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Psicologo da psicanalizzare
Avete presente quei film americani dove lo psicologo ha delle sedute con un suo collega che gli fa da tutor , da supervisore o che comunque lo aiuta a tenere il giusto comportamento/rapporti con i pazienti ? Ecco...il protagonista , Danio, sarebbe estremamente bisognoso di questo "supporto" perchè è quanto di più eticamente scorretto si possa immaginare. Donnaiolo incallito, dopo aver visto naufragare il matrimonio, sta cercando di costruire un rapporto sereno con il figlio Tommaso, già turbato dal fatto che la madre (personaggio bellissimo) non lesina di raccontargli la sua versione su comportamenti poco edificanti del padre. Danio è un uomo che nasconde oscuri segreti su fatti avvenuti quando era poco più di un ragazzo e un paio d'anni prima, segreti che lo tormentano sotto forma di sogni ricorrenti piuttosto inquietanti. Ma soprattutto Danio ha la curiosa caratteristica di avere pazienti esclusivamente donne (gli uomini sono noiosi), con una di loro ha addirittura una torbida relazione utilizzata come terapia, nel frattempo ha una storia con una giovane programamtrice . Insomma una vita piuttosto incasinata a cui si aggiunge il casuale ritrovamento sulla panchina del parco di un diario in cui sono annotati una serie di fatti molto personali. Sfogliando le pagine alla ricerca di qualche indizio sull'identità del proprietario/a Danio capisce che il diario altro non è che una disperata richiesta di aiuto, quello che non sa è che la giovane che lo ha scritto ha lasciato apposta in giro altri diari e soprattutto non sa se qualcuno li ha trovati. Danio riesce a scoprire l'identità della ragazza, Federica, ad incontrarla e ad avere anche con lei un comportamento a dir poco infantile oltre che eticamente deplorevole, ergendosi a paladino della giustizia per difenderla dalla situazione difficile in cui lei si trova, facendo leva sul suo naturale istinto a diventare violento quando le cose si mettono male. Il protagonista mi ha suscitato più irritazione che stima, vorrebbe fare il giusto e il buono ma in realtà non è giusto, non è buono, sa solo menare le mani quando serve, a volte con esiti drammatici.
In questo suo agire si autogiustifica e autoassolve in nome dei propri diritti . L'infatuazione nei confronti di Federica e relativi comportamenti decisamente discutibili, lo riducono a macchietta più che a protagonista. Per essere uno psicologo avrebbe più bisogno lui di aiuto delle sue pazienti. In tutto questo la penna di Montanari si conferma di un certo livello anche se questo lavoro mi è piaciuto molto meno degli altri che ho letto, l'antipatia "a pelle" con Danio forse ha inciso in questo nota di merito per l'autore che è riuscito a rendere palpabile (nel caso di Danio il termine calza a pennello...) il dramma di chi non riesce ad essere all'altezza della propria "missione" perchè è semplicemente un uomo con tutti i suoi limiti.