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Come in un film di Ozpetek
Premetto che conosco Ozpetek solo tramite i suoi film, non avevo mai letto nulla di suo prima di ora.
Il romanzo si legge d'un fiato, perchè breve, semplice e misterioso quanto basta per vedere svelato il finale.
Due sorelle, una storia; un'infanzia e un'adolescenza trascorsa insieme, facendo fronte comune contro una madre dispotica e sociopatica. Elsa e Adele conquistano la loro libertà, al modo di una volta, cercando l'uomo giusto per farsi una nuova famiglia e lasciare quella di origine, soffocante e opprimente. Solo che s'innamorano dello stesso uomo, e fragili e ingenue quali sono, si fermano entrambe all'apparenza, senza capirne la sua vera natura. Un evento drammatico le separa irrimediabilmente, e la vita, o meglio il rancore, non dà loro una seconda opportunità.
Seppure i fatti si svolgono a Roma, è Instanbul, cara ad Ozpetek, a fare da cornice, con i suoi usi e le sue tradizioni, narrati nelle lettere di Elsa, unici scritti degni di nota di tutto il libro,
Il romanzo ha tutta l'aria di un film di Ozpetek, mi ha ricordato molto Saturno Contro, quando una combriccola di amici si ritrovano insieme a cena, ridono e scherzano fino all'evento inaspettato e drammatico. E poi tutto cambia, o quasi.
E quindi più che un romanzo mi è sembrato la sceneggiatura di un film, dove si racconta una bella storia, si, ma non si ha il tempo per dire di più. Come romanzo invece perde di profondità e anche i personaggi appena accennati, hanno poco spessore.
Il finale è amaro come la storia; triste perchè non c'è possibilità di redimersi, non c'è perdono e non c'è giustificazione. Quello che è stato è stato, ma non è passato, anzi è ben presente ed ha condizionato la vita di entrambe per sempre.
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