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Bellezza mancata
Dopo aver letto 'La più amata' e 'Matrigna' ho ritrovato con entusiasmo la scrittura intensa e fulminante di Teresa Ciabatti.
È la scrittura dei sentimenti non corrisposti, quella feroce, un flusso di coscienza che ha in sé l' intenzione di rivelare e non nascondere. Frasi spezzate e sincopate, sottolineano una scrittura emotiva, che corre dietro ai pensieri del momento presente, ma ancorati ad un passato lontano. Sono passati trent'anni, ma i demoni della protagonista sono ancora lì, a tormentarla: quella"mancata bellezza" è il suo dolore di giovinezza da cui non è mai guarita. Lei è la voce narrante (alter ego dell'autrice), ma inattendibile: ha raggiunto il successo come scrittrice, ma afferma di tradire il marito per colpa della sua adolescenza. Il suo raccontarsi è a tratti adolescenziale: spiazza il lettore, poiché ferma ad un'età sorpassata, che stride con il suo presente di donna, affermata.
È un condensato di inadeguatezza: il sentirsi persa, messa ai margini, distante dal modello di Livia la cui bellezza creava invidia e sofferenza nella protagonista e nella sorella Federica, a distanza di tempo, la percezione cambia. La vita di Livia,non così perfetta, come dimostra il suo gesto, è 'ricalcolata' e la sua diventa una bellezza 'apparente' agli occhi delle due donne.
Il ritrovarsi dopo anni porta, alle tre protagoniste, Federica, Livia e la narratrice a scoperchiare una scatola chiusa, a mettersi in discussione, a ripensarsi, a percepire la realtà da un'altra prospettiva, a riconoscersi per quello che sono state e sono diventate e infine a perdonarsi.
Nella lettura si incontrano i pezzi della propria adolescenza: si ritorna indietro, trasportati dal flusso narrativo tempestoso, divorando il libro in poche ore.
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