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La cultura che non ti cambia dentro
Il libro ha un bellissimo incipit, davvero molto interessante. Mi piace anche il genere, ma mi disturba la mancanza totale di empatia di Archi, la faina protagonista della storia. Il suo non è un cammino di evoluzione o di apprendimento, di umanizzazione, lo sembra ma non lo è. Archi resta quello che era, anche dopo che ha imparato a leggere e a scrivere e dopo che ha incontrato Dio. Anzi l'incontro introduce nella sua vita, come in precedenza in quella di Salomon, un livello di finzione e di ipocrisia ulteriore. La cultura rende Archi più subdolo e non ha la meglio sull'istinto, ma è al servizio dell'istinto sia in Archi che nel suo maestro Solomon. L'istrice che a un certo punto della storia ospita Archi è evidentemente un ingenuo e la compagna ha ragioni da vendere a volere la faina fuori della porta di casa e a guardarla con sospetto. La totale mancanza di slanci in questi animali rende la storia ossessiva e senza aperture. Mi aspettavo un libro duro come la collina dei conigli ma con gli stessi slanci invece no. Per me al libro manca qualcosa di necessario a livello di sostanza anche se la scrittura è ottima, l'incipit bellissimo.
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