Dettagli Recensione
Il telefono del vento
Un lutto può lasciare dentro l’abisso. E il luogo descritto nel libro, che non è un espediente letterario ma è un luogo che esiste davvero in Giappone, offre alle persone un modo per superare il dolore. La storia ruota attorno a due figure che, ognuna con il proprio dolore, cercano qui, a modo loro, un qualche sollievo, fino a rendersi conto che la vita può offrire loro una seconda possibilità di serenità, se non proprio di felicità, perché comunque niente sarà più come prima. La vita consuma, con il tempo crea crepe e fragilità, crepe che ci si aprono addosso, ma la vita ci offre strumenti ed incontri per cercare di far uscire da quelle crepe anche un po' di luce, che può illuminare e scaldare l’altro, ma anche noi stessi, come in un abbraccio. Il libro ci insegna come di fronte alle sottrazioni che la vita ci impone, possiamo anche aprirci alle tante addizioni che la vita stessa di offre e, con una delicatezza straordinaria, ci offre uno spaccato delle segrete corrispondenze, richiami e simmetrie che il mondo dei vivi intrattiene con il mondo di chi è vivo, dall’altra parte dell’oceano. Splendido il finale, perché in poche pagine sono racchiuse il tormento, il senso di colpa per la possibile nuova serenità, la ricerca del contatto, di un nuovo contatto, la semplicità e spontaneità dei bambini, il potere dell’ascolto, la potenza di una parola: mamma.