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Solitudini
L' autore dipinge il suo romanzo usando due soli colori: il bianco della neve in contrasto con il rosso del sangue. Il ritmo lento dei fiocchi di neve e il ritmo efferato delle carneficine: due tinte e due movimenti che si rincorrono senza sosta e senza respiro fino alla fine.
In questo inquietante paesaggio invernale si muovono i due protagonisti, Sonia e Teo, soli in una moltitudine di adulti assenti, lasciati nelle loro solitudini, a cavarsela senza aiuto. La loro amicizia diventa un' àncora di salvezza in mezzo al caos incomprensibile e impronunciabile, e insieme inizieranno a crescere.
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Ciò che ho apprezzato è il contesto regionale, quello che mi appartiene e quello delle mie origini: i luoghi di montagna conosciuti (Lanzo Torinese e comuni limitrofi), le abitudini di un tempo ormai desuete, gli oggetti e la vita rurale, la figura della 'masca' piemontese, la borgata dove tutti si conoscono...
E poi i modi di dire e il dialetto piemontese con le sue parole strambe, così distanti ma subito ripescate nella mia memoria. È stato come ritrovare un pezzo del mio passato, come per Sonia e Teo, legato alla mia infanzia: un dolce salto indietro rivissuto tra le pagine.
"Morsi": un titolo che rimanda ad un atto violento, ma che cela altri significati...lascio a voi scoprirli, non posso dire altro, con un crescendo di curiosità, suspence e incredulità che non vi lascerà, nemmeno dopo aver terminato la lettura...