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Un bell'affresco di storia italiana
E’ una bella saga familiare, come oggi vengono denominati libri di questo genere.
La storia parte dal capostipite, Maurizio Sartori, che sul fronte della seconda guerra mondiale, per umanissima paura scappa e là dove si rifugia troverà la donna della sua vita che sposerà dando inizio alla storia.
Le generazioni si susseguono, i personaggi si moltiplicano (due figli, quattro nipoti e ancora avanti) ciascuno con la propria storia ed il proprio carattere, spesso tra di loro opposti. La vicenda è strettamente intrecciata alla storia del nostro paese ed alle sue vicende politiche dal periodo del fascismo ai giorni nostri. La storia non fa da sfondo ma è parte importantissima del racconto e delle vicende dei personaggi insieme al loro stesso sentire. Un tutt’uno insomma che risulta piacevole, interessante e in qualche modo necessario.
Lo stile è impeccabile, la prosa scorre fluida ed elegante. Forse per scelta l’autore non inserisce sé stesso e le proprie riflessioni. Sono le vite dei personaggi a parlare. A dispetto della mole (quasi 900 pagine), non si avverte la fatica e si legge volentieri. Il racconto non mette al lettore la fretta di scorrere le pagine per sapere cosa succederà nelle pagine successive: è una storia di vite umane e va seguita con il ritmo della stessa vita.
I caratteri sono tutti ben disegnati, ciascuno con le proprie caratteristiche e la propria unicità, al punto che persino ad un tentativo di paragone (Renzo al figlio Libero che viene paragonato al nonno) quest’ultimo dentro di sé si ribella sentendosi se stesso, diverso ed unico.
Ho trovato interessante ripercorrere i pensieri ed il sentire in anni in fondo vicini ma che avvertiamo irrimediabilmente lontani (gli anarchici, le lotte operaie, la nascita dei sindacati, i radicali).
Qualche considerazione da lettrice.
Se in un libro si cerca l’effetto “wow” non è la scelta giusta. Questa è una storia da gustare mano a mano che avviene, senza colpi di scena, bella anche per questo.
Eppure, nonostante la facile leggibilità, il bello stile, la storia interessante e tutto il resto, ho perennemente avuto la sensazione che al romanzo mancasse qualcosa. Mi sono più volte chiesta se alla fine mi avrebbe lasciato qualcosa per farsi ricordare o se non saremmo andati oltre una bella storia ben raccontata. La questione è che non si riesce ad entrare in vera empatia con i personaggi, quasi che il lettore venisse relegato a spettatore senza alcun coinvolgimento emotivo. Mi è spesso venuto da pensare che al romanzo mancasse “il sale”, in realtà manca il nostro essere “dentro la storia”, che scorre agile ma sostanzialmente fredda. Questa per me l’unica pecca del romanzo che per il resto mi sento assolutamente di consigliare come un grande affresco di storia italiana.