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Vite
Con “Le nostre vite” Francesco Carofiglio dona ai suoi lettori un titolo che ha le capacità di far riflettere sulla vita e su tutti quegli aspetti che veicolano e moderano questa con quei ricordi e quei fatti che ne hanno regolato lo scorrere.
E sono proprio due le vite narrate. Due vite parallele ma anche capaci di andare contro a quella improcrastinabile regola matematica che prevede il loro non incontrarsi mai. C’è Anna, detta Nina, con la sua vita di giovane sedicenne e che si trova in vacanza a Martina Franca con la madre. È qui che incontra Lupo, un ragazzo che la corteggerà e che nel suo riuscire ad attrarla riuscirà anche a strapparle “il fiore proibito”. Ma che fare se una volta tornati alla realtà la consapevolezza di una gravidanza sopraggiunge? Cosa fare con quei rimpianti dettati da una scelta e aggravati da tante lettere scritte e a cui mai è seguita risposta?
Segue poi la vita di Stefano Sartor che non ha memoria del suo passato più remoto. Un incidente ne ha dettato questi vuoti e queste lacune che anche a distanza di anni non possono essere colmati. Adesso è docente di filosofia ma ha fatto propria anche la penna con libri scritti che lo hanno accompagnato in quelle oscurità. Al contempo ama quella Puglia dove il nonno Zeno è ad attenderlo.
Passano gli anni e casualmente a Firenze si incontrano Stefano e la ormai fotografa Anna. Ed è qui che entra in gioco un’amicizia che poi si trasforma in un sentimento diverso, più forte e intenso. Un sentimento che li riporterà a vivere quegli anni del passato e anche quella estate dove Lupo affascinò la protagonista. Tanti i fattori che subentrano e che portano Anna a dover fronteggiare una perdita e Stefano a convivere con una perdita già sopraggiunta e un legame atavico con la Puglia delle origini.
Ed è su questo gioco di rimpianti, rimorsi, ricordi e memoria che si snoda “Le nostre vite” di Francesco Carofiglio. Uno scritto che ci catapulta in un caleidoscopio di emozioni e che ci porta a riflettere sul nostro personale percorso di vivere. Perché talvolta le ferite del nostro passato ci impediscono di vivere il nostro presente. Perché talvolta i vuoti e i buchi del nostro passato possono tradursi in un senso di incompletezza, in una sensazione di qualcosa che sfugge per un tempo che è stato e che forse non sarà più.
Il tutto è avvalorato da uno stile evocativo, pungente, vivido. Le immagini sono dipinte nella mente, i personaggi conquistano e coinvolgono, le parole scorrono e con essere scorre la letteratura anche classica. Un libro da leggere e da gustare.
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