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Il difficile cammino verso l’emancipazione femmini
“Se le madri spiegassero ai figli maschi il rispetto della donna, la parità, se permettessero alle ragazze di vivere liberamente e senza chiusure, se le facessero studiare e prepararsi per un lavoro….
La mentalità, di chi è colpa? Solo dell’uomo o anche della donna? Io penso che deve partire proprio da noi!”
In queste poche righe il tema dell’ultimo romanzo di Viola Ardone, con tutta la problematica ad esso legata. La vicenda si svolge negli anni sessanta e se da un lato sembra siano passati secoli da allora, specialmente se si guarda al progresso della tecnologia che ha rivoluzionato il mondo, da un altro lato dobbiamo amaramente constatare che ci si è evoluti troppo poco e lentamente sul piano sociale. È vero che l’approvazione delle leggi sul divorzio e sull’aborto è stata una conquista indiscutibile, ma quanto è veramente e radicalmente cambiata la condizione della donna in tutti questi anni? Ci troviamo ancora oggi di fronte a casi di violenza ai danni di giovani donne, come quello rappresentato dalla Ardone con il personaggio di Oliva Denaro. Troppo spesso ancora oggi le vittime diventano loro stesse colpevoli. Né, purtroppo, ciò accade solo negli ambienti più socialmente e economicamente degradati, ma anche in quelli che dovrebbero essere più evoluti. Sempre più spesso, anzi, episodi del genere avvengono là dove c’è abbondanza di denaro. Il punto centrale è dunque proprio un problema culturale, un’attitudine all’educazione e al rispetto del prossimo, chiunque egli sia.
Le donne del romanzo della Ardone sono quasi tutte vittime di un’arretratezza sociale che le vuole subalterne all’uomo, dedite fino all’eccesso alla cura della casa e della famiglia, prigioniere di pregiudizi insuperabili, incapaci di atti di ribellione se non in casi estremi con il reale rischio di essere poste per questo ai margini della società in cui vivono. Ma ribellarsi si può e si deve, anche se costa in termini di isolamento, come fa Oliva che con coraggio affronta lo scherno e la discriminazione di chi a tutti i costi vorrebbe mantenere un tranquillo status quo.
Gli uomini di questo racconto rispondono a quello stereotipo del maschio prepotente e aggressivo, abituato a prendere ciò che vuole, ad eccezione del padre di Oliva, uomo sensibile, ricco di sentimenti affettuosi per ogni membro della sua famiglia di cui si prende cura: un personaggio commovente per certi versi, che induce a sperare che sulla natura umana si possa pur sempre agire per trarne il meglio. Un libro al femminile, nel suo complesso, che tuttavia parlando delle donne si rivolge agli uomini.
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