Dettagli Recensione
Stella marina
E’ una storia di sofferenza e di dolore privato. Ma è anche una storia di rinascita e di luce. Un padre abbandona il figlio alla nascita, perché la sua nascita ha provocato la morte della madre. Questo bambino viene sballottato fra tante famiglie, si sente senza identità, si sente fragile. Ma anche il padre precipita in un abisso di buio e di vuoto. Poi il destino fa capitare un incontro, che più casuale di così non è possibile, con due figure femminili, due personaggi secondari, che però riescono, in una frazione di secondo, grazie ad un segno distintivo speciale, a fare tutti quei collegamenti necessari a ricostruire la storia. Si fanno carico dell’onere di ristabilire quel contatto perso, senza conoscere ancora come e quando. E’ solo il perché a motivarle. Con dolcezza e con lentezza riescono a picconare il muro di apatia, diffidenza, paura, riescono ad accendere scintille di luce. E poi scelgono che siano il mondo ed il tempo a trovare il modo di ricucire lo squarcio di tempo assente. Il momento della scoperta è inevitabilmente violento, però il lieto fine è assicurato, perché nella vita occorre affrontare i propri fantasmi e non rimanerne vittima. Lo stile è alternativamente lento ed impennante, in piena sintonia con il ritmo di evoluzione degli eventi. I sentimenti sono descritti in modo caldo e molto coinvolgente.