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Genesi di un simp
Ai tempi delle superiori, venni praticamente costretta a leggere "Tre metri sopra il cielo", libro all'epoca adorato da tutte le mie coetanee; e non mi piacque, neanche se rientravo in pieno nel target. Ma quindi cosa ci faccio diversi lustri dopo con una copia di "Scusa ma ti chiamo amore"? banalmente l'ho ricevuta in regalo e sono incapace di liberarmi di un libro donato, anche quando fiuto a priori il trash. In realtà credo che l'intenzione di Moccia fosse quella di comporre una canzone rock, peccato che gli sia sfuggita un po' la mano, ed il risultato è questo romanzo inutilmente lungo su una storia d'amore che più forzata non si può, contornata da siparietti comici da far invidia agli autori di Colorado.
La storyline principale segue la relazione tra Alessandro "Alex" Belli e Niki Cavalli: lui è un pubblicitario di successo (o almeno, così ci assicura il narratore) vicino ai quaranta appena uscito da una storia importante con tale Elena, lei è una ragazza prossima alla maturità appassionata di surf e sempre pronta a fare festa con le amiche. Da queste premesse, vi potreste aspettare una storia romantica che deve superare lo scoglio della differenza d'età ma, seppur menzionato diverse volte, questo ostacolo non ferma i protagonisti neanche per due giorni. L'unica difficoltà che mette seriamente in crisi la loro storia compare a caso nelle ultime pagine e viene aggirata con altrettanta casualità, proprio perché inconsistente. In questo modo il romance, in teoria cuore della narrazione, diventa quanto di più campato per l'aria possiate immaginare: da parte di lei c'è semplicemente una cotta adolescenziale spacciata per grande amore della vita, da parte di lui una trasformazione in piena regola nel sottone modello.
Oltre a questo romance, il libro mostra alcuni sprazzi delle vite degli amici e dei parenti dei due protagonisti, focalizzandosi in primis sulle relazioni sentimentali, ma anche su alcuni retroscena legati al mondo lavorativo. In generale l'intreccio viene gestito con la stessa originalità di una puntata di Beautiful, infatti non esistono colpi di scena: si prosegue solo per la curiosità di scoprire quali nuove frontiere del trash raggiungerà il caro Federico, e soprattutto per capire perché abbia scelto di includere i POV di personaggi totalmente inutili, che non hanno alcun collegamento con i protagonisti. Piccolo spoiler: non c'è una ragione.
I personaggi non migliorano la situazione perché, oltre ad essere tutti bellissimi e ricchi da fare schifo (e classisti, ovviamente!), hanno dei caratteri stereotipati al massimo e piatti in maniera imbarazzante, sia gli adolescenti che gli -almeno sulla carta- adulti, al punto che gli amici di lui sono semplicemente la versione al maschile delle amiche di lei, così l'astuto autore si è risparmiato la fatica di dover delineare altri tre caratteri. Per quanto riguarda i due protagonisti, hanno entrambi dei comportamenti esagerati che giustifico nel caso di Niki, perché in fin dei conti è un'adolescente, ma trovo assurdi quando si tratta di Alex: un uomo maturo ma del tutto privo di volontà, che si lascia influenzare in ogni scelta dalle persone vicine, e infatti è sufficiente la comparsa di una ragazzina per stravolgergli la vita.
Per quanto riguarda la prosa di Moccia, ci sono talmente tanti problemi che quasi non so da dove cominciare: passa dalla semplicità più lineare ad una retorica nauseante, il testo è farcito da lunghe citazioni (tra cui alcune autoreferenziali) e spot promozionali fuori luogo, in compenso mancano quasi completamente descrizioni ed indicazioni su chi stia parlando. Quest'ultimo elemento risulta molto fastidioso nelle scene in cui interagiscono tre o più personaggi, perché tutti parlano praticamente allo stesso modo e non si riesce a capire chi dica una determinata frase; a rendere la comprensione del testo ancora più complicata sono i pensieri dei personaggi, inseriti a casaccio nella narrazione in terza persona, senza nessun segno grafico che aiuti a decriptare un testo per il resto estremamente banale.
Nonostante tutto, voglio fare uno sforzo e trovare dei lati positivi in questo romanzo. Il ritmo sicuramente non è male, anche per merito dei capitoli brevi e delle molte parti dialogate che, pur essendo poco chiare, rendono la narrazione veramente rapida; anche l'ambientazione è abbastanza riuscita, e raggiunge l'obiettivo di ricreare il clima che si respira tra le strade romane. Avrei trovato interessante anche la sottotrama legata al mondo della pubblicità, non fosse che l'attività di Alex e dei suoi colleghi viene trattata in modo sciocco e superficiale; tra l'altro, per come confonde i termini logo e slogan, mi rimane anche il dubbio che l'autore conosca effettivamente l'ambito lavorativo di cui sta parlando.
E voglio terminare con due piccole preghiere. La prima è rivolta ai parenti dei lettori: anziché comprare un libro a casaccio, a Natale optate per un bel maglione caldo. La seconda è per il caro Federico: la prossima volta che senti l'irrefrenabile voglia di scrivere il testo per una canzone, limitati a poche strofe anziché contribuire alla deforestazione globale con un tomo di quasi settecento pagine piene di parole vuote, o sotto copyright.
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