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Memoriale
 
Memoriale 2022-08-19 12:58:46 LuigiF
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
LuigiF Opinione inserita da LuigiF    19 Agosto, 2022
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Una sofferenza insostenibile

Raramente un'opera letteraria riesce a comunicare la sofferenza umana con tale intensità.
Parte della critica, ai tempi fortemente ideologizzata, volle vedere in questo primo romanzo di uno scrittore tanto bravo quanto oggi dimenticato, una denuncia al processo d'industrializzazione e alla disumanizzazione del lavoro di fabbrica in una Italia che emergeva dalla guerra e si avviava verso il vertiginoso miracolo economico. L' impegno politico del militante Volponi ha certo influenzato tale percezione, eppure questa lettura mi pare assai riduttiva e non coglie il reale valore dell'opera. Il cupo contesto industriale fa in realtà soltanto da sfondo a un racconto incentrato sulla sofferenza individuale piuttosto che su di una generica denuncia sociale. Il valore letterario del romanzo risiede nella sorprendente capacità dell'autore nel rendere l'angoscia dell'individuo di fronte a solitudine e malattia in un processo irreversibile di crescente disagio esistenziale. Nel farlo, Volponi utilizza uno stile originale e autentico reso assai efficace dal racconto in prima persona.

Albino Saluggia, questo il nome del protagonista, è un reduce di guerra. Durante la permanenza in un campo di prigionia tedesco, ha contratto la tubercolosi, malattia ignominiosa che la sua psiche debole sempre rifiuterà di accettare. Nella casa sul lago di Candia, Albino convive con la vecchia madre alcolizzata e depressa. Il loro rapporto è caratterizzato da una incomunicabilità astiosa in cui i due sembrano rinfacciarsi a vicenda la miseria della propria vita. Due macchie sul muro, l'indiano e lo scarpone, sono gli unici compagni cui rivolgere amare riflessioni di una mente malata.
Trova lavoro in fabbrica e su di esso Saluggia riversa tutte le proprie speranze di cambiamento nonché il sofferto desiderio di essere accettato dalla comunità. Tali speranze svaniranno ben presto e il processo di progressiva alienazione troverà anzi nuova linfa. Non sono tanto gli aspetti del ripetitivo lavoro materiale a opprimerlo. Albino si sente perseguitato dai medici della fabbrica che lo sottopongono a visite continue. L'impersonale automatismo con cui viene additato come malato cronico e, come tale, necessitante di cure mediche, finisce per logorarlo psicologicamente. Paradossalmente la parte "buona" della fabbrica, quella deputata a curare e prendersi cura degli operai, diviene ai suoi occhi strumento di tortura. Albino è ossessionato da manie di persecuzione e ovunque intravede complotti ai suoi danni.
Comincia un fuori e dentro dai sanatori dove gli è negata ogni forma di solidarietà umana e dove gli altri pazienti deridono le sue inibizioni sessuali e le sue molteplici stranezze. Finisce nelle mani di maghi e guaritori descritti in alcune delle pagine più potenti del romanzo. Questi lo truffano e derubano crudelmente sfruttandone la debolezza psichica, il desiderio di affetto e l'irrazionale volontà di dimostrarsi sano. Si invaghisce di donne facili, vive amori che non si concretizzano mai, ma che lo lasciano nella prostrazione di uomo tradito negli affetti.
Infine, ristabilitosi dopo un lungo periodo di convalescenza forzata, ritorna in fabbrica dove gli viene assegnato un lavoro di custode più consono al suo precario stato di salute. Verrà coinvolto in proteste operaie che sfoceranno in uno sciopero e, seppure volgendovi un ruolo attivo, la sua adesione alla causa resterà individuale e mai realmente condivisa.

"Memoriale" è romanzo di difficile collocazione, ma che senz'altro appartiene alla migliore letteratura del nostro dopoguerra. Racchiude elementi di modernità e una acuta sensibilità verso tematiche quali l'emarginazione sociale e i processi di estraneamento dell'uomo contemporaneo. Non stupisce che l'opera abbia trovato grande apprezzamento in scrittori come Pasolini.
La sofferenza di Albino Saluggia è prima di tutto esperienza individuale e il collettivismo esasperato che, con le sue distorsioni, caratterizzava quel periodo storico, pare accentuarne gli aspetti dolorosi piuttosto che portare un qualsivoglia sollievo.

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