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Una telefonata non allunga la vita, la cambia
Nella tranquillità del piccolo borgo di Poggio Corbello rimanere vedova a poco più di sessant'anni può essere un problema .
Nonostante la vita col marito si fosse nel corso degli anni fatta piena di silenzi e consuetudini più che di parole o confronti , la neo vedova Nives si sente parecchio alienata. Una volta allontanati i pochi parenti dopo il funerale la donna cerca di riprendere una vita normale ma scopre che la normalità a cui era abituata , senza la presenza del marito è insopportabile, la solitudine è più fastidiosa di un ospite inopportuno.
E allora nella poca ludidità di quei momenti Nives porta in casa una gallina di quelle a cui è più affezionata e le parla, la accudisce come si trattasse di un animale domestico, insomma si fa tenere compagnia. E dopo qualche giorno sembra aver ritrovato il suo equilibrio con una amara constatazione sulla pochezza del rapporto con il defunto marito dato che per sostituire la sua presenza , il suo contributo alla serenità del focolare domestico, è bastata una gallina.
Ma una sera la suddetta gallina , con cui nel frattempo ha condiviso il desco , il letto e anche il divano davanti alla TV, si imbambola letteralmente davanti ad una pubblicità: paralizzata.
La donna va in ansia e decide che nessuno può risolvere la situazione se non il Bottai, il veterinario del paese, pazienza se è tarda sera, in un piccolo borgo non si fanno questioni di questo tipo.
Nives telefona al Bottai che , come gli succede spesso, è reduce da una bevuta coi fiocchi e fatica un pò a raccapezzarsi nonostante gli spintoni e le urla della moglie per riportarlo "tra noi".
Si inizia parlando del motivo della telefonata e la confidenza , brutta bestia, fa fare altre considerazioni sul passato, sul matrimonio, sull'amore , su fatti avvenuti anni prima e rimasti
impressi nella memoria storica di Poggio Corbello come se si fosse trattato dello sbarco sulla Luna.
E ben presto il Bottai si ridesta dalla semi-sbronza e tiene testa alle considerazioni della Nives la quale, senza alcun freno inibitorio, via via si scopre sempre più insoddisfatta della vita che ha
condotto fino a quel momento come se telefonare in piena notte al veterinario per una gallina imbambolata fosse la certificazione del fallimento della sua esistenza, del suo aver perso il senso
del tempo e delle cose davvero importanti.
Nives si lascia andare a considerazioni personali parecchio piccanti, soprattutto perchè si scoprono altarini impensabili nascosti dalla quiete di un piccolo paese, tutta la vita della donna sembra
deragliata su un binario parallelo indesiderato a causa di un evento ben definito nel tempo e le rivelazioni che Nives fa sono sconcertanti e trasformano una telefonata soporifera e un pò sconclusionata in un atto d'accusa fatto di rimpianti, cose non dette, atti di vigliaccheria insomma una vita non vissuta. Ma forse non è proprio così, soprattutto se...beh dovete leggerlo....
Romanzo breve dalla struttura molto originale, parte lento come una pietra che viene spinta sulla cima prima di un declivio e poi lasciata rotolare giù a travolgere tutto e tutti .
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