nulla è più come prima e non può esistere un amore non condiviso.
La definizione di amore cambia, la fuga e l’allontanamento dalle proprie famiglie non serve quando sono loro a non essere mai uscite da noi, marchiate per sempre sulla nostra pelle.
Un romanzo che ci parla di vite irrisolte, del senso di identità, di appartenenza, del desiderio di essere, di amare ed essere amati, delle proprie radici e dello sradicamento da esse, della voglia di crescere, della ricerca di libertà. Tanti temi e sfaccettature, ma tutti irrisolti, complicato definirne il carattere dominante, oltre uno stato confusionale imperante. Partenze, assenze, ritorni, fughe d’ amore, inclinazioni sessuali, solitudine, condivisione, vicinanza, alla fine non si esce da un cerchio involuto di precarietà, un capogiro emozionale in una giostra di sentimenti variopinti.
Permane il desiderio di fuga per tornare a essere, ma da che cosa esattamente e da chi, da se’ stessi, dagli altri, dal passato, da una vita condivisa, dalle proprie paure?
Gli spatriati continuano ad annaspare in un microcosmo di incertezza e di precarietà, in parte voluto, per ritornare all’ origine, da vincitori e da sconfitti, forse liberati, non è dato saperlo.
Indicazioni utili
- sì
- no